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07-02-2012, 09.01.31 | #4 |
Ospite abituale
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Riferimento: E Se Fossero Le Differenze L’unico Modo?
Fra Stato e anarchia di Bakunin e fra i Vangeli, fra l’utopia e l’escatologia, uomini il cui codice morale è interno, non avendo bisogno che la legge sia esterna a dettarne i comportamenti che scelgono la dimensione dell’essere e non dell’avere:”Ognuno prenda secondo la sua bisogna e ognuno dia ciò che può dare”; nessuna imposizione e gerarchia, vivere in pace e dare agli altri il proprio talento .
Ma abbiamo pulsioni di competizione, perché dobbiamo prevaricare, dobbiamo avere e accumulare potere e denaro. E’ il contrasto e la dualità che pongono l’essere nella scelta di una propria dimensione. Francamente non so se sia possibile l’utopia, ma penso debba essere perseguita anche se non fosse raggiungibile. Se l’intelligenza ci serve solo per atteggiamenti cinici, nell’astuzia del “fregare” il prossimo, non siamo più animali, diventiamo” bestie”. Abbiamo inventato come umanità teorie che hanno giustificato gulag e lager e non millenni fa. Togliere l’umanità all’uomo per ridurlo a carne da macello. La storia ci insegna, l’osservazione della natura ci insegna, ma la conoscenza non è ancora coscienza, replichiamo di generazione in generazione le stesse contraddizioni: “Vanità delle vanità , il tutto è vanità…”. La legge della terra, la legge della natura è più forte di quello dello spirito: qui vince la ferocia , non la bontà, qui vince la sopraffazione non la compassione, è più forte il proiettile del soldato cinese che la pace del monaco tibetano, è più forte la lancia del soldato romano che il corpo di Gesù sulla croce. E’ possibile una società senza violenza, è possibile l’unico comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso” o quanto meno “non fare agli altri quello che non vorresti che gli altri facessero a te”? Torneremo alla terra perché polvere siamo e polvere saremo, perché siamo solo carne? Ritorna il senso , il significato della nostro essere nel mondo , il nostro esistere. |
07-02-2012, 10.42.49 | #5 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: E Se Fossero Le Differenze L’unico Modo?
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Ultima modifica di Tempo2011 : 07-02-2012 alle ore 19.58.58. |
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07-02-2012, 14.37.37 | #6 | |
Ospite abituale
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Riferimento: E Se Fossero Le Differenze L’unico Modo?
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Ultima modifica di Tempo2011 : 08-02-2012 alle ore 13.29.13. |
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08-02-2012, 19.16.26 | #7 | |
Ospite
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Riferimento: E Se Fossero Le Differenze L’unico Modo?
Citazione:
Non sono d'accordo col tuo modo di intendere la legge di natura, o magari non ti ho bene inteso. In base a quanto ho capito, tu assimili la legge di natura alla legge del più forte. Io credo che invece l'essere umano in natura non abbia alcun bisogno di essere in competizione con gli altri suoi simili almeno fino a quando vi saranno risorse sufficienti alla sopravvivenza di ognuno. Per il resto mi trovo piuttosto d'accordo con te. Non sta scritto su nessuna pietra che, una volta entrato in gioco uno stato sociale, esso debba necessariamente presupporre radicali differenze economiche. Dovrai però concedere che tale sistema è finora stato solo teorizzato a livello utopico e mai raggiunto. Dovrai inoltre concedere che l'abolizione delle differenze economiche è per forza limitazione della libertà individuale. Io credo che per giungere ad una situazione accettabile sia necessario bilanciare la famosa "giustizia sociale" con la libertà individuale, a mio parere imprescindibile e non sacrificabile. mettere in pratica la completa uguaglianza economica risulta impossibile. Forse bisognerebbe operare per una uguaglianza economica di partenza, cioè alla nascita, cercando di eliminare il più possibile i favoritismi che necessariamente riceve chi nasce in un certo strato sociale piuttosto che in un altro. però si tratta anche qui di limitare. |
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08-02-2012, 21.44.45 | #8 |
Ospite abituale
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Riferimento: E Se Fossero Le Differenze L’unico Modo?
