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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
16-04-2012, 18.55.02 | #26 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-07-2010
Messaggi: 405
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Riferimento: Difesa filosofica del caso come necessità
Va bene signori io interrompo volentieri il dialogo, e mi dispiace un pò paul perché mi sembra che tu non capisca esattamente in cosa consista.
Io non ti chiedo di argomentare ancora ciò che hai già argomentato ampiamente, cioè non ti ho chiesto una dimostrazine dell'esistenza della libertà, ti ho semplicemente chiesto di dare un parere sul fatto che sembra che sul piano pratico determinismo e indeterminismo portino alle stesse conclusioni. Ora sembra che tu non la pensi così, ma non hai portato nessuna argomentazione a proprosito, facci caso, il massimo dell'argomentazione sembra essere questa: Se l’etica non è legata a dei valori e a sua volta a delle scelte libere e a loro volta al pensiero che definisce i valori e i criteri, non se ne esce. Un’etica all’interno del determinismo penso sia di carattere semplicemente giustificativa e senza colpe, perché non siamo liberi nella volontà di scelta: per me non è assolutamente così. Da qui si evince semplicemente che il fatto che non siamo liberi nella volontà di scelta esclude la colpa in un modo che non è stato descritto, anche perché non è stato definito il concetto di colpa stesso. Tutto ciò non aggiunge nulla rispetto ai motivi della tua posizione, mentre hai risposto positivamente all'unico esempio che ho riportato a riguardo. Si è anche detto che la fisica parla di indeterminismo (come se si trattasse di indeterminismo ontologico), ma questo è totalmente falso; solo alcune interpretazioni della meccanica quantistica parlano di indeterminismo ontologico e non sono nemmeno le più quotate, molte altre sono deterministe o comunque prevedono un indeterminismo della conoscenza e non degli oggetti. Questo è il grande dibattito odierno. Vorrei spiegare ancora il motivo per cui non mi sento off topic, nonostante, ripeto, sarò io stesso ad escludermi da questo discorso a questo punto (mi rifarò vivo quando mi sentirò più sicuro sulla dimostrazione dell'esistenza della contingenza, e con ciò vorrei sottolineare che non sono un determinita, non posso più dire di esserlo almeno): una delle dimostrazioni dell'esistenza della contingenza, e secondo me è quasi la più potente (per il numero di persone che vi fanno riferimento), si fonda sulla dimostrazione dell'esistenza della libertà o libera volontà umana (per quelli un po cartesiani), concetti che sottostanno a quello cui sopra e dal quale si può facilmente ricavare quello di caso (poiché il caso potrebbe essere semplicemente l'effetto della libera volontà sulla natura). Secondo questa teoria si avrebbe uno svuotamento del valore dell'esistenza nel momento in cui la libertà non fosse reale. Vi sembra poco? A me no. La maggior parte della gente può convincersi a livello logico dell'inesistenza della libertà o della contingenza ma non accetterà di sottostarvi per una questione pratica, cioè etica, poiché crede di ricavare da quel concetto una serie di cose che, a mio parere (ma stavo solo iniziando a mostrare come ciò sia vero, l'ho detto che non scrivevo tutto nei post per non essere troppo pesante) non derivano da quello ma da altro. Ho pure chiesto una definizione di "valore dell'esistenza" e non è arrivata, si è solo continuato a dire che verrebbe meno (io non l'ho definito perché mi troverei in difficoltà, ma non sono stato io a mettere questo concetto all'interno della discussione e invece chi lo ha fatto potrebbe avere le idee chiare in proposito). Detto ciò concludo mostrando un'altra cosa che non è da poco, ma è davvero off-topic. Se al mondo esistono deterministi e indeterministi che abitano sullo stesso suolo nazionale, come pensate che si possa vivere coerentemente? Visto che i primi potrebbero fare di tutto, non avendo un'etica, allora bisognerebbe scacciarli? Ciao |