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Vecchio 09-11-2015, 20.48.47   #21
mariodic
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

LA COSTANZA DELLA VELOCITA' DELLA LUCE


Perché è costante nel vuoto? Perché è riferita al sistema di riferimento assoluto dell'Universo che è l'Osservatore che è unico e si identifica nell'IO (da non confondere con l'io comunemente inteso), in effetti questa particolare "costanza" consiste nella nullità degli effetti addittivi e sottrattivi delle velocità attribuibili al presunto moto dell'Osservatore nella direzione della luce. Infatti l'Osservatore è unico ed è il riferimento assoluto dell'universo, anche per la luce, riferimento a cui, ovviamente, non ha senso attribuirgli alcun un moto.

PS: Potrei aspettarmi osservazioni ed accuse di insensatezza; non posso non scusare chi persino arrivasse ad offendermi attribuendomi, appunto, stupide insensatezze, questo perché credo sia ora di rivedere a fondo il mondo secondo nuove ottiche e non solo in senso astrattamente filosofico.
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Vecchio 11-11-2015, 08.34.36   #22
sgiombo
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da mariodic
LA COSTANZA DELLA VELOCITA' DELLA LUCE


Perché è costante nel vuoto? Perché è riferita al sistema di riferimento assoluto dell'Universo che è l'Osservatore che è unico e si identifica nell'IO (da non confondere con l'io comunemente inteso), in effetti questa particolare "costanza" consiste nella nullità degli effetti addittivi e sottrattivi delle velocità attribuibili al presunto moto dell'Osservatore nella direzione della luce. Infatti l'Osservatore è unico ed è il riferimento assoluto dell'universo, anche per la luce, riferimento a cui, ovviamente, non ha senso attribuirgli alcun un moto.

PS: Potrei aspettarmi osservazioni ed accuse di insensatezza; non posso non scusare chi persino arrivasse ad offendermi attribuendomi, appunto, stupide insensatezze, questo perché credo sia ora di rivedere a fondo il mondo secondo nuove ottiche e non solo in senso astrattamente filosofico.


Lungi da me l' intenzione di offenderti, ma non si capisce chi sia questo "IO" od "osservatore unico": ciascuno che osservi l' universo fisico é un osservatore per definizione ed é ragionevole (anche se non dimostrabile: ma negandolo si cade inevitabilmente nel solipsismo, e dunque mi pare che cada tutto il ragionamento) credere che non sia l' unico, né in una posizione "privilegiata" rispetto agli altri.

Inoltre per ciascun osservatore, e dunque (credo) anche per l' "Osservatore" (ammesso e non concesso che abbia senso postularlo), non solo quella della luce nel vuoto, ma anche tutte le altre velocità di qualsiasi altro ente o evento possono essere riferite (anche, oltre che a qualsiasi altro ente o evento) a se stesso, ma malgrado ciò sono relative (mutevoli dipendentemente dal sistema di riferimento).
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Vecchio 12-11-2015, 14.52.18   #23
Mariano
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da Gasachiele
....Vorrei porre un quesito a tutti coloro che avranno voglia di spendere del tempo a tal proposito:........definire specificatamente che cosa sia effettivamente la filosofia e che funzione abbia.
La filosofia, come la religione e la scienza, e' una delle strade che l'uomo percorre ( secondo le proprie attitudini) per comprendere il proprio essere in relazione all'universo esterno.
Il cammino lungo le tre strade e' parallelo convergendo verso la stessa meta ed a volte integrandosi.
Io ritengo che:
- la scienza costruisce sempre nuovi mattoni che ci fanno avvicinare alla meta illudendoci di poterla raggiungere;
- la religione confidando in alcune certezze ritiene di averla raggiunta;
- la filosofia, libera da preconcetti ed utilizzando sia fantasia che ragione, dà l'impressione di generare mattoni sparsi (come tu dici), ma è lei che alimenta le altre due.
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Vecchio 13-11-2015, 12.13.36   #24
Duc in altum!
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Messaggi: 919
Riferimento: Che cos'è la filosofia?

