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15-10-2011, 14.03.52 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
Messaggi: 630
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Riferimento: Eppur si muove e l'Universo in fuga.
Citazione:
Mentre, per quanto riguarda la mancanza di un "centro" di partenza (giustamente nel palloncino che si gonfia, non esiste), andrebbe rilevato che in quel caso è tutto il contenitore che funge da centro, poiché è in esso che si rifugia la pressione che la determina. Come a voler affermare che, in una espansione, un punto centrale dovrebbe sempre esistere. Ultima modifica di Tempo2011 : 15-10-2011 alle ore 20.57.30. |
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15-10-2011, 20.03.57 | #7 | |
fuori dal branco è bello
Data registrazione: 10-08-2011
Messaggi: 101
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Riferimento: Eppur si muove e l'Universo in fuga.
Citazione:
tempo2011 la tua ipotesi potrebbe essere valida se si considera come ulteriore espansione, ma tale teoria non spiega l'accelerazione. Quando fai l'esempio di un'ipotetica forza B o della molla, descrivi il fenomeno dilatamento ma non l'accelerazione. Analizziamo la molla: facciamola scattare in un qualsiasi punto della sua corsa massima, noteremo che da quel punto in poi la velocità potrà solo decrescere, anche caricandola al suo punto massimo, comunque da lì in poi avverrà una decrescente velocità, semmai, la forza varia nei suoi diversi punti di carica. E dunque nel caso della molla, di un elastico, cosi come di un'altra forza, non si osserverebbe il redshift. Se però quella grossa molla venisse vincolata a nostra scelta, e non quindi liberata, potremmo a quel punto fare in modo che subisca delle accelerazioni dove vogliamo noi, ma che non devono mai superare la sua massima velocità dal punto in cui decidiamo di aumentare la velocità stessa. E’ vero che da un punto in cui, da velocità “moderata” passo di colpo a libera velocità massima raggiunta dalla molla, si riscontra un’aumento di velocità in quel preciso istante di durata zero, che non sarebbe nemmeno spiegabile, ma che comunque da quel preciso istante decrescerebbe fin da subito. Stiamo parlando di fenomeni che implicano “volontà”, ma la natura è puro determinismo. Nell'universo la forza non è una scelta e ne consegue che, in questo senso, gli oggetti cosmici non subiscano accelerazioni. |
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15-10-2011, 21.37.27 | #8 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-04-2011
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Riferimento: Eppur si muove e l'Universo in fuga.
Citazione:
In ogni caso aggiungo il commento di cronaca con il relativo riferimento. Citazione:
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15-10-2011, 23.42.58 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Eppur si muove e l'Universo in fuga.
Citazione:
Una speculazione filosofica? Può riguardare la definizione di spazio. Cos'è che si espande? Se ci fosse uno spazio "assoluto", allora si espande uno spazio relativo, cioè il nostro universo rispetto ad uno spazio assoluto che contiene il nostro universo. Se non c'è uno spazio assoluto allora come si fa a dire che lo spazio si espande, addirittura a una velocità crescente? Questa affermazione la ritengo (filosoficamente) improponibile. Potremmo dire che fuggono le galassie le une dalle altre. Si, certo, ma in che senso? Fuggono rispetto a cosa? La questione del "movimento" in sé, come concetto assoluto, è proponibile solo rispetto ad un punto di riferimento, che in epoche passate si è chiamato "etere". Almeno di non riprenderlo nuovamente, ritengo fuorviante parlare quindi di "movimento" o addirittura di accelerazione. Ciò che gli astrofisici ci inducono a credere è che sia lo spazio ad espandersi, ma non ci dicono rispetto a cosa... e questo è motivo per me di forte dubbio. Se immaginiamo, viceversa, lo spazio come l'unico oggetto fisico presente nell'universo e immaginiamo che questo oggetto è tutto ciò che c'è, compreso chiaramente il "contenitore", allora esso non può espandersi senza dover ammettere che l'oggetto in questione muti il suo essere. Una "mutazione" non di facciata, ma di sostanza. Prendiamo per esempio una molla da due lati prima di tenderla. Essa sarà innocua. Se imprimiamo energia, cioè tendiamo a estenderla dai due lati, la molla incomincerà ad acquisire energia più verrà tesa. Questa molla non sarà più la stessa di prima. Ad un certo punto la molla potrebbe spezzarsi e liberare tutta l'energia incamerata durante la tensione. Questa operazione mi sembra ovvia no? Passiamo ora ad immaginare che la molla sia lo spazio. Anzi, dirò di più, immaginiamo che lo spazio sia formato da tante molle che si tendono e ogni volta che una di esse si spezza, libera l'energia. Questa energia una volta liberata aumenta l'energia positiva e la creazione di altre molle che incominceranno a tendersi fino a spezzarsi...e così all'infinito. Peccato che questa mia idea speculativa faccia un po' a botte con l'idea che l'universo che conosciamo sia "conservativo", ovvero che non ci sia aumento di energia. Così che se l'energia non può crearsi, per quale motivo dovrebbe aumentare o espandersi l'oggetto stesso di cui è composto l'universo, cioè lo spazio? Le ipotesi quindi per me sono 1) creazione di energia, cioè di spazio 2) illusione del movimento delle galassie che ci fa credere che lo spazio si dilati (rispetto a cosa poi?) Ci sarebbe forse una terza ipotesi che vede uno spazio assoluto dentro cui l'universo si dilata + creazione di energia repulsiva (che può essere creata anche dall'espansione stessa) presa in prestito, magari, dallo spazio assoluto, infinito. Questa terza ipotesi rimane però ancor più fantascientifica della seconda. Per me quindi la più equilibrata mi sembra la prima che può magari derivare dalla terza. |
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16-10-2011, 02.06.33 | #10 | |
fuori dal branco è bello
Data registrazione: 10-08-2011
Messaggi: 101
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Riferimento: Eppur si muove e l'Universo in fuga.
Citazione:
A dirti la verità, ricordando l’effetto provocato dal palloncino, mi è venuto spontaneo pensare all’aumento spaziotemporale tra esso, non che l’avessi letto da qualche parte, o forse si. Vorrei far presente che non si deve cadere nell’errore di rendere indistinta, l’accelerazione di espansione con l’accelerazione fisica di oggetti. Dopo aver visto quel maledetto palloncino, non nascondo di esserne profondamente influenzato (anche perché è intuibilissimo) e non riesco a pensare a qualche originale idea, continuerò al momento con quel esempio. A mio modesto parere, se penso ad uno spaziotempo che penetra o si crea nello spaziotempo già esistente, è del tutto fuorviante considerare pressioni generate da qualsivoglia fenomeno. Detto ciò, ricondurrei il mio pensiero al concetto di spazio, e qui Dio mi salvi….. Se riuscissi a definire lo spazio in sé, senza appunto il brulicare di energia che vi trova in esso, non solo avrei una risposta all’espansione accelerata dell’universo (stando al palloncino o forse anche no), risponderei oltretutto ai quesiti della metafisica. Come, cosa devo pensare delle tre dimensioni ? Qui cedo la parola….. Tempo2011 non ti prometto per ora di contribuire al libro delle barzellette. |
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