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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
15-06-2008, 11.07.41 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Riferimento: Non filosofi, ma consulenti esistenziali
Ok forse aprirò un thread. Per il momento cerco di non uscire dal topic.
Hubbard è un semplicemente un imbroglione, Bandler è qualcuno che ha contribuito a mio parere allo studio dell'uomo. Perchè l'ipnosi ha degli aspetti filsofici, e il consulente filosofico è una figura già morta in principio? Bè perchè dietro la prima si nasconde in realtà un approfondito studio dell'uomo che purtroppo manca al secondo. Infatti le varie tecniche di nlp o ipnosi nascono dall'attenta osservazione di casi di guarigione spontanea (il più famoso quello da una paralisi dovuta a lesioni della spina dorsale), o molto più semplicemente dalla comprensione delle prospettive assunte dalle personi già normalmente felici. Ritengo queste tecniche in diretta concorrenza con un supposto consulente filosofico, per un semplice motivo, e cioè proprio perchè il "metodo" è molto simile: l'induzione di una prospettiva differente sul problema. Solo che la consulenza filosofica si propone di farlo agendo sulla coscienza, l'ipnosi molto più efficacemente lavora a livello subliminare ancorando al corpo le prospettive utili. Per questo mi viene da ridere quando sento consulenza filosofica. Mi delude la filosofia quando crede ancora di avere in mano le redini del sapere. E ripeto dovrebbe ritornare a fare quello che sa fare bene, senza compromessi con nessuno. ps: albert, non so quanto tu abbia provato queste tecniche in generale, però ti assicuro che è tutto tranne che aria fritta. Lo dico per esperienza personale. Forse è il caso aprire un thread sugli apsetti filosofici dell'ipnosi |
15-06-2008, 16.47.30 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Non filosofi, ma consulenti esistenziali
Beh, prima che Odos apra il suo thread, lasciatemi dire la mia. A me pare che con queste scorribande nel mondo della NLP e discipline affini dobbiamo lasciare la qualifica di filosofi assumere piuttosto a quella di psicoterapeuti – degnissime persone, forse meglio pagate, anche se meno pronte a riconoscere che il loro dovere sia quello di cercare la verità. E se io dico, come ho detto, che la verità assoluta c’è anche se non la conosco e anche se dovesse identificarsi con la certezza che verità assoluta non c’è, credete che questo darebbe qualche tormento intellettuale a uno psicoterapeuta? In fondo la differenza è questa: che il filosofo dovrebbe essere disposto a sacrificare la pace dell’anima per il problema della verità, anzi l’ha già da sempre sacrificata, perché è consapevole, dentro di sé, che non la troverà o che verranno altri a cancellare la sua teoria e presentarne un'altra, mentre la pace dell’anima è ciò che lo psicoterapeuta promette ai clienti. E’ un po’ – non so se lo sentite anche voi - ciò che nel suo fondo distingue anche la religione dalla filosofia, perché la religione è pronta a insegnare che la sua verità può darti oggi la pace e aprirti domani le porte del paradiso, mentre la filosofia può essere ispirata dal diavolo…E, quanto ai filosofi greci, se anch’essi dopo tutto si attribuivano un po’ di questo potere terapeutico, penso che fosse un semplice equivoco e che essi si sono guadagnata l’immortalità solo per aver cercato indefessamente la verità, senza condizionamenti religiosi o politici, e (con l’eccezione degli scriteriati sofisti) senza inviare parcelle a chi li ascoltava.
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