ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
22-04-2004, 00.44.46 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
|
Tirata d'orecchi
Perdonatemi, amici, ma in un forum di filosofia credo che sia opportuno qualche richiamo...
Dunque: "estetica" è quel settore della filosofia teoretica che ha per oggetto d'indagine la sensibilità (ovviamente la sensibilità umana). Ente sensibile è detto tutto ciò che, afferendo ai nostri sensi risulta costituire quell'insieme di dati "immediati" (ossia non mediati da articolazioni rappresentative e manipolazioni simboliche) su cui opera la facoltà mentale della "fantasia" allo scopo di produrre delle rappresentazioni aperte alla consapevolezza. Tali rappresentazioni, quando non sono ancora consapevoli sono dette "percezioni", quando lo divengono sono dette "appercezioni". Su di esse, attraverso un processo oggetto di una moltitudine di interpretazioni teoretiche, le facoltà intellettuali (logica, analisi, memoria) possono operare quella sorta di "rispecchiamento" nel pensiero che si esprime in concetti, giudizi e discorso (logos). Per queste ragioni l'estetica, in quanto tale, non può che definirsi "oggettiva", limitatamente, è chiaro al dominio conoscitivo di un "ente razionale finito" (l'uomo) e nella misura in cui, secondo Aristotele, l'"essenza dell'uomo è data una volta per tutte". Il discorso muterebbe completamente qualora attribuissimo alla razionalità umana potenzialità infinite oppure, all'opposto, ritenessimo mutevole nel tempo e nella cultura la struttura stessa della ragione dell'uomo, come molto pensiero del '900 ha supposto. Nel primo caso, infatti, dovremmo ritenere l'estetica, oltre che oggettiva anche universale ed assoluta, concetti estranei all'immagine moderna del mondo e dell'uomo: ad essa dovrebbe cioè corrispondere la certezza che anche il mondo, quale noi lo conosciamo, "è esattamente quale noi lo rappresentiamo": cioè il fenomeno è il noumeno. Nel secondo, al contrario, dovremo ammettere che l'estetica, pur oggettiva, lo sia solo particolarmente e relativamente al contesto culturale da cui verrebbe organizzandosi: il che, in realtà, pare in contrasto con le cognizioni che la neurobiologia sta rapidamente acquisendo ed anche con le più recenti filosofie del linguaggio. Perdonate il tono pedante. |
22-04-2004, 13.17.25 | #19 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
|
Il concetto di "oggettività"
"Oggettivo" e "soggettivo" sono strumenti concettuali di pertinenza epistemologica.
Alla nostra lingua, rispetto a quello di "oggettività", manca una sottigliezza che possiede, invece, il tedesco. Penso che, spiegandoti la differenza tra i due lemmi in cui il tedesco traduce il termine "oggetto", ti risulterà tutto perfettamente chiaro. (Devi considerare che la filosofia degli ultimi due secoli parla, fondamentalmente, soprattutto tedesco: pensa, in Italia la prima seria traduzione della Critica della Ragion Pura - 1781 la prima edizione in Germania - giunse solo nel 1910 ad opera di Gentile...). Dunque: Objekt e Gegenstand. Il primo lemma, di derivazione latina (ob- e jacio) letteralmente conserva nel tedesco il senso etimologico del termine: gettare ed il causativo "ob", cioè, potremmo dire, l'oggetto come attribuzione di esternità ad un' intenzione soggettiva. Per esempio, objektiv può essere un protocollo di decisioni volte a gestire una situazione. Gegenstand, invece, da stehen (stare) e gegen (in contrapposizione, contro), è l'oggetto in quanto ente in cui mi imbatto, che mi si oppone con la sua esternità. Pertanto, ecco, l'estetica è oggettiva nella prima accezione. Non, ovviamente, nella seconda. Ciao. |
23-04-2004, 09.57.49 | #20 |
Ospite
Data registrazione: 05-12-2003
Messaggi: 24
|
A mio parere se c'è qualcosa di veramente soggettivo quello è prprio l' estetica: se a tutti gli uomini piace una stessa donna è perchè sono riusciti ad uniformare i loro giudizi soggettivi in un unico giudizio soggettivo...i parametri saranno anche simili, ma mai uguali, perchè vi saranno sempre delle sfumature di gusto. Credo che l' oggettività abbia come suo primo carattere distintivo il fatto di poter essere accettata da tutti senza distinzioni ne sfumature, qualcosa su cui non si può dire" é bello ma..." ma solo "è bello"
|