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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
13-02-2012, 13.49.56 | #32 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.
Citazione:
Tutto dipende dalla nostra ragione, una ragione forte non deve permettere che nell'animo possano prendere il sopravvento le passioni nocive. Se siamo in preda all'angoscia è perchè in qualche modo l'abbiamo assecondata, un qualcosa ci fa soffrire in seguito al valore che le attribuiamo, ma noi abbiamo il potere di giudicare indifferente ciò che ci fa soffrire e di togliergli quel potere che ha su di noi. Non esiste un "puro irrazionale" che ci getta impotenti in balia delle nostre debolezze, è solo il sonno della ragione che genera i mostri. |
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20-07-2012, 16.37.19 | #33 |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.
Ritornando a Cioran, ho da poco scoperto alcuni aforismi molto cioraniani scritti da Ennio Flaiano;
ne riporto tre (ma ne trovate altri in "Diario degli errori", che è una raccolto da vari pensieri) * Arriviamo delusi a ogni età della vita, perchè potremmo fare (anzi, ci viene offerto) ciò che ci sarebbe piaciuto in un'età precedente. Oggi rifiutiamo ciò che ieri ci avrebbe lusingato. Tutto insomma, arriva tardi. Non parliamo poi della morte, che arriva quando non ci interessa più. * Un altro anno ci lascia. Abbiamo vissuto commettendo errori, l'unico modo di vivere senza cadere. Vivere è una serie ininterrotta di errori, ognuno dei quali sostiene il precedente e si appoggia sul seguente. Finiti gli errori, finiti tutti. * Che importanza ha essere vissuti per tanti anni, se un giorno solo ci fa capire che non ci resta niente? Chissà se Ennio Flaiano li ha scritti avendo letto Cioran, oppure no... mi chiedo quanti altri scrittori siano stati influenzati da Cioran e dal suo genio... |
19-04-2013, 15.42.23 | #34 |
Cioraniana Incrollabile
Data registrazione: 04-07-2010
Messaggi: 154
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.
Qualche mese fa mi chiedevo chi avesse raccolto l'eredità del pensiero di Cioran... qualche giorno fa ho scoperto questo scrittore (anche poeta) Michel Houellebecq, del quale riporto qualche stralcio per dare un'idea:
"La Ricerca della Felicità" Dalla Postfazione di Simone Barillari. "Sono qui presenti, a un grado quasi intollerabile di atrocità, gli scenari e le sensazioni che possono dirsi ormai houellebecquiani: il mondo come "nodo di sofferenza dispiegata", l'universo alacre e metallico delle metropoli occidentali, gli ipermercati, i complessi di uffici e i parcheggi sotterranei come incessanti luoghi di produzione dell'ordine sociale, i "cieli vuoti", la prigione dei giorni, le notti insormontabili, l'attenuarsi della vita nella fatica di vivere, il lento disfacimento delle speranze... Michel Houellebecq enuncia la verità essenziale che scrivere è dilaniare se stessi, animati da una furia calma e precisa, che scrivere dev'essere assimilata a un atto di scarificazione: chi scrive è insieme la piaga e il coltello." * Dapprima, la sofferenza. L'universo urla. Il cemento manifesta la violenza con cui è stato colpito come muro. Il cemento urla. L'erba geme sotto i denti dell'animale. E l'uomo? Che cosa diremo dell'uomo? * Il mondo è una sofferenza dispiegata. Alla sua origine, c'è un nodo di sofferenza. Ogni esistenza è un'espansione e uno schiacciamento. Tutte le cose soffrono, finchè esistono. Il nulla vibra di dolore, fino a giungere all'essere: in un abietto parossismo. * Gli esseri si diversificano e diventano più complessi, senza perdere nulla della loro natura originaria. A partire da un certo livello di coscienza, si produce l'urlo. Ne deriva la poesia. E anche il linguaggio articolato. * Il primo passo poetico consiste nel risalire all'origine. Cioè: alla sofferenza. * Amate il vostro passato o odiatelo, ma che resti presente ai vostri occhi. Dovete acquisire una conoscenza completa di voi stessi. Così, a poco a poco, il vostro io profondo si distaccherà, scivolerà sotto il sole; e il vostro corpo rimarrà sul posto; gonfio, tumefatto, irritato; maturo per nuove sofferenze. La vita è una serie di test di distruzione. Superare i primi test, essere bocciati agli ultimi. Fallire la propria vita, ma fallirla di poco. E soffrire, sempre soffrire. Dovete imparare a sentire il dolore attraverso tutti i vostri pori. Ogni frammento dell'universo deve essere per voi una ferita personale. Però dovete restare vivi, almeno per un certo tempo. io credo siano abbastanza palesi i riferimenti a Cioran anche in Houellebecq (e leggendo le sue belle poesie, tutte marchiate dall'analisi esistenzialista, ho trovato davvero triste che Cioran non ci abbia lasciato anche poesie!) l'esistenza vista come sofferenza, il fallimento, l'arenamento, lo scrivere visto come terapia a tutta questa angoscia, un po' come nel Cioran giovanile, che passava le notti insonni a scrivere incessantemente... |
21-04-2013, 11.14.55 | #35 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.
Citazione:
L'essere costretto all'insonnia significò per Cioran, come lui stesso dice, essere costretto a uno stato di continua coscienza, che non consente quelle pause di narrazione del mondo che permettono il ripetersi delle albe, dopo che l'astro che illumina e brucia tramonta finalmente nel buio notturno. Il nulla è desiderabile non perché non è concesso il dono della fede che illumina, ma perché il nulla è l'agognato oblio che giunge sempre troppo tardi per chi non può chiudere gli occhi, spegnere la luce nemmeno per un attimo. Potesse allora un attimo di buio totale essere eterno come eterna è la luce spietata che mostra senza requie la farsa vuota della quotidiana esistenza! La filosofia dell'insonne è quella della luce che vuole il buio, del bianco che esige il nero, dell'esistenza che vuole l'essenza negandola perché non la crede, è la filosofia di chi anela l'ombra negata dalla troppa luce di una ragione spasmodica che vanifica ogni suo baluardo. Non si riesce a dormire perché tanto si vuole dormire, non si riesce a dormire perché tanto terrorizza quel dormire che tanto si vuole. Si riesce a dormire solo permettendo alla propria volontà di svanire, solo arrendendosi per lasciare che il controllo del proprio io svanisca e con esso svanisca l'io stesso che vuole e dunque il mondo che da esso è voluto e rappresentato. L'anelato buio di Cioran l'insonne può allora diventare luce per chi annaspa nel proprio doloroso incubo quotidiano, può restituire un significato all'essenza negata in ogni attimo dall'ipocrisia che l'esistere esige impietosamente, perché nel buio palpita la vera presenza di tutto, il suo senso integro che comprende ogni sognare e ogni fingere, fede compresa. Grande è il dono della filosofia dell'insonne a chi dorme , come grande è il dono della follia alla salute, del morire al poter vivere. |
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