** scritto da Mariano:

Citazione:
La filosofia, come la religione e la scienza, e' una delle strade che l'uomo percorre ( secondo le proprie attitudini) per comprendere il proprio essere in relazione all'universo esterno.
Il cammino lungo le tre strade e' parallelo convergendo verso la stessa meta ed a volte integrandosi.
Io ritengo che:
- la scienza costruisce sempre nuovi mattoni che ci fanno avvicinare alla meta illudendoci di poterla raggiungere;
- la religione confidando in alcune certezze ritiene di averla raggiunta;
- la filosofia, libera da preconcetti ed utilizzando sia fantasia che ragione, dà l'impressione di generare mattoni sparsi (come tu dici), ma è lei che alimenta le altre due.

Che la filosofia alimenti la scienza e la religione è un inganno, o una convenienza, poiché è sempre e soltanto la fede che alimenta anche la scelta di filosofare o cosa filosofeggiare.
Quindi bisognerebbe dire che è la Fede ad alimentare le 3, che poi la filosofia conduca maggiormente (a me personalmente) o meno alla Religione, così per la Scienza, è sempre e soltanto una questione di fede personale, poiché è solo essa, la Fede, che concede il beneficio empirico interiore della serena dimensione di esistenza felice.

Ed è proprio perché il principio del pensiero umano, volente o incosciente, è sorretto da una fiducia in "qualcosa/qualcuno" senza cagione, il cammino potrà essere anche parallelo, ma mai, mai convergente verso la stessa meta, altrimenti dove sarebbe il merito "nella e della" scelta, e almeno che non si intenda la stessa meta quale la fine, la morte del corpo e del pensiero di ogni individuo.

Inoltre, visto che la fede non ha un supporto fondato sul visibile e sull'evidenza empirica, è sempre essa, attraverso la scienza e soprattutto la filosofia, a condurre le persone alla religione, intesa come devoto rispetto al Mistero della Fede.


Pace&Bene
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Vecchio 14-11-2015, 14.14.54   #25
arsenio
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da Gasachiele
Che cos'è la filosofia?


In archivio ci sono numerose mie discussioni dove mi dilungo in vari dibattiti su essenza, scopi, funzioni, storia, attualità, ecc. della filosofia.

Eppure, ultimamente eliminando vari libri, mi è ritornato in mano un volumetto di un grande e noto filosofo ( stampato nel '70!).

Scrive:

La filosofia è un insieme di speculazioni su argomenti a proposito dei quali una precisa conoscenza non è ancora possibile.

La scienza è quel che sappiamo, la filosofia quel che non sappiamo.
Le domande si trasferiscono dalla filosofia alla scienza, ma mano che il sapere progredisce ( oggi ineludibili le neuroscienze) .Problemi che erano definiti filosofici non lo sono più) Potremmo riportare numerosi esempi).

La filosofia mantiene viva l'indagine sulle cose che non appartengono ancora alla conoscenza scientifica.

La filosofia amplia il nostro punto di vista immaginativo del mondo nel campo ipotetico, dimostra che ci sono cose che credevamo di sapere e non sappiamo e che potremmo arrivare a conoscere. Ci mantiene coscienti di quante cose che appaiono note non lo sono affatto: dal filosofico al materiale.
Ipotesi antiche hanno avuto recente conferma, e anche qui si potrebbero citare vari esempio.
Prima si pensa a qualcosa che potrebbe essere vero, poi si cerca di scoprire se lo è, e generalmente non lo è.
La filosofia diventa una specie di ancella della scienza.

Non si dovrebbe mai essere certi di niente. Quando si è certi si sbaglia certamente perché nulla merita certezza, e cosi si dovrebbe sempre mantenere nelle proprie convinzioni un elemento di dubbio.
Nella vita pratica bisogna agire sulle probabilità, e quel che dovrebbe fare la filosofia, è proprio incoraggiare la gente ad agire con vigore senza una completa certezza

Con il progresso della scienza diminuisce inevitabilmente l'importanza della filosofia.

