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Vecchio 03-06-2011, 22.16.25   #11
jador
Ospite abituale
 
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

Citazione:
Originalmente inviato da femmefatale


penso che il dibattito sia da portare non sul fatto che è meglio leggere altre cose più allegre, come mi è stato consigliato, ma distinguere le categorie di persone per le quali gli insegnamenti di Cioran possono essere utili a combattere il dolore.
io sono in questa categoria.

Hai ragione sai.

L'unica cosa che si puo' fare e' distinguere le categorie.

Mio fratello all'eta' di 30 anni rimase paralizzato in seguito ad una leucemia mieloide acuta.
Dopo il primo momento di smarrimento, comincio' a progettare la sua vita su una bella carrozzella (cosi' diceva lui).
Certo che se gli avessero propinato un libro di Cioran lo avrebbe lanciato dalla finestra.
Ovviamente su quella carrozzella non ci sali' mai.

L'unica cosa che si puo' fare, dicevamo, e' distinguere le categorie.

Ultima modifica di jador : 04-06-2011 alle ore 09.32.44.
jador is offline  
Vecchio 05-06-2011, 14.55.20   #12
femmefatale
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

io sono un difensore della totale libertà personale del proprio ego nell'affrontare il proprio dolore, ciascuno a seconda della propria volontà.

il "metodo Cioran", nel mio caso, funziona alla perfezione, il "metodo Bergson" non funzionerebbe.

Penso che ciascuno di noi si senta più attratto o dall'una o dall'altra cosa, a seconda che ci si senta predisposti a una filosofia dell'azione (mi vengono in mente alcune frasi di Blondel, che sono tutte dedicate "all'azione") e del divenire degli eventi, piuttosto che non a una filosofia contemplativa o basata sul cristallizzarsi del tempo, di un evento passato (es. l'insonnia di Cioran, che aveva avuto da giovanissimo e che continuava a tenera sempre come pietra di paragone anche nelle sue opere della maturità, anche se probabilmente, ormai, non era più insonne).

Nel mio caso io ho scelto, di mia spontanea volontà, di cristallizzare il passato, quindi tengo come "pietra di paragone" un mio evento ben preciso, sul quale "livello tutto".

potete ben capire come può lasciarmi indifferente (ok, non mi piace proprio per nulla... non prendetevela, ehehe) un concetto che invece si basa su divenire, futuro pieno di prospettive ecc.

il fatto che io, Cioran o pensatori simili a lui, penso a Kierkegaard e al suo continuo "senso di peccato", che permane tutte le sue opere (o sbaglio?) - Personalmente Kierkegaard io non lo considero un autore che "possa piacere" solo ai cristiani, anzi!! Penso che sia più vicino alla sensibilità o al modo di vedere la realtà di una persona non cristiana- viviamo "cristallizzati" su qualcosa che bene o male "non ci siamo andati a cercare", penso che abbia i suoi lati negativi ("essere esclusi dal pensare che gli eventi possano cambiare o che vadano in meglio") ma ne ha anche di positivi (non paventare più il Nulla nè l'angoscia e neppure l'inferno e l'ira di un dio -concetto che trovate spessissimo in quasi tutte le opere di Cioran-).

Infine, vorrei sottolineare che il linguaggio di certi aforismi di Cioran (es. donna incinta= portatrice di cadavere) che rasenta spesso la necromania, il misantropismo, la blasfemia, il morboso, vanno intesi, secondo me, in un ottica grottesca, di esagerazione fine a se stessa o catartica.

in "Storia e utopia" ci trovate l'elogio ai dittatori antichi, romani, mongoli, russi ecc, ma neppure un elogio a Mussolini o Caesescu.
Questo dovrebbe significare come la prosa spesso caustica del "nostro" Cioran vada interpretata alla luce del suo sarcasmo spesso velenoso e volutamente esagerato.

questa cosa, del "sarcasmo esagerato, quasi da parodia", "per far ridere" (anche se amaramente) non la trovate in Caraco, e chi ha letto "Breviario del caos" o il commovente -perchè dedicato alla morte della madre- "Postmortem", ma soprattutto il misantropico "Breviario del caos" -dove Caraco usa un linguaggio apocalittico vagheggiante stermini di massa ed ecatombe- sa a cosa alludo.
femmefatale is offline  
Vecchio 24-01-2012, 17.19.11   #13
femmefatale
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

se posso dirlo, vorrei confessare che Cioran in questi ultimi mesi, è diventato il mio unico appiglio al sopportare la realtà.

