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10-02-2013, 10.06.46 | #4 |
stella danzante
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Riferimento: La verità è ciò che si dice
E' strana come affermazione di U. Eco, dal momento che nel dibattito sul post-modernismo sui si colloca criticamente, più allineato al newrealism, sicuro che non volesse dire altro, come ad esempio "vero è che si è creduto questo"? cioè possiamo esser certi che queste cose sono state dette?, così sembra avere più senso, che non leggendola alla Nietzsche ovvero che non essendoci fatti ogni intepretazione va bene. Anzi lui proprio sostiene che ci sia un limite alle intepretazioni.
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10-02-2013, 18.41.40 | #5 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: La verità è ciò che si dice
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Ultima modifica di Tempo2011 : 11-02-2013 alle ore 08.53.36. |
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10-02-2013, 22.28.42 | #6 |
Ospite abituale
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Riferimento: La verità è ciò che si dice
@ Tutti voi
Dice Aristotele: "la verità è nel pensiero e nel linguaggio, non nell'essere delle cose, che sono piuttosto misura della verità". Dunque, traslando al nostro discorso: la verità "è" ciò che si dice in quanto manca un criterio per definirla? Questa mi sembrerebbe l'interpretazione più appropriata dell'affermazione di Eco. C'è da dire che Eco, quando gli hanno chiesto se fosse stato vero che gli Ebrei mangiavano i bambini, in realtà così ha risposto: "questo non mi interessa, la verità è ciò che si dice". Cioè Eco ha pronunciato il suo disinteresse per quella che Soren chiama "realtà"; ma perchè questo disinteresse? Nel "Cratilo", Platone dà questa definizione della verità: " vero è il discorso che dice le cose come sono, falso quello che le dice come non sono". E allora, come sapere le cose come sono (nella realtà)? Immagino che Eco dichiari il suo disinteresse per la realtà a causa di due motivi possibili. Il primo è che egli forse non crede all'esistenza di una realtà esterna al soggetto. Il secondo è quello per cui egli non crede che questa realtà sia conoscibile: ma quale delle due (e qui "irrompe" La Viandante con le sue sempre acute considerazioni)? Quindi sì, io penso che Eco abbia detto quella cosa lì anche per provocare (una provocazione che certi suoi "colleghi" semiologi mi sembrano aver colto assai poco) circa una semiosi che non può non arrivare a quella conclusione se presume che il "segno" non sia segno di qualcosa, ovvero se la catena dei significanti e dei significati è assunta come infinita. Un discorso, questo, certamente molto affascinante (ti lascio un link che ho trovato di grande interesse: "http://riviste.unimi.it/index.php/noema"); ma devo dire che un passaggio di Eco addirittura al Nuovo Realismo mi lascia molto perplesso... Di grande interesse ho trovato anche le considerazioni di Maral (a proposito, complimenti per interventi sempre molto intelligenti) circa una rivincita che la Sofistica si è presa, nella modernità, nei confronti dei "classici" della filosofia. E soprattutto per aver introdotto un concetto, quello della verità come "utile" che Nietzsche così ha definito: "ciò che mi fa perire quando ci credo non è vero per me, ma è una relazione arbitraria e illegittima del mio essere con le cose esterne (La Volontà di Potenza)". E' dunque la "potenza" a creare la verità? Una buona domanda... un saluto e un ringraziamento a voi per le risposte |
11-02-2013, 11.07.08 | #7 |
Ospite abituale
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Riferimento: La verità è ciò che si dice
Da quello che ho letto interpreterei Eco nel senso di un parallelismo tra linguaggio e pensiero. Ciò che si dice è anche ciò che si crede, soprattutto se viene specificato, e in generale è ciò che si è pensato. Così, se qualcuno pensa che i comunisti mangiavano i bambini, ciò è pure reale nella testa di chi lo ha detto. Ci sono molte cose immaginarie che hanno effetti sulla natura anche più delle cose che comunemente si considerano reali.
Forse è questo il messaggio di Eco. Maral: Immagino che Eco dichiari il suo disinteresse per la realtà a causa di due motivi possibili. Il primo è che egli forse non crede all'esistenza di una realtà esterna al soggetto. Il secondo è quello per cui egli non crede che questa realtà sia conoscibile Che esista qualcosa al di fuori del soggetto e che sia conoscibile o meno, lo statuto di realtà va ammesso prima di tutto per le considerazioni soggettive, che sono il nostro abitat, l'unico luogo dei soggetti. |
11-02-2013, 18.19.27 | #8 | |
Moderatore
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Riferimento: La verità è ciò che si dice
Citazione:
Dunque se la frase " vero è il discorso che dice le cose come sono, falso quello che le dice come non sono", come giustamente rileva Oxdeadbeef, introduce la domanda: come stanno allora le cose?, com'è la realtà ove le cose stanno? potremmo mai rispondere ad essa se non dicendo qualcosa e dicendo questo qualcosa riproporre inevitabilmente la stessa domanda? E' a mio avviso evidente che ogni dire rimanda a un altro dire e ogni segno a un altro segno e forse è questo l'apparire del mondo sotto il segno del continuo diventare altro che non è un impossibile essere altro, ma un continuo apparire del sopraggiungere di un altro. La volontà di potenza sarà allora proprio la volontà che volendo autenticamente solo se stessa vuole senza limite questo perenne mutare come realmente essente, vuole che muti persino il passato, ossia ciò che non può più mutare nemmeno per intervento divino. Ma volendo questo, per poter esercitare il proprio illimitato volere su un mondo che essa stessa vuole limitare per de-finirlo vero a suo piacimento, non può che arrendersi al destino che Nietzsche riconosce nell'eterno ritorno di ogni cosa. Per questo ogni illimitato volere ha come fine il proprio stesso annientamento e lo vuole assolutamente, volendo assolutamente la propria illimitatezza, oltre la quale solo l'esser niente può apparire e l'essere niente è appunto l'estrema follia. Il tecnico, il retore, il sofista, se vuole esserlo fino in fondo rendendo assoluta la propria volontà, deve avere il coraggio di volere l'essere niente di tutto ciò che è, compreso se stesso e la propria volontà e dunque l'estrema follia. |
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11-02-2013, 22.07.38 | #9 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: La verità è ciò che si dice
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12-02-2013, 08.45.14 | #10 |
Ospite abituale
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Riferimento: La verità è ciò che si dice
Alla domanda "che cosa è la verità" si possono dare infinite risposte-definizioni e si danno, ma tutte ricadono nel relativismo, nessuna esclusa.
L'unica verità incontrovertibile per ognuno è ciò che ciascuno è, o meglio, ogni esistenza è a se stessa la sua propria verità ... in evoluzione. O c'è una verità assoluta? Non vorrete ricominciare con la metafisica? Ah beh ... se è così allora cambia tutto ... e si ricomincia da capo. Ultima modifica di Giorgiosan : 12-02-2013 alle ore 12.16.41. |