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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
16-03-2014, 21.14.49 | #12 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-01-2008
Messaggi: 175
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Ognuno di noi è la manifestazione dell'unicità che è a immagine dell'unità di principio, la quale genera unicità che compongono la molteplicità nella quale l'esistenza dà modo alla possibilità universale di essere. La possibilità è la sostanza universale, mentre l'atto ne costituisce l'essenza. Ogni essere nasce dalla centralità della quale è espressione differenziata che si manifesta, e ciò che ognuno è, in essenza, è identico a ogni altro. È sempre la stessa unità che vive, ma deve farlo attraverso l'imposizione di una legge che impone la diversità di ciò che è manifestato. Ciò che siamo in realtà è questa centralità assoluta, la quale si esprime attraverso il capovolgimento che dà origine all'ego. È per questo che dalla superficie rappresentata dall'io si deve procedere a ritroso verso il sé, interiore e assoluto, che siamo veramente. La chiave che consente il percorso inverso a quello creativo è universale, ed è data dal sacrificio di tutto quello che allontana dal sé interiore. È questo sé a essere immagine del sacro e assoluto Sé che chiamiamo Dio. È per questa assoluta centralità che è possibile, per l'essere umano, intuire la verità dei princìpi universali che sono norma della realtà relativa. L'uomo può "vedere" direttamente e senza mediazione della mente, attraverso quello che è analogicamente associato al "terzo occhio", perché interiore, la verità senza tempo proprio a causa di questa centralità. Ecco chi siamo veramente, ma per conoscere il sé occorre prima che il sé si manifesti alla nostra coscienza trasformandola in consapevolezza dell'universale. Questo avviene in conseguenza dell'iniziazione - nei rarissimi casi in cui sia effettiva - iniziazione che consente di procedere all'interno della Certezza data dall'Intuizione spirituale, nel lungo percorso di realizzazione del sé, attraverso la rigorosa aderenza ai princìpi che si conoscono attraverso il vedere interiore. Aderenza attuativa e non solo di conoscenza teorica.
La Certezza, cita un detto Sufi, è come l'infinità interna del Mistero assoluto, la quale non può esaurirlo. |
16-03-2014, 22.16.53 | #13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Citazione:
Ma permettimi una domanda: siamo un'immagine o siamo Dio stesso? |
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16-03-2014, 23.18.49 | #14 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Chi sono io?
Tutto quello che si può concordemente dire al riguardo è che chi si pone tal domanda, deve necessariamente usare un linguaggio. Per i primi anni dopo la nascita non c’è possibilità, mancando o non essendo adeguatamente formati gli strumenti cognitivi, ideativi, interpretativi e astrattivi (forse ne dimentico dell’altri). A rigor di logica un “Io” non in “attività” non può neppur concepir se stesso. Chissà perché questa domanda ha assunto la valenza, l’importanza che ben sappiamo… ce ne son così tante di domande, sull’origine dell’universo, sull’arte, sul perché il cielo è blu e il rosso è rosso (quest’ultime apparentemente stupide). La sua continua e assidua riproposizione nel tempo – millenni – ha scavato un bel solco nella coscienza collettiva (o intensificato il campo corrispondente, secondo nuove teorie), sì che basta distrarsi un attimo e se ne ha a che fare, ritrovandosela tra i piedi (un po’ di humor…), costretti, dal considerarla appunto una domanda, a cercar la sua controparte (la risposta). Personalmente non subisco il fascino e il perché è presto detto, me la pongo e non trovo risposta… se non la trovo perché dovrei trovarla? Per me c’è qualcosa che non va nella domanda, non nel fatto che non vien trovata risposta. E nel corso dei miei anni ho esaurito la spinta a cercar altrove che non in me le risposte impossibili. L’”Io” deriva dal linguaggio, in cui tutti sin dalla nascita (e anche prima) siam immersi. Togliete il linguaggio e la domanda scompare. Togliete la preoccupazione d’esser qualcosa e la vita almeno un po’ s’alleggerisce. Cosa resta? Evaporando il personale si delinea l’impersonale, non “chi siamo noi”, ma “che siamo?”. Questa m‘aggrada, toglier di mezzo quell’io rende l’aria più respirabile. Per questo, pur non essendo tra i miei pittori preferiti mi piace Gauguin, per l’impersonalità del titolo del suo ultimo grande capolavoro (da dove veniamo? che siamo? dove andiamo?). In quello (dipinto) son corpi e situazioni, tempi dell’esistenza, valori attribuiti e valori lasciati. Se ci fosse anche un io, come dipingerlo? |
17-03-2014, 08.46.23 | #15 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-01-2008
Messaggi: 175
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Citazione:
