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11-11-2012, 17.35.01 | #23 |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
È semplice rispondere al post che ha aperto questa discussione: Né Heidegger e neppure Nietzsche erano dei metafisici, e se non si ha la vista interiore non ci si può liberare di ciò che non si ha. Per quanto riguarda, invece, i veri metafisici, la vista interiore è un'acquisizione della quale non ci si può liberare, così come non ci si può liberare dalla libertà, ma si è sempre liberi di ignorarla, allo stesso modo nel quale si è liberi di farsi del male.
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01-12-2012, 14.03.55 | #24 |
Ospite
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
nietzsche non so se si puo definire metafisico certo e che con lui finisce la metafisica intesa come interprteazione di un mondo altro dal nostro.
heidegger lo defini ultimo metafisico d occidente , l esssere e la volontà di potenza e l eterno ritorno il modo n cui essa si manifesta , cosi tolta anche la visione lineare cristiana del tempo si torna alla visione ciclica dei greci se la volontà di potenza diviene cocienza dei limiti individuali da oltrepassare con il superuomo si potrbebe riallacciare nietzsche a kierkegaard in prospettiva esistenzialista cioè senza l ausilio di mondi ultraterreni che affermano morali che non permettono all essere di sviluppare potenzialità. comunque avendo stravolto il suo pensiero nietzsche e un filosofo difficile da interpretare. |
19-12-2012, 21.41.23 | #25 |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
@ Binosoma (dal post originario)
In sintesi, Heidegger ritiene Nietzsche l'ultimo dei metafisici perchè il suo "oltreuomo" (questa è l'esatta traduzione di "ubermensch", e non "superuomo" come troppo spesso si legge) assume i tratti caratteristici della categoria metafisica. Tuttavia, e questo vorrei aggiungere ai commenti al tuo post, nei quali non ho trovato accenni all'argomento, io credo che l'interpretazione heideggeriana vada, essa, "oltrepassata". Io credo che una buona, e congrua, interpretazione di Nietzsche ci venga dalla cosiddetta "Nietzche Reinaissance", ovvero da quella corrente filosofica che, soprattutto in Francia (Bataille, Deleuze etc.), ha proposto di vedere in Nietzsche soprattutto un "archeologo dei valori". Ma che vuol dire? "Archeologia dei valori" vuol dire individuare la, per così dire, nascita dei valori morali e religiosi. Da cosa nasce il valore morale? Ecco, i filosofi della "Nietzsche Reinaissance" indicano nella volontà di potenza quel qualcosa da cui il valore morale e religioso scaturisce. "Così dev'essere", dice l'uomo-scimmia nell'impeto fondativo di quello che chiamiamo "valore": la stessa cosa che dice il filosofo-oltreuomo nell'atto di imporre la sua potenza. La stessa volontà prevaricatrice, se vogliamo, che la psicanalisi attribuisce in diverso grado ad ogni uomo (A.Adler). Non vi è dubbio che questa visione demolisce radicalmente ogni pretesa heideggeriana di metafisicità attribuita a Nietzsche, per rendercelo in quella che è probabilmente la sua veste più autentica e "sanguigna". ciao |
10-01-2013, 10.44.51 | #26 |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
@Oroboros
è vero che Nietzsche non è un "metafisico", però era un grande esperto di metafisica, l'unica ragione per cui non lo è in effetti è che il suo pensiero non è basato sulla sua visione metafisica, cioè non era il suo punto forte. Il nichilismo stesso nasce da una precisa visione metafisica, che è lo "sboccio" del mondo fenomenico dal nulla. Ragion per cui a Nietzsche, che ben era conscio di questo nulla metafisico, la metafisica non interessa più di tanto - è un elemento insignificante - seppur fondante. Nietzsche è stato un metafisico che andò oltre alla metafisica, e perciò non è definibile un metafisico vero e proprio. Era già al next level, secondo me, perché quest'operazione è possibile solo a chi metafisico lo è stato e ha constatato la nullità della propria materia. Se così non fosse non avrebbe mai potuto farsi carico dell'eredità di Schopenhauer. Vale per lui e la metafisica quello che ho scritto ieri in un altro post a proposito del superamento di dio: che cioè questo non sta nella negazione ma nella presa di coscienza dell'irrilevanza della questione - a cui comunque precede la corretta comprensione di essa. @0xdeadbeef Non ho letto ciò che ha scritto Heidegger a proposito di Nietzsche, visto che dopo aver letto il suo essere e tempo per un po' mi è bastato, però conosco abbastanza bene Nietzsche e credo di poter affermare che l'oltreuomo è un concetto da lui coniato per essere uno specchietto per le allodole, un contenitore vuoto da usare per esprimere la sua filosofia oltremetafisica, e se c'è un uomo a cui Nietzsche volesse che si oltrepassasse era proprio l'uomo