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04-07-2003, 15.08.52 | #45 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Ma forse ho frainteso: che vuol dire <…sempre in quell'ambito>? Intendi l'ambito umano, la sua attuale dimensione che prescinde dall'esistenza di Dio? In tale evenienza non sarei d'accordo… o vi sarà sempre un qualcosa di non noto, da scoprire e su cui indagare, per cui il ciclo non si chiuderebbe mai, o saremmo immersi in una dimensione in cui la libertà dell'uomo non esisterebbe più; conosceremmo tutto il possibile e saremmo perfetti, avremmo messo al bando le incertezze e saremmo tutti più… insipidi. Anche se Ksana non gradisce, essendo un indisciplinato patentato, mi pregio di salutare DD… ciao |
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04-07-2003, 16.58.58 | #46 | |
Ospite abituale
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risalgo alle origini del thread
Citazione:
Mi pare di poter ritenere che quanto precede, piuttosto che una 'Dimostrazione non libera dell'esistenza di Dio', come recita il titolo del thread, sia un semplice, contorto gioco logico. L'unica conclusione che ne ricavo è la mancanza di libertà in ciascun soggetto agente: Dio non sarebbe libero perché la sua perfezione Assoluta implica l'impossibilità di commettere errori, anche quando li commette (secondo un metro di giudizio umano), sarebbe facile arguire che persegua un fine imperscrutabile, impossibile da Conoscere a causa delle limitate capacità cognitive dell'uomo; entrambi i soggetti che dichiarano non sono liberi, il loro stato è già esplicitamente denunciato nel post; l'io narrante si trova parimenti in una condizione di coercizione autodenunciata. Quel che mi lascia perplesso non è tanto il meccanismo complessivo, quanto invece la conclusione cui perviene il nostro dotto professore… parrebbe una conclusione non conseguente rispetto alle altre affermazioni e slegata dal contesto. La percepisco come un semplice enunciato privo d'argomentazioni conseguenti alle premesse. Mi pare strano che il nostro dottissimo ed insigne amico ci lasci questo trilemma (si dirà così? Confido in un atto di clemenza e in un voto comunque alto) senza, carognescamente, renderci edotti dell'unica (supporrei) corretta chiave di lettura. Ma, testardamente, ottusamente, proverei a capire meglio. Due individui, non in condizioni di libertà, discutono sulla libertà dell'Essere Supremo e ciascuno, esponendo il proprio punto di vista, consegue un risultato diverso, opposto a quello a cui è pervenuto l'altro. Ma sappiamo che nessuno dei due era libero… ottimo! Anche il nostro insigne (mi raccomando, non offenderti, dacché ho capito che sei un professore, ho subito una repentina ed irreversibile regressione temporale che ha precipitato la mia psiche e il mio carattere indisciplinato ai tempi della scuola), non è in una condizione di libertà allorché afferma che Dio esiste… favoloso! La mancanza di libertà presuporrebbe l'esistenza di Dio.. perché? Data per scontata l'esistenza di Dio, parto dall'assunto, facilmente dimostrabile, che l'uomo sia un soggetto agente, che opera in un ambiente non da lui creato, ma ereditato primigeniamente (anche in questo caso confido nella clemenza del professore e in un bel voto). Mi parrebbe che l'esistenza di Dio, seppur esposta come una conclusione, essendo priva di logica conseguenza rispetto a quanto precede, possa essere considerata, più che altro, una premessa, cioè il basamento su cui sviluppare l'intero processo logico che, dal mio punto di vista, potrebbe essere conseguente. Da qui si parte per dimostrare la mancanza di libertà del genere umano. Così ribaltata la frase assume contorni più ben definiti: l'assunto principale sarebbe quella che viene, carognescamente, presentato come una conclusione: Dio esiste. L'esistenza di Dio, Perfetto ed Assoluto, presuppone anche la contrazione e convergenza di tutte le caratteristiche normalmente attribuite alla sua Creazione più fulgida in un unico punto, un'Unicità (spero di essere abbastanza contorto, più contorto sono, più alto sarà il voto che l'insigne mi attribuirà… si sa, la filosofia implica anche una buona dose di contorsionismo dialettico… chissà l'incazzo… scherzo!), per cui se ne dedurrebbe che la libertà, attributo essenzialmente umano, non esiste. Attendo repliche… Kninos, sappi essere indulgente. Ciao Ultima modifica di visechi : 04-07-2003 alle ore 17.02.37. |
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05-07-2003, 17.24.42 | #47 |
Ospite abituale
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Visè, senza te non ci si diverte!
D'accordissimo con quanto hai obiettato a Sofista. Almeno fin quando non è intervento un personaggio a noi noto, che per me è un impostore. Credo tu abbia capito di chi stia parlando.
