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teologia negativa
Citazione:
Messaggio originale inviato da fabiobasile
La Teologia negativa, basata sulla convinzione dell'impossibilità per l'intelletto umano di cogliere Dio in maniera totale non è certo una novità inventata da Ratzinger.
Ed è del tutto coerente pensare che l'intelletto umano non possa comprendere i modi in cui la volontà Divina funzioni e si esplichi, basta riconoscere l'assolutà alterità della mente Divina rispetto a quella umana.
Che poi in quanto non cattolici è proprio questo che si rifiuta è un altro discorso, ma è una questione di Fede, non di filosofia, ne tantomeno di razionalità: Weber ci insegna che sui principi non si ragiona, si sceglie
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Appropostito della Teologia negativa, poco tempo fa scrissi qualcosa a riguardo. Lo incollo qui - estrapolandolo da un discorso più ampio - scusandomi in aticipo per errori ortografici, grammaticali e quant'altro.
Alcune persone religiose pensano che il linguaggio umano non sia adatto per parlare di dio, cosi` ogni discorso su dio cade nell’insensatezza o nella falsita`: questa tesi e` intrinsecamente connessa con la tesi epistemologica secondo la quale la mente umana non possa conoscere nulla riguardo a dio. Queste persone argomentano che la mente umana opera con concetti umani e per questo noi non possediamo, e non potremo mai avere, concetti per descrivere dio. Loro argomentano che noi siamo stati creati da dio per interagire con il mondo quotidiano, ma non siamo stati creati per applicare i nostri concetti ad una sfera non empirica.
Ma asserire che noi siamo stati creati da dio per applicare i nostri concetti ad una sfera terrena, fa sorgere parecchi problemi. Innanzitutto si postula gia` l’esistenza di dio, ma se dio non esistesse allora non sarebbe vero che “noi siamo stati creati da dio per applicare i nostri concetti ad una sfera ‘terrena’”, prima di tutto perche` se dio non esiste non ci avrebbe creati lui, e secondo perche` se dio non esiste non ha senso dire che ‘noi siamo stati creati per’ perche` questo presuppone una visione teleologica della natura, che noi per ipotesi abbiamo scartato. Pero`, anche se dio esistesse, non si protrebbe sapere con che scopo lui ci abbia creati.
V’e` pero` un’altra obiezione importante, ma sottovalutata da molti, da prendere in considerazione. Accettiamo che i nostri concetti sono stati disegnati (in senso teologico o in senso evoluzionistico, non importa per quest’argomentazione) per essere applicati agli oggetti del mondo empitico. Da esso segue che essi non possono essere applicati a dio? No, infatti sembra che l’uomo non fosse stato creato per volare o andare nello spazio, ma cio` non gli ha affatto impedito di realizzare questi due grandi traguardi. Inoltre noi assistiamo continuamente a casi nei quali oggetti e idee costruiti o pensati per determinati scopi, vengono riutilizzati in contesti totalmente estranei a questi. Ci basti pensare ad un cancello utilizzato come schiaccianoci, o ad una racchetta da tennis come scolapasta.
Un attacco differente al pessimista teologico puo` essere sferrato mostrando la falsita` della sua posizione senza addurre argomentazioni teoriche, bensi` esibendo casi che confutano la tesi secondo la quale i nostri concetti si applicano solo al mondo dell’esperienza. Questi casi rappresentano i grandi traguardi delle moderne scienze fisiche e cosmologiche: antimateria, buchi neri, quark, big bang, sovrapposizione degli stati, l’interno di una stella, leptoni, etc.
Vi e` un ultima argomentazione contro il pessimismo teologico che, al contrario delle precedenti, si prefigge l’obiettivo di mostrare definitivamente l’impraticabilita` di questa via, rivelando la profonda inconsistenza di questo progetto e di altri che si rivolgono verso il medesimo obiettivo.
Al pessimista teologico preme farci sapere che dio e` completamente differende dalle cose del nostro mondo, quindi non puo` essere possibile usare i nostri concetti per descriverlo. Cerchiamo di analizzare cio` che il pessimista teologico ci vuole dire: dio non condivide nessuna proprieta` con le cose con cui noi abbiamo familiarita`, cioe` dio non ha niente in comune con gli oggetti che noi conosciamo. Ma riflettiamo un attimo. Dio, per quello che abbiamo appena detto, deve stare nella relazione ‘non aver nulla in comune’ con ogni cosa del nostro mondo. Ma questo risulta incoerente. Inoltre se i concetti umani non si possono applicare a dio, allora non possiamo neppure dire ‘i concetti umani non si possono applicare a dio’, ne tantomeno ‘dio esiste’. In realta`, a seguire il pessimista teologico, il concetto ‘dio’ verrebbe svuotato completamente di ogni significato, propio come avveniva per i verificazionisti. Cosi` con l’intento di rendere il proprio dio immune da ogni problematicita` e attacco, i pessimisti teologici si sono trovati con nulla da difendere. Questa, a mio avviso, era l’intuizione correta di Flew.
epicurus
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