Moltissime cose che abbiamo creduto certe si sono invece rivelate false.

arsenio
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Vecchio 15-11-2015, 17.14.56   #26
sgiombo
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
In archivio ci sono numerose mie discussioni dove mi dilungo in vari dibattiti su essenza, scopi, funzioni, storia, attualità, ecc. della filosofia.

Eppure, ultimamente eliminando vari libri, mi è ritornato in mano un volumetto di un grande e noto filosofo ( stampato nel '70!).

Scrive:

La filosofia è un insieme di speculazioni su argomenti a proposito dei quali una precisa conoscenza non è ancora possibile.

La scienza è quel che sappiamo, la filosofia quel che non sappiamo.
Le domande si trasferiscono dalla filosofia alla scienza, ma mano che il sapere progredisce ( oggi ineludibili le neuroscienze) .Problemi che erano definiti filosofici non lo sono più) Potremmo riportare numerosi esempi).

La filosofia mantiene viva l'indagine sulle cose che non appartengono ancora alla conoscenza scientifica.

La filosofia amplia il nostro punto di vista immaginativo del mondo nel campo ipotetico, dimostra che ci sono cose che credevamo di sapere e non sappiamo e che potremmo arrivare a conoscere. Ci mantiene coscienti di quante cose che appaiono note non lo sono affatto: dal filosofico al materiale.
Ipotesi antiche hanno avuto recente conferma, e anche qui si potrebbero citare vari esempio.
Prima si pensa a qualcosa che potrebbe essere vero, poi si cerca di scoprire se lo è, e generalmente non lo è.
La filosofia diventa una specie di ancella della scienza.

Non si dovrebbe mai essere certi di niente. Quando si è certi si sbaglia certamente perché nulla merita certezza, e cosi si dovrebbe sempre mantenere nelle proprie convinzioni un elemento di dubbio.
Nella vita pratica bisogna agire sulle probabilità, e quel che dovrebbe fare la filosofia, è proprio incoraggiare la gente ad agire con vigore senza una completa certezza

Con il progresso della scienza diminuisce inevitabilmente l'importanza della filosofia.

Moltissime cose che abbiamo creduto certe si sono invece rivelate false.

arsenio


Mi espongo deliberatamente a una probabile figuraccia (poco male: amo il gioco! Anche "De Coubertianamente" quando perdo, sebbene di più quando vinco) azzardando il nome del noto filosofo: Bertrand Russell?

Non concordo che "La scienza è quel che sappiamo, la filosofia quel che non sappiamo.
Le domande si trasferiscono dalla filosofia alla scienza, man mano che il sapere progredisce (oggi ineludibili le neuroscienze)" [evidenziazione in grassetto mia].

Ritengo le neuroscienze ineludibili per avere una buona cultura generale e per fare della buona filosofia; ma per me quello del rapporto mente (o meglio: coscienza)/cervello ovvero materia/pensiero non é né mai sarà un problema scientifico, per il semplice fatto che la scienza (in senso stretto: le scienze naturali) si occupa della "res extensa", mentre il pensiero é "res cogitans": il loro rapporto non é "interno" al dominio scientificamente conoscibile (perché misurabile mediante rapporti esprimibili con numeri), cioé la materia, ivi compreso il cervello, ma riguarda invece la relazione, i rapporti fra tale dominio e quello, la "res cogitans", non scientificamente conoscibile (perché non misurabile mediante rapporti esprimibili con numeri).

Inoltre credo che con il progresso della scienza non diminuisca affatto, ma anzi tenda ad incrementare, l' importanza della filosofia (che é anche critica razionale della conoscenza scientifica).
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Vecchio 15-11-2015, 22.24.48   #27
maral
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da mariodic
LA COSTANZA DELLA VELOCITA' DELLA LUCE


