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28-06-2007, 14.55.24 | #34 | ||||||
Utente assente
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
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Riferimento: paradosso
Citazione:
Ti avevo già invitato una volta ad informarti su Eraclìto, ma immagino che tu non l'abbia fatto. Sei e rimani ancorato ad Aristotele, quando non capisci che il problema di base è un altro. La vità in sé è infatti frutto di un qualcosa di illogico, non ha senso - in caso tu non l'avessi ancora compreso. Ma cosa diceva comunque sto tale? Diceva che la legge divina universale consiste nell'unità degli opposti, cioè che ogni cosa è strettamente legata al suo opposto e non può esistere senza di esso. Il collegamento: ciò che è intero, è anche non-intero; ciò che si unisce, si divide; ciò che è armonico, stona; e dal tutto è solo uno e da un'unica cosa è tutto. (Eraclìto B 10) Loro non comprendono, come ciò si unisce, mentre si divide: L'armonia in tensione, come con l'arco e la corda. (Eraclìto b 51) Senso? Gli uomini non possono vedere l'unità degli opposti, loro dividono continuamente questa unità e così facendo distruggono e rovinano la vita. Dio invece essendo collegato al concetto "vita", a ciò che vive ed esiste, a ciò che "è" (cfr. ad esempio Esodo 3:14, oppure Eraclìto B 32), ha come caratteristica base l'unità degli opposti. Dio è dunque contradditorio? Beh... la vita in sé lo è. E Dio è vita. Di conseguenza Dio è in sé sì contradditorio, ma cosa che noi non vediamo è l'unità che ci sta dietro a questa contraddizione. Dio è giorno e notte, inverno ed estate, guerra e pace, sazietà e fame. Egli muta, come il fuoco... (Eraclìto B 67) Ma è e rimane invariato, anche se muta; è e rimane uno, anche se allo stesso tempo è tutto, perché il tutto è alla fin fine un'unica cosa. Prima di voler parlare di qualsiasi paradosso, bisognerebbe risolvere il paradosso della VITA. Se prima non si fa questo, non si può pretendere di risolvere il resto. E se non si può risolvere il paradosso della vita, è inutile soffermarsi sul resto. La vita da dove arriva? Citazione:
Paolo di Tarso esprime (che sia poi quanto anch'io credo è tutto da vedere) il tutto in altro modo, al di là dei Testi Sacri, dei profeti, o altro ancora: Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; 7 ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria 8 e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9 Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». 10 A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio. 12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; 13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. 14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. (1 Corinzi 2:6-14) Ma dunque come fare? Citazione:
Come fare a seguire il consiglio di Paolo stesso? Esaminate ogni cosa, e ritenete il bene. (1 Tess. 5:21) Tramite lo Spirito di Dio. Ma come fare a capire se lo Spirito è buono o no, se proviene veramente da Dio o meno? L'amore* è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Non amiamoci a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità. Da questo conosceremo che siamo della verità. Lo Spirito è la verità. (1 Giovanni 4:7-8; 3:18-19; 5:6; * L'amore non è razionale...) E... Dio è spirito, e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità. (Gesù in Giovanni 4:24) Così stanno le cose a livello cristiano. La lettera uccide, ma lo Spirito vivifica. (Paolo in 2 Corinzi 3:6) Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo... Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche giudati dallo Spirito. (Paolo in Galati 5:22.25) È lo Spirito di Dio che ti permette di distunguere cosa è buono da cosa non lo è. Per quanto riguarda la scelta tra le varie religioni, Gandhi diceva a riguardo che ognuno può restare dov'è, perché la base la si trova ovunque, cioè che la Verità è Dio e Dio è Amore, e che la non-violenza è il modo di procedere. Citazione:
(Noterai che alla fin fine la questione se Dio è Onnipotente o meno è irrilevante o secondaria per un credente). Citazione:
Ma conosci l'Islam e il Corano? Se fossi musulmano, rimarrei a dir poco stupito dal tuo modo di vedere tale religione. Non che la Nona Sura non crei alcune perplessità, ma anche nel Corano e nell'Islam possiamo trovare un Dio misericordioso e compassionevole (che sono poi le parole introduttive di tutte le sure del Corano, tranne appunto la nona). A-salaam aleikum. Citazione:
