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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
19-01-2012, 17.31.15 | #12 |
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
Ciò che è geniale è una perfetta sintesi fra intuizione e logica. Ciò che è folle è ciò che diverge dalla cosiddetta sanità. Il problema è che per stabilire ciò che è folle bisognerebbe avere un concetto preciso di cosa è la sanità mentale. A sentire il telegiornale bravi ragazzi e buoni padri e madri di famiglia sono a giorni alterni brave persone o serial killer a seconda del giorno in cui le si osserva.
Che genio e follia siano inseparabili credo sia un luogo comune. Il fatto è che presi insieme si risaltano l'un l'altra tanto da sembrare un tutt' uno. A me paiono tutt'altro che inseparabili. |
19-01-2012, 20.17.39 | #13 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
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Riferimento: Genio e Follia
-Follia è quell’insieme di disturbi mentali che vengono chiamati psicosi o disturbi di tipo psicotico. Anche se nessuno può dirsi esente da disturbi nevrotici si dovrebbe parlare di follia solo quando i disturbi psicotici siano gravi ed evidenti. (Manuale critico di psicologia, di Giovanni Jervis)
Più che una definizione di follia è una descrizione dei sintomi. -La follia è caratterizzata da una mancanza di adattamento che il malato mostra nei confronti dell'ambiente, tenendo ben presente che la definizione della follia è influenzata dal momento storico, dalla cultura, dalle convenzioni, quindi è possibile considerare folle qualcosa o qualcuno che prima era normale, e viceversa. ( Vittorino Andreoli) Queste due definizioni racchiudono l’intervallo entro il quale stanno le definizioni di follia. Il primo estremo è il punto di vista psichiatrico, il secondo estremo è quello, di chi fa una lettura culturale e politica, un punto di vista con molte analogie col pensiero di Foucault. La prima ha una certa pretesa di oggettività, la seconda si colloca sul versante più scivoloso del relativismo e la follia si risolve in un giudizio. Un altro punto di vista, piuttosto interessante a parer mio, è quello che ritiene la ragione null’altro che follia regolata per cui la base della ragione stessa è follia. La follia, da questo punto di vista, è un elemento necessario, elemento che però non dovrebbe manifestarsi, non dovrebbe essere attualizzato. Non nega né l’uno né l’altro dei due limiti dell’intervallo e contiene, mi sembra, una verità. Rivela anche un certo disincanto nei confronti della razionalità o dei luoghi comuni sulla razionalità. Penso io, che la genialità, quella vera, deve essere in qualche modo in relazione con l’amore, con lo spingersi oltre, con il coraggio temerario, e anche con il dare credito, senza timori, alla propria intelligenza e seguirla fino alle conclusioni cui conduce, qualunque esse siano....e questo potrebbe essere follia. Ultima modifica di Giorgiosan : 20-01-2012 alle ore 00.05.00. |
19-01-2012, 20.59.19 | #14 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
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Naturalmente, se prendiamo per buona questa realtà, e la scienza afferma che le cose vanno in questo modo, la tua perplessità sull’endiadi come verità, non avrebbe senso. Salvo che non dimostri che un pazzo o un folle abbiano scritto o fatto qualcosa di grandioso. In pratica, tutti quelli che sono stati tirati in ballo in questo thread, nel momento delle loro elaborazioni non erano per niente folli, al più lo sono diventati in seguito. Claro? Ciao. Ultima modifica di Tempo2011 : 20-01-2012 alle ore 02.07.12. |
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20-01-2012, 01.04.34 | #15 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Genio e Follia
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(Si può tirare via un post senza riflettere troppo, si possono usare i termini in maniera impropria, e non c'è niente di grave.. poi si mettono delle toppe che peggiorano la situazione.... ma è comprensibile. Poi si comincia a polemizzare per orgoglio...e questo è fastidioso perché distoglie la concentrazione e l'attenzione dal tema su cui si riflette e si dibatte.) Sul merito della questione invece: non ho la stessa concezione che hai tu della pazzia. Per te il folle non ha coscienza... lo hai detto tu, esprime concetti che non hanno senso... lo hai detto tu.... ecc. ecc. Per me il folle non è il tizio delle barzellette che si crede Napoleone o quello che pronuncia frasi incomprensibili...se è questa la follia di cui parli, non stiamo parlando della stessa cosa e quindi c'è un fraintendimento. Passo e chiudo il flame.. Ciao...pace e bene. (PS. Isaac Newton aveva una vena di pazzia e così Kurt Godel ...e non metaforicamente. Claro? ) Ultima modifica di Giorgiosan : 20-01-2012 alle ore 02.25.14. |
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20-01-2012, 02.31.42 | #16 | |
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Riferimento: Genio e Follia
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20-01-2012, 12.02.35 | #17 |
Ospite
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Riferimento: Genio e Follia
Secondo me la miglior prospettiva per sciogliere la questione è quella psicanalitica.
