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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
26-11-2007, 14.46.50 | #12 | ||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Avevo notato la tua reply sull’altro thread, ma poi avevo seguito altri aspetti e mi ero dimenticato di rispondere … Credo che ci sia la possibilità di creare concetti a prescindere dalla pratica (pensa al concetto di “stelle”). Considera poi una persona impossibilitata a fare qualsiasi movimento: non ritengo che si possa escludere che sia in grado di elaborare concetti. Detto ciò, sono d’accordo sul fatto che la pratica è molto più efficace della semplice osservazione. Quello che però mi sta a cuore è immaginare un insieme il più possibile limitato di meccanismi preesistenti nella mente, ed appurare che la loro applicazione alle percezioni sensoriali permette di elaborare i concetti; non penso che quanto tu dici lo contraddica. In fondo sono percezioni sensoriali anche quelle che ricaviamo a seguito dei nostri movimenti (se uso il compasso, sento come si muove e vedo la traccia che lascia sul foglio). Sicuramente però, e qui concordo pienamente con te, rispetto a quanto ho detto finora conviene evidenziare l’importanza degli atti che possono generare percezioni sensoriali adatte all’elaborazione dei concetti. Diciamo che uno dei meccanismi da inserire nella macchina uomo è questo: “manipola gli oggetti per incrementare la conoscenza”. Poi le ulteriori elaborazioni da fare sulle percezioni ottenute saranno ancora complessissime Citazione:
OT - Wittgenstein (che peraltro è il mio filosofo preferito) ha effettivamente fatto per un po’ il maestro elementare, ma i genitori degli alunni lo volevano cacciare … http://www.prestinenza.it/articolo.aspx?id=147 Comunque sono d’accordo che il metodo didattico più efficace consiste nell’invitare a fare le cose, più che ad osservare |
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26-11-2007, 22.19.14 | #14 | ||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Sono abbastanza d'accordo - non avevo considerato il fatto che ogni uomo è diverso ed ha degli schemi mentali diversi, che derivano dalla sua evoluzione genetica. Credo però che l'omogeneità di fondo tra i vari uomini sia fortissima, al di là delle impressioni. Cito da uno dei miei libri preferiti "come funziona la mente" di Steven Pinker: Citazione:
credo che emulare le possibili divergenze tra i vari uomini sia un obbiettivo successivo alla simulazione delle funzioni più basilari, che sono più o meno comuni a tutti gli esseri umani |
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27-11-2007, 00.33.02 | #15 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-11-2007
Messaggi: 65
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Nn ho ben capito l'ultima parte del tuo discorso. Cosa vuoi intendere con: "credo che emulare le possibili divergenze tra i vari uomini sia un obbiettivo successivo alla simulazione delle funzioni più basilari, che sono più o meno comuni a tutti gli esseri umani" ? O meglio che implicazione/i ha ? |
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27-11-2007, 10.32.30 | #16 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Intendevo dire che del tuo precedente intervento, che in gran parte condivido, ho colto in particolare la messa in evidenza del fatto che non ci sono dei meccanismi uniformi per tutti nell'elaborazione dei concetti, ma che l'elaborazione dipende (cito) "dalle formazioni interne ereditate geneticamente". Ergo (e qua mi sono espresso male), in realtà non possiamo pensare a costruire una "macchina uomo" generica, perché (in teoria) ci potrebbero essere notevoli differenze nei meccanismi interni di una persona piuttosto che di un altra. Queste differenze, però, secondo me in prima approssimazione possono essere trascurate |
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27-11-2007, 15.33.29 | #17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Celevano parlava di "formazioni interne ereditate geneticamente" e portava a sostegno di questa argomentazione i risultati della psicologia della Gestallt. Ma la psicolgia della Gestallt parla di un pricipio "Innato" di percezione oggettuale, laddove si presentano punti sparsi. Cioè non vedo punti sparsi, ma riconosco figure/oggetti. Questo non dice ancora nulla su concetti innati, ma solo sui principi di riconoscimento oggettuali. A costo di apparire noioso, porto l'ennesimo esperimento, con la speranza si smuovere l'animo di qualcuno: Luria sottopose agli stessi esperimenti alcuni membri della popolazione dell'Uzbekistan, nel momento di transizione dalla cultura tradizionale a quella alfabetizzata. Laddove i soggetti occidentali davano descrizioni facenti capo a figure geometriche, le donne ickari e gli uomini dekhani, menzionavano le figure come oggetti: piatto, setaccio ecc... nella categorizzazione delle somiglianze non capitavano nello stesso gruppo il quadrato/finestra e il rettangolo/carrozzino, e capitavano nello stesso gruppo il quadrato e il triangolo tronco perchè visti come intelaiature. Quindi il principio innato ci dice solo che riconosciamo unità oggettuali laddove ci sono punti, e non ci dice nulla sul contenuto, che invece è determinato dalla pratica e dal linguaggio. Quindi o si dicono e si capiscono quali sono questi prinicipi innati o tutte le argomentazioni hanno lo stesso (nullo) valore. |
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27-11-2007, 15.43.17 | #18 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-11-2007
Messaggi: 65
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Ok su questo concordo pienamente |
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27-11-2007, 23.37.43 | #19 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-11-2007
Messaggi: 65
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Hai perfettamente ragione, il mio esempio riguardante la Gestalt era più storico che veritiero, infatti ho concluso che studi del cognitivismo fanno risalire la formazione del concetto a meccanismi innati e all'esperienza. Se poi volessimo puntualizzare anche gli stimoli "innati" sono derivati da "l'esperienza", ma nel senso che tutto è derivato da stimoli esterni all'origine dell'evoluzione (nn inserisco dissertazioni su Darwin per nn uscire fuori tema), però questo non toglie che delle formazioni innate contribuiscano alla formazione del concetto. Alcuni esperimenti dimostrano che i bambini appena nati, quando sentono parlare, attivano una parte della corteccia celebrale atta alla comprensione del linguaggio (ciò fu inferito da quelle persone che a causa di traumi in quei punti non riuscivano a capire le parole o ad articolarle). Quindi di innatismo si può parlare in certi casi, anche se è preminente l'influenza del mondo esterno e della comunicazione nella formazione della persona. |
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01-12-2007, 17.42.54 | #20 | ||
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2007
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Riferimento: Definizione di “concetto”
Citazione:
Abbiamo anche convenuto che non conviene pensare all’esistenza di concetti innati, ma che i concetti vengono elaborati. I meccanismi di base però, a rigore, sono diversi per ogni uomo e dipendono dal patrimonio genetico, perché se no non si spiegherebbero le analogie tra chi dispone di un patrimonio genetico simile. Cito ancora Steven Pinker (l’ho tirato fuori dalla libreria e lo sfrutto) Citazione:
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