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03-01-2007, 23.59.16 | #53 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Citazione:
Siamo arrivati a questo punto anche per il drammatico distacco dalla natura, che, anno dopo anno, andiamo rafforzando. Persino la chiesa non accetta che siamo passeggeri in transito su questo Pianeta. La Natura ha leggi e strategie che noi abbiamo aggirato. E la collera che si riversa su di noi è grande. Se ci fosse vera spiritualità, non manterremmo in vita involucri di materia lasciando morire chi poteva essere salvato. Abbiamo smarrito il rispetto della vita in tutte le sue forme ed espressioni. Solo chi non è libero veramente non può concedere la libertà ad un altro. Posso accettare che una donna abortisca se lo vuole, perchè accetto la mia libertà di non farlo. Libertà non imposizione. Non siamo abbastanza civili ed evoluti per lasciare l'individuo libero. Forse un giorno, se riusciremo a sopravvivere alla distruzione del Pianeta, gli uomini non avranno più bisogno di nessuna legge, perchè ciascun individuo sentirà che la propria libertà finisce quando comincia quello dell'altro. Mary |
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04-01-2007, 11.41.28 | #54 | |
Rudello
Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Citazione:
Al di là degli altri concetti del tuo intervento, che potremo discutere con calma, questo che ho quotato, sul concetto di libertà, mi sembra oltremodo emblematico. Libertà ad una donna di abortire negando ad un uomo il diritto di nascere? E' vero, non siamo né abbastanza civili, né abbastanza evoluti |
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04-01-2007, 18.00.32 | #55 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Citazione:
Anche qui dipenderà dalle situazioni, no Rudello? Perchè non proviamo, come suggerisce nei suoi post, Mery ad accettare la nostra libertà, ma anche quella altrui? O dobbiamo sempre pontificare, perchè ci crediamo i MIGLIORI? Riporto una frase di una altra cultura, che mi è venuta (senza offesa Rudello eh?) che mi sembra appropriata: "Monaci, come un asino che vada dietro a una mandria di bovini pensando: «Anch'io sono una mucca! Anch'io sono una mucca!», anche se Il suo colore non è quello di una mucca, la sua voce non è quella di una mucca, il suo zoccolo non è quello di una mucca, ma tuttavia continua a seguire la mandria credendo d'essere una mucca, così è la persona che vada dietro alla comunità dei praticanti pensando: «Anch'io sono un praticante», senza aspirare a un principio etico superiore, senza tenere sotto controllo la mente, senza coltivare la saggezza che viene dall'introspezione e tuttavia credendo di essere un praticante." (Anguttara Nikaya III, 81) |
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04-01-2007, 21.42.47 | #56 | |
Rudello
Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Citazione:
Confesserò che mi mette abbastanza in crisi, amica mia (offesa?... e di che?... siamo adulti e speriamo anche ragionevoli!) questo tuo intervento. Nella prima, come nella seconda parte. Cominciamo da quest'ultima. Molti anni fa, a Napoli girava una favoletta con relativa morale circa un cesto di arance (“’na sporta ‘e purtualle”) caduta dal carro e rovesciatasi nel tombino in una fogna. I frutti dorati, per farsi coraggio nel buio e nella puzza, andando verso il mare cantavano forte “noi siamo le bionde arance!... noi siamo le dolci arance!...” . Una cacca, in mezzo a loro, apprezzò il canto e si unì al coro; anche lei intonò “noi siamo le bionde arance!... noi siamo le dolci arance!.... Ma giunti allo sbocco della cloaca, al mare, fu immediatamente riconosciuta ed opportunamente redarguita: “Statte zitta tu, m****a!...” Come vedi, se il senso l’ho capito bene, non occorre scomodare lontane saggezze, per dire cose semplici. Le conosciamo anche noi del popolino di qui! Più sconcertante è invece la prima parte del tuo discorso, e meno comprensibile. Per me. Cosa intendi tu, e l’amica Mary nei suoi suggerimenti, con: «accettare la nostra libertà, ma anche quella degli altri?»