La differenza fondamentale fra nevrosi e psicosi è che la prima è un conflitto inconscio vissuto dalla persona tanto nel proprio inconscio quanto nel proprio ego (quantomeno nella manifestazione cosciente della nevrosi), nel secondo caso l'inconscio prende totalmente il sopravvento e l'io si frantuma, si perde nell'abisso della psiche. Nelle psicosi quindi diventa impossibile il rapporto terapeutico analista-paziente, perchè manca la capacità di relazionarsi tramite l''io del paziente. Ovviamente ci sono molte sfumature: si può avere attacchi psicotici e non essere psicotico a tempo pieno; si può essere borderline e quindi essere nè di qua nè di là rispetto a una psicosi; e così via. L'artista o il genio in linea di massima è più sensibile della media tanto rispetto alla nevrosi quanto alla psicosi perchè il rapporto con il suo inconscio è più diretto, le "barriere" fra ego e inconscio sono più sottili e quindi è più semplice accedere al materiale della psiche profonda, materiale che ovviamente è ambivalente, nel quale vivono gli opposti. Scopo dell'artista e del genio è fare qualcosa di questa "materia prima" caotica e informe, scolpirla e renderla manifesta nel mondo "reale". Ovviamente questa sensibilità è un Giano bifronte, così come è un Giano bifronte il materiale inconscio: per fare un paragone un pò sciocco ma che credo esemplifichi bene la situazione, è come avere una fionda o un bazooka. Se con la fionda sbaglio mira e colpisco casa mia non avrò fatto particolari danni, mal che vada avrò rotto una finestra; mentre se sbaglio mira con il bazooka gli effetti saranno decisamente peggiori. Questo significa che deviazioni anche complessivamente piccole della libido (o dell'energia psichica, se preferite un termine meno legato alla psicanalisi freudiana) creano grandi sconvolgimenti nell'uomo più "dotato" rispetto all'uomo più "comune", nel senso spiegato sopra. Ovviamente ciò che sta alla base del genio è un totale mistero: Freud, il più scientifico e "rigoroso" psicanalista, identifica tale base con il meccanismo di sublimazione, prendendolo come un dato di fatto ma la cui genesi è totalmente sconosciuta. Saluti |
20-01-2012, 22.13.02 | #18 | ||
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Riferimento: Genio e Follia
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1°) Ricapitolando, a mio modo di vedere, non possiamo intrattenere una discussione senza prima aver deciso e condiviso il senso di un qualcosa che può avere tante sfumature: in questo caso la follia; e se prima non lo stabiliamo insieme, secondo me è inutile andare avanti perché ognuno parlerebbe secondo le proprie interpretazioni, come stai facendo tu, senza intendersi con gli altri. 2°) Ho affermato che, secondo me, l’aver creato il connubio: genio-follia o genio e sregolatezza, è stata solo una metafora lanciata da qualcuno per affermare che, molte volte, il genio con il suo operare, si discosta tanto dalla realtà quotidiana da somigliare a un folle; giacché anche quest’ultimo si discosta dalla realtà di tutti i giorni. 3°) Inoltre, mi sembra doveroso trascrivere la definizione proveniente dalla scienza specialistica. Per esempio: Franco Basaglia ha affermato che la follia e la pazzia sono l'interfaccia di una stessa medaglia, con tutto quello che rappresenta. A tale motivo, davanti a questa definizione proveniente dall'aria specialistica, è stato spontaneo affermare che l’endiadi da te proposta, come verità, mi sembrava fuori luogo o, perlomeno, azzardata; salvo che non conosci degli esempi di geni veramente pazzi o folli, che dir si voglia, che abbiano operato durante questo stato disastroso per la psiche. Naturalmente, in questa indagine non servono: i si dice o i si pensa, ma necessitano le cartelle cliniche del periodo che è stata composta l’opera. Ultima modifica di Tempo2011 : 21-01-2012 alle ore 16.55.53. |
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21-01-2012, 16.29.41 | #19 | |
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Riferimento: Genio e Follia
Se ti potesse servire non mi dispiacerebbe affatto spendere energie per rispondere ai tuoi post ma temo che data la tua disposizione non ne trarrai alcun beneficio intellettuale.