metafisico, perduto nella sua perenne ricerca del perché delle cose. Nietzsche con questo "perché" aveva già chiuso i conti da tempo prima di coniare i suoi concetti fondamentali, il suo interesse filosofico era il "come" delle cose ( in linea con la futura tecnica ) Perché per Nietzsche la metafisica era semplice espressione della potenza primordiale del nulla, di quel "sì-piuttosto-che-no" che è il motore del mondo e massima espressione poi anche della vita. Come dicevo prima: è necessario già intendersi di metafisica per essere un non-metafisico come Nietzsche, e cioè andare oltre. Questo mio pensiero sull'oltreuomo trova riscontro anche nello Zarathustra, che purtroppo lessi a prestito dalla biblioteca e per cui non mi ricordo dove, comunque mi pare in "dei poeti" quando accusa gli uomini che mistificano il mondo creando dio, e affianco di questi si mette anch'egli, citando il suo oltreuomo, per fare capire che in fondo è un mito creato apposta, una bugia per mostrare tutte le bugie venute prima. Per questo non mi soffermerei troppo sul suo oltreuomo, che sì è fondamentale nella sua filosofia, all'incirca quanto l'esca sull'amo della canna! Riassumendo: Nietzsche è l'ultimo metafisico perché interpreto questa materia correttamente e, accortosi di quanto poco ci fosse, preferì non soffermarvici troppo e andò oltre. Dopo Nietzsche la storia supera la metafisica. E superare non significa negare, ma andare semplicemente oltre. Perciò certo ci si può ancora interessare di metafisica, ma non gli si può più attribuire alcun reale valore - per noi terreni, questa non ha significato; questa almeno è la mia personale interpretazione di "Nietzsche ultimo metafisico" per quanto cosa ne pensasse Heidegger, francamente non saprei. E se c'è un concetto Nietzschano derivato dalla metafisica nichilista, non credo sarebbe l'oltreuomo, ma quello di potenza e di volontà di potenza. Ultima modifica di Soren : 10-01-2013 alle ore 16.17.03. |
10-01-2013, 16.28.56 | #27 | |
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
Citazione:
Per quel poco che conosco di N., io lo ritengo un metafisico, ma non so se sara' l'ultimo;... oltre l'uomo, oltre la storia, vuol dire oltre la natura, oltre il flusso concatenato ,coercitivo e meschinizzante delle cause e degli effetti verso il trionfo della liberta' assoluta e creativa delle capacita' umane e della realta' stessa superumanizzabile; mi pare , quella di N., una metafisica tutta oltreumana, che va oltre qualsiasi natura intesa come carcere ordinato ,perfetto e prevedibile delle facolta' prigioniere ma presenti nel seme umano che deve germogliare. |
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13-01-2013, 20.28.31 | #28 |
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
@ Soren
Dicevo appunto che, a mio avviso, è la visione heideggeriana di Nietzsche che va "oltrepassata" (non che con questo io pensi che Heidegger sia, come dire, un filosofo da poco e troppo sopravvalutato, ci mancherebbe). Una visione che poi è quella "canonica" (quella cioè che va per la maggiore, anche se non tutti sono consapevoli che quella è l'interpretazione di Heidegger). Con ciò, naturalmente, concordo con te su quanto affermi. Piuttosto, come dicevo, noto pochi riferimenti a quell'area culturale chiamata della "Nietzsche Reinaissance"; che, contro Heidegger, descrive l'opera di Nietzsche come "genealogia (non "archeologia" come avevo scritto in precedenza) dei valori". Cosa vuol dire "genealogia dei valori"? Vuol appunto dire la maniera, il "come" il valore nasce, il "da cosa" esso si origina (il "valore", ovvero quel qualcosa di indissolubilmente legato alla morale, non può non essere metafisico, e quindi individuando il "da cosa" del valore si individua necessariamente anche il "da cosa" della metafisica). La risposta dei filosofi della "Nietzsche Reinaissance" è netta: il valore (e quindi la visione metafisica) si origina, in Nietzsche, dalla volontà di potenza. Senonchè, questa visione di Nietzsche mette in luce, innanzitutto, che non può esistere nessun valore al di fuori del valore metafisicamente inteso (ho accennato a questo nel post: "se Dio non esiste, allora tutto è permesso"). Insomma: se è la volontà di potenza ad originare il valore, allora quello la cui potenza sarà maggiore di quella degli altri detterà il "suo" valore. Ogni cosa sarà allora riferita alla "forza", e la "legge" che reggerà il mondo sarà quella del più forte (il tema è particolarmente sentito da Dostoevskij in "Delitto e Castigo"; un Dostoevskij che, non a caso, rappresenta una delle più importanti ispirazioni per Nietzsche, che lo definisce "profondo conoscitore dell'animo umano"). un saluto |
14-01-2013, 21.22.42 | #29 |
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
Dionysos philosophos era facile all’esaltazione, era un philosophus inflatus.