La mia lettura del motivo per cui il dislivello economico e sociale si è perpetuato nei secoli è questo: si è sempre creduto, per un motivo o per un altro che alcuni individui, con certe caratteristiche, meritassero più degli altri.
All'inizio alcuni uomini erano reputati Dei, poi nobili dal sangue blu, infine, e questa è la situazione attuale, meritevoli, per le loro libere scelte, di godere di alcuni privilegi. Secondo me quando la borghesia ha sconfitto la nobiltà, non essendo crollata la dottrina della libertà, si è pensato che, facendo certe cose, si meritasse di più degli altri, per una questione di bravura. Il capitalismo permette che ci si arricchisca senza limite e di solito chi è ricco pensa di meritare ciò che ha, o dice questo agli altri che di solito ci credono e magari lo stimano pure per questo. Un esempio su tutti: Mr. B. ; troppo spesso ho sentito dire che è un grande imprenditore e che dunque, molto di ciò che guadagna è dovuto. Uno potrebbe pensare che il problema risieda nella capacità di creare un sistema retributivo davvero meritocratico, cioè capace di gestire meglio le proporzioni e i valori degli atti lavorativi. Ma se alla fine uno scienziato dovesse creare qualcosa di rivoluzionario, il valore della sua opera sarà inestimabile e diventerà ricchissimo; lo stesso ragionamento si applica a ciò che fanno, per esempio, gli imprenditori, che rischiano, si mettono in gioco ecc. Invece la libertà non esiste e ciò che riusciamo a fare è frutto del nostro patrimonio genetico e delle esperienze che abbiamo subito, nulla di tutto questo è merito nostro, tantomeno ciò che siamo diventati. Una volta accettato questo si potrà mettere a punto un sistema retributivo diverso, che si basi sullo sforzo delle persone nel fare ciò che fanno e non sulle capacità innate che si sono ritrovati, o qualcosa del genere, o qualcos'altro che non so. Dopotutto che senso avrebbe, altrimenti, aiutare economicamente i disabili? Inoltre c'è di mezzo un discorso sul passaggio del potere all'interno delle istituzioni. Le istituzioni creano un meccanismo tale, per il quale chi detiene un titolo può passare quel titolo a qualcuno, e questo qualcuno non verrà scelto a caso, ma sarà una persona in linea con il suo pensiero. Così il potere gira quasi sempre tra le mani di chi ha una certa visione delle cose, alla fine, di chi crede di essere superiore e di non dover condividere la sua ricchezza con chi non se lo merita. Non capisco neanche il senso dell'eredità: cosa ha fatto mio figlio per meritare i miei averi? Gode della fortuna di essere mio figlio? Bha... |
09-02-2012, 18.14.49 | #9 | |
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Riferimento: E Se Fossero Le Differenze L’unico Modo?
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Già, come diceva Marx "… la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare, così come mi vien voglia, senza diventare né cacciatore, né pescatore, né pastore, né critico". Il fatto è che non si è mai vista una società totalmente paritaria. E comunque c'è sempre chi lavora di più e di meno, chi è bravo e chi non lo è. Piuttosto che cercare un (forse impossibile) parità penso che sarebbe molto più realistico cercare di limitare le disuguaglianze a livelli ragionevoli. Adriano Olivetti diceva che la differenza di stipendio nella sua impresa tra i livelli più alti e quelli più bassi non doveva avere un rapporto maggiore di 10. Valletta guadagnava 20 volte quello che guadagnava un operaio. Adesso Marchionne guadagna (credo) 600 volte quello che guadagna un operaio. Sarebbe meglio tornare indietro ... |
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09-02-2012, 18.27.15 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: E Se Fossero Le Differenze L’unico Modo?
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