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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
01-04-2014, 01.30.49 | #12 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: Diseguaglianza economica
Citazione:
Non è tornando agli scudi, ai fiorini delle epoche comunali e tornando ai ducati,ai marchesi ai conti che miglioreremmo la nostra esistenza. Mi immagino chi viaggia continuamente i come cambierebbe le valute di infinite città con infiniti tipologie di valute e borse valori: è tutta una complicazione non una semplificazione e l'economia vive di efficacia ed efficienza e non di ridondanze organizzative che succhiano redditività generando parassitismi. Attenzione, perchè qualcuno la paga l'inflazione e soprattutto la deflazione. L'inflazione è un aumento di liquidità, di valori mobiliari sul mercato che genera aumento dei prezzi: ci perdono i redditi fissi. La deflazione è distruzione di liquidità: ci perdono i più poveri. Le generazioni di inflazione e deflazione aumenta la forbice fra i ricchi e poveri. Sono contrario al debito pubblico, figuriamoci in quello privato, perchè i valori aggiunti li succhiano le banche e i sistemi finanziari: da sempre . Il capitalismo crea illusioni economiche, quella è la sua forza, fa credere che qualcuno possa essere più ricco di prima, persino i politici di sinistra si sono illusi di un capitalismo di massa, partorendo idiozie che non stanno nè in cielo e nemmeno in terra. L'economia ha una regola semplice consumiamo quello che si produce: punto e capo. Spendiamo quello che abbiamo in tasca: punto e a capo. Investiamo i valori aggiunti in ricerca e sviluppo finalizzati al vivere meglio per tutti:alla qualità vera della vita, sanità, scuola, energia, infrastrutture a bassi costi .ecc. Basta con il paese dei balocchi, con investimenti sperperati a cominciare dallo Stato. Se noi consumiamo e spendiamo ciò che è e non quello che potrebbe esserci e non ci sarà, elimineremmo i parassitismi finanziari che speculano sul " domani" ,sul " dopodomani" promettendo come i politici brodi di giuggiole per i consumistici paradisiaci e rincoglionenti popolani. Il keynesainesimo è stata un'operazione più politica che economica, consistito nel fingere che il capitalismo impiantandosi nello Stato potesse essere controllato. E' finita che il capitalismo controlla gli Stati. |
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01-04-2014, 14.53.42 | #13 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-01-2010
Messaggi: 89
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Riferimento: Diseguaglianza economica
Io rovescerei i termini del problema: il problema dell'economia è che non ci si può arricchire all'infinito. Inoltre ad ogni attività economica corrisponde immancabilmente la produzione di scarti, sprechi, rifiuti, inquinanti che alterano irreversibilmente in negativo le condizioni di partenza.
Non c'è nulla che impedisca di stabilire una regola che limiti i redditi individuali: è una semplice scelta politica. Sinceramente non la condivido, il comunismo o l'egualitarismo mi sembrano utopie scarsamente attraenti. Per ridurre, non eliminare, le disuguaglianze economiche ci sono politiche redistributive, dalle imposte progressive alle imposte sulle successioni e donazioni, al contrasto di tutte le forme di monopolio e delle posizioni di rendita. Infine il mercato, su cui il capitalismo si sostiene, ha poche alternative per il semplice fatto che è un sistema capace di regolare, bene o male, in modo decentrato l'economia di miliardi di individui. Non conosco altri sistemi in grado di farlo. |
07-04-2014, 06.05.41 | #14 | |
Ospite
Data registrazione: 20-08-2013
Messaggi: 67
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Riferimento: Diseguaglianza economica
Citazione:
Concordo completamente, soprattutto sul fatto di dare all'economia una dualità di cui una è concreta ed una è astratta fondata sulle previsioni, che la mettono in disequilibrio e aprono la porta alla probabilità di essere succubi d'una creazione creata per altri fini. Riguardo il capitalismo inoltre credo che possa esser paragonato ad un cucciolo di leone in un'abitazione abbastanza grande; inizialmente sarà carino, affettuoso, un compagno ed un valore aggiunto alla casa, ma man mano che crescerà la sua parte selvaggia che non ammette confini e privazioni lo renderà inadatto al contesto dell'abitazione che perderà la sua proprietà ospitante per essere succube delle necessità del leone. Si potranno effettuare