Obiezione1: io non credo che tu reputi reale quello che i tuoi sensi forniscono, ma solo la loro interpretazione. Altrimenti un' illusione ottica non sarebbe un' illusione, bensí realtà. No: io immagino che tu reputi vera, la tua interpretazione della realtà, che trai dai tuoi sensi. Il che è diverso. Né la scienza ti chiede atti di fede, ma ti chiede di parlare la sua lingua (senza sottovalutare le implicazioni che questa comporta). Stabilito che tra due teorie è accettata quella che dimostra piú cose e nel modo piú semplice, questa diventa '"la realtà", che lo scienziato è solitamente piú pronto a mette in discussione di quanto non faccia il non-scienziato. Le realtà durature fanno solitamente piú parte del mondo della Filosofia e della Religione, che non di quello della scienza. Tu dici di credere che esistano le cose materiali cosí come le percepisci soggetivamente. Se questo impiego di "esistere" non implica riscontri con altri soggetti, allora concordo (peró va detto che mi sembra un uso di "esistere" poco utile; se poi vogliamo parlare di ciò che esiste nella nostra fantasia, spero mi concederai che è dire tutt'altro: in caso contrario discuteremo poi di diversi gradi di realtà). Obiezione 2: l'amore non è innegabile. L'amore è un tipo di rapporto standard, socialmente in voga, che regola le relazioni tra gli individui. L'eremita, il naufrago sull'isola deserta, vivono senza l'amore del prossimo. È preferibile averlo, certo, perché ci dà un certo grado di stabilità sociale. Produce effetti cosí come li produce Dio (non posso negare che esistono delle Chiese, e che si siano fatte le crociate). Ma bisogna dire che effetti simili li produca anche Babbo Natale. Altrimenti non si farebbero le lattine di Coca-cola nel periodo natalizio (tautologia-marketing). Le idee degli uomini hanno riflesso nel mondo degli uomini. A questo punto dovremmo ammettere che sono tutte vere... Obiezione 3: se vogliamo ragionare come dici tu, allora la sensazione che ho quando il sasso che colpisce la mia testa può benissimo essere diversa dalla tua (w il relativismo: posso avvertirla diversamente da te così come io avverto il rosso e tu il verde); e solo seguendo il mio modo di pensaer la medesima reazione di fastidio (chiaramente un eufemismo) può farti supporre che abbiamo provato lo stesso tipo di sensazione. Obiezione 4: mi cecassero se ho detto che l'amore è un tormento: adesso non sto qui a vantarmi delle mie capacità amatorie, o delle mie inennarabili storie d'amore (per definizione), però sappi che quello che c'è di buono nella vita me lo so prendere anch'io (e forse con piú coerenza degli altri, e ce l'ho anche mediamente piú lungo )(purtroppo non è vero!!). Obiezione 5: con la mia domanda: dov'è la scienza? intendevo: dov'è la scienza nel chiederti perché credi nell'amore? Tale delucidazione dovrebbe tagliare la testa al toro. Obiezione 6: guarda che neanche la fisica è una scienza esatta, ciononostante sto scrivendo su una macchina che da un certo numero di consensi alla fisica (il computer). Obiezione 7: ma questo uomo di cui andate tanto fieri non è anch'egli un prodotto della natura? e perché non dovrebbe essere indagabile? Obiezione 8: ecco il nodo di tutte le nostre questioni: non ti piace. Capire la natura non ti attira, ti spaventa forse. Il punto è: ma alla natura cosa gliene frega di te? delle tue opinioni? Perché non cerchiamo di capirla secondo le Sue leggi? e non secondo i NOSTRI desideri? Obiezione 9: fosse vero che quello che c'è di vero dormisse accanto a ciò che c'è di nobile, a questo punto non dovremmo piú preoccuparci di tanta gente sulla faccia del pianeta (o sí?). Obiezione 10: "ci sarebbe ben poco di cui rallegrarsi". Perché? Vivendo invece in balia di entità indefinibili c'è da stare allegri? vuoi vedere che di far stare noi allegri al resto dell'universo freghi poco? Eccezione: certo che è una eterna ricerca. Per definizione dell'uomo (cosí credo), sapere tutto, significa essere niente (allo stesso modo in cui contesto l'onniscenza divina). Ecco il decalogo delle obiezioni da uno dei tuoi piú affezionati ammiratori. A presto. Ultima modifica di Antonio Franco : 05-07-2003 alle ore 17.31.58. |
07-07-2003, 15.32.11 | #48 | |||
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Antò, ricambio
Citazione:
