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03-04-2008, 11.57.54 | #22 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-07-2007
Messaggi: 128
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Citazione:
la Volontà ha necessità di individuarsi...non è che può scegliere se individuarsi o meno...la Volontà è cieca, non si mette a ponderare opzioni...se scegliesse tra più opzioni sarebbe personalistica e si tornerebbe al paradosso...se gli individui esistono allora la Volontà necessariamente si è frantumata negli individui...dal primo libro di Nietzsche, sebbene non parli espressamente di volontà, sembra che sia il peso dell'Assoluto e la sua intima contraddittorietà a portare alla individuazione ( vedi ciò che ne "La nascita della tragedia" Nietzsche indica come "liberazione nell'apparenza" ) |
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03-04-2008, 16.10.10 | #23 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Citazione:
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13-04-2008, 17.40.37 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-11-2007
Messaggi: 192
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Citazione:
Il passato torna identico perchè è la volontà che vuole eternamente se stessa, e non perchè il passato rimane un immutabile staccato dalla volontà, e dunque il passato in quanto tale non può essere immutabile, altrimenti sarebbe una forza che ostacolerebbe la volontà. Nemmeno il passato sfugge alla volontà. |
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15-04-2008, 22.49.40 | #25 |
Utente bannato
Data registrazione: 14-04-2008
Messaggi: 169
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
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stando ad una mia interpretazione il concetto di eterno ritorno non dovrebbe essere inteso in senso stoicistico,ovvero come un ciclico ripetersi dellla vicenda umana,bensì sarebbe da considerare come una sorte di metafora,indicante il rapporto tra sensazione temporale e superuomo.mi spiego meglio.il superuomo non percepirebbe il fluire della storia,ma,cancellando le categorie temporali classiche(passato e futuro),vivrebbe in un presente dilatato,senza uno ieri o un domani.ecco in che senso tutto "ritornerebbe". spero di essere stato chiaro.csa pensate voi sull'argomento? -------------------------------------------------------------------------------------- Satiro, credo che la lettura metaforica di Nietzsche sia da ritenersi la migliore. Questa "espansione della coscienza" è molto "beat" e molto in linea con la Nietzsche renaissance" secondo me. Un'ottima interpretazione. Tutta la sua filosofia se portata all'etica è un'incubo dell'anti-morale che merita la cattiva fame che si è creata... in realtà la filosofia è una rappresentazione che per essere capita va collegata a colui che ne produce il pensiero. Allora le immagini degli artisti-tiranni... de la sofferenza di uno grande uomo che non vale sofferenza di milioni di deboli... gli uomini deformi da eliminarsi altro non sono che le immagini della lotta dell'Essere interiore con le proprie parti in divenire. L'Essere come campo di battaglia di cui parla nello Zarathustra. Al Superuomo preferisco l'Oltruomo (l'Ubermensch). ------------------------------------------------------------------------------------ ...in effetti Nietzsche, se si fa eccezione della prima opera che ci ha lasciato, è il filosofo più enigmatico degli ultimi tempi...lo chiamerei l'Eraclito dei tempi moderni...è così duttile che si presta a miriadi di interpretazioni differenti, è facile estrapolarne un passo e gettare una nuova luce su aspetti mai considerati prima...il suo pensiero è sempreverde e credo che lo si possa leggere anche tra mille secoli e trovarvi ancora vette inesplorate del pensiero e del sentimento... sul concetto di a-moralità della storia concordo...il carattere ultimativo della volontà esclude il riferimento di questa a idee ulteriori...la volontà è autonoma nel senso che obbedisce ad una logica e ad una legge interna, si esaurisce solo in sè stessa e mai in altro...la storia non è subordinata ad alcuna idea di progresso lineare, la storia è un uroboro, un serpente che si morde la coda...un concetto del tempo che affonda le radici nella cultura pagana e pre-cristiana, il tempo espresso nella ciclicità del divenire... ------------------------------------------------------------------------------------ Sileno, sono interessato a uscire da un'interpretazione "ourobica" del pensiero di Nietzsche per poterla adattare al cristianesimo. Impresa titanica? Il problema non è quello del tempo ciclico pagano contro il tempo lineare giudaico-cristiano poichè un mvimento tipo spiraloide e la soluzione dialettica ottiminale, mi pare anche già intuita dai classici (o sbaglio?). Il problema è quello del conflitto tra essere e divenire. In nuce nientemeno che il problema dei problemi! Sono daccordo l'Essere di Nietzsche è in lotta continua con le sue parti come il ciclo degli elementi di Eraclito. La lotta interiore è una rappresentazione nel microcosmo dell'immane lotta dell'Essere supremo per liberarsi delle parti cattive. A mio modo di vedere è possibile una sintesi della dialettica cristiana con la dialettica dell'essere di Nietzsche, vedendole come rappresentazioni di diversi livelli dell'essere Lui odiava la filosofia cristiana ma in realtà il cristianesimo non ha una struttura filosofica e lui si riferiva alla filosofia specie aristotelica e tomistica, la dialettica (del Divenire da contrapporsi a quella eraclitea