delle modifiche adatte, ma non tutti gli inquilini ne saranno contenti, fino a che il leone non creerà una sua famiglia che renderà ancora più inabitabile l'abitazione, dove l'unica soluzione sarà far uscire il leone e i relativi leoni per lasciarli liberi alla natura selvaggia abbandonando i vantaggi per la quale si era scelto di addottarlo. Ecco che noi siam gli inquilini, lo stato è l'abitazione e il leone il capitalismo evoluto. L'unica differenza è che il padrone di casa vive in un'abitazione a sè, senza leoni, ne inquilini e che anzi prende accordi coi bracconieri per portare sempre più leoni nelle case, facendo morire a poco a poco quei piccoli e fidati compagni come gatti, cani, pesci rossi o criceti, sostenuti e sostenibili(le piccole attività). A questo punto mi sorge un dubbio: è possibile che il seme del capitalismo abbia necessariamente come fine evolutivo l'inadattabilità e la decontestualizzazione dell'ambiente in cui prolifica? A quanto pare sembra di sì così come il seme d'un melo diventerà un albero di mele seguendo necessariamente la sua natura non potrà fare altrimenti. Ma l'uomo ha imparato la tecnica di coltivare dei bonsai, degli alberi limitati e controllati che mantengono l'essenza della propria natura e forse avrebbe potuto fare lo stesso nell'ambito economico, ma o per negligenza ed incapacità data dall'ignoranza o per un'avarizia egoistica distaccata data dalla debolezza interiore al posto che limitarlo e accudire la pianta ha fatto in modo che crescesse il più voracemente possibile e che attichisse in più terreni possibili che oramai la potatura sarebbe vana, poichè il terreno agisce in base alla pianta e non la pianta in base ad esso, andando contro la natura stessa che l'unica soluzione per un nuovo modo di gestire le cose è l'estirpazione completa e la rivoluzione del terreno. E chiunque cerchi di pesare i vantaggi d'una rapida crescita abusata sulla bilancia non eguaglierà mai gli svantaggi dalla sua dipendenza ed incoscienza. L'essere umano è l'unico animale capace di mettersi in gabbia da solo. |
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01-06-2014, 22.23.34 | #15 |
Essere vivente
Data registrazione: 01-06-2014
Messaggi: 6
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Riferimento: Diseguaglianza economica
La risposta che dò è banale, perché penso che il problema sia altrettanto banale. Non c'è bisogno di economisti fighi, filosofi ancora più fighi, soluzioni miracolose o altro. Non c'è bisogno nemmeno di andare ad escogitare chissà che cosa per rimediare. La regola del rasoio di occam funziona sempre. Perché il mondo va male? risposta 1: "perché ognuno pensa ai propri interessi"; risposta bis: "perché si pensa che il problema sia all'esterno e non in sé". Perché la famiglia di regola non fallisce? ci si aiuta? perché fra amici ci si aiuta? viceversa, quando non ci si aiuta? quando si è nemici?
Finché si vede l'altro come nemico o tutt'al più neutrale; finché si vede la terra come mezzo di sfruttamento; finché si pensa che tanto si morirà e tanto vale godersela fino alla fine; se si pensa che quelli in errore sono gli altri il mondo farà sempre schifo, e di fatto, io, che sono - lo dico scherzosamente - "ontologicamente costituito" per essere scettico e mai convinto fino in fondo di nulla, ecco, penso che nel mondo non si raggiungerà mai quell'equilibrio. Penso che la vita stessa, per sua conformazione, tenda a generare conflitti. La "guerra", nel senso più ampio del termine, fa parte di essa indissolubilmente. Possiamo filosofare quanto si vuole, ma dobbiamo capire che ognuno è diverso, in questo caso "purtroppo", e quindi non si potrà mai uniformare la massa sotto una testa. Si arriverà a un punto culmine che necessiterà di un cambiamento, come di fatto raggiungeremo presto. Poi ci sarà un cambiamento, un miglioramento perché no, ma fra tot anni sarà uguale, con altri problemi. Ma il punto è sempre quello. Finché "la natura" non farà solo esseri umani "per natura" buoni, o predisposti così in qualche maniera, i problemi resteranno. Forse mi sono dilungato prosaicamente, ma questi problemi mi mettono enorme tristezza. Vedo io e quelli a me simili (ragazzi) come siamo messi a causa di quanto fa schifo il sistema, e c'è poco da fare. Possiamo esser diversi, ma il mondo ci è totalmente contro. C'è poco da fare: o ci facciamo schiacciare, o schiacciamo noi. E' realmente diventata una lotta per la sopravvivenza. E la chiama(va)no società "civilizzata". Ma dove... |