Siamo un'immagine, dunque un capovolgimento del Sé assoluto che si irradia in ognuno di noi, mentre cerchiamo la Perfezione delle possibilità implicite ai prolungamenti del nostro essere. Siamo il Sé assoluto, quando l'assoluta perfezione è realizzata. È questa realizzazione che persegue lo yogi, e tutti coloro che sono sulla via che dalla circonferenza conduce al centro di sé. Siamo come i puntini di una circonferenza macrocosmica, generati per riflessione dal Centro, immagine dell'Assoluto, che irradia riflettendosi, dunque capovolgendosi, le nostre individualità. Individualità diverse e uniche, che avvicinandosi al Centro vedono diminuire la distanza che le separa una dall'altra. Nel Centro non c'è separazione, ma unità delle unicità. Fusi ma non confusi, diceva Meister Eckart. Come una goccia d'acqua su pietra infuocata sembra consumarsi, ma in realtà si diffonde al suo massimo grado senza perdersi, così siamo noi, nella nostra essenza realizzata. |
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17-03-2014, 09.02.51 | #16 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Citazione:
Citazione:
Galvan è l'angramma di VanLag |
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17-03-2014, 13.19.33 | #17 | |
Ospite
Data registrazione: 18-04-2007
Messaggi: 16
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Citazione:
Ho parlato di tutto fuorché di mie esperienze. Ma va bene così. |
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17-03-2014, 13.22.38 | #18 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 30-01-2014
Messaggi: 189
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Galvan è l'anagramma di VanLag
Io e VanLag non siamo la stessa persona… siamo due distinti “io sono” (per me un effetto del linguaggio e per VanLag quello che ha scritto e voi interpretato), tuttavia qualcosa di quello che qui è sotto gli occhi di tutti (oltre alle nostre parole, ben differenti) ci accomuna. Qualcosa che riguarda, nientemeno, il nome. Non quello nostro proprio, anagrafico, ma quello che per sensazione, affinità, risonanza e chissà che altro ci siam scelti per interagire in questo forum. Per me altrettanto importante che l’ufficiale. Il mio nick deriva dal nome di un personaggio di un mio racconto scritto qualche anno fa. È un cognome reale, abbastanza diffuso in Italia e anche all’estero; il personaggio era spagnolo. Questo per dir che è del tutto casuale l’anagramma, scoperto da VanLag. Si può discorrer di tutto rifornendosi, per il “materiale” necessario, da quanto abbiamo accumulato nel corso della nostra vita (e qui ci son persone che han studiato molto e son davvero competenti, lo dico senza alcuna ironia), secondo la modalità che conosciamo, cioè presentando le nostre conoscenze al riguardo, inserite in proposizioni collegate tra loro, e queste miranti a definir, al fin del corso, l’immagine (il pensiero intellettuale) che si vuol ottener dal farlo. Una sequenza lineare… si esce di casa la mattina… e si rincasa (ahinoi dopo aver lavorato, se siam fortunati d’avercelo un lavoro…) alla sera. Ma, sapete, ci son persone che non rincasano affatto… spariscono, e della maggior parte non se ne sa più nulla… davvero affascinante… chi erano? Quel loro “io sono”, chi era? Che si sian guardati il naso al par del Gengé (Vitangelo) di Uno, nessuno e centomila dell’immenso Pirandello? E abbiano deciso di sfuggir alla vita in cui son riconosciuti per quello, e non per l’altre belle e importanti cose che alloggiano in loro? Così quella rassicurante sequenza di atti quotidiani, di pensieri uno dietro l’altro… di botto s’interrompe, accade qualcos’altro… la vita dispone che l’imprevisto, la meraviglia (o la sciagura, da altri punti di vista) abbia a colpir quel tran tran, la consolidata e rassicurante sensazione di poter disporre… beh, forse non della propria vita – almeno in parte, però – ma dei pensieri sì, e da quelli della nostra identità. Se il mio nick è l’anagramma di quello del promotore della discussione (e viceversa), significa qualcosa? Ma ancor prima… la casualità… la vita ha prodotto questa circostanza, potenzialmente (a coglierla appieno) capace di rompere il percorso su cui qui si procedeva (opinioni sull’io sono). Che dite, sarà il caso di svincolar dal tema (per un po’) e guardar codesta meteora caduta dal cielo? Come rispondiamo all’imprevisto… qualcosa che potrebbe avere il potere di far un po’ di luce su quella rassicurante, fastidiosa, esaltante, deprimente… sensazione di noi stessi? Chi lascia la via vecchia per la nuova… |
17-03-2014, 15.51.36 | #19 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
Citazione:
In effetti leggendo la tua risposta precedente mi veniva voglia di addentrarmi in una discussione del tipo: - esiste l'illuminazione - per altro già affrontata in diverse salse nel forum di riflessioni però questo avrebbe costituito una deriva del 3d per cui, come dici tu, va bene così. Citazione:
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17-03-2014, 22.28.55 | #20 | ||
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Chi sono io? La domanda impossibile.
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Citazione:
ciao Vanlag…se non ti dispiace vorrei riprendere questo punto..sai,capita che certi "passaggi" ti arrivano,o senti di metterli più a fuoco solo dopo un po.. volevo percio capire meglio cosa mi volevi dimostrare,cosa non riuscirei a "vedere" Comunque la risposta era ed e' No |
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