Ulteriore dimostrazione, di quanto Cioran sia positivo.

Voglio rivolgermi a lui, e ricordarlo come si ricorda un caro amico che non c'è più.
L'unico che mi abbia compreso, che abbia dato voce a ciò che sono, a ciò che soffro.
L'unico che mi stia accanto, coi suoi libri, coi suoi pensieri, scritti con inchiostro e lacrime e sangue.

L'unico che mi aiuti a sopportare tutto.

Sempre se posso aggiungerlo, se mai farò qualcosa, se mai riuscirò ad agire, sarà andare sulla sua tomba.
A ricordarlo, a portargli un fiore.

Il fatto che lui sia morto, mi rende molto triste. Avrei voluto scrivergli e parlargli di me.
Condividere con lui il nostro disgusto a tutto questo.
Trovare la forza insieme, di sopportare tutto questo.
femmefatale is offline  
Vecchio 26-01-2012, 09.37.18   #14
jador
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

Dietro ogni grido di dolore si cela, seppur ben mascherata, seppur ben corazzata, la voce della vita.
Quella vita che pulsa, che vuole essere vissuta, che chiede di essere ascoltata.
Si puo' solo fingere di non sentirla.

La morte non necessita di nessuna azione, non vive nessuna emozione, non ha bisogno di un amico, non porta fiori a nessuno.
jador is offline  
Vecchio 26-01-2012, 17.03.10   #15
femmefatale
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Data registrazione: 04-07-2010
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

Citazione:
Originalmente inviato da jador
Dietro ogni grido di dolore si cela, seppur ben mascherata, seppur ben corazzata, la voce della vita.
Quella vita che pulsa, che vuole essere vissuta, che chiede di essere ascoltata.
Si puo' solo fingere di non sentirla.

La morte non necessita di nessuna azione, non vive nessuna emozione, non ha bisogno di un amico, non porta fiori a nessuno.


porterei un fiore a Cioran perchè è solo lui che mi è amico e a cui voglio bene. tutto qui.
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Vecchio 26-01-2012, 22.54.44   #16
arsenio
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Attaulità di Cioran

“E' alle epoche dissolute che va il merito di mettere a nudo l'essenza della vita, di rivelarci che tutto è solamente farsa o amarezza. Conoscere è vedere la menzogna agghindata dei re e dei papi, senza nulla sperare o intraprendere.”

(Cioran)

Quale tempo più adatto del nostro per revisionare le nostre illusioni alla luce della mistica del nulla del '900, come contrappunto al velo delle apparenze, delle false bontà, delle motivazioni occulte? Sarebbe una più vera visione filosofica e in contrasto con un ottimismo ingiustificato, con le credenze disimpegnate e le attese di provvidenziali illuminazioni celesti. Queste idee del mondo secondo tale pensiero sarebbero niente altro che prodotti di una soggettività paurosamente vuota,alla ricerca di impossibili punti di appoggio.
Tema peculiare di alcuni letterati e pensatori tra fine '800 e '900 fu una mistica di negazione che sostituisce le fedi oppiacee per chi non è capace di ingannarsi o di evadere in falsi problemi. Si predicò la more di Dio, pura compensazione dell'uomo stanco di sopportare il peso dell'esistenza.
Un filosofo che va oggi recuperato è Cioran (Sillogismi dell'amarezza, Sommario di decomposizione) da cui traggo alcuni pensieri.