… Mi è del tutto incomprensibile!... gli altri chi?... se intendi “di tutti gli altri”, mi trovi assolutamente d’accordo!... se intendi invece “di alcuni altri che dico io”, dovresti essere così cortese da dirmi chi sono i privilegiati e quali gli esclusi!... in modo che possa saperlo anch’io! Perché, per me, un “altro” è uguale ad “ogni altro”, e non mi importa se voti o come voti, se produca o meno, se sappia difendersi o solo buscarle, se possa strillare o no, se sia un esperto nello sciopero della fame, una buona forchetta o un abulemico!... per voi invece… non lo so! Vedo che hai quotato la mia alzata di scudo in difesa dell’embrione, per cui immagino tu voglia riferirti a quello in particolare. Ebbene si, per me anche l’embrione, da quando è diventato una cellula completa di tutto il suo patrimonio di geni è un “altro”. Identicamente a me, a te, ed a tutti quanti quelli dei quali voglio difendere la libertà. Sul “testamento biologico” in questo periodo se ne sta discutendo molto, e non è certo una soluzione perfetta, ma è già un grosso passo avanti. Se mi consegni la volontà scritta dall’embrione, del feto, del ragazzino, del signore o del vecchio di voler rinunciare alla propria vita avrò qualcosa da recriminare, ma non me la sentirò di oppormi. Ma se questa volontà pretendi di esprimerla tu per lui… scusami cara, ma non mi sta proprio bene! La legge te lo consente?... se ne fai una questione di legge ritiro educatamente i remi in barca. Anche ammazzare un ebreo per strada, come ammazzare un cane, una volta era permesso e sollecitato dalla legge… ed allora, come la mettiamo? Riconosciamo solo le leggi che piacciono a noi? Anche questo è un sistema, e si può adottare. Ma di libertà, in questo caso, è sconcio il parlarne! Grazie, spero che vorrai perdonare il mio poco acume e misericordiosamente spiegarmi ancora. Ogni simpatia. Ciao alla prossima! |
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04-01-2007, 22.16.45 | #57 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Citazione:
C'è un piccolo dettaglio che tendiamo un po' tutti a sottovalutare: noi siamo solo una infinitesima parte del tutto. Se quell'uomo non nascerà è perchè non intedeva nascere, quando è entrato in quell'embrione lo sapeva già che non sarebbe nato. Ma la donna vive una esperienza dura, durissima che nessuno può e deve giudicare Tra un aborto spontaneo ed un aborto volontario non vedo alcuna differenza spirituale. Le donne non SCELGONO di abortire volontariamente tanto per provare una ebrezza, una esperienza diversa, un capriccio. Una donna che abortisce si porta dietro un trauma incomprensibile per gli uomini. Già è traumatizzante un aborto spontaneo (io l'ho vissuto) non lo augurerei al mio peggior nemico. Non oso pensare ad uno volontario. Ciascun essere umano si porta il proprio dramma, piccolo o grande che sia. Chi siamo noi per giudicare, impedire, controllare, condannare? La vita e la morte non sono di proprietà di nessuno. Se a malapena abbiamo una fuggevole consapevolezza della nostra vita come possiamo arrogarci il diritto di manipolare quella degli altri? E questo vale anche per la morte. Quando si muore si è soli, anche in mezzo alla folla si è sempre soli. Per questo non trovo giusto nè la pena di morte nè il divieto dell'eutanasia attiva o passiva che sia. Occorrono leggi perchè siamo incivili, non evoluti. Se avessimo attiva e lucida la nostra coscienza e il nostro amore non avremmo bisogno di nessuna legge. Mary |
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04-01-2007, 22.56.06 | #58 |
Ospite abituale
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Messaggi: 575
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Ciò che più mi irrita della storia montata sul caso pietoso di Welby sono stati gli inganni insopportabili dei radicali e sostenitori che vogliono spacciare la sua richiesta per accanimento terapeutico... Il caso di Welby è eutanasia senza possibilità di dubbio!