Per quanto riguarda la fantasia, beh, non potrai far a meno di convenire con me che Pirandello, in proposito, non sia esistito in vano. La fantasia è altra materia impalpabile che produce effetti. Basta pensare alle emozioni indotte dalla letteratura e dalla poesia… ok, ok, in quel caso starei rimirando un testo scritto su fogli di carta, quindi concreto… Pirandello raccontava che la Fantasia, allorché manifesta la propria esistenza attraverso la produzione fantastica, assume la qualificazione di 'cosa reale', è causa causante. L'ideazione di un personaggio, generato dalla Fantasia, nel momento stesso in cui è concepito, con i caratteri peculiari che ha voluto attribuirgli l'autore, diviene autonomo e vive di vita propria a prescindere dalla volontà del suo stesso autore. Su questo leit motiv si muovono i personaggi pirandelliani, quali, ad esempio, quelli che mettono in scena, sostituendosi agli attori 'reali', i 'sei personaggi in cerca d'autore', un autore, appunto, che intendesse rappresentare il loro dramma. Questi impongono la propria presenza e il proprio vissuto, irrompendo nel proscenio. E' questa la 'fantastica' realtà pirandelliana, in cui assume rilevanza non tanto lo stato oggettivo delle cose, quello fattuale, ma ciò che è percepito come tale dagli osservatori e dai personaggi stessi: 'Così è, se vi pare'. Evito di dilungarmi oltre misura, anche se questa filosofia ha per me un fascino tutto particolare. Ovvio che non sto' parlando della filosofia a te cara, Antonio Franco, ma di una diversa dimensione umana, in cui le apparenze sono più significative e pregnanti dei fatti reali. Ma, se l'assunto da cui sono partito: a livello umano è reale quel che produce effetti, anche la Fantasia, pirandellinamente intesa, è reale, perché induce tanto nei lettori, quanto nei protagonisti delle conseguenze, alle volte anche determinanti. Bada bene, noi stiamo parlando di realtà umana, non trascendente, qui le cose sarebbero ben diverse; nel prosieguo vedremo. Mi è sempre piaciuto fare un minestrone e legare argomenti diversi per ricavarne un risultato inatteso… la confusione. Citazione:
Ben diverso sarebbe il livello di veridicità che necessiterebbe se volessimo ragionare intorno al divino. Qui si discuterebbe della realtà Divina, quella Assoluta. In questo ambito, non potremmo accontentarci di un elevato livello di obiettività, anche se fosse quelloumanamente maggiore. Quanto residuerebbe, rispetto alla certezza assoluta, non potrebbe essere colmato con la Conoscenza o con l'esperienza mistica (potrebbe essere falsata da fattori endogeni o esogeni), credo che questa assenza conoscitiva possa essere surrogata con…. Basta, non ho alcuna voglia di ripetermi. Citazione:
Ovviamente continua |
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07-07-2003, 15.33.35 | #49 | ||||||||
Ospite abituale
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E qui concludo
Citazione:
Citazione:
Citazione:
basta con le chimere… riprendiamo le nostre elucubrazioni filosofico/masturbative. E' giusto, corretto e naturale che l'uomo debba essere oggetto d'indagine, chi lo nega? Io mai! Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Citazione:
In chiusura… giuro… ho notato che hai rinunciato alla faccina incazzosa, me ne dispiaccio, è sintomo che ti stai piano pianino, ma ineluttabilmente, conformando… fai parte del gregge, come me, come tutti… ciao, un tuo ammirato lettore. |
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08-07-2003, 01.29.55 | #50 |
Ospite
Data registrazione: 02-07-2003
Messaggi: 4
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un piccolo appunto....
Forse non ci siamo mai accorti che ciò che chiamiamo Assoluto è composto da una grande Relatività... Dimentichiamo troppo spesso il fatto che le parole sono simboli, e che usiamo molte volte simboli relativi... sarebbe più corretto dire che dimentichiamo troppo spesso il significato relativo del simbolo che utilizziamo... non riusciamo a sentire la "Voce" che non possiede suono, poichè la vera conoscenza è silenziosa...
Un uomo che non ha fiducia nella vita (Dio), è un uomo che cammina verso la morte avendo a suo fianco l'infelicità... Vi è una domanda che raramente poniamo a noi stessi: se la morte arrivasse in questo "momento" morirei felice e senza rimpianti...? Siamo circondati da miracoli, eppure la nostra cecità, la nostra insensibilità acquisita, ci fa vivere nell'oscurità... Dico insensibilità acquisita in quanto l'uomo non è insensibile per Natura, piuttosto vine reso insensibile solo quando l'ignoranza e l'egoismo lo rendono prigioniero... La Vita la si scopre Vivendo... Bisogna chiedersi se è più importante per la Vita una donna anziana che parla con rispetto e amorevolezza alle piante, considerandole parte di sè, oppure un carroarmato che devasta ogni cosa, seminando distruzione ovunque... ? Ogni seme darà i sui frutti... diveniamo consapevoli di ciò che seminiamo così da non rimanere stupiti per i frutti che raccoglieremo... La Natura fratelli è lo specchio perfetto del lavoro eterno della Vita... |