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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
16-01-2012, 21.50.43 | #3 |
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
Genio e follia costituiscono quasi una endiadi nell'immaginario romantico.
Genio e follia per Karl Jasper ( ed anche per Diderot , Schopenhauer, Lombroso ecc. ecc.), forzando un poco, sono necessariamente simultanei. Gli esempi storici che sembrano testimoniare la simultaneità di queste condizioni sono molti, solo per fare qualche nome: Nietszche, Kafka, Van Gogh ecc. ecc. Sembra che Einstein abbia detto:" Qualche volta un pensiero mi annebbia l’io: sono pazzi gli altri o sono pazzo io?”. Esempi se ne potrebbero portare tanti. Il romanticismo fu una reazione al positivismo e questo ne potrebbe giustificare gli eccessi. Personalmente sono perplesso... |
17-01-2012, 02.40.59 | #4 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
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Specificare Genio e Follia, è vero che potrebbe essere già un’indicazione ma, per esempio, Nietzsche non era un folle estroso, ma un malato che, come tale, è morto dentro un ospedale psichiatrico. Allora, dobbiamo essere consapevoli che, con l'indicazione di folle, non si intende solo una condizione meramente positiva, controcorrente alla società di appartenenza, o fantastica e fantasiosa, ma vi può essere dell'altro. In pratica, basta intendersi se non vogliamo diventare folli anche noi, in senso negativo. Ultima modifica di Tempo2011 : 17-01-2012 alle ore 14.01.17. |
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17-01-2012, 14.54.26 | #5 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
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Riferimento: Genio e Follia
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Quando dici che la follia può essere interpretata come estro filosofico, scientifico, artistico identifichi anche tu genio e follia. Estro non significa follia o pazzia ma vena, inventiva, ispirazione creativa o inventiva e ciò che può sorprendere è questi elementi coincidano, (secondo i romantici coincidono sempre) con uno stato di follia. Nietszche era certamente un malato, la follia è sinonimo di pazzia e la pazzia come la follia è ovviamente considerata una patologia. Ed è proprio questo il punto "scandoloso" che il topic vuole mettere in evidenza. Ho detto che sono perplesso in quanto sono incerto, indeciso perché la tesi che l'endiadi sia valida mi si prospetta e, non da oggi, anche come verità. Verità tutta da esplorare, ed eventualmente da circostanziare. Trovando il 3d interessante, la mia perplessità potrebbe anche divenire certezza per lo stimolo delle riflessioni e notazioni dei forumisti e per lo stimolo e l'occasione che mi ha dato il topic a rifletterci sopra. Ultima modifica di Giorgiosan : 17-01-2012 alle ore 22.41.22. |
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18-01-2012, 02.06.23 | #6 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
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18-01-2012, 14.01.02 | #7 |
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
(Questo post vuol essere un piccolo passo per mettere a fuoco il tema)
Coloro che per le loro facoltà intellettuali hanno una visione del tutto peculiare devono rinunciare al confortante consenso della gente “comune”. La visione del genio è, di solito, condivisa solo molto a posteriori e già questo fa si che egli si trovi in una condizione di emarginazione. Può sembrare e/o lo è un disadattato. Si può dire anche che la solitudine è spesso, ma non necessariamente, una conseguenza dell’incomprensione e dell’emarginazione. In individui che non abbiano un buon equilibrio emotivo una tale situazione sociale e relazionale è deprimente e può sfociare in comportamenti distruttivi verso sé stessi e gli altri, costituendo un accostamento analogo a genio e follia e cioè, genio e sregolatezza. (Avrei dovuto premettere che lo stato di normalità è comunque difficile da definire ma questa difficoltà non è pretesto sufficiente per negarlo). Un seconda considerazione è il notevolissimo dispendio di energie psichiche che spende chi si dedica a studi e riflessioni o attività artistiche con forte passione intellettuale , il che, ovviamente, si riverbera sulla sua