L'eutanasia è una morte provocata per non sentire dolore e, per logica, la morte si può procurare sia con un'azione diretta (iniettare veleno x es.) o con un'omissione. L'omissione può provocare la morte o in sé stessa, perché per sua natura è fatale, oppure perché è compiuta con l'intenzione di togliere la vita (staccare o non attaccare per nulla il respiratore o il sondino per l'alimentazione artificiale, ad esempio). Sono contrario a questa pratica omicida perchè il fondamento della mentalità eutanasica è sempre e comunque un giudizio sul valore della vita umana, della quale ognuno DEVE essere padrone assoluto, e che per sua natura non sarebbe più un bene ma un concetto relativizzabile. Il discriminante è un giudizio esterno sulla vita che, a seconda dei casi, può meritare o non meritare di essere vissuta e avere meno valore di quella di altre persone. L'eutanasia viene praticata quando il paziente è sedato, in modo tale da non essere cosciente e da non dover soffrire. Per logica, però, tenendo presente il principio della non contraddizione, se la differenza tra una vita umana che può essere soppressa e una che non può esserlo, sta nella consapevolezza di sé stessi e nel soffrire, anche solo psicologicamente, si entra in uno scenario con tutte le sue conseguenze logiche. Saremmo vita umana sopprimibile tutte quelle volte che non siamo coscienti di noi stessi e non proviamo dolore, anche se abbiamo una malattia fisica. In pratica neonati, chi è sotto l'effetto di sonniferi o sostanze psicotrope, persone che soffrono di demenza, i cerebrolesi, ecc... non meriterebbero oggettivamente il rispetto proprio delle altre persone perché la loro vita è meno degna, perciò possono essere eliminati. L'eutanasia è invocata per porre fine alle sofferenze dai malati che, più o meno consapevolmente vogliono subirla, ma coinvolge anche coloro che assistono i malati... Ma se uccidere per pietà è considerato anche legalmente un bene per il paziente, perché ci si dovrebbe fermare di fronte alla mancanza del suo parere favorevole? Se si vuole continuare a considerare la vita, per sua natura, come un bene, mentre la morte un male, se ne ricava che praticare l'eutanasia è scegliere positivamente un male, anche se come mezzo, per ottenere un bene o per evitare mali maggiori. Un male, però, non può mai essere oggetto di scelta senza caratterizzare in modo interamente negativo l'omissione o l'atto stessi con cui si provoca. La responsabilità della persona, infatti, dipende da ciò che ha provocato in base all'oggetto, ai fini, ai mezzi e alle circostanze, e non solo dalle conseguenze che possono scaturire da un atto o da un'omissione. L'eutanasia costringe tutti i malati, specialmente quelli senza famiglia e amici, ad interrogarsi se non sia meglio farla finita e se non sia una forma di egoismo sottrarsi ad una procedura percorribile che altri seguono... Il riconoscimento legale ha senza dubbio un effetto incentivante perché attraverso questo si suggerisce ai pazienti quale sia il modo più moderno e rapido per togliere il disturbo. Il diritto alla morte che tanti reclamano non può esistere perché è inconcepibile la proprietà del corpo umano dal momento che da nessuna parte, per legge, si può disporre della vendita di organi, anche se non vitali. Adolf Hitler è stato il primo e il più grande sostenitore dell'eutanasia per motivi di pietà. Le camere a gas naziste furono inaugurate da tedeschi disabili di pura razza ariana, per nulla ostili al nazismo, ma che consideravano la propria vita senza valore. Esistono lettere di Hitler indirizzate al suo medico, Karl Brandt, che realizzò il progetto col quale vennero eliminate 70000 persone, in cui spiega le ragioni per le quali è meglio uccidere i disabili. http://www.olokaustos.org/bionazi/leaders/brandt-k.htm Chissà se la modernità avrà il coraggio di ammettere che i mostri che si agitano nelle parti più intime della mente dell'uomo non sono morti con il nazismo, ma sono sempre pronti a riemergere dietro la faccia pulita e rispettabile della pietà umana interessata. |
04-01-2007, 23.18.20 | #59 |
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Deliziosa la storiella delle arance
Sei quindi di Napoli e per questo sei simpatico? Come ben scritto da Mery, è ovvio, almeno per una donna supporre che l'aborto volontario sia un dramma terribile e stento a credere che qualcuno possa avvicinarsi ad un passo simile senza dei motivi contigenti quantomeno tragici. Allora: l'eutanasia, l'aborto in se stessi sono omicidi. Ma non mi sento nè ho la possibilità di giudicare tutti coloro che hanno dovuto compiere determinate scelte; dovrei conoscere il fatto e l'antefatto e anche allora .... Siamo essere umani! Che ne hai fatto della frase di Luca evangelista che riportavi ieri in un altro 3d? E il "non scagliate la prima pietra" - "la pagliuzza e la trave"??? Non fanno più parte del catechismo cattolico? A presto, caro Rudello |
04-01-2007, 23.51.26 | #60 | |
...cercatore...
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Riferimento: Il grande dramma dell'eutanasia
Citazione:
...definire un embrione, un uomo mi sembra, un pò azzardato.... |
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