caro franco riprendo i punti che ti sono sembrati poco chiari e cercherò di chiarire anche a me stessa i concetti che ho espresso, probabilmente ho dato molto per scontato:
sul problema riguardante Dio non mi sono soffermata a sufficienza sul tipo di concetto che esso evoca nel momento in cui lo si prova a pensare: perfetto, senza tempo, onnipresente, onniscente, buono giusto ecc... ma se proviamo ad interrogarci su ognuna di queste qualità o attributi non dirmi che non continuiamo ad evocare concetti generalissimi messi in moto da domande ancor più generali come ad esempio che cos'è il tempo, che cos'è la giustizia e via discorrendo... per l'ente Dio, considerato anche come ricordi tu fondamento etico- politico, non facciamo altro che procedere come di solito facciamo anche per altre cose: lavoriamo di concetti e investiamo l'ente di essi... i concetti non sono altro che un tentativo di astrazione ai fini di assicurare una conoscenza generale di ciò che ci sta intorno... un tentativo a volte anche immaginifico di interpretare e organizzare la realtà.
per quanto riguarda il senso metafisico mi sembra che il concetto da me espresso sia adesso abbastanza chiaro, che si riferisse cioè a tutto tranne ad una realtà trascendentale...
Quale sarebbe il finito, karenina? In che senso tu saresti il finito? E in che senso lo sarebbe l'ente che l'uomo occidentale chiama ente fisico, materiale?Non posso non ripetere qui una delle mie interrogazioni fondamentali: come fa l'ente "uomo" a porre il finito? Il limitato? Come fa l'essere umano a porre l'ente materiale (fisico) nel suo-limite? Nel mio primo messaggio ho posto il problema, la problematicità del carattere scientifico della cosmolo-gia del Big bang. Ebbene, quello del Grande Bang è un altro mito-cosmogonico, al pari di quello ebraico-cristiano della creazione del mondo dal nulla da parte di un'entità divina, personale e con una lunga barba bianca.
per quanto riguarda questi quesiti che poni bè non posson risponderti in maniere quasi banale invece, principalmente perchè il finito non viene posto dall'uomo ma è l'uomo stesso che è un ente inscritto nel finito da unn punto di vista individuale.
La morte è il nostro limite, un limite che riguarda in prima persona ciascuno di noi... in questo senso penso il finito. Ma da un punto di vista biologico non è per niente scontato che il mondo naturale sia dato come finito... era quello che volevo dire. Prendere in considerazione la facoltà autogenerativa del mondo biologico che ha visto l'avvio di foirme di vita semplicemente in base ai contesti favorevoli che si sono posti rimette appunto in discussione la finitezza del nostro mondo e anche se vogliamo la nostra idea di infinito, perchè non è dettoi che ciò che perdura debba essere sempre uguale a sè stesso... ma sto già sviluppando l'altro tema...per il momento vedi se adesso sono stata più chiara. grazie delle osservazioni in ogni caso, mi devo ricordare spesso di fare un pò di ordine nella mia testa...