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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
20-11-2007, 18.34.33 | #2 | ||||||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Già qui avrei qualcosa da dire (il problema è conosciuto come problema della dicotomia teoria/osservazione, o dei fatti carichi di teoria), però non vorrei allargare troppo la discussione, quindi per ora non la approfondirò. Eventualmente quando e se diventerà essenziale discuterne.... Citazione:
Su questo punto ti avevo già scritto nell'altro topic, però riporto qui una supersintesi di quanto già detto là. Il computer ricerca sulla stringa "uovo" e così si ritrova molte immagini (e altre percezioni). Ma che se ne fa di queste immagini? Date finite immagini saranno possibili sempre infinite interpretazioni di esse, cioè avremo sempre il referente del concetto indeterminato. Citazione:
"Caratteristiche simili", potresti formalizzarmi tale proprietà? Citazione:
Il fatto è che molte volte identifichiamo un oggetto come tavolo, anche se prima non abbiamo mai avuto una tale immagine. Io posso aver visto solo tavoli di legno quadrati/rettangolari a quattro gambe, ma il fatto è che io so a che cosa servono i tavoli, io so che cosa sono i tavoli a prescindere da tutte le mie immagini passate, e quindi ne so identificare uno anche se è di vetro rotondo con una gamba. Mi sembra che non consideri questo fatto importante. Citazione:
Non vedo nessuna ragione per affermare questo. Io non credo che appena nasciamo possediamo il concetto di "amicizia", ma non credo neppure che tale concetto sia un a-priori. Semplicemente, io non credo alla teoria dei concetti definiti con immagini. Citazione:
Nell'analizzare la mia lista ti accorgerai che non è affatto così. Non basta avere un gruppo di concetti basilari (definibili solo tramite percezioni) e poi comporli. Questo vale sia per i concetti astratti e sia per i costrutti grammaticali. Citazione:
Quindi vuoi complicare le cose ulteriormente, passando dalle immagini ai video? Ok, i problemi ereditati sono gli stessi, comunque considera che la formalizzazione del pensiero non deduttivo (induttivo/abduttivo) è ridotta malissimo: non si muove nulla e non si è mai mosso nulla. Nel mio topic (https://www.riflessioni.it/forum/filosofia/9985-il-paradosso-della-conferma.html) avevo iniziato la discussione, ma poi è morta per mancanza di interesse. Citazione:
Sono proprio curioso di vedere come evolve questa ricerca. Nella lista aggiungerei anche "Garibaldi"... |
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21-11-2007, 16.37.55 | #4 | ||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Forse non mi sono spiegato bene negli altri miei post. Dalle immagini che hai delle uova, non ricavi in modo meccanico un unico referente (l'uovo), ma hai un riferimento totalmente indeterminato. Tali immagini potrebbero volermi indicare che la parola "uovo": - si riferisce a bianco - si riferisce a quella forma geometrica 2D - si riferisce a quella forma geometrica 3D - si riferisce al numero uno - è un nome proprio per quel oggetto specifico - si riferisce a oggetto - si riferisce a immagine - si riferisce alla proprietà essere-un-uovo (uovezza) - si riferisce all'albume - .......... Il computer non sa che farsene di quelle immagini. Citazione:
Sì ma la faccia è sempre la stessa, cambiano solo alcune caratteristiche secondarie. Se invece hai di fronte una sedia da ufficio (con braccioli, rotelline, blu, etc.) la puoi vedere simile alla sedia classica (quella dei nonni, diciamo) perché tu ritieni rilevanti alcuni aspetti invece di altri. Non abbiamo una più minima idea di come approcciarsi su un problema così: le somiglianze non sono tutte definibili a priori. Prendi un giornale e trova due truffe distinte: che cosa hanno in comune? Citazione:
Io non ho mai negato che le immagini abbiano un ruolo molto importante per l'uso dei nostri concetti. Io dico solo che ciò non basta. L'apprendimento dell'uso di una parola (o di un concetto) è molto più complesso. Citazione:
Ritorna bene l'idea che ti ho appena detto: le idee sono importanti ma non come pensi tu. Quando penso a Garibaldi, per formarmi una idea dettagliata di lui, puoi richiamare tutte queste immagini. Ma prova a presentare tutte queste immagini a uno che non sa assolutamente nulla su Garibaldi, e vedrai . Comunque ti sei dimenticato di rispondere ad una mia osservazione: <<Il fatto è che molte volte identifichiamo un oggetto come tavolo, anche se prima non abbiamo mai avuto una tale immagine. Io posso aver visto solo tavoli di legno quadrati/rettangolari a quattro gambe, ma il fatto è che io so a che cosa servono i tavoli, io so che cosa sono i tavoli a prescindere da tutte le mie immagini passate, e quindi ne so identificare uno anche se è di vetro rotondo con una gamba. Mi sembra che non consideri questo fatto importante.>> |
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21-11-2007, 22.24.02 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Oltretutto anche noi sbagliamo quando ci indicano un oggetto in modo ostensivo, in qualunque commedia americana c'è la tipica situazione in cui l'attrice, seduta tra le amiche (più brutte e antipatiche), viene "additata" in modo ambiguo, per cui poi il mazzo di rose finisce alla migliore amica della propria fidanzata. A parte questo, un ruolo importante, per me lo gioca il fatto che un oggetto si "staglia", lo stagliarsi di un oggetto lo mette in primo piano, facilita l'atto ostensivo. Difficile è determinare come noi percpepiamo questa "stagliazione", forse c'entra il rapporto con gli altri oggetti. Se mi viene indicato un orso bruno in mezzo a dei cani io probabilmente capisco a cosa ci si riferisce, ma quando mio padre mi indicava la cassetta degli attrezzi chiedendomi la tenaglia io gli portavo spesso la pinza. Il problema sicuramente è ancora più complesso, perchè, come sta dicendo Epicurus se io ho un uovo in mano e mi viene detto che quello è un uovo, senza questo indefinibile concetto dello stagliarsi io potrei intendere la solidità dell'uovo, la sua freddezza, il suo peso o magari la combinazione di tutte queste sensazioni. Se è difficile per noi individuare il referente quando l'atto ostensivo è impreciso e il referente non si "staglia", figurarsi per un computer. |
