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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
08-09-2007, 10.22.44 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
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Riferimento: l'uomo al di fuori della selezione naturale?
si, certamente LudovicoVan, te ne do atto.
l'intelligenza, qsta nostra qualità dipende da basi chimiche e genetiche. ma qllo ke volevo dire è ke essa poi s sviluppa in "plasticità" cn l'ambinete scoprendo "cose sempre nuove". ebbene qste conoscenza poi sono tramandate non dai geni...ma dal patrimonio culturale d conoscenze dell'uomo. Solo l'uomo puo' farlo a qsti livelli. xquesto qnd un bimbo nasce nn deve mai ricominciare da zero ma puo' servirsi del patrimonio culturale ereditato xcrescere piu' velocemente e raggiungere in breve lo status quo della conoscenza. ciao |
09-09-2007, 09.59.13 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: l'uomo al di fuori della selezione naturale?
Piuttosto che un inno all’intelligenza dell’uomo questo dibattito mi sembra evocare quello che ancora una volta si è sviluppato fra scienziati e chiesa cattolica a base di libri e controlibri che sembrano aver interessato l’opinione pubblica.
Certo, “The God delusion” – un bestseller da un milione di copie scritto da Richard Dawkins – “uno dei più brillanti divulgatori scientifici in circolazione ed esponente di punta dell’ateismo militante anglosassone” – come lo definisce Andrea Galli sull’Avvenire, ha portato in un vasto pubblico questo incontro-scontro religione-scienza, cioè la possibilità che gli scienziati possano o debbano ammettere la verità religiosa, come effettivamente qualcuno ha fatto. Sulla necessità di una scelta a favore di una scienza “dura e pura” Dawkins è intransigente e può dare l’impressione di essere un cieco materialista, facendosi criticare dai suoi stessi simpatizzanti (come dice il giornale della CEI) cioè da scienziati che come lui sono convinti della totale laicità della scienza ma sono forse più aperti a un confronto. Non tutti infatti, pur essendo dei veri scienziati, che riconoscono di non vedere nei loro esperimenti traccia di Dio, non sono così chiusi, come Dawkins, ai problemi di religione: chiusi e francamente oltraggiosi. Ci sono scienziati (forse proprio quelli più fedeli alle regole della scienza) che conducono la loro logica fin dove essa può giungere, arrestandosi al limite dell’imperscrutabile. Quasi ripetendo con Newton “Hypotheses non fingo”, senza disprezzo per chi ha scelto un altro cammino, ma lasciando piuttosto che le religioni (o meglio le religioni e la filosofia) proseguano per la loro strada. Una volta ho detto a chi si accaniva contro la religione (con un orgoglio eguale e contrario a quello dei religiosi) “perché volete impedire allo scienziato di salvarsi l’anima?” - ciò che ovviamente era una battuta o un ironico paradosso, mentre ora direi, davanti a questo tumultuoso contrapporsi all’Illusione di Dio della Risposta Cattolica di padre Crean, che lo scienziato ha il diritto di mantenersi fedele al suo compito, il che non significa che là dove la sua logica non può proseguire e sembra cedere il passo, sia evidente che questo comporti una resa alla fede di questa o quell’altra chiesa. Ma si accontenterebbe padre Crean di una soluzione, per esempio, evangelica senza il tramite della sua Chiesa? Ed ecco il punto cruciale: quale religione richiedere agli scienziati? Basterebbe la fede nell’esistenza di un Dio, o si pretenderebbe la fede in una specifica fede, con tanto di catechismo e magistero papale? Credo che qui siamo fuori dalle possibilità della storia e il cattolico dovrebbe veramente credere in un miracolo – quel miracolo in cui Dawkins non ha mai dato credito - per veder crollare, dopo la torre di Babele, la torre della Scienza, considerate le tante illusioni o delusioni patite almeno a partire dai casi Giordano Bruno, Galileo Galilei e Charles Darwin (troppo recente, questo, per dover ammettere di aver commesso, come negli altri casi, un errore). |
11-09-2007, 16.49.26 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
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Riferimento: l'uomo al di fuori della selezione naturale?
A causa della tecnologia stiamo disimparando tutto. Antiche tecniche, mestieri, stratagemmi per convivere con la natura sono ormai sepolti. Siamo nelle mani delle nostre macchine: se un giorno dovessero smettere di funzionare, l'uomo si estinguerebbe. Almeno quello occidentale se, nel frattempo, non avrà spinto tutto il pianeta a porsi nella mani della tecnica e, quindi, a disimparare.
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14-09-2007, 15.23.21 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: l'uomo al di fuori della selezione naturale?
Per quanto possa rallegrarci la convinzione, espressa da Spento e da altri interlocutori, che l’evoluzione umana è nelle mani dell’uomo, il quale può riprogrammarsi secondo i suoi ideali, il problema resta: a chi affidare la chiave per mettere in moto il programma? A un religioso? Un filosofo? Uno scienziato? E se la chiave cadesse nelle mani di uno stato canaglia o di un kamikaze convinto di essere a un passo dal paradiso? Certo potrebbe darsi che la chiave fosse affidata a un generale senza scrupoli moralistici, pronto ad arruolare armate di superuomini e giornalisti veramente embedded (tali da non costringere il suo presidente a piangere – come ha rivelato - sulla spalla di Dio…..) E tutto sommato penso che almeno per ora è meglio lasciar fare alla vecchia natura, con la speranza che invece di qualche zanzara tigre tiri fuori dal suo magico sacco un secondo Einstein o una seconda madre Teresa…..(Come vedete, non sono antireligioso, anche se preferirei che la chiesa – nel suo stesso interesse - non commettesse l’errore di opporsi alla scienza come ha fatto, per verità con scarso successo, all’epoca di Copernico e di Galileo).
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14-09-2007, 20.18.29 | #9 |
Ospite abituale
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Messaggi: 105
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Riferimento: l'uomo al di fuori della selezione naturale?
A chi affidare il destino dell'uomo? io sono per qualcosa di molto simile alla repubblica platonica..cmq..
Respingo la tesi secondo cui l'uomo si stia allontando dalla selezione naturale, e se lo dice un druido, perchè è una tesi abbastanza distorta. Mi spiego, quando si parla di uomo si parla di umanità, ovvero la capacità di relazionarsi con l'esterno in modo indiduale e soggettivante grazie alla memoria, unica cosa che c distingue dagli animali. Detto questo, l'uomo grazie alle sue capacità innate e latenti è in grado di evolvere(nn sempre questo termine deve significare progresso) la sua posizione nelle graduatorie naturali, e darwin se ne deve fare una ragione. Se da un canto potremmo avere paura che una situazione improvvisamente primitiva devasti l'umanità(ragazzi qualcuno parla di un imminente glaciazione!!!) dall'altro dobbiamo pensare che storicamente il regresso involutivo non è mai accaduto in nessuna specie vivente..non saremmo certo noi ad aver bisogno dei peli per proteggerci dal gelo...a meno che, grande madre natura non decida che l'evoluzione da noi compiuta non dico minacci lei stessa, ma stia diventando troppo invadente, e c possa punire in modo ferreo e rigido... Tutto è nelle nostre mani, chi ci può fermare è solo una grandissima forza benevola e creatrice anzichedetta natura... |
14-09-2007, 23.04.59 | #10 |
Ospite abituale
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Riferimento: l'uomo al di fuori della selezione naturale?
interessanti gli ultimi itnerventi ke mirano a riempire d contenuti socioali e morali la qstione...ma cmq qui scnd me s parlava solo della pura e semplice evoluzione biologica...
xqsto dicevo ke m pareva un topic scontato xcerti versi... |