salute psicofisica. Si possono fare molte altre considerazione di ordine sociologico e psicologico di questo tenore. Tuttavia si potrebbe anche esplorare se, oltre a questi effetti della genialità, vi sia un rapporto più profondo, biologico-evolutivo… se cioè il patrimonio cromosomico del genio, che potrebbe vedersi come singolare risultato di una mutazione genetica, si accompagni al carattere "recessivo" della follia. E’ ovvio che non posso parlare con la competenza di uno scienziato su questi temi ma solo fare delle ipotesi probabilmente improbabili ( vale forse la pena di fare delle ricerche in rete e sui testi a disposizione per verificare se teorie di questo genere siano state fatte da persone qualificate). |
18-01-2012, 22.18.21 | #8 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
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In ogni modo, stiamo sottilizzando su alcune definizioni e ancora non ne abbiamo trovata una, condivisibile, sulla follia; poiché ora stiamo parlando solo di una metafora. Ultima modifica di Tempo2011 : 19-01-2012 alle ore 07.16.46. |
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18-01-2012, 22.52.15 | #9 |
Ospite
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Riferimento: Genio e Follia
La questione è sicuramente più complicata di quanto non appaia a prima vista. I pazzi non alimentano la propria malattia (qualcuno starà pensando "Invece si, lo fanno!", ma nella misura in cui una malattia è tale, è considerata indesiderabile e quindi da combattere, con la mente conscia), mentre i geni alimentano il proprio pensiero. Del resto, tutti vorrebbero essere dei geni, e nessuno (a meno che non risenta dello stereotipo un po' naive del pazzo romantico) vorrebbe essere malato di mente. Le due cose quindi non sono identificabili, cioè non sono affatto la stessa cosa. Anzi, sono ben diverse. Non c'è nessuna genialità nell'avere un braccio bloccato per una nevrosi, o nel guardare un punto di una parete tutto il giorno in stati psicotici. Credo che qui per "pazzia" si intenda sopratutto depressione (e qui i casi sono veramente infiniti, di geni depressi: Beckett, Kafka, Sylvia Plath, etc.etc.etc.) e malattie psicosomatiche come quelle di Nietzsche.
Rimane quindi il fatto che pazzia e genialità, pur non avendo una base comune sostanziale (= di sostanza), hanno una lunga storia di apparizioni contemporanee. Come si spiega questo fatto? Non credo che dipenda dal fatto di "avere una prospettiva diversa sul mondo". In che senso avere una prospettiva diversa sul mondo è considerata una malattia? Si potrebbe forse dire che avere una visione del mondo patologicamente diversa è da considerare come una specifica malattia mentale, ma non certo che "la pazzia in generale" (se mai questa espressione avesse un senso definito) sia causata da un diverso punto di vista sul mondo. Credo che il caso più eclatante sia quello di Antonin Artaud. |
19-01-2012, 00.51.12 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
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Originalità-estro-follia-eccellenza stai sovrapponendo e pasticciando coi termini.... e ancora fai lo stesso con stato confusionale e follia. Ti consiglio di chiarirti, con calma, per quello che si può, il significato di ognuno. Che la pazzia o la follia non sia accompagnata dalla coscienza (quale coscienza poi? ) è una affermazione che si potrà fare riguardo a certi tipi di patologia, non certamente per tutte. Quelli che sono citati da me come geni-folli e quelli molto più numerosi che si citano generalmente non possono essere accumunati da una medesima supposta patologia, né si puo parlare di assenza di coscienza...e certamente hanno meritato e talvolta riscosso i diritti d'autore. Cosa diresti di Isaac Newton o di Kurt Godel, questi definito il logico folle: sicuramente era ipocondriaco e si è lasciato morire ma non può certo essere inquadrato nel tuo schema. Quanto poi a risolvere sul momento la mia perplessità, come dici, e sulle considerazioni espresse che la dovrebbero sciogliere mi sembri molto ottimista, a dir poco... , mi auguro però che riflessioni un poco più elaborate mi aiutino ad acquisire una convinzione. Ciao Ultima modifica di Giorgiosan : 19-01-2012 alle ore 09.55.43. |
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