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Vecchio 25-08-2008, 10.58.33   #11
Koli
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Citazione:
Originalmente inviato da emmeci nella discussione L'esistenza
Dici che sono in buona compagnia, Albert. Ora come ora non credo, anzi la filosofia attuale è sempre meno convinta che si possa pervenire a una ben architettata verità (quella che Severino chiama episteme) e non credo che uno, per quanto laureato col massimo dei voti, possa mettersi a tavolino e creare un duraturo sistema….Forse è più probabile che ceda alle sirene del pensiero debole, che gli permette di formulare una qualsiasi idea sapendo che tanto è un’idea transitoria destinata a dissolversi davanti alle idee di altri e quindi non è tale da impegnarlo né tanto né poco.
Sì, vita difficile oggi per il filosofo, perché se non vuole cedere al pensiero debole dovrebbe cercare addirittura un punto di vista forte o fortissimo, cioè un principio che possa dirsi assoluto e sul quale possa appoggiare il suo sforzo teorico….

Rispondo qui a questo intervento per evitare di andare furoi tema.

Non vorrei sbagliarmi emmeci, e non lo dico certo in senso negativo, ma credo che la distanza fra te e il cosidetto pensiero debole non sia cosi siderale come sembra. Anzi. Per quel poco che so, questo tipo di pensiero ammette si che non possiamo trovare un senso globale del Tutto ma non va assolutamente contro la posizione di chi, come te, pur ammettendo l'esistenza della Verità assoluta non solo non intende imporla ai suoi simili ma si rifiuta addiritura di dire in cosa consiste perchè sfugge mirabilmente al pensiero evitando di diventare relativa. Il pensiero debole quindi, presenta un aspetto molto democratico che ti appartiene per i motivi di cui sopra. Inoltre, lo stesso tipo di pensiero che tu in qualche modo critichi, non necessariamente nega una verità assoluta ma si rifiuta semplicemente, prorio come fai tu, di dire qual'è.

Koli is offline  
Vecchio 25-08-2008, 15.21.48   #12
emmeci
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Caro Koli, capisco che le mie affermazioni possano apparire in qualche punto prossime a quelle di Gianni Vattimo, ma francamente non mi pare di potermi laureare alla sua scuola, per lo meno per questi motivi:
- io non dico che m’illudo a pensare a una verità assoluta, ma sono certo che una verità assoluta ci sia e l’ho dimostrato con quella che mi pare una logica irrefutabile;
- che io posso cercare questa verità senza ambagi, cioè sono per così dire autorizzato da essa a cercarla;
- che io posso usare a questo fine il concetto forte di storia: tanto forte in quanto include storia dell’uomo e storia dell’universo;
- che non sono sicuro (e chi sa se lo sarò mai) che non si possa identificare quello che io chiamo assoluto col divino – nel quale caso, pur dando al divino un valore che s’inarca su tutte le chiese e si protende nel nulla, forse rischio di cadere davvero nel pensiero forte anzi fortissimo.
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Vecchio 25-08-2008, 20.45.48   #13
Koli
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Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Caro Koli, capisco che le mie affermazioni possano apparire in qualche punto prossime a quelle di Gianni Vattimo, ma francamente non mi pare di potermi laureare alla sua scuola, per lo meno per questi motivi:

Non era quello che intendevo. Mi spiego meglio.

Citazione:
- io non dico che m’illudo a pensare a una verità assoluta, ma sono certo che una verità assoluta ci sia e l’ho dimostrato con quella che mi pare una logica irrefutabile;
Ma io non metto in dubbio la tua convinzione, nel senso che so che credi fortemente in quello che dici. Aggiungevo soltanto che anche un propugnatore del pensiero debole potrebbe dire con convinzione che la Verità assoluta c'è e precisare agnosticamente subito dopo che forse non la conosceremo mai. In questo stava il primo motivo di vicinanza di cui parlavo.

Citazione:
- che io posso cercare questa verità senza ambagi, cioè sono per così dire autorizzato da essa a cercarla

Credo che questo sia il punto dove le 2 posizioni rivelano la loro massima lontananza.
Ti posso chiedere come speri o credi di ottenerla. Non è una domanda retorica o ironica. Da quanto detto in precedenza sono indotto a pensare che al momento tu non abbia una ricetta per coglierla e sei consapevole tu stesso che potresti non trovarla mai, fermo restando la sua indubitabile esistenza.

Citazione:
- che io posso usare a questo fine il concetto forte di storia: tanto forte in quanto include storia dell’uomo e storia dell’universo;

Forse questa è la tua risposta alla mia domando precedente. Potresti spiegarla ulteriormente?

Citazione:
- che non sono sicuro (e chi sa se lo sarò mai) che non si possa identificare quello che io chiamo assoluto col divino – nel quale caso, pur dando al divino un valore che s’inarca su tutte le chiese e si protende nel nulla, forse rischio di cadere davvero nel pensiero forte anzi fortissimo.

Il secondo motivo di vicinanza invece, come ho già detto confusamente nel mio primo intervento, è proprio questo non sono sicuro da te espresso; a cosa assocciare l'assoluto di cui si ignora tutto se non il fatto che c'è. In altre parole, non so quanto un fautore del pensiero debole, ti possa accusare di assolutismo - in un accezione negativa del termine - perchè la tua non è una posizione che offre una verità già bell’e pronta come le confessioni religiose. Non ci sono dogmi, se non quello dell'esistenza, da seguire.
Ovviamente ho solo cercato di trovare dei punto di contatto fra te e il pensiero debole ma non sottovaluto certamente le divergenze.
Questo il senso, che spero ora sia più chiaro, di quello che volevo dire.

Con stima,
Sokol
Koli is offline  
Vecchio 26-08-2008, 09.37.26   #14
emmeci
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Sul concetto di storia. Al fine di abbracciare i termini estremi del problema io contrappongo assoluto e storia, cioè l’assoluta e inconoscibile verità al tentativo inesauribile di trovarla, in quanto riconosco che le forze che reggono la storia sono la ricerca della verità e del bene, alla quale ognuno si aggrappa nel suo piccolo o grande campo d’azione (non solo ogni uomo ma, se mi si consente l’arrischiata estrapolazione, ogni vivente e ogni essere, dal primo nanosecondo dell’universo). Quanto al finale che ho abbozzato in termini religiosi, mi pare d’aver chiarito che non sono affatto sicuro di poter credere nel divino, ma che anzi il credere è piuttosto una tentazione (di dio o del diavolo?), fermo restando che un’eventuale fede significherebbe per me il superamento di tutte le chiese e l’aggrapparmi a un fantasma che oscilla ora e oscillerà per ogni tempo avvenire fra l’”io sono” e “non sono”. Dirai che allora tanto vale badare solo alla propria esistenza: ma è impossibile escludere da una visione che vuol essere storica l’importanza immensa che hanno avuto le religioni, anche se posso pensare che l’avvenire non sarà tenero verso di esse e l’ultima battaglia sarà quella non fra Dio e Lucifero, ma fra Dio e l’assoluto.
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