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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
17-12-2007, 11.17.11 | #3 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: i metodi della filosofia
Citazione:
Non intendo i metodi delle sperimentabili scienze della natura (nomotetiche), “falsificabili” secondo la distinzione popperiana. Bensì i (“metodi” ?) delle scienze dello spirito (idiografiche) non falsificabili, che si fondano su interpretazione e intuizione, più che su spiegazioni dimostrative di tipo scientifico. “Metodi “ intesi anche per altre discipline, come pedagogia, metodi didattici, metodi educativi, ecc. Per la filosofia riterrei opportuni quelli delle teorie argomentative, e della comunicazione che ho varie volte qui riportate. Metodi, se si può dire, dell'arte della parola. Non è solo una mia opinione che la “metafisica” , già negli indirizzi della filosofia del '900, sia superata. Sempre che s'intenda il saper filosofare di chi si propone di argomentare in modo corretto per produrre e rielaborare idee. E' tempo dei filosofi analitici e teoretici, più che di “continentali” e storicistici. Con ciò non intendo dire che accenni storici e letture dirette dei classici non siano utili, e anche accenni alla metafisica per comprenderne le differenze di obiettivi. |
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17-12-2007, 14.56.11 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-11-2007
Messaggi: 192
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Riferimento: i metodi della filosofia
Siamo sulla stessa lunghezza d'onda, più o meno sui temi dell'altro argomento sulla cultura di massa.
Non ripeto ciò che ho scritto dapprima, purtroppo oggi viviamo con una mentalità talmente abituata al "si deve fare tutto ciò che si può fare", alla quale nessuno sfugge totalmente. Perciò o non ci si ferma più e si alza quello standard quantitativo della cultura (o pseudo-cultura) oggettivata, tanto che non arriviamo più a un controllo di tutto ciò che accade intorno e siamo conseguente preda di ansie e angoscie, oppure si pensa ancora con l'ingenuità di etiche superate, quali possono essere quella dell'intenzionalità (di stampo direi kantiano-cristiano) e della responsabilità (il saper prevedere gli effetti di una azione, di stampo weberiano). Ma cosa si pretende di insegnare se si resta ancorati a visioni o totalmente meccanicizzate oppure evidentemente superate? Quando si prenderà coscienza che il tipo di mentalità che prevede l'apparire mediatico e l'efficenza produttiva come modelli di riferimento è per noi la fine dell'individuo umano e delle sue qualità più pregnanti? L'educazione segue vie pericolose, e gli intellettuali che sostengono un certo modo di pensare (ma non risparmio gli ambienti religiosi) devono capire che in questo modo sono i primi responsabili di quegli slittamenti di senso, per cui oggi vediamo ancora che chi ha come modello (perchè èl'unico che i mass media propongono in termini di successo) i belli ignoranti dai soldi facili con un bel fisico (per carità beati loro) non riesce poi ad accettarsi se non ce la fa a corrispondere a quel modello. Siccome il modello è solo quello, allorapensa di aver fallito come persona, e allora poi via con l'anoressia, l'esibizionismo (che lungi dall'essere sincerità è sinonimo di spudoratezza in vista di una accettazione che il singolo non riesce altrimenti a trovare) e droghe varie. La filosofia ha ancora molto da dire se i suoi metodi riescono ad accrescere la consapevolezza che noi siamo molto di più che creduloni benpensanti e fenomeni da baraccone televisivi. Perchè tutto ciò che la ricerca può dare, se vi si penetrano i sentieri luminosi, è qualcosa che nessuna effimera soddisfazione dell'apparire può mai immaginare. Mi auguro che quei pochi intellettuali che ancora sostengono la voce dell'autenticità esistenziale non si esauriscano, altrimenti questi argomenti in futuro, saranno dimenticati o addirittura mai esistiti, e in fondo cosa producono materialmente? Nulla, e se nulla produce, nulla esiste. |
18-12-2007, 10.42.08 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: i metodi della filosofia
Citazione:
Caro Dasein, in realtà il presente tema è una risposta al tuo precedente post in “cultura di massa”, dove notavo qualche perplessità su cosa intendevo dire. Ho voluto renderlo accessibile anche ad altri eventualmente interessati. Il punto focale è quale efficacia possono avere le voci controcorrente degli intellettuali, tra l'altro poco visibili quali ospiti di programmi televisivi, per le ragioni che sappiamo. Rimangono voci inascoltate e fraintese, se non da chi la pensa già come loro e può sintonizzarsi su ciò che dicono. La filosofia e la religione nelle piazze ,spesso affollate, sono un' altro fenomeno di massa , promosso dall' industria culturale e dalla propaganda ecclesiastica, disconfermato dall'unico libro all'anno letto dalla maggioranza degli italiani, e dalle chiese vuote. Come ti dicevo, senza il supporto educativo e quale modelli da prendere ad esempio , sono ineludibili Scuola e famiglia. Ma la Scuola italiana è attualmente al livello di quella del Mali, come recentemente notò Citati, e la famiglia abbisognerebbe di urgenti corsi su come essere genitori. Rimedi impossibili perchè il proposito di premiare la professionalità degl' insegnanti anche tramite verifiche, ha più volte fallito, naufragata negli scioperi. In quanto alle famiglie,tutti sono convinti di essere già genitori modelli, che agiscono per il futuro “successo” dei loro figli. Il discorso sarebbe lungo, per un'analisi più esauriente, ma il nocciolo della questione è questo. |
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