Ma no. Io direi che queste sono le conseguenze di chi argomenta senza aver bene compreso in cosa consiste l'unità degli opposti, che rappresenta la natura stessa di Dio. Non che sia semplice da comprendere... ma credo che sono già assai O.T., per permettermi di continuare a parlarne. |
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28-06-2007, 15.21.10 | #35 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-05-2007
Messaggi: 268
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Riferimento: paradosso
Citazione:
Soluzione semplice ed indolore... ...ma come la mettiamo sul fatto che la nostra mente non è assolutamente in grado di concepire tale dimensione dell'esistenza?Il solo averci pensato è già dimostrazione del fatto che la nostra mente possa ragionare su tali problemi. Basta mettersi a tavolino e avere voglia di ragionare... |
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28-06-2007, 15.56.59 | #36 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
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Riferimento: paradosso
Citazione:
Non l’ho fatto perché lo feci già una ventina d’anni fa (ero un pischelletto)… e comunque se fossi in te più che Eraclito mi avrei invitato a dare un’occhiata al taoismo che prima di Eraclito…..se proprio vogliamo essere precisi. So benissimo cosa intendi e adesso ti dirò qualcosa che ti sorprenderà… SONO D’ACCORDO ! Cioè ritengo anche io che l’esistenza ultima sia in realtà un equilibrio di opposti complementari ! (leggi la mia firma). Tuttavia ritengo che tale assunto esuli e vada oltre la ragione e la comprensione umana. Ma siccome si sta indagando un paradosso con la medesima, allora è con essa e con le sue regole che occorre giocare. Dire che dobbiamo trascendere la ragione in questo ambito significa mettere fine al dialogo, cioè chiudere il 3d. Difatti se assumiamo che la ragione va trascesa e con essa il suo cardine, ovvero il principio di non contraddizione, allora il linguaggio che utilizziamo è inadatto ad esprimere ogni concetto riguardante la Verità, così come dicono buddisti e taosti, ergo andiamo tutti a prenderci un caffè o, ancora meglio, a meditare. Inoltre anche tu sei legato ad Aristotele altrimenti tutti i tuoi ragionamenti non hanno alcun senso….non credo io debba spiegarti il perché. Se invece vogliamo discutere e ragionare, al principio di non contraddizione dobbiamo sottostare (rima baciata ) Sorvolo su tutto il resto perché tanto è inutile, giacchè anche il concetto di amore, se accettiamo un Dio contraddittorio e lontano da noi stessi e dalla nostra mente, può voler dire tutto e il suo contrario… non se ne esce, se abbandoniamo li principio di non contraddizione non possiamo dire nulla. Saluti Andrea |
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28-06-2007, 17.02.08 | #37 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-08-2006
Messaggi: 127
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Riferimento: paradosso
Citazione:
E' proprio così!Io,almeno,sto cercando di dire questo. La soluzione che ho proposto,e che altri stanno proponendo,in ultima battuta conduce a questo;del Tao,in effetti,si dice che non può esser detto;questo non significa,però,che nulla del Tao possa esser detto,ma che,mettiamola così,la verità più profonda -che poi è quella di cui Elijah sta parlando- non può essere solo capita,ma deve essere intuita,compresa e vissuta. E qui c'è veramente -non è solo gusto per le contrapposizioni- un'incomprensione fondamentale fra due modi di "conoscere",cioè quello analitico e quello sintetico,e fra due mentalità,quella che chiamiamo occidentale e quella che chiamiamo orientale -sto tagliando a fette il problema,è chiaro che personaggi come Eraclito,Paolo,Eckhart,ecc.. non sono riducibili al tipo occidentale così come l'ho tratteggiato-. Mi rendo conto,del resto,che esistono altri modi di affrontare il paradosso. Il più "razionale" di questi è stato espresso,a mio avviso,da Epicurus -come da altri,mi è solo rimasta impressa la sua formulazione- ,il quale sostiene che o non esiste un dio onnipotente,o è il concetto di onnipotenza ad essere problematico ed a necessitare di ripensamento. Sono d'accordo con queste conclusioni,il problema per me è che il concetto di onnipotenza quello è,e problematico e contraddittorio resta. Del resto,si giunge a questa conclusione proprio da un punto di vista analitico:l'onnipotenza è potenza piena,non sono ammessi sconti e sconticini. Il concetto implica una contraddizione?E contraddizione sia! |
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29-06-2007, 08.57.39 | #38 |
Ospite
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Riferimento: paradosso
Dio crea la pietra che non può sollevare.