Partiamo dalla definizione: pretendere di definire in modo univoco la pazzia/follia, e pretendere che questa definizione sia accettata, non dico universalmente, ma anche solo dai partecipanti al forum non solo è utopico ma anche insensato. Per questa ragione ho parlato di intervallo fra due estremi entro cui si collocano grosso modo le varie concezioni. Il Basaglia che tu citi è espressione di una concezione della follia simile a quella di Foucault, il quale si è ben guardato dal dare una definizione puramente scientifica della pazzia e altrettanto ha fatto Basaglia. (Cerca di documentarti sui rapporti stretti che intercorrono fra i due e fra le loro concezioni.) Devi sapere che Fuoucault e Basaglia, non solo sono contemporanei ma che anche il loro percorso intellettuale è molto affine, condividendo la stessa “ideologia” riguardo le malattie psichiatriche. Nella concezioni di Basaglia e Foucault sono integrati aspetti etici, sociali, politici particolari del loro tempo ovviamente, ed il loro tempo è quello delle rivoluzioni culturali degli anni ’60 e ’70. La legge Basaglia, che ha sancito il superamento degli ospedali psichiatrici, è molto criticata attualmente (ed anche quando venne promulgata), perché ha reso “operativa” una concezione che non tutti condividono sia sul piano psichiatrico sia quello etico che politico ed è criticata soprattutto da psichiatri che evidentemente non condividono lo stesso pensiero. Non mi pronuncio a riguardo ma ti faccio presente che ad un estremo del l’intervallo di definizioni della follia da me proposte, ma non mie, c’è anche la posizione di Foucault ed, implicitamente, quella di Basaglia. Citazione:
Neanche il termine psichiatria è univoco perché la sua definizione dipende dall’indirizzo: - c’è un indirizzo medico-biologico (all’interno del quale oggi si avverte la necessità di individuare delle categorie diagnostiche omogenee…!!!.). - l’indirizzo fenomenologico-ermeneutico (vedi Jasper) - l’indirizzo comportamentista - l’indirizzo cognitivista - l’indirizzo sistemico - l’indirizzo sociologico Bisogna aggiungere poi i sistemi ibridi Il Basaglia è in Italia l’iniziatore dell’indirizzo definito “antipsichiatria” ( quello che prese inizio negli anni ’60 appunto… quello che si fa partire da Goffman per intenderci.) La pretesa di “oggettività” cui facevi appello con la pretesa di una definizione ben precisa è del tutti ingenua ….. avendo fatto, per giunta, riferimento proprio a Basaglia... La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d' essere. (F.Basaglia, citazione da Che cos'é la Psichiatria,1967. Ristampa: Piccola biblioteca Einaudi, Torino, Einaudi, 1973.) E ancora: Io ho detto che non so che cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. È una condizione umana (F.Basaglia, Da Conferenze brasiliane, 1976) Ora non ti sembra da ingenuo e sprovveduto aver citato Basaglia come autore di una definizione di follia e pretendere che questa sia assunta? (segue) Ultima modifica di Giorgiosan : 21-01-2012 alle ore 20.20.31. |
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22-01-2012, 16.28.32 | #20 | |||
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Riferimento: Genio e Follia
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1°) Dopo che lo scrivente ha insistito per cinque post sulla necessità di attribuire un significato condivisibile alla follia, vedo che finalmente il messaggio è arrivato, ma ora non rivoltarlo contro di me, affermando che è insensato pretendere che una sola definizione possa essere accettata da chicchessia, poiché io non l'ho mai affermato, se non indicando quello dichiarato dal Basaglia il quale, tra le tante cose ha dichiarato che, la follia e la pazzia, clinicamente, sono la stessa cosa. In ogni caso, quando afferma che dovremmo accettare sia la ragione sia la follia, è la premessa per indicare che non bisognava isolare i folli dentro i manicomi ecc. 2°) Personalmente, mi sono limitato a dare la mia opinione, definendo l'abbinamento: genio follia, come una metafora inventata da qualcuno, per indicare la differenza dell'evento geniale dalla vita di tutti i giorni, come differenti sono i folli dalla gente che incontriamo tutti i giorni. 3°) Quello che invece sarebbe importante rilevare, dovrebbe essere la tua risposta alla mia domanda; ovvero: se conoscevi almeno un episodio dove si aveva la certezza che il genio fosse stato veramente folle nel momento della creazione. Ecco! Allora si che si poteva prendere in considerazione l'endiadi da te paventata come verità. Spero che questi tre punti chiariscano definitivamente la mia opinione e si possa andare avanti. Per un altro contributo alla discussione riporto quello affermato da CVC, il quale afferma: Citazione:
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