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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
08-02-2013, 20.59.40 | #12 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
Citazione:
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09-02-2013, 17.03.29 | #13 |
Ospite
Data registrazione: 28-12-2012
Messaggi: 37
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
Avrei voluto pensarlo io, perché è una sintesi di etica eccezionale, invece l'ha pensato Whitehead:
l'essere vivente vuole 1. vivere 2. vivere bene 3. vivere meglio. Ovviamente dopo la sintesi c'è bisogno di qualche glossa. Intanto 1., 2. e 3. corrispondono ad una scala evolutiva, a differenti capacità di pensiero e di azione, alla presenza della coscienza e dell'autocoscienza; inoltre la loro relazione non è semplicemente consequenziale bensì dialettica: può accadere per esempio che l'impossibilità di vivere bene provochi la negazione della volontà di vivere e quindi si scelga di non sopravvivere; ancora: mentre il vivere non implica un giudizio riflettente il vivere bene e il vivere meglio son questioni soggettive: un asceta può giudicare vivere bene la privazione fisica, un filosofo che il viver meglio consista nel passare le vita a leggere Kant, una ninfomane nel passare da un letto ad un altro, ecc.. Io concordo con quanti pensano che se non viviamo bene ci limitiamo a sopravvivere e posso comprendere che la mera sopravvivenza stanchi. Io mi rappresento la vita come uno spettro di possibilità che si vanno allargando finché si giunge all'acmé, dopo di che al contrario le possibilità cominciano a ridursi, fino a scomparire del tutto: il little crunch dell'esistenza. Per dirla con Flaiano: "la vita va allargata, non allungata". Può essere che quando ci si accorge di essere risucchiati in tal buco nero esso cominci addirittura ad affascinarci; ovvero siccome non s'allarga ma si restringe, non interessa più allungarla. Tuttavia personalmente sono così affascinato dal film che sto vedendo(vivendo) che non vorrei mai che apparisse l'inevitabile scritta: the end. ps. mi viene in mente ora una citazione di "Così parlò Zarathustra" (almeno mi pare): bisogna dire "sì" (ted. Ja) alla vita, non ragliare come l'asino (I-ahhh!) |
09-02-2013, 21.31.57 | #14 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
Citazione:
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09-02-2013, 22.37.40 | #15 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
Citazione:
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10-02-2013, 11.48.37 | #16 |
Ospite
Data registrazione: 28-12-2012
Messaggi: 37
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
@tempo2011: mah...sinceramente non saprei che dire. Anche perché non credo ci sia molto da dire, se non ciò che scrive un giorno Roquentin nel suo diario (Sartre, La nausea): "Niente. Ho vissuto." Ognuno poi vive e muore come gli capita. Perciò quel che credo io vale per me, per la mia vita, la mia esperienza, ecc.
Comunque sì, penso che il maggior stimolo al desiderio di morire sia una vita vuota, estenuata dalla noia; anche se credo che i fattori fondamentali siano il dolore e l'invalidità. Mi sa che sto enunciando banalità, eppure è evidente che il desiderio della morte si trovi pressocché esclusivamente tra i benestanti, mentre chi è impegnato a lottare per la vita, contro la fame, la povertà e la guerra, vuole disperatamente vivere, a suicidarsi neanche ci pensa. Come il soldato Ungaretti che nella trincea, accanto ad un cadavere, afferma: non sono mai stato così attaccato alla vita. Per l'essere vivente vivere è un imperativo, per l'essere vivente e autocosciente, che del vivere valuta i vantaggi e gli svantaggi, non lo è. |
10-02-2013, 17.14.26 | #17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
Citazione:
Ultima modifica di Tempo2011 : 11-02-2013 alle ore 02.30.50. |
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10-02-2013, 17.31.20 | #18 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Re: Quando deciderò di morire.
Varrebbe la pena, a parer mio, di soffermarsi con qualche riflessione, agganciati alla nostra attuale realtà, sul titolo del presente 3d : “quando deciderò di morire ….” e sulla possibile e sempre certa volontaria decisione di questa legittima libertà.
La mia premessa è un articolo di Stefano Rodotà, sull'ultimo Micromega: “Il cardinale Martini ha chiesto e ottenuto, di poter morire senza soffrire. A lui è stato concesso quello che a tutti gli altri cittadini si vorrebbe negare. Eppure la morte appartiene alla natura. Non così il morire, diventato sempre più governabile dalla persona e che dunque rientra nell'autonomia delle scelte di ciascuno.” Ma il caso più clamoroso, osservato da medici non solo italiani, fu Woytila e la sparizione del sondino epigastrico. saluti arsenio |
10-02-2013, 17.31.39 | #19 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
Citazione:
In pratica, come fossimo dei robot cui gli si è scaricata la batteria. Potrebbe essere? |
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11-02-2013, 00.26.04 | #20 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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Riferimento: Quando deciderò di morire.
Citazione:
...sinceramente, non credo che bastino 100 anni per esaurire le esperienze che un uomo puo' incontrare , quello che viene meno e' il velo sulla spesso presunta insensatezza della vita presente, il quale non puo' piu' reggersi sull'alibi di un futuro lontano ed invisibile nel momento in cui si raggiunge la soglia fatidica della morte; l'istinto di conservazione credo c'entri poco con il proposito di farla finita, esso non muta lo stato di insoddisfazione e di noia alla vita, non ingenera ,cioe', in chi altrimenti vorrebbe morire, una dose d voglia di vivere, ma, semplicemente, impedisce un atto contrario alla vita nel solo momento in cui lo si vuole compiere , utilizzando il mezzo della paura istintuale. |
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