Dio solleva la pietra che non può sollevare. Dove sta il problema? Vi ricordo che sollevare la pietra è una questione di gravità e di fisica, cose completamente nelle mani di Dio tanto quanto tutta la materia, tanto quanto il tempo, tanto quanto le anime ecc.... Da Dio nasce tutto e tutto torna a Dio, alfa e omega, l'inizio e la fine. Quindi noi siamo nel bel mezzo di Dio. Se la realtà è Dio stesso, non vedo perchè debba essere forzatamente limitato da se stesso, quando può cambiare se stesso. Non vedo paradossi visto che tutto è relativo a Dio stesso e che i sofismi grammaticali non contano nella realtà delle cose Volete un esempio? Dio genera una pietra che risulta impossibile da sollevare a Dio stesso. Almeno finchè c'è gravità... è la gravità che influisce sui corpi e ne genera il peso. Scomparsa la gravità la pietra diviene sollevabile Le 2 affermazioni sono valide contemporaneamente per un'entità onnipossente ed onnisciente. Ma sono valide anche senza "trucchi", visto che la logica è un'invenzione umana, non è parte della caotica trama del tessuto dell'universo... La logica non può sezionare ciò che non può afferrare completamente. un abbraccio |
29-06-2007, 12.49.21 | #39 |
Moderatore
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Riferimento: paradosso
In riferimento alla mia "conversione" avvenuta nel topic sulla verita` e la filosofia, vorrei applicare la mia nuova posizione a questo ambito...
In quel mio intervento scrissi che ci sono due lavori importanti: creare una logica e vedere se questa e` adeguata ai nostri scopi. La domanda potrebbe quindi essere: "e` la logica classica adeguata a descrivere dio?". E` ovvio che prima di poter solo prendere in considerazione questa domanda, dobbiamo sapere cosa intendiamo con la parola "dio". Se la intendiamo, come alcuni qui, che si riferisca ad un ente assolutamente inconoscibile, allora la domanda non ha neppure senso. D'altra parte dire che la parola "dio" si riferisce a "ente assolutamente inconoscibile" e identico a riconoscere che la parola "dio" non ha un significato. Un'altra possibilita` (queste possibilita` sono tutte ugualmente legittime: non e` che si sbaglia a definire "dio", perche` appunto tale definizione e` arbitraria) potrebbe essere quella di identificare la parola "dio" con quell'ente che soddisfa le caratteristiche usuali del dio della tradizione occidentale (onnipotenza, onniscienza, etc.....). In questo caso, allora, dobbiamo prima di tutto cercar di capire cosa vogliamo dire quando affermiamo queste proprieta`. I casi sono ancora due: o diciamo che sono proprieta` inconoscibile e allora si ricade nel punto discusso sopra, oppure si inizia a spiegare effettivamente cosa intendiamo quando diciamo (per esempio) "onnipotente". Quindi la mia domanda ora e`: "cosa intendiamo quando diciamo che x e` onnipotente?". Quando si risponde a queste due domande, si puo` cercare di capire che tipo di logica e` possibile per descrivere (anche in modo parziale) cio` che chiamiamo "dio", e quindi di capire se dio puo` creare una pietra insollevabile... |
29-06-2007, 13.56.23 | #40 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-05-2007
Messaggi: 61
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Riferimento: paradosso
Sinceramente il quesito mi sembra un po' ozioso,di stampo quasi medievale...
Comunque Dio ha scelto di rinunciare a esercitare la propria onnipotenza nel momento in cui Si è manifestato nella molteplicità dialettica dell'esistente,e quindi in questo senso non può sollevare nemmeno il più piccolo e leggero dei sassolini:cosa che infatti non fa. Il che non toglie che se volesse potrebbe fare qualsiaisi cosa,anche dissolvere tutto l'universo in un'istante. Se non si distingue,in Dio,la trascendenza al di là della creazione e l'immanenza in essa - il Suo essere,per dirla con Hegel,'identità della identità e della non-identità' - si va incontro a una serie infinita di paradossi che non conducono da nessuna parte. |