Perché è costante nel vuoto? Perché è riferita al sistema di riferimento assoluto dell'Universo che è l'Osservatore che è unico e si identifica nell'IO (da non confondere con l'io comunemente inteso), in effetti questa particolare "costanza" consiste nella nullità degli effetti addittivi e sottrattivi delle velocità attribuibili al presunto moto dell'Osservatore nella direzione della luce. Infatti l'Osservatore è unico ed è il riferimento assoluto dell'universo, anche per la luce, riferimento a cui, ovviamente, non ha senso attribuirgli alcun un moto.
Sì, ma la costanza della velocità della lice è definita dagli io nella loro pluralità e non da un IO nella sua astratta singolarità assoluta. E ciascuno di questi io è osservatore e insieme osservato, dunque l'uno per l'altro gli io individuali si muovono, non come l'aristotelico motore immobile.
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Vecchio 16-11-2015, 16.12.05   #28
arsenio
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da sgiombo
Mi espongo deliberatamente a una probabile figuraccia (poco male: amo il gioco! Anche "De Coubertianamente" quando perdo, sebbene di più quando vinco) azzardando il nome del noto filosofo: Bertrand Russell?

Non concordo che "La scienza è quel che sappiamo, la filosofia quel che non sappiamo.
Le domande si trasferiscono dalla filosofia alla scienza, man mano che il sapere progredisce (oggi ineludibili le neuroscienze)" [evidenziazione in grassetto mia].

Ritengo le neuroscienze ineludibili per avere una buona cultura generale e per fare della buona filosofia; ma per me quello del rapporto mente (o meglio: coscienza)/cervello ovvero materia/pensiero non é né mai sarà un problema scientifico, per il semplice fatto che la scienza (in senso stretto: le scienze naturali) si occupa della "res extensa", mentre il pensiero é "res cogitans": il loro rapporto non é "interno" al dominio scientificamente conoscibile (perché misurabile mediante rapporti esprimibili con numeri), cioé la materia, ivi compreso il cervello, ma riguarda invece la relazione, i rapporti fra tale dominio e quello, la "res cogitans", non scientificamente conoscibile (perché non misurabile mediante rapporti esprimibili con numeri).

Inoltre credo che con il progresso della scienza non diminuisca affatto, ma anzi tenda ad incrementare, l' importanza della filosofia (che é anche critica razionale della conoscenza scientifica).




L'affermazione "la scienza è quel che non sappiamo" è una tautologia.

La scienza si distingue proprio perchè non sostiene mai la conoscibilità perfetta. E' soltanto un'ideazione umana tra le altre, che dà eventualmente risposte parziali. Non sono controllabili tutti i casi possibili, è sempre possibile una modifica o un rigetto di teorie che si rivelano false. Dopo numerosi controlli le teorie possono venire convalidate, ma non verificate.

Popper critica l'induttivismo empiristico: di un'esperienza osservabile la falsicabilità ne è il limite anche se viene confermata.

Tutto è solo congettura, cioè ipotesi informate che dovrebbero costituire un miglioramento rispetto alle teorie precedenti. Ma la scienza non deve provare la verità di una congettura quanto la sua falsità.*
La scienza procede cercando di falsificare le teorie piuttosto che provando la loro verità. Ogni teoria in linea di principio può essere falsificata,come è già successo.

Un singolo esempio falsificante basta a mostrare che una teoria è inadeguata e non importa quante osservazioni l'abbiano confermata. Non saranno mai sufficienti a fornire la certezza assoluta valida per il futuro.

“Tutti i cigni sono bianchi” finchè non se ne sarà trovato uno nero, e al caso, finchè non se ne avranno indagato le cause perchè è nero.
Se una teoria non si presta a falsificazione (es. la psicoanalisi perchè – finora! - riesce a trovare comunque una giustificazione) è inutile per la scienza, non è nemmeno un'ipotesi di tipo scientifico. Viceversa, anche una sola osservazione contraria non è sufficiente : va riesaminata alla ricerca di eventuali errori.
Quindi la scienza per sua natura non ha pretese di assolutezza, che appartengono ad altri settori.
La scienza non nega l'esistenza del Dio cristiano, solo ritiene che la probabilità è minima.

Recenti scoperte delle neuroscienze: neurogenesi, strumentazioni per visualizzare attività cerebrali,neuroni specchio, mente e cervello
unico sistema composto dai due elementi: ricerca in atto sul come si rapportano,ecc.

arsenio
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Vecchio 16-11-2015, 20.11.52   #29
sgiombo
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
L'affermazione "la scienza è quel che non sappiamo" è una tautologia.

