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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
09-03-2005, 15.21.43 | #8 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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x Bert:
Citazione:
Bert, in questi giorni sto cercando di studiare gli attributi divini presi singolarmente, in rapporto tra essi e in rapporto con stati di cose del mondo. Non ho messo 'Dio' al posto di X perche` non volevo viziare la discussione con i soliti preconcetti: qui voglio concentrarsi solamente se e` possibile, in linea di principio, conoscere ogni cosa, di ogni intervallo spazio-temporale: cioe` essere onniscienti. Discutere se una cosa e` possibile in linea di principio e` discutere se una cosa e` coerente o meno. Il fatto e` che conoscere ogni cosa del presente e del futuro non e` ovviamente incoerente. L'unica possibilita` di trovare un'incoerenza nell'onnipotenza, eventualmente, riguarda la previsione, in particolare la previsione che lo stesso X puo` fare su se stesso. Quindi Bert, ti inviterei di considerare la faccenda come in linea di principio, essendo quello che sto facendo di pertinenza della filosofia della religione. epicurus |
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09-03-2005, 15.37.15 | #9 | |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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x Weyl:
Citazione:
Weyl apprezzo il tuo intervento perche` mi piacerebbe risolvere questa faccenda in modo riforoso e stringente proprio come ti accingi a fare tu. Da quanto mi sembra di aver capito tu hai dimostrato che non puo` esistere un essere che conosca solo e soltanto proposizioni vere. Ipotiziamo che X abbia una tabella con un elenco di tutte le proposizioni vere con l'indicazione spazio-temporale, ed ipotiziamo che ne abbia una tipo: a) "accade p al tempo t e nel luogo y" Allora necessariamente ne avra` un'altra che dice: b) "non accade non-p al tempo t nel luogo y" Quindi tu dici che X conosce anche proposizioni false. Ma in realta` anche (b) e` vera: e` solo nell'interno di (b) che troviamo una proposizione falsa, e cioe` 'non-p', ma (b) e` vera. D'altro canto e` ovvio che se X sa tutte le proposizioni vere puo` ricavarsi deduttivamente ogni proposizione falsa. Ma io vorrei andare un po' oltre. Prendi infatti la mia seconda formulazione: "X conosce con assoluta precisione cosa accadra`, cosa e` accaduto e cosa sta accadendo" Cosa mi dici di questa? Se vuoi immaginati X che oltre ad avere la tabelle delle proposizioni vere con riferimento spazio-temporale, abbia anche quella duale delle proposizioni false con riferimento spazio-temporale. Se v'e` una possibilita` di trovare una incoerenza la troveremo solamente, penso, sfruttando l'autoreferenzialita`: cioe` di X che applica la previsione su se stesso. epicurus |
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10-03-2005, 13.19.05 | #10 |
iscrizione annullata
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Messaggi: 728
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Onniscenza
Anch'io ti apprezzo molto, Epicurus: i tuoi punti di vista sono davvero molto interessanti e stimolanti.
Dunque, spostiamoci oltre, cioè dalle proposizioni agli eventi che esse descrivono. Ma non è un passaggio da poco: ora ci troviamo nel mondo fisico! Ne consegue, secondo me, che prima di avviare qualsiasi discussione, dobbiamo necessariamente delimitare l'ambito entro il quale gli eventi (presenti e futuri) oggetto di conoscenza da parte di X sono "reali". Infatti, nel contesto fisico, non soltanto gli eventi che accadono effettivamente, ma anche quelli che non accadono e persino quelli che nè accadono nè non accadono, ma semplicemente "hanno la possibilità" di accadere, influenzano e determinano ulteriori e futuri fatti. Così, ad esempio, la proposizione: "questa sera alle ore 21 inizierò a rispondere alla risposta di Epicurus" (prop. A), determinerà i miei accadimenti di domani sia che effettivamente accada (e sia, quindi, vera) sia che non accada (e sia, dunque, falsa). Ma anche il fatto che essa persista in un limbo indeciso, da ora alle 21, e quindi sia, semplicemente "possibile", condizionerà i miei accadimenti del pomeriggio, in una certa indefinita misura. Ne consegue che la catena di eventi che si dipana dall'attimo T1, in cui intenzionalmente esprimo A, non è lineare in T1. Dunque, l'ambito entro il quale debbono essere delimitati gli eventi, presenti e futuri, oggetto di conoscenza di X, deve necessariamente essere lineare. Ma, per essere lineare, necessariamente occorre che tutti gli eventi oggetto di conoscenza di X appartengano al dominio del reale, e non a quello del possibile. Ergo X, per avere la conoscenza di tutti gli eventi, presenti e futuri, deve possedere la facoltà di necessitarli, affinchè essi siano effettivi. Ora, tale facoltà, che Kant chiamava dell"intuizione intellettuale", non è posseduta che da un ente razionale infinito. |