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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
10-02-2015, 00.22.15 | #12 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2014
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Riferimento: Riflessioni sulla propria nascita e sull'anima
Cit. Garbino
L'importante è esserci, per tutto il presente che potremo condividere con questo mondo, e poi non ci saremo più. Non c'è niente che sussista a noi stessi, tutto si disperderà nell'oblio dell'eterno presente. Ciao Garbino, visto che ti piace Dick… (anch’io ho apprezzato la fantascienza, ai miei tempi lessi tutti gli Urania… perché li comprava mio fratello) ho dato un’occhiata ai suoi temi: Wiki: le sue opere sono caratterizzate da un'inquieta indagine sui temi della realtà (con riprese originalissime delle riflessioni filosofiche sull'ontologia), della simulazione e del falso, della teologia cristiana (in special modo la meditazione paolina e luterana, ma soprattutto di origine gnostica), della storia e della società degli Stati Uniti, e più in generale su quel nodo di idee e problematiche noto come postmoderno o tardo capitalismo. Un tema frequente nelle opere di Dick è il confronto tra esseri umani e non umani: alieni, creature soprannaturali, androidi. Pervasa da una patina di pessimismo (senza che manchino però sprazzi di ammirazione per la dignità dell'uomo comune che sappia dire di no alla prevaricazione dei potenti nei momenti cruciali, e una sotterranea fiducia nel potere salvifico dell'arte), l'opera di Dick è segnata da una profonda attenzione ai problemi psichiatrici dei vari personaggi, a una ricerca del divino che non scade mai nel dogmatismo o nel moralismo, a una meditazione non sistematica ma a tratti decisamente originale sull'idea dell'uomo e dell'umano. … mi richiamo a quelli che concernono realtà, simulazione e falso per porti la domanda donde ti venga la sicurezza che nulla sussisterà di noi stessi, che mi par intendi come individuo corpo/mente (con i suoi contenuti). Del corpo v’è assoluta certezza che si dissolverà, riguardo i suoi contenuti (mente inclusa) il dibattito non è ancora chiuso o forse si è riaperto in funzione di nuovi paradigmi emergenti, ad esempio: Il primo modello olistico della nuova scienza Il modello olografico è une della principali basi scientifico-filosofiche della nuova scienza olistica e del paradigma olistico, in quanto, partendo da dati fisico-matematici, estende la propria interpretazione all'intera esistenza e alle dimensioni della coscienza. Il modello olografico si basa sul concetto di informazione globale che lega una parte al tutto: la parte diventa un ologramma del tutto, in quanto contiene al suo interno una rappresentazione globale dell'insieme da cui deriva. Questo, di fatto, implica una relazione informatica continua, coerente e dinamica tra la parte e il tutto. Agli inizi degli anni Ottanta, Ken Wilber, stimato autore di saggi sugli stati di coscienza ed editore della rivista Revision, ha curato la pubblicazione di The Holografic Paradigm, un testo di grande fascino scientifico e intellettuale a cui hanno collaborato David Bohm, Karl Pribram, Fritjiof Capra, Renée Weber, Itzhak Bentov, Stanley Krippner e molti altri studiosi. Sulla scia della critica ai paradigmi scientifici e culturali che il libro di Thomas Khun, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, aveva provocato, il libro di Wilber risuonava come una prima vera alternativa concettuale attesa da tutti i liberi ricercatori. Ogni periodo storico è caratterizzato da paradigmi differenti, dei veri modelli della realtà; le rivoluzioni scientifiche e culturali, sostiene Khun, sono basate su un cambio di questi modelli di fondo con altri più adatti alle presenti situazioni. Ad esempio, Einstein introduce, con la relatività, un differente modello rispetto a quello newtoniano, in grado di permettere una più profonda e attuale comprensione della realtà fisica. Tutti i paradigmi su cui si è basata la scienza sono comunque materialisti, cioè non implicano l’esistenza di nessun'altra dimensione oltre a quella fisica-oggettiva. Il modello olografico al contrario sembra implicare una complessità teorica e una semplicità intuitiva tale da renderlo indispensabile