Riferimento: l'uomo al di fuori della selezione naturale?
Beh, non gli diamo certo il benservito a Darwin, o meglio, certo gli diamo il ben servito cioè lo ringraziamo di averci consegnato una teoria d’importanza epocale: ma mi pare che tutti o quasi tutti i partecipanti di questo forum siano pronti ad affermare che il relativismo è sangue vivo per la scienza, anzi che nessuno, filosofo o scienziato, è in possesso della verità assoluta, anche se nell’euforia della scoperta lo crede. E che si sta dicendo qui? Proprio questo, cioè che anche una teoria d’importanza epocale può essere corretta – e in maniera profonda, visto che la protagonista di questa vicenda non è la natura fecondata dal caso ma quella piccola, tardiva parte della natura che è la specie-uomo alla sua terza edizione, fecondata dalla sua intelligenza.
Ammetterai che c’è una bella differenza se ad agire è il caso oppure una logica umana che coglie, utilizza, progetta e sogna non solo di poter dirigere uno sviluppo che sembrava basato su un cieco adattamento alla realtà, ma di poter costruire una nuova specie, cioè mutare il progetto naturale. E tuttavia è proprio qui il punto critico, perché progettare significa non solo conoscere ma stabilire degli obiettivi che non sembra siano stati discussi o che siano andati al di là di ipotetiche applicazioni terapeutiche - quindi eventualmente solo nei limiti di una finalità biologica - fuori da ogni considerazione morale, che porrebbe dei problemi che non si risolvono con strumenti scientifici e con la sicumera che sembra Venter abbia mostrato nell’assumersi esplicitamente il ruolo del Creatore (su cui probabilmente aveva ironizzato fino a ieri).
Ma è, io suppongo, l’intero sapere occidentale che viene chiamato a giustificarsi - non dai soli credenti o dai benpensanti ma da ognuno di noi - cioè quel sapere onnivoro che sembra porti l’avallo di Socrate e di Platone (“la virtù è insegnabile” afferma il Socrate del Protagora cioè il Socrate di Platone, che non si ricredette neppure quando, nei suoi viaggi in Sicilia, il suo tentativo di illuminare il tiranno fallì e rischiò egli stesso la vita).
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