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06-11-2007, 18.03.00 | #3 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 04-11-2007
Messaggi: 1
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Riferimento: Nichilismo
Concordo pienamente con quello che dici anche perchè ,purtroppo , veniamo catapultati in questo mondo proprio con l'obbiettivo di TROVARCI NOI una ragione per vivere.Insomma CHI DI DOVERE se bne stà lavando totalmente le mani
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06-11-2007, 19.46.36 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 105
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Riferimento: Nichilismo
Rispondo a Giorgiosan, cogliendo l'occasione per fare qualche precisazione.
Innanzitutto il termine in questione è un termine di origine umana, e quindi va analizzato secondo natura, dico questo perchè non vorrei che si commettesse l'errore di travisare il mio invito alla riflessione; che si pone come questione prettamente umana e ben lontana dall'universale. Detto questo, isolando un sistema e analizzandolo sotto una certa ottica mi si permetta di dire che il nulla esiste, o meglio, esiste l'impossibilità di riscontro. Per essere più semplice, considerando il sistema "terra" sotto un ottica "esistenzialista" si può dire facilmente che attualmente attualmente i dinosauri non esistono, o meglio, sono nulla. E visto che sono sicuro mi concederai il fatto che l'uomo possa analizzare solo attraverso "ambienti di studio isolati" e non attraverso l'infinito, si può dire che il nulla, o corrego ancora, l'impossibilità di riscontro, esiste. Relativismi a parte, anche volendo assecondare il tuo vicino di casa, di solito, ed era nel mio caso, si parla di tendenza al nulla, di movimento verso....non è nemmeno molto rilevante il fatto che il nulla esista o no, il nulla è una parola, come potrebbe essere la parola Dio, anche se magari siamo fermamente convinti che esso non esista, non possiamo non vedere la rivoluzione che esso porta e il verso a cui esso indirizza le energie. In ultimo preciso su di me, ho detto di incarnare ma non di essere nichilista, anzi condivido con te il giudizio su un uomo che ha avuto così poca arguzia ad affibbiarsi questa etichetta. |
07-11-2007, 08.50.29 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Nichilismo
Credo che TheDruid chiedesse, più che nostre variazioni sul tema, qualche elemento utile a definire il nichilismo come si è presentato nella nostra cultura.
Si è cominciato a usare il termine (nichilismo) alla fine del Settecento come un’accusa rivolta ad autori e dottrine che sembravano opporsi alle idee e ai valori che avevano fin allora retto la cultura europea, a concezioni che apparivano troppo audaci e troppo diverse, come le dottrine di Fichte, bollate appunto come “nichilistiche” da Jacobi. Ma in realtà l’ombra del nichilismo non rimase chiusa nei limiti di una dialettica temporanea o di una schermaglia fra intellettuali, ma divenne la manifestazione estrema della generale coscienza che una crisi vasta e profonda stesse minacciando le basi medesime della civiltà e la stesse portando alla fine: così come la grande letteratura, i grandi romanzi dell’Ottocento e del Novecento sembravano chiudersi con la fine dei sogni e magari delle ricchezze di famiglie e generazioni dando sempre più spazio alle forze della negazione…… Comunque, per la cronaca, ciò che diede respiro mondiale al termine nichilismo fu la Russia, in particolare Turgenev, che nel romanzo “Padri e figli” fece del nichilista non la vittima ma l’eroe della negazione che, contrapposto all’immobilismo della Russia, era teso a un ordine nuovo, fondato sulla scienza e la