L'uomo si affanna a creare simulacri di dei. Il suo bisogno di finzione, di mitologia trionfa sull'evidenza.
I politici, i riformatori e coloro che si appellano a un pretesto collettivo sono dei truffatori.
A eccezione degli scettici antichi e dei moralisti francesi i pensatori tendono a modellare l'uomo che rimane invariato.
Quale peccato hai commesso per nascere, quale colpa per esistere? Il tuo dolore pari del tuo destino è senza motivo.
Conflitto tra ragione e istinto. Scoprire la vacuità infinita della vita.
Il caos significa respingere l'appreso per essere se stessi.
Se tutti coloro che abbiamo ucciso col pensiero scomparissero davvero, la Terra non avrebbe più abitanti. Ci portiamo dentro un carnefice reticente, un criminale irrealizzato.
Non c'è critico della ragione che possa svegliare l'uomo dal suo sonno dogmatico. Nulla è più spregevole di dire sì al mondo.
In nessun tempo l'uomo ha avuto il coraggio di accettare la sua vera immagine e ha sempre disapprovato le verità nude e crude.
Per avere un posto onorevole nella filosofia bisogna essere commedianti, rispettare il gioco delle parole ed eccitarsi su falsi problemi.
I meriti del cinismo sono offuscati e calpestati da una religione nemica dell'evidenza.
Il poeta sarebbe un odioso disertore del reale se nella sua fuga non portasse con sé la sua infelicità.
Verrà il momento in cui gli uomini si scanneranno per ribrezzo di se stessi, in cui la noia avrà avrà ragione dei loro pregiudizi e reticenze per un sogno distruttore.
La ragione fu confiscata dai Padri della Chiesa. La limpidezza del crepuscolo antico, millenni di filosofia, furono annullati. Credere è un obbligo: momento più doloroso nella storia del dubbio.
L'orgoglio del santo supera ogni dimensione terrestre.
E' tempo che la filosofia, gettando il discredito sulla verità, si emancipi da tutte le maiuscole.

Accosto Cioran a Celine ( Viaggio al termine della notte):

La nostra via è un viaggio nell'inverno e nella notte; cerchiamo una via nel Cielo dove niente fa luce. La vita non è che un'ebbrezza e la verità è la morte.
Si è tutti seduti su una grande galera, si rema con forza. Quale ricompensa? Niente. Solo frustate, miseria, falsità e ancora cattiverie. Noi si sta in basso nella stiva ansimanti, sporchi e puzzolenti. Bardanu passa da una delusione all'altra,alterna momenti di cupa passività ad atti di ribellione contro ipocrisie e tabù e perde la fiducia nell'uomo. Assurdità della guerra, uno dei sintomi del male che avvelena la vita.
Nella vita odierna cento individui almeno nel corso della giornata desiderano la vostra morte, per esempio quelli che stanno in coda pigiati dietro di voi per il metrò, quelli che vorrebbero che aveste già finito di fare pipì per prendere il vostro posto, e poi i vostri stessi figli e molti, molti altri.
Le cose, le persone e l'avvenire non sono che scheletri umani, niente di niente, da gettare nel loro vero letto, cioè la fossa del cimitero.

saluti

arsenio
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Vecchio 26-01-2012, 23.02.04   #17
Giorgiosan
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Messaggi: 2,009
Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

http://www.youtube.com/watch?v=vCQ2pQzaHy4

Guardate questa intervista su YT.

Risponde anche alla domanda che aveva posto Ulysse: come può essere che abbia fede senza averla?

Trovo che il contatto fisico, sia pur virtuale, vedere il suo viso, ascoltare la sua voce, osservare la sua espressione, lo disseppelisca dal cimitero dei filosofi e renda più "comprensibile" il suo pensiero.

Ultima modifica di Giorgiosan : 27-01-2012 alle ore 08.36.23.
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Vecchio 27-01-2012, 09.22.24   #18
CVC
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

Essere pessimisti significa pensare che il male prevalga sul bene, quindi l'unica strada percorribile sarebbe quella di rifugiarsi nel nulla. Ma estendendo il discorso si potrebbe dire che in un certo senso per il pessimista il nulla rappresenti il bene, il bene spogliato dai falsi e ipocriti buoni intenti morali che non coinciderebbero con la realtà delle cose.
Un mondo in cui prevalga il male e non vi sia alcun bene da preservare (se non la dignità del nulla) non sarebbe forse un mondo che sancisce la vittoria dello stesso male sul suo contrario?
Io mi sento più propenso a credere alla giustizia cosmica di cui parlava Eraclito, in cui la lotta fra contrari (bene e male) non giunge mai ad un epilogo. Ogni cosa nasce dalla morte di qualcos'altro.
Per esserci un bene occorre che ci sia un male che muoia, per esserci un male occorre ci sia un bene che muoia.
Rifugiarsi nel nulla non significa forse affrancarsi da questa lotta? E l'uomo di fede non è forse un soldato che combatte con lo spirito invece che con la spada?
Uno stoico di fronte ad una vita in cui non gli è possibile praticare la virtù preferisce rinunciare alla vita stessa. Forse Cioran vedeva in lui una virtù nel suo disprezzare la vita, del resto gli stoici professavano che per controllare la vita bisogna prima disprezzarla e anche nel vangelo è scritto che chi disprezza questa vita la convertirà in vita eterna.
CVC is offline  
Vecchio 27-01-2012, 15.41.01   #19
herby_quain
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

Cioran scriveva che il suicidio è un gesto inutile, perché sarebbe sempre troppo tardi.