per spiegare e comprendere anche scientificamente una larga parte delle relazioni tra l’Uno e il Tutto. http://www.enciclopediaolistica.com/...sci2/sci05.htm Mi par che questi studiosi trattano argomenti altrettanto interessanti di quelli scientificamente prevalenti… o perlomeno affascinanti e forse anticipatori almeno in parte d’una visione futura, ad esempio come è accaduto con la fantascienza. Vorrei capir bene chi (intendi) importante ci sia nell’eterno presente, anche se mi riesce difficile, esclusa la funzione tempo, ritenere ancor valida la nozione di “presente” (poiché implicitamente correlata alla precedente e seguente: passato>presente>futuro), forse si dovrebbe usare un altro termine (o non dir nulla, non potendolo sperimentare, evenienza che implica il tempo). Quell’io che si dà per scontato è l’oggetto del mio interesse non specialistico (non son né filosofo né psicologo), da uomo comune, che però non si spaventa davanti alle parole difficili, cercando di sorpassar se stesso per comprendere anche chi gli è senz’altro superiore (e sperando che dalla sua parte, verso il basso, costui faccia altrettanto). Dalla mia scarna ricerca mi son venuti dubbi che noi si conosca davvero di cosa si parli quando ci si riferisca a quell’io, per il semplice motivo che ognuno (all’interno d’una disciplina o personalmente) lo interpreta a modo suo, e seppur ne abbiamo incertezza in merito, alla fine per tagliar la testa al toro e proseguire ci si comporta nel modo più semplice: io son io. Ma l’io è l’inizio di tutto, per me occorre riandar lì (questo il tema della mia discussione… poco discussa… a cui dedico un po’ del mio tempo) per districarsi tra falso, simulazione e realtà. A dir la verità almeno un modo ci sarebbe (anche di metter d’accordo le persone, almeno un buon numero) per esser salvati dall’incertezza… come il buon Dick anch’io ho un po’ di fiducia nel potere salvifico dell’arte, attraverso quella (tolta l’arte-spazzatura) l’esser umano a volte esprime contenuti (… o frequenze, per restar in ambito fantascientifico, per rispetto al defunto grande scrittore) che non scorrono propriamente nello stesso fiume dove scorre il suo (misero, soprattutto il mio) io. Vengono da un altro fiume, traghettati dall’ispirazione. O Garbino, ti confido (pubblicamente) un segreto, in realtà non avevo domande da porti… me la son fatta venire perché m’andava di salutarti (questo è il modo principale in un forum) dopo tutti questi mesi (ci siam iscritti più o meno insieme) che osservo la tua icona, che ancor non ho capito se sia alba o tramonto (così te lo chiedo…). Nel caso sia la prima mi rammenterebbe la nascita… per la seconda… beh, l’anima, che si dissolverà o permarrà (è da vedersi) nell’eterno presente… (riflessione per restar in tema). (PS- mi arrogo la primogenitura d’aver parlato del significato di Garbino nella discussione - da dove veniamo, che siamo, dove andiamo – pagina 3 hastag 24 il 21.5.2014: …erano qualche miglia fuor di porto quando del tutto senza preavviso montò un vento da nord-ovest, che ebbe come primo effetto veder i due disquisir se fosse da ricondurre a Roma, culla della religione, ponendo Malta al centro del mediterraneo; o Venezia, culla del buon governo (per quanto aristocratico, il più lungo che mai si conobbe) nel caso di Zante… se non l’avevi capito o se non l’hai letta l’altro personaggio della storiella era il Duca… in onore delle calde discussioni che al tempo vi vedevano impegnati… comunque son d’accordo con te, l’importante è esserci… e aver un po’ di senso dell’umorismo.) Un caro saluto (poco poco ho navigato anch’io, giusto per far esperienza) |
21-02-2015, 23.47.11 | #16 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Riflessioni sulla propria nascita e sull'anima
Citazione:
Caro Galvan , per una sottile gioco di correlazioni, questa tua raffigurazione mi ha a mia volta ricordato un antichissimo mito nordico. Lassù si trova il Maelstrom e il mito lo immaginava come un albero sul gorgo; l'albero rappresenta l'asse terrestre e il gorgo il movimento della Terra. L'albero macina il grano, ma quell'albero che macina l'oceano in realtà fa scorrere il tempo che porta con sè il susseguirsi delle stagioni. |
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