verità. Sulla scia di questo ideale ci furono in Russia gruppi che si autodefinirono nichilisti in quanto seguaci di un materialismo o pragmatismo di tipo occidentale, suscitando la reazione nazionalistica degli slavofili e quella morale di Dostoevskij e se – per rimanere nel campo della filosofia - l’idealismo hegeliano sembrava reagire al nichilismo interpretandolo come indispensabile alimento e stimolo dello spirito, e Schopenhauer lo accolse, sull'esempio di ideologie orientali, addirittura come mezzo di redenzione dalla maligna volontà della vita, in Nietzsche esso divenne elemento centrale della filosofia, e con l’annuncio della morte di Dio e il trascendimento di ogni valore, condizione della nascita del superuomo: solo ideale in grado di salvare l’uomo europeo dalla decadenza in cui l’ha ridotto la religione cristiana e l’ipertrofia della storia. Comunque la filosofia, dopo Nietzsche, dovette affrontare questo problema per poter ritrovare un senso della storia: e fu questo, in fondo, il compito del neopositivismo e neoidealismo, della fenomenologia e dell’esistenzialismo. Il pensiero del Novecento è intriso del problema del nichilismo, come dimostrano i grandi romanzi del secolo, la filosofia e le arti che sono tratte a negare ogni valore al passato e cercare nuove espressioni, così come nella società cresce l’impulso rivoluzionario che sbocca infine nelle ideologie totalitarie che, presentandosi all’inizio come reazioni al nichilismo inteso come decadenza borghese, terminano nella costruzione di stati basati sulla sopraffazione e addirittura sul genocidio – cioè usano il nichilismo per spazzare il campo ove far crescere la pianta del razzismo biologico. Evidentemente il discorso potrebbe essere molto più lungo. D’altra parte già in questo forum se ne è parlato (potresti vedere sotto la voce “nichilismo” nell'elenco degli argomenti trattati). |
08-11-2007, 08.12.53 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 105
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Riferimento: Nichilismo
La tua rappresentazione storica del nichilismo è stata ottima e ineccepibile, non mi apettavo di meno. Non temere avevo già visto il tuo 3d a riguardo. Anche se tuttavia non risponde completamento al mio questito, che spogliato della forma intendeva domandare quale fosse la sua funzione.
In fondo ogni termine che "inventiamo" necessita di una funzione, o meglio della necessità stessa, per avere una speranza di vita, è come una piccola creatura, se non fosse necessaria non esisterebbe. Capisco lentamente però che ognuno dei "profeti" nichilistici aveva i suoi "interessi" alla nascita di questa concezione, come è facilmente intuibile ad esempio in Nietzsche in funzione del suo ubermensch, e detto questo penso che ogni risposta alla mio quesito sia almeno parzialemente errata, certo magari mi sbaglio. Lasciamo invece perdere un attimo la sua "storia clinica" e andiamo a spulciare dove l'attualità lo stia facendo maggiormente vivere, dove lo renda attuale, le bandiere che impregna.In fondo questo mio quesito era nato proprio dal fatto che mi fossi accorto che ogni cosa che nell'attualià ci riguarda ne è "contaminata", se non in modo totale anche solo decisivo. L'attualità passera alla storia come lo sfogo di quello che oggi ci sembra un piccolo demone incubato nei primi del novecento? |
08-11-2007, 12.26.43 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-07-2007
Messaggi: 343
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Riferimento: Nichilismo
Questo argomento interessa anche me, che sono una profana poco avvezza a frequentazioni filosofiche. Dopo la spiegazione storica di emmeci ho le idee un pò più chiare.