Il tema che mi sovviene è quello della pesantezza/leggerezza delle cose. Possiamo costruir fortezze sul mal di vivere, rileggerci gli esistenzialisti o riguardarci un film di Bergman o di Bresson, ciò non toglie che c'è un lato profondamente ironico di quelle stesse cose ora così profondamente drammatiche. E' importante alleggerirsi, saper compiere un movimento verso la superficie, magari anche chiedendosi con Nietzsche se c'è davvero bisogno di un profondo.
herby_quain is offline  
Vecchio 27-01-2012, 16.03.01   #20
chlobbygarl
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Riferimento: Emil Cioran l’uomo che non riusciva a dormire.

Citazione:
Originalmente inviato da femmefatale
Cioran ha un effetto -almeno per me- atarassico, nel senso che, provando fino in fondo il "dispiegamento del Nichilismo" -sto citando Ernst Junger- è possibile anche superarlo.

immergendosi "fino al collo" nell'idea di morte, di nulla, di mancanza di senso, di "sentirsi burattini", di ingiuriare un dio -non importa quale- per "protestare contro l'intero universo" -sto citando il Kierkegaard de "la malattia mortale", libro che mi ha donato una consapevolezza acutissima del "mio" dolore-

fare tutto questo "serve" o almeno per me è stato così, a non PAVENTARE più il nulla, la morte, ecc, PERCHè LI HAI GUARDATI DRITTI IN FACCIA.
(questa rivelazione la trovi nel'opera di Savater, dedicata a Cioran, è un intervista che Cioran ha rilasciato a Savater)

Cioran ha "salvato" dal suicidio un paio di persone, tra l'altro. via lettera e dal vivo.
non ricordo in quale libro, comunque lo ha scritto.

penso che il dibattito sia da portare non sul fatto che è meglio leggere altre cose più allegre, come mi è stato consigliato, ma distinguere le categorie di persone per le quali gli insegnamenti di Cioran possono essere utili a combattere il dolore.
io sono in questa categoria.Molti preferiscono gli insegnamenti che ribadiscono che la vita è "un flusso infinito" o cose simili.io preferisco guardare in faccia tutte le bruttezze di questo universo e frequentandole tutti i giorni, non paventarle più.
e questo me lo ha insegnato Cioran.
Tu rifiuti Bergson per rifugiarti nel pessimismo di Cioran, perchè dici 'con me ha funzionato'. Utilizzi così la filosofia come strumento, non confrontando cioè la coerenza globale di posizioni diverse, ma 'solo' aderendo ad un dolore che riconosci analogo al tuo e dal quale vuoi salvarti . Ma la filosofia può essere giudicata sulla base di un punto di vista così personale e magari contingente (hai anche speranza ?!) e di un parametro così poco universale come l'essere risolutiva o meno ? Se tu fossi stato bene invece che soffrire, avresti detto le stesse cose su Cioran ? Ha senso filosofare dietro a dolore più o meno acuto o cronico ? O è l'unico modo possibile ?

Io trovo che Cioran sia con evidenza legato a dinamiche interiori proprie dell'uomo di fede, perchè se nulla razionalmente si salva salvo il fatto che se ne può prendere atto con il coraggio del dolore, poco o nulla aggiunge che io in più a questo debba definirmi anche ufficialmente credente.

Se io di fronte alla cecità e all'impotenza della ragione mi salvo con un paradosso logico, per il quale dosi maggiori e brutali di sofferenza mi faranno piano piano abituare al dolore, non ho già sconfitto l'evidenza della visione del dolore ineludibile come fatto in sè ? Non sono già in una proiezione metafisica e fideistica delle categorie umane ?
chlobbygarl is offline  

 



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