dell'Essere) come arte del probabile è la matrice di quella dialettica che mediando alla sintesi tra le tesi e le antitesi in conflitto, soffoca l'essere elevando a norma l'oggetto sul soggetto. Nel cristianesimo la dialettica tra bene e male ha per sintesi la salvezza in Marx tra borghesia e proletariato il comunismo. L'Essere invece è in lotta perenne, in Zarathustra l'essere è come "un campo di battaglia". Le virtù come "un nido di serpenti". L'essere combatte una lotta darwiniana con le sue componenti perchè vinca il migliore. Questo esalta la vita mentre la Dialettica la disprezza. L'essere esalta l'individuo, la dialettica la società o l'Uomo inteso come sua oggettivizzazione, l'umanità, l'insieme degli individui. Nietzsche esprime quindi la crisi dell'individuo nei confronti di ogni forma di omologazione. UN'IPOTESI PERSONALE Alla luce della considerazione che la Dialettica è una rappresentazione che risolve i problemi posti dal pensiero. con uno schema che porta al raggiungimento di una prospettiva superiore attraverso il movimento necessario del pensiero che si dibatte tra ipotesi contrapposte. Si potrebbe dimostrare che la dialettica cristiana non è in antitesi con l'Essere in questo modo: la dialettica della Salvezza nella Storia è il divenire dell'Essere interiore altro non sono che rappresentazioni del divenire dell'Essere immanente nel mondo che si libera del male. --------------------------------------------------------------------------------- Originalmente inviato da Παρμενίδης Ma se tutto diviene anche il divenire dovrebbe divenire..che paradosso --------------------------------------------------------------------------------- Che il divenire divenga non credo sia un paradosso ma che il divenire "sia" questo sì non trovi? In realtà il divenire non è. E' pura illusione. |
16-04-2008, 17.12.23 | #26 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Citazione:
...si idealmente il passato rimane immutabile a mio avviso, immutabile nel senso che quella particolare forma di individuazione della volontà non può non tornare eternamente. Se si considera la storia come un cerchio che ripercorre eternamente sè stesso, almeno secondo una considerazione ideale il cerchio con tutti i settori della circonferenza permane immutabilmente identico a sè stesso...un passato certamente non da considerare come un pezzo staccato che permane immutabilmente e ontologicamente identico, ma destinato tuttavia a tornare eternamente identico...in termini assoluti il passato non è...diviene nel senso che è un frammento dell'eterno divenire...ciò che chiamiamo passato è la Volontà stessa in una delle miriadi delle sue forme di individuazione, non può ostacolare la Volontà perchè è la Volontà "storicizzata"...che poi non rimanga ontologicamente identico a sè questo è ovvio...è destinato però a tornare ontologicamente identico a sè per l'eternità |
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16-04-2008, 17.58.26 | #27 | |
Ospite di se stesso
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Messaggi: 2,064
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Citazione:
Non c'è nessuna ciclicità in fondo,quella è un'illusione di chi "legge" l'Essere-nel-tempo" ma che in effetti non che è solo un "riflesso" impermanente di quella Coscienza-Volontà.. |
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17-04-2008, 08.45.37 | #28 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Citazione:
un concetto spiraloide della storia porterebbe alla presupposizione di uno spazio e di una materialità infiniti...tale presupposizione cozzerebbe con il concetto stesso di eterno ritorno rendendolo contraddittorio. La concezione cristiana e agostiniana del tempo presuppone non solo lo spazio ma anche un tempo finito...la storia è un segmento limitato racchiuso tra la dannazione e la Salvezza, tra la cacciata dall'Eden e l'Apocalisse |
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17-04-2008, 08.54.10 | #29 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Citazione:
in Nietzsche cade proprio la contrapposizione tra fenomeno e noumeno, tra l'in-sè e il per-sè, tra realtà e apparenza...la Volontà si oggettiva realmente nella storia, non è la conoscenza umana che kantianamente storicizza la volontà...del resto non mi pare che in Nietzsche possa essere ravvisata come in Shopenhauer una contrapposizione tra conoscenza/coscienza e volontà |
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17-04-2008, 14.34.46 | #30 |
weird dreams
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Riferimento: Nietzsche e l'eterno ritorno
Non posso sapere cosa pensasse precisamente Nietzche, nondimeno posso intuire quale sia l’utilità dell’idea di “eterno ritorno”.
Può essere un pensiero terrificante: il pensiero di essere limitati in un periodo; condannati alla ridondanza, a ripetere ogni esperienza, ogni emozione, gioia e imbarazzo, determinazione e tentennamento, appagamento e desiderio, soluzione e frustrazione… senza possibilità di liberazione. L'“oltreuomo” non teme l’eterno ritorno. Egli vive pienamente ed è privo di rimorsi; è consapevole, così che in ogni momento la sua esperienza sia completa e quindi desiderabile e degna di essere “ripetuta”. Così, in realtà, si esclude il ritorno, essendo la completezza non contenibile, “al di là” dello spazio e del tempo. Concludo che “eterno ritorno” è un pensiero utile per prendere una decisione. Fate l’esperimento; pensateci, quando dovete prendere una decisione importante, pensate a quel momento ripetuto all’infinito… |