Ultimamente sto leggendo un libro di Galimberti: Il tramonto dell'occidente. Trovo interessante la sua lettura del nichilismo. Scrive Galimberti: "Nietzsche è il primo a cogliere con decisione l'anima nichilistica della metafisica. Le meditazioni su Nietzsche di Heidegger e di Jaspers hanno evidenziato col massimo rigore l'essenza metafisica del nichilismo e le sue profonde tracce in tutti gli aspetti dell'anima occidentale". Il nichilismo è l'oblio dell'Essere? Se è così, da una parte la scienza è nichilista perché pone l'uomo come ente supremo, onnipotente sulla totalità degli enti. Dall'altra è nichilista anche la metafisica dell'ente supremo, cioè Dio, che dispone dell'essere come di una sua proprietà e decide di fare essere o non essere tutte le cose. L'intera storia occidentale, tutto quello che abbiamo costruito, è avvenuto nel tempo dell'epoché (sospensione) dell'essere. L'uomo, nella religione come nella scienza, ha spodestato l'essere dal suo centro e ha posto se stesso come misura di tutte le cose. Non è che ogni cosa nell'attualità è contaminata dal nichilismo, dunque, ma tutta la nostra civiltà lo sarebbe, e da millenni! Ma che cos'è l'Essere? L'Essere di cui parlano Heidegger e Jaspers ha le caratteristiche del perièchon di Anassimandro, che abbraccia e circoscrive, che comprendendo contiene. Oppure è la fysis, che secondo Heidegger, è "ciò che sboccia da se stesso, cioè il dispiegarsi aprendosi, e in tale dispiegamento fare apparizione, il tenersi in questo apparire e dimorarvi, in breve, il dominare che sbocciando perdura". Come dice Heidegger, c'è nichilismo quando l'ente è considerato come il tutto, sicché dell'essere ne è nulla. Questa lettura del nichilismo è molto interessante, il nichilismo come smarrimento del senso dell'essere. A mio parere spiegherebbe molte cose, soprattutto trova echi nel mio sentire. Come scrive Galimberti: prendere coscienza dell'oblio dell'essere significa veder crollare quanto è stato costruito nella sua dimenticanza, Dio e mondo. Vivere nel tempo della povertà estrema significa pensare l'essere non come oggetto da dominare, ma come gratificante. Significa disporsi all'ascolto e riscoprire religione e senso. Non credo si possa fare tabula rasa del passato, ma lo si può superare recuperando la nostra vicinanza all'essere, che è come un ritorno a casa dopo aver percorso quei sentieri che disviano. E' tra questi sentieri, dove l'errare diventa "aberrante", che può trovarsi il sentiero che conduce nella vicinanza della terra perduta. |
09-11-2007, 09.22.23 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Nichilismo
A TheDruid: se ho richiamato l’attenzione sul significato storico del nichilismo è perché volevo liberare il termine da quell’alone emotivo in cui nel discorrere comune si trova annacquato mentre esso ha un valore preciso come tema filosofico della modernità.
Sì, c’è indubbiamente nella cultura moderna (non solo nella filosofia) il delinearsi di questo estremo radicalismo, cioè la tentazione di portare fino alla fine quella che Kore, attraverso le indicazioni di Galimberti, definisce smarrimento del senso dell’essere, ma è anche, io credo, la presunzione che solo in tal modo sia concesso di dominare il destino di cui siamo stati schiavi, considerare irreale tutto ciò che ha prodotto la storia – si tratti di religione scienza o filosofia – e rendere sgombro il campo per una nuova avventura. Così, c’è qualcosa in esso che sembra ripugnare alla natura dell’uomo e un vero nichilismo non si attua mai, tanto meno per un filosofo che, come Nietzsche, è un mirabile artefice di parole ed è in preda a un continuo sussulto, un abbrancarsi a ideali o istinti spezzati ma in qualche modo gratificanti, sogni irreprimibili di un eroismo che in altri momenti vorrebbe considerare ridicoli: in fondo un passato e un futuro….E in questo egli non rappresenta il filosofo del risentimento totale, del sorpassamento di tutti i valori, della mutazione della specie-uomo, ma un caso estremo di romanticismo, un patetico auto-esaltarsi della specie uomo: quella a cui ripugna essere nulla e che, costi quello che costi in fatto di coerenza, lotta per trovare, aforisma dopo aforisma, un’espressione degna del suo coraggio e forse saper ritrovare – anche senza il soccorso divino - quello che tu chiami l’eden perduto. Così, nonostante gli sforzi di