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29-06-2005, 17.45.10 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-04-2005
Messaggi: 132
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L'uomo per natura ha dei principi primi, che sono difficilmente definibili, e a partire da questi costruisce una sua morale, in seguito alle proprie esperienze, esigenze, condizionamenti, ecc. e la sua morale gli dice cos'è giusto o sbagliato.
Il giusto o sbagliato comune non esiste, sappiamo solo quali sono le nostre esigenze, come soddisfarle e le conseguenze che ne derivano. La società di oggi democratica, fa una media della morale dei cittadini, e il risultato lo rende una morale assoluta da imporre ai cittadini tramite leggi, convenzioni, ecc. Io credo che il problema sia se è conveniente ascoltare solo se stessi, essere egoisti, anche limitando la liberta altrui, o limitare le nostre voglie e desideri quando violiamo la liberta altrui |
29-06-2005, 18.21.32 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Per ora.....
Ringrazio tutti quelli che hanno risposto fino ad ora, (spero che altri dicano il loro parere in merito), perché per mè è importante capire dove collochiamo la conoscenza del “bene” e del “male”. Cioè se la collochiamo fuori di noi, se la collochiamo dentro di noi, o se, come affermano altri, non esistano un bene ed un male oggettivi e quindi non si esista una conoscenza del bene e del male.
Ho citato Parveen Babi, da uno scritto preso dal sito, ma una concezione simile l’espresse Socrate quando disse: - e ciò che è bene e ciò che non è bene, Fedro, dobbiamo chiedere agli altri queste cose?”. Le parole di Socrate mi sembrano una perifrasi di quelle di Parveen Babi o viceversa, l’affermazione cioè che la conoscenza del bene e del male, (vera morale e vera etica), appartiene all’essere umano. A T-Dragon, che chiede se è proprio necessario sapere cosa è "giusto", e quale sia la vera morale ed etica? Rispondo che per mè lo è….. Lo è perché dubito delle mie scelte, in quanto non ho ancora raggiunto le fonti della vera morale e della vera etica dentro di mè. Se e quando le raggiungerò, (ma la cosa è insicura), non sarà più necessario pormi il problema, perché non avrò più l’interesse a subordinare la vera morale e la vera etica alle mie convenienze, scelta quest’ultima che adesso faccio con fatica, con molta analisi e col dubbio comunque di sbagliare. |
30-06-2005, 09.26.14 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
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30-06-2005, 11.17.24 | #9 |
Utente bannato
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
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Secondo la me, la morale dev'essere scelta democraticamente e venire esercitata in forma di giustizia. Se il 90% degli italiani vuole il matrimonio gay, non capisco perché debba comunque rimanere immorale. Se la Chiesa impone la morale non è giusto; se il proletariato impone la morale non è giusto; se i politici impongono etc. quando la morale è imposta da un gruppo singolo (per quanto ampio) di cittadini non è giusta. Dev'essere scelta da tutti, trovando punti d'accordo.
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30-06-2005, 11.31.34 | #10 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Re: Dove trovare la certezza della morale e dell’etica?
Citazione:
se un uomo ha un'alta e autorevole coscienza morale, la sua convenienza sarà tutta nel seguirla. non credo si ponga nemmeno il problema, "la seguo o no?", la segue e basta, perchè la morale si eleva oltre la superficiale la convenienza del momento. se esista una "morale innata" è difficile dirlo. l'uomo di cui sopra ti direbbe probabilmente di sì. ma è un uomo che ha già attraversato anni e anni di educazione, quindi inaffidabile. forse ci daranno una risposta le neroscienze, che nell'esplorazione del cervello umano riusciranno forse a localizzare la zona della morale, con dei principi innati, che magari nel corso della vita possono venire disattivati o corrotti da esperienze nocive. ma spostando il tiro: la morale "serve"? durkheim se non sbaglio (sociologo funzionalista) parlava della religione e della morale come collante della società: gli individui riescono a vivere in società perchè condividono delle norme morali-comportamentali, norme che tengono in vita la società. queste norme devono però essere difese dalle critiche, dalle minacciose accuse, ad alto rischio disgregante, di essere null'altro che idee circoscritte storicamente e culturalmente, idee terrene che prima nascono ma che sono poi destinate a morire e a trasformarsi. così le collocano nell'eternità dei cieli, laddove il proiettile di nessuna critica umana potrebbe colpirle. |
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