La scienza si distingue proprio perchè non sostiene mai la conoscibilità perfetta. E' soltanto un'ideazione umana tra le altre, che dà eventualmente risposte parziali. Non sono controllabili tutti i casi possibili, è sempre possibile una modifica o un rigetto di teorie che si rivelano false. Dopo numerosi controlli le teorie possono venire convalidate, ma non verificate.

Popper critica l'induttivismo empiristico: di un'esperienza osservabile la falsicabilità ne è il limite anche se viene confermata.

Tutto è solo congettura, cioè ipotesi informate che dovrebbero costituire un miglioramento rispetto alle teorie precedenti. Ma la scienza non deve provare la verità di una congettura quanto la sua falsità.*
La scienza procede cercando di falsificare le teorie piuttosto che provando la loro verità. Ogni teoria in linea di principio può essere falsificata,come è già successo.

Un singolo esempio falsificante basta a mostrare che una teoria è inadeguata e non importa quante osservazioni l'abbiano confermata. Non saranno mai sufficienti a fornire la certezza assoluta valida per il futuro.

“Tutti i cigni sono bianchi” finchè non se ne sarà trovato uno nero, e al caso, finchè non se ne avranno indagato le cause perchè è nero.
Se una teoria non si presta a falsificazione (es. la psicoanalisi perchè – finora! - riesce a trovare comunque una giustificazione) è inutile per la scienza, non è nemmeno un'ipotesi di tipo scientifico. Viceversa, anche una sola osservazione contraria non è sufficiente : va riesaminata alla ricerca di eventuali errori.
Quindi la scienza per sua natura non ha pretese di assolutezza, che appartengono ad altri settori.
La scienza non nega l'esistenza del Dio cristiano, solo ritiene che la probabilità è minima.

Recenti scoperte delle neuroscienze: neurogenesi, strumentazioni per visualizzare attività cerebrali,neuroni specchio, mente e cervello
unico sistema composto dai due elementi: ricerca in atto sul come si rapportano,ecc.

arsenio
Da ammiratore "sperticato" di David Hume non posso non concordare con gran parte di ciò che scrivi qui (che senza particolari intenti polemici noto contraddire quanto sostenuto nel precedente intervento e da me negato: "La scienza è quel che sappiamo, la filosofia quel che non sappiamo").

Non concordo però sull' affermazione finale che "Recenti scoperte delle neuroscienze" dimostrerebbero che "mente e cervello [sarebbero un] unico sistema composto dai due elementi: ricerca in atto sul come si rapportano, ecc".

Per la chiusura causale del mondo fisico la mente non può avere effetti sul cervello, il quale interagisce causalmente solo con altre componenti della realtà naturale-materiale di cui è parte, essendone causalmente condizionato e causalmente condizionandola secondo le leggi di natura (in ultima analisi fisiche). Il tutto nell' ambito delle esperienze coscienti degli osservatori del cervello (o cervelli) in questione e dei "suoi (loro) dintorni materiali"; mentre l' esperienza (-e) cosciente (-i) che si può considerare (non dimostrare) corrispondere a tale (-i) cervello (-i), e in particolare la (-e) sua (-e) componente (-i) mentale (-i) o “di pensiero” si svolge (-ono) "parallelamente ad esso (-i) su un diverso (-i) piano (-i) ontologico (-i)" altrettanto fenomenico (-i): altrimenti si violerebbe il principio della chiusura causale del mondo fisico e si dovrebbe trovare un qualche (impossibile) surrogato alla cartesiana ghiandola pineale come sede e organo della interazione causale esperienza cosciente (e in particolare, nel suo ambito, pensiero)/cervello.

