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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
24-07-2007, 21.43.53 | #5 | |||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: solipsismo
Citazione:
- “Noi creiamo il mondo che percepiamo, non perché non esiste realtà fuori dalla nostra mente, ma perché scegliamo e modifichiamo la realtà che vediamo in modo che si adegui alle nostre convinzioni sul mondo in cui viviamo. Si tratta di una funzione necessaria al nostro adattamento e alla nostra sopravvivenza” - Potrei contestare a Bateson l’affermazione che “Si tratta di una funzione necessaria al nostro adattamento e alla nostra sopravvivenza” perché non la condivido, ma sarebbe fuori 3d. Comunque pare che sia proprio così il modo nel quale funzioniamo. Modelliamo ed inventiamo la realtà del mondo compreso i 6 miliardi di esseri umani che lo abitano. Sulle osservazioni direi che la 1 Citazione:
È vera per quelli che sanno che esistono altri individui dotati di coscienza come sè ...... e non sono molti. Sull’osservazione 2 Citazione:
Direi che la realtà che ci creiamo risulta falsa non perché è diversa dagli altri 6 miliardi di realtà, ma perché è diversa dall’unica realtà che fa da base comune alla nostra esistenza, parlo ovviamente del mondo fisico e di tutto quello che in esso è contenuto, che risplende, nonostante la nostra opera di deformazione. |
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25-07-2007, 12.58.58 | #6 | ||
Ospite
Data registrazione: 24-07-2007
Messaggi: 4
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Riferimento: solipsismo
Citazione:
Citazione:
Grazie anche a te per l'intervento |
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25-07-2007, 20.14.37 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: solipsismo
Citazione:
Sulle osservazioni 1. Non si può accettare la sola propria esistenza sapendo che esistono altri individui dotati di coscienza come sè. direi che la 1 è vera per quelli che sanno che esistono altri individui dotati di coscienza come sè ...... e non sono molti. Un po’ laconicamente stavo asserendo che sembrano ben poche le persone che si sono accorte che non sono solo loro dotate di coscienza, ma che anche gli altri possiedono la loro stessa coscienza. |
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26-07-2007, 23.00.49 | #8 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 11-06-2006
Messaggi: 114
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Riferimento: solipsismo
Citazione:
Ne consegue che: 1- Si può accettare la sola propria esistenza sapendo che le coscienze altrui sono pur sempre una propria creazione. 2- La realtà che ci creiamo risulta "vera", in quanto quella degli altri sei miliardi di persone è pur sempre una propria creazione. |
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28-07-2007, 10.55.28 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: solipsismo
Solipsismo
Forse perché siamo d’estate e i colpi di sole sono possibili, ma mi sembra di poter risolvere il problema del solipsismo con un confronto fra uomini e donne. Un paradosso? O un apologo buono per una religione avvenire? Comincio dal principio. Che cosa viene prima: la coscienza di sé o quella degli altri? Credo che chiunque riesca a sprofondare nei suoi primordi si renda conto che non ricorda nulla, e forse era solo sangue e respiro in attesa di ciò che potrà divenire….Ma presto, si dice, siamo in rapporto con gli altri e con essi maturiamo voce e pensiero, seppure la psicanalisi - che nonostante qualche protesta ha studiato di preferenza il bambino maschio - potrà dimostrare ch’egli non esce dal proprio ego e dal piacere che gli è connesso tanto che, nonostante genitori e maestri, il solipsismo rimarrà una sua caratteristica per tutta la vita, fino a non riconoscere più se chi si ha di fronte è un individuo reale, si imbracceranno le armi e ci si darà al terrorismo oppure, per chi è vittima del super-ego ed è destinato alla filosofia, riconoscendo che la sua coscienza (maschile) costituisce l’essenza dell’io e non si può uscirne - poiché qualunque tentativo troverebbe la porta sbarrata – si farà un vanto di saper ragionare… Perché qui parliamo di noi filosofi: e ricordate l’osservazione di quella frequentatrice di forum che lamentava:. “perché i filosofi sono tutti maschi?” E se una sensazione di assurdità può coglierci pensando di essere davvero soli, se proviamo per un momento l’orrore di essere sospesi sopra un abisso con l’incubo che nessuno possa sentire il nostro appello e venirci in aiuto - nemmeno Dio, che potrebbe aver creato il solipsismo come dannazione infernale senza pensare che l’uomo se ne potesse fare una gloria – , se neppure allora rinunciamo ad abbarbicarci al nostro solitario pensiero….ebbene, il maschio è così: conoscete una donna che veramente creda di essere sola? E non solo una donna buona, perché è proprio la donna cattiva quella che riserba un odio insanabile verso qualcuno che si trova nel mondo. Forse è proprio questa la ragione per cui la filosofia è cosa da uomini e le donne non sanno o non osano essere sole, nel bene e nel male non conoscono il solipsismo. E allora la soluzione, per un filosofo maschio, potrebbe essere proprio quella di farsi in qualche modo donna, di fare quello che la donna sa fare mostrando, in un modo addirittura animale, che qualcuno, e non solo un’idea, è nato da lei….Ma questa forse non è più che una sciocca metafora, e il filosofo potrebbe pretendere convincimenti più alti di un esempio corporeo e in fondo banale: no, per uscire davvero dal solipsismo – questa antropica malattia – non c’è che dare addio al proprio pensiero e salire oltre di esso: a quel mondo etico di cui l’eroe non è uomo ma donna – forse quell’Antigone tragica, per cui non vale né potere né genio, ma una pietà che comanda di fare o non fare, in cui l’abilità della donna è superiore a quella di tecnici e costruttori di imperi. Un’abilità sulla quale – chi sa quando e come – potrà forse essere fondata una religione – meno maschilista - nell’avvenire. (Ho inserito questo post sotto il tema del solipsismo, ma potrebbe essere adatto, con i dovuti ritocchi, a quello intitolato: “perché l’uomo è cattivo?” o addirittura a quello, che a Aegritudo non sfugge, della tragedia greca). |