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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
01-09-2007, 02.43.14 | #4 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 22-08-2007
Messaggi: 152
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Riferimento: Onnipotente è il desiderio
Citazione:
Per essere coerente dovresti dubitare del fatto che, una volta liberatosi dal bisogno di un essere superiore, l'uomo sarà degno di rispetto e di magnifica dignità... |
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01-09-2007, 08.17.26 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Onnipotente è il desiderio
Certo: il dubbio è il seme della filosofia e, se filosofia vuol dire scoperta della verità, è il seme della verità. Ma come può il dubbio sconfiggere il desiderio quando questo è desiderio di conoscere la verità, magari all’ultimo istante o nel momento stesso della nostra morte? E quale sarà: l’essere o il nulla?
Perché siamo certi che la verità ci sia e forse ci sfiora, anche se fino all’ultimo ci rimane il dubbio: è questo o quello? è etica o estetica? è materia o spirito? è satana o dio? Aut – aut, si chiedeva Kierkegaard quand’era in vena di filosofia prima di abbandonarsi alla fede, solo che noi siamo un po’ meno audaci o illuminati di lui, e ci basterebbe sentirne un fremito, un fiato, una sillaba, e questa non viene. “Chi sei?” sussurriamo all’ombra che ci sta al fianco, come Arjuna prima della battaglia finale dei Mahabharata - e l’ombra non ci risponde. “Eppure ci sei, so che ci sei, e sono forse io che non ho il coraggio di udire la tua risposta, verità assoluta!” |
01-09-2007, 11.29.27 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
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Riferimento: Onnipotente è il desiderio
Si l'uomo tende a credere a cio' che desidera.
la natura del desiderio forse è come spiega Renzananda... Einstein vedeva il riflesso d un ipotetico "Dio" nela capacità del'uomo a comprendere l'eleganza della realtà e nel fatto ke la stessa realtà fosse tale ai nostri occhi... Ma al di là del desiderio x necessità impellente (non voglio orire, voglio exere eterno...voglio ritrovare i miei cari..vglio ke la mia gloria sia xsempre, voglio vicnere le sciagure e le tragedie e riscattarmi da esse...ecc) il desiderio tipico dell'uomo è porsi sempre le domande circa l'assoluto, anelandolo è vero, ma cmq solo noi uomini risuciamo a farlo...e qsto trascendendo il "logos". Qsto potrebbe exere usato come indizio, x chi ha fede, che cmq un riflesso divino o trascendente sia in noi...a immagine e somiglianza d chi c ha creati. |
06-09-2007, 14.37.39 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Onnipotente è il desiderio
Sì, è vero, e lo provo in me stesso che, se non sono anti-religioso, sono però dichiaratamente agnostico – tutte le religioni si equivalgono nel volere un Dio secondo le loro brame, col che distruggono ipso-facto quell’assolutezza che al principio del catechismo gli attribuiscono. Lo provo in me stesso perché, dopo aver conquistato questa posizione laica, estranea a ogni settarismo religioso, dopo aver vissuto un’esperienza che, partita dalla Grecia, si è estesa al romanticismo e allo storicismo nel senso più pieno, non ho potuto alla fine che affrontare una volta ancora lo spettro divino – cioè quello che è il nucleo delle religioni (anche di quelle che, come il buddismo, si dice che religioni non siano). Per questo in ogni intervento, risposta o formulazione di quello che penso – anche nei limiti di questo Forum - questo problema o questo mistero mi è sempre vicino, tanto che gli interlocutori non sanno da che verso prendermi, e alcuni mi approvano per l’evidente laicismo, altri cercano di salvarmi l’anima….Una situazione da cui mi salvo alla fine con l’ironia.
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06-09-2007, 15.29.39 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Riferimento: Onnipotente è il desiderio
Citazione:
L’idea di Dio, e del soprannaturale in genere, non è istituita dal desiderio, bensì dal timore, dalla paura, dal terrore. L’imperversare degli elementi naturali e l’ignoranza in ordine alla loro fonte germinale hanno istituito nell’animo dell’uomo l’immagine del trascendente. La cultura primordiale non si rivolgeva ad un Dio della consolazione, della pacificazione, della soddisfazione e dell’appagamento di desideri umani, bensì ad una divinità – pur nel suo poliformismo - terrifica. L’area del sacro, inviolabile e non profanabile, il cui etimo richiama proprio la separatezza (sacer è ciò che appartiene a Dio, non all’uomo), riservata per l’appunto alla divinità, era preservata dal rito e ripristinata dal sacrificio. Il rito necessario per entrare in contatto con questa forza terrifica era prerogativa di caste sacerdotali, prevalentemente chiuse ed elitarie, il cui compito prioritario era proprio quello di preservare questa separatezza, poiché le terrifiche forze della divinità non fosse profanata da sguardi volgari. Così fu per il Sancta Sanctorum, impenetrabile per chiunque tranne che per il sacerdote ad esso preposto. La profanazione di quest’area comportava l’inevitabile ed improcrastinabile ripristino dell’equilibrio originariamente garantito dal rito, pena l’abbattersi sulla comunità della furia del Dio dileggiato ed offeso; ciò avveniva attraverso il sacrificio rituale. Il pensiero di Dio, nella cultura primordiale, ma se ben osservi, tranne qualche eclatante infelice esempio, neppure in quella odierna, non è la paga attesa dal desiderio, è piuttosto la necessità imposta dal e al sentimento comune all’uomo di essere ospite in un luogo inospitale. Ciao |
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06-09-2007, 16.31.38 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-05-2007
Messaggi: 189
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Riferimento: Onnipotente è il desiderio
Citazione:
ehehehe si si t capisco... in effetti ank'io cme piu' volte ribadito, xmotivi strettamente di sicurezza logica, nn posso nn essere agnostico. |
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06-09-2007, 16.59.15 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
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Riferimento: Onnipotente è il desiderio
Anche io, pur non desiderandolo, sono profondamente ateo.
Ma una società atea non ha speranza, non ha scampo. Se le civiltà hanno sempre prodotto una religione, un motivo ci sarà. Noi siamo riusciti nell'impresa di costruire una società atea o, per lo meno, incredula. Lo abbiamo fatto grazie (per colpa?) dell'illuminismo e della ribellione che ha portato ai dogmi dei teologi cristiani o islamici, delle credenze e delle superstizioni di tutte le risme. Ma in quei dogmi, in quelle credenze, in quelle regole era custodito la saggezza della specie umana che ne garantiva la sopravvivenza. Ora l'uomo, senza quelle regole che segnavano i limiti che era bene non oltrepassare, ha distrutto tutti gli argini e, come un molok impazzito, comincia a mangiare sè stesso... |