Se si ritiene che l’ esperienza cosciente, e in particolare le sue componenti mentali, i pensieri (pretendendo di ridurli a materia) vada considerata appartenere allo stesso ambito fenomenico del cervello essendone distinta, separata ma interagendovi causalmente, allora bisognerebbe stabilire dove essa si trovi fuori dal cervello ma nello stesso mondo materiale del cervello e come (attraverso quale più o meno sofisticato “surrogato dell’ epifisi”) con esso interagisca causalmente (per esempio, nel caso del pensiero “voglio sollevare il braccio destro” causando l’ attivazione di determinati neuroni dell’ area somatomotoria prerolandica sinistra).

Se invece (sempre pretendendo di ridurre il pensiero a materia) si volesse considerare l’ esperienza cosciente interna al cervello stesso, come sua parte integrante (determinati eventi neurofisiologici, ad esempio elaborazioni algoritmiche di informazioni, nell' ambito del suo funzionamento), allora si cadrebbe inevitabilmente in un’ assurda proliferazione all’ infinito di cervelli nelle coscienze contenenti cervelli contenenti coscienze: consideriamo ad esempio di stare osservando (io e te; attraverso la fRM o con altre tecniche di imaging) il cervello di “Tizio”; se l’ esperienza cosciente (e in particolare la mente, i pensieri) di questo Tizio appartenessero alla medesima realtà (fenomenica) materiale - naturale del suo cervello (che noi due stimo osservando), essendone parte e interagendo causalmente con il resto di esso (del cervello di Tizio), allora il cervello di Tizio conterrebbe (come una sua parte) l’ esperienza cosciente di Tizio; ma questa conterrebbe vari uomini e animali (comprendenti i rispettivi cervelli) percepiti, sensitivamente constatati da Tizio; e a loro volta questi “rispettivi cervelli” conterrebbero come loro parti le loro proprie esperienze coscienti; le quali conterrebbero a loro volta altri uomini e animali con i rispettivi cervelli …e così via all’ infinito: ogni cervello conterrebbe infinite esperienze coscienti contenenti infiniti cervelli, le une negli altri e viceversa!

Il fatto è che il rapporto mente/cervello non è e non può essere di tipo causale-naturale-materiale-fisico, che i pensieri non sono (ma casomai corrispondono, su un diverso piano -sempre fenomenico- della realtà, a) determinati eventi cerebrali; e dunque la scienza (le scienze naturali, in particolare le neuroscienze) “da sola” non riuscirà mai a spiegarlo (si tratta di un problema che eccede, che va al di là dell’ ambito scientifico: letteralmente “metascientifico”, filosofico).
sgiombo is offline  
Vecchio 17-11-2015, 10.23.16   #30
Duc in altum!
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Riferimento: Che cos'è la filosofia?

** scritto da sgiombo:

Citazione:
Il fatto è che il rapporto mente/cervello non è e non può essere di tipo causale-naturale-materiale-fisico, che i pensieri non sono (ma casomai corrispondono, su un diverso piano -sempre fenomenico- della realtà, a) determinati eventi cerebrali; e dunque la scienza (le scienze naturali, in particolare le neuroscienze) “da sola” non riuscirà mai a spiegarlo (si tratta di un problema che eccede, che va al di là dell’ ambito scientifico: letteralmente “metascientifico”, filosofico).

...aldilà dell'ambito scientifico c'è la spiegazione religiosa, l'intuizione e l'ispirazione "metascientifica", chiamala filosofia se vuoi, ma i decreti della filosofia cambiano e variano ogni giorno, e ad ogni latitudine, quindi non c'è raziocinio nel credere che quelle spiegazioni siano vere ed assolute, mentre le disposizioni del Vangelo o di altri scritti religiosi sono sempre le stesse da tantissimi anni, almeno per questa evidenza è più razionalistico credervi.


Grazie per lo spunto di riflessione, perché detto da te che sei medico, conferma quanto sostenuto da amici dottori, che hanno incontrato la fede nello spirituale, filosofando sul fatto che l'esemplarità del corpo umano, così come tu hai finemente spiegato, anche nella relazione mente/cervello, non può essere casuale, poiché esso è aldilà della concezione di più che perfetto che può concepire la scienza.


Pace&Bene

Ultima modifica di Duc in altum! : 18-11-2015 alle ore 07.06.28.
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