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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
16-07-2005, 21.03.27 | #16 |
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Avete ragione
La scienza, infatti, non può pretendere assolutamente alla dimostrazione dell'esistenza di un dio.
Non soltanto: essa non può pretendere neppure alla certificazione di alcun ente che appartenga alla nostra realtà sensibile. Essa ci dice, però, che cosa è ragionevolmente lecito attendersi e a cosa è ragionevole attribuire un valore di realtà. Il senso della "gravitazione quantistica a loop", ai fini del nostro discorso, è il seguente: se tale teoria si dimostrasse affidabile e verosimile, allora il vecchio concetto di "creazione" potrebbe trovare ancora una collocazione nel seno della nostra immagine moderna del mondo. In caso contrario, esso perderebbe di senso. Ciò non significherebbe, e mi ripeto, negare la presenza di Dio: significherebbe solo che a Dio non potremmo ragionevolmente attribuire la genesi del mondo in cui siamo attori, nei termini di un'effettiva creazione dal nulla. Tutto qui. Ciao |
17-07-2005, 19.09.26 | #17 |
Moderatore
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Quale sensazione di vuoto insulso percepisce quel pipistrello che vola libero nel cielo privo di ostacoli incontro ai colori del tramonto e al luccichio delle prime stelle…
Io credo che la scienza non possa ragionevolmente dire alcun che' intorno a cio' che noi diciamo "reale" o "realmente vero", ma essa puo' fare qualche congettura solo intorno a cio' che appartiene al mondo dei nostri sensi e dei fenomeni che da essi discendono, oltre il fenomeno essa non va; credo cioe' che la nostra scienza non potra' mai spiegarci la realta' vera , ma solo qualche teoria mutevole intorno ai fenomeni mutevolmente percepiti dai nostri sensi e dal nostro intelletto limitati. Come gli attori non possono svelare l'autore e la genesi del film in cui recitano mentre lo stanno recitando, cosi' noi non possiamo uscire dal set e al contempo rimanerci per spiegare a noi stessi da dove veniamo; come una lampada da tavolo non puo' illuminare se' stessa dall'alto, cosi' noi non possiamo chiarire la nostra provenienza proiettando i nostri lumi nell'unica direzione in cui possiamo farlo; come un contenitore piu' piccolo non puo' contenere quello piu' grande che lo contiene , cosi' noi non potremo ragionevolmente pensare di contenere la conoscenza intera del mondo vero che ci contiene e ci ha creato. Ciao a tutti Ultima modifica di and1972rea : 17-07-2005 alle ore 19.12.58. |
17-07-2005, 22.47.47 | #18 |
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X And1972rea.
riferimento: ----------------------------------- .....oltre il fenomeno essa non và. (la scienza. ndr). ----------------------------------- scusa and, tu conosci qualcuno che sa andare oltre il fenomeno mantenendo credibilità scientifica senza applicare la fede? |
18-07-2005, 06.13.26 | #19 |
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DA DOVE PROVIENE LA VITA
Qualcuno ha affermato, che non bisogna chiederci perché viviamo, ma per chì viviamo. In ogni modo, le problematiche che emergono dalle varie interpretazioni tracciate, appaiono complesse e di non facile soluzione. Tuttavia, a dispetto di queste difficoltà, tra gli Astrofisici, su un punto c'è una convergenza di opinioni: la cosmologia moderna è riuscita ad identificare gli obbiettivi centrali da affrontare. L'intero universo è caratterizzato da due soli numeri. Il primo di essi è il rapporto tra radiazione e materia, ovvero tra Fotoni e Barioni, pari a circa un Miliardo, che chiameremo M-1 (la formula ve la risparmio). Il secondo numero riguarda l'ampiezza delle perturbazioni primordiali necessaria per produrre oggi le Galassie e le altre strutture: esso è stimato dell'ordine di una parte su diecimila, che chiameremo M-2. (anche qui ci andrebbe la formuletta). Gli Astrofisici affermano che qualsiasi teroria cosmologica, per quanto complessa, deve, in ultima analisi, rendere conto del valore di M-1 e di M-2. Mi sembra che sia stato un certo Martin Rees il primo Astrofisico ad accorgersi che i due numeri non sono per nulla casuali, poichè basterebbe variare di poco anche uno solo di essi per cambiare in modo completamente radicale il destino dell'universo. Immaginiamo, per esempio, di avere un rapporto Fotoni-Materia più piccolo di un milione o dell'ordine di centomila. Durante le fasi iniziali dell'universo i Fotoni terrebbero separati fra loro i nuclei urtandoli di continuo. Non appena diminuiamo il rapporto Fotoni-Materia, i nuclei riceverebbero meno urti e potrebbero combinarsi tra loro con maggiore facilità. E allora avremo, rapidamente, il formarsi d'elementi pesanti che prevarrebbero su quelli leggeri. segue../.. Ultima modifica di Vapensiero : 18-07-2005 alle ore 06.15.42. |
18-07-2005, 07.40.31 | #20 |
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.....segue....DA DOVE PROVIENE LA VITA
Il risultato è che oggi avremmo un universo costituito essenzialmente da ferro: in esso non ci sarebbe posto per le stelle e le altre strutture luminose che bruciano Idrogeno; ma avremo giganteschi blocchi di ferro alla deriva nello spazio cosmico. Ecco il risultato di una sia pur lieve diminuzione di M-1. Se invece proviamo ad aumentarlo oltre il miliardo, per le stesse ragioni di prima adesso avremmo solo Idrogeno e niente elementi più pesanti. In se stesso questo non sarebbe un grave danno: i guai comincerebbero quando ci ricordiamo che i Fotoni hanno un'altro compito nella storia evolutiva dell'umiverso: essi impediscono alle perturbazioni della materia di crescere, disperdendole continuamente. per mancanza di tempo...continuerà.... |