L’interpretazione di Nietzsche quale metafisico è una invenzione di Heidegger e, con tutto il rispetto per questo pensatore, preferisco pensare con la mia testa. Bisogna per prima cosa ammettere che il pensiero di Nietzsche non è affatto sistematico: da buon Dioniso nella sua vita prese delle vere e proprie “cotte intellettuali”, che poi svanivano presto per lasciare il posto il posto ad altre. Il suo aforisma “diventa ciò che sei” corollario ambiguo di “conosci te stesso” in realtà suonerebbe più autentico se fosse “fa ciò che ti piace e dì ciò che ti piace ” … Egli inaugura la filosofia dell’affabulazione. Dopo Locke, Hume e soprattutto Kant demolire la metafisica scolastica e tomista è come sparare sulla croce rossa … sono passati circa due secoli da Locke fino al Dionysos philosophos. Nietzsche è stato interpretato nei modo più vari e difformi perché è un artista della parola e dell’espressione. Quale vera critica ha fatto Nietzsche alla metafisica e dove esprime un pensiero metafisico? Alla "tre volte falsa" metafisica figlia di Platone non rivolge che sfoghi di pancia di un artista forse efficaci ma neanche lontanamente paragonabile alla potenza critica di Kant. L’eterno ritorno è forse una elaborazione originale del suo pensiero e, comunque, vi è integrata? Eterno ritorno come il fondamento teoretico della filosofia del nostro lo è solo nella mente di Heidegger che trova nessi e costrutti in un pensiero quanto mai libero e umorale quale è quello di Nietzsche, e li trova solamente per produrre il proprio discorso. Chi ha letto “Così parlò Zarathustra”(ed anche tutto il resto) forse mi capirà … se è uno che pensa con la propria testa. Tanto per svegliarvi un po’ dal dogmatismo culturale … (Avrei voluto dire qualcosa anche sulla tecnica e sulla "uguaglianza" tecnica-nichilismo e se non vi ho troppo irritato questa volta, prossimamente lo farò ... ) Ultima modifica di Giorgiosan : 15-01-2013 alle ore 01.05.38. |
15-01-2013, 14.05.24 | #30 |
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?
Il pensiero di Niezsche è attraversato da contraddizioni. Jasper ha detto che contraddirsi è un contrassegno del suo pensiero. Lo stesso Deleuze non può negarlo e deve ammettere che la filosofia di Nietzsche nel suo insieme è incomprensibile a meno di comprenderla come anti hegeliana … e da par suo ne fa una lettura in questo senso ma non convince, nel senso che non corrisponde all’intenzione del Philosophos.
Torniamo a Così parlò Zarathustra. Lo stile è quello profetico che agli occhi di un lettore dei nostri giorni appare come una imitazione puerile dello stile testamentario, enfatica ma senza pathos, per me anche un poco ridicola. E questo ci riporta al suo odio-amore per il cristianesimo: l’odio viscerale che ha forse una radice psicologica più che una base teoretica e che trasuda dai suoi scritti. Amore e ammirazione che si può dedurre dall’intenzione di essere una nuova luce che diffonde il nuovo verbo, a cui attribuisce una portata epocale … a dir poco. E’ qui che il philosophus enflatus perde ogni senso della realtà e con essa la razionalità che egli non fa, d’altra parte, mistero di disprezzare. In una famosa lettera, così si esprime: ” Chissà quante generazioni dovranno trascorrere per produrre alcune persone che riescano a sentire dentro di sé ciò che ho fatto ! E anche allora mi terrorizza il pensiero di tutti coloro che , ingiustificatamente e del tutto impropriamente , si richiameranno alla mia autorità . Ma questo é il tormento di ogni grande maestro dell' umanità : egli sa che , in date circostanze del tutto accidentali, può diventare con la stessa facilità una sventura o una benedizione per l' umanità " Tanto valutava il suo “poema” pseudo-mistico. “Ecco, io vi insegno l’oltre uomo!” … in altre parole un Gesù alla rovescia e piuttosto sgangherato. Ultima modifica di Giorgiosan : 15-01-2013 alle ore 14.33.38. |