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23-11-2007, 07.23.00 | #6 | |||||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Si usano quelle immagini per identificare una entità che corrisponde loro, confrontandole con le immagini ottenute in questo momento tramite qualche apparato (il computer) o la vista (io). Diciamo che questo è il primo significato, che si può pensare di cablare nella logica del programma. Per un primitivo penso che i significati di “uovo” si fermino qui. Un bambino che va all’asilo, imparato a disegnare, può ad esempio aggiungere il significato di “disegno di uovo”. Con l’apprendimento si possono aggiungere gli altri significati che citi. Per me i significati sono relazioni tra concetti, e sono anch’essi una costruzione mentale elaborata da ogni persona. Citazione:
Immagino che come si identifica una faccia, anche su sfondi diversi, si possa identificare un oggetto a forma di uovo. Per la sedia ed il tavolo, vedi dopo Citazione:
Neanch'io ho mai pensato che i concetti siano semplici associazioni di immagini. Il punto che mi preme è che non nasciamo con i concetti già in noi, non nasciamo con il concetto di “amicizia”, ma lo elaboriamo. Da che cosa? Non vedo altro “input” che le percezioni sensoriali. Il primo livello di organizzazione della conoscenza (che abbiamo chiamato “concetto”) deve quindi consistere in elaborazioni delle percezioni. Queste elaborazioni possono essere estremamente complesse e possiamo definire tutti i livelli che vuoi, parlare di contenuti, significati, etc. ma, secondo me, li dobbiamo definire o in termini di capacità innate della nostra mente o di ciò che abbiamo percepito. E meno cose “cabliamo” inizialmente nel programma meglio è. Citazione:
Citazione:
Secondo me ho imparato a che cosa servono i tavoli elaborando le percezioni di tutti i tavoli con cui ho avuto a che fare; in particolare il fatto che un tavolo “serve” ad appoggiare le cose discende dal fatto che se ci appoggio sopra qualcosa non cade. Se vedo un oggetto con una superficie adatta a reggere qualcosa, lo posso associare alla parola “tavolo” . |
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23-11-2007, 07.30.50 | #7 | ||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Citazione:
Il concetto dello stagliarsi però secondo me non è indefinibile, ma può essere elaborato. Comunque il problema è senz'altro molto complesso, ma non credo irrisolvibile. Pensa ad una fotocamera che gira a 360 gradi e manda delle immagini digitali ad un computer che deve individuare una forma di uovo. Secondo me lo può fare, se non è stato già fatto |
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23-11-2007, 21.05.53 | #8 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 486
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
I problemi di ordine puramente tecnico, quali che siano, credo anche io possano essere risolti, prima o poi. Il fatto è che secondo me ci sono problemi concettuali, ma magari mi sbaglio e sono solo dei "rompicapo". Ad esempio posso benissimo immaginare che una volta immagazzinati sufficienti dati per definire cosa sia e cosa non sia un "uovo" una macchina possa identificare attraverso sensi artificiali se una cosia sia o no "uovo". Il problema è come costruire l'idea di "uovo" a partire da niente, noi come la costruiamo? Già questa domanda è almeno un bel rompicapo. Intanto seguo con interessa la vostra bella discussione. |
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24-11-2007, 09.52.33 | #9 | ||
Moderatore
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Certo, lo spero anch'io, anche se siamo lontanissimi dal risolverli Citazione:
Quello che vorrei definire sono i meccanismi preesistenti nella "macchina uomo" ed il modo in cui elaborano le informazioni che riceve (le percezioni). Un meccanismo potrebbe portare alla continua scansione della realtà alla ricerca di regolarità, da cui ricavare i "concetti" dei vari oggetti materiali |
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25-11-2007, 18.15.05 | #10 |
Ospite abituale
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Albert, a mio parere tu fai un errore fondamentale, cioè quando pensi a concetti, pensi a "parole che indicano cose fisiche": infatti non riesci a venire a capo dei concetti astratti se non con improbabili genesi (parentesi: il concetto di cerchio io l'ho imparato quando presi in mano un compasso, non guardando ruote).
Secondo me non bisogna scomodare neanche troppo la filosofia, ci sono un mucchio di libri di psicologia infantile ed evolutiva che mostrano come si costituiscono i concetti nei bambini. Brevemente, ed è quello che cercavo di dire nell'altro 3d, ma che non credo tu abbia colto, forse può risultare utile il concetto di "pratica", più che di visione e registrazione delle regolarità (cose che avviene senza ombra di dubbio, ma non è il principale modo di costituzione dei concetti, semmai di ipotesi di leggi). Sono le pratiche, il nostro agire, il nostro muoversi che istituiscono i concetti. Ed è allo stesso modo che li apprendiamo. (e forse questo può in qualche modo gettar luce su quello "stagliare" di cui parla S.B.) Ti riporto questa frase per certi versi banale di Wittgenstein solo come spunto (tra le tante): "Il bambino non impara che esistono libri, che esistono sedie ecc.ecc., ma impara ad andare a prender libri, a sedersi su sedie, ecc.” Ps: tra l'altro se si vogliono veramente creare difficoltà, si può prendere l'esempio dei concetti matematici, e lì le immagini cominciano a svanire, i sassolini sono scomparsi da tempo: le operzioni e le pratiche che istituiscono i concetti però no. |