un nichilista, la specie non muta e Dio trova ancora – come possiamo vedere - altri nemici ma anche altri credenti, e perfino se Cristo avesse gridato dalla croce, nel momento di esalare l’ultimo respiro “Dio non esiste”, ci sarebbe qualcuno che direbbe, proprio come davanti al povero Nietzsche: troppa sofferenza, è impazzito! Hai citato, Kore, il caso di Heidegger – ebbene proprio lui è la dimostrazione che l’uomo non sembra resistere alla logica del nichilismo, perché dopo la cosiddetta svolta, egli ha continuato sì ad essere nichilista nei riguardi degli enti, ma ha elevato all’Essere un monumento che non nasconde le stimmate di una arcaica divinità. Penso che dopo tutto è più prossimo al nichilismo il pensiero orientale, quel sognare il nulla come la benedizione piuttosto che come la maledizione dell’essere, cioè come ciò che veramente si brama, non come ciò che si deve subire. Eppure anche il nulla buddistico in certo modo si trasfigura assumendo le stimmate del paradiso. Dunque il vero nichilismo non c’è: del resto prova a leggere quanto appare in questo forum sotto il tema “Il paradiso non c’è ma siamo destinati alla felicità” e, se ti lasci convincere dai ragionamenti di Severino, il nichilismo ha proprio perso la partita, e noi siamo nell’eden anche se non lo sappiamo. Altrimenti, se chiedi di più, cioè se preferisci conoscere la verità piuttosto che trovare conforto nelle parole, accetta il nichilismo nella sua forma più radicale e insieme più semplice, cioè nel senso che tutti siamo destinati alla fine, uomini e stelle, e soltanto su questa certezza possiamo – se ne abbiamo la forza – trovare non un conforto che è solo ciarla o nostalgica debolezza, ma qualcosa che può assomigliare a quella catarsi che, a sentire Aristotele, i Greci sapevano conquistare dopo aver visto una tragedia di Eschilo o Sofocle. Forse una tragedia oggi non si può più scrivere, nell’imperversare di stragi che la cronaca giornalmente ci mostra, e la verità dovrebbe bastarci, cioè la conoscenza che tutto finisce, e che la morte è – come forse intendeva dire Heidegger - l’unica autentica redenzione. Dopo tutto, non siamo o non vogliamo imparare ad essere anche noi filosofi? [Per chi poi, come desidera TheDruid, sapere qual è la funzione del nichilismo, potrei ricordare che per Hegel il nulla è parte o meglio alimento dell’essere….anche se questo sembrerebbe intrigare la scienza che, impegnata a descrivere l’origine e la fine dell’universo, deve affrontare il crollo della sua logica; così come, però, anche la religione, che sembra aver avuto qualche sospetto verso quei mistici che, per incontrare Dio, rinunciano a definirlo e devono accettarlo, per così dire, nella sua nullità]. |
09-11-2007, 19.54.21 | #9 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: Nichilismo
Citazione:
Ma cambiando il punto di vista, tutto ciò che ha prodotto la storia si può comprendere e superare, non sgombrando il campo, ma rintracciando la via di casa. Citazione:
Questo mi interessa molto, non ho letto Heidegger e vorrei che tu mi spiegassi meglio questo punto. Citazione:
Secondo me ha ragione Galimberti quando spiega che il nichilismo si cela dietro l'idea di Dio, l'entissimo, e della scienza che non vede altro che gli enti. Era questa l'idea che mi aveva folgorato. In quest'ottica l'Essere scompare, o si cela, e diventa Nulla. Citazione:
Sì, scarto Severino e accetto il nichilismo in questo senso, anche perché, paradossalmente, mi fa stare bene. Ma mi lascio un piccolo margine di dubbio, poiché non so e non posso affermare che tutto finirà. Noi di sicuro finiremo, ma generalizzare la nostra fine ed estenderla a tutto l'universo mondo, creato o increato, mi sembra superbia anche questa. E' terribile per l'uomo sapere di morire, di estinguersi, mentre tutto il resto continuerà, in qualche modo, trasformandosi magari... Forse, dopotutto, preferisco mezzo nichilismo. |
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10-11-2007, 09.39.24 | #10 | |
φιλε&
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Riferimento: Nichilismo
Citazione:
Questo è vero solo se si accetta ciò che Heidegger - e solo Heidegger - intende per Metafisica, in realtà il nichilismo non è l'evoluzione coerente della metafisica ma si oppone ad essa in quanto forma epistemica |
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