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01-06-2006, 11.43.26 | #13 | |
Ospite abituale
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Va beh.... passiensa....... scripta manent.... a riprova della mia ignoranza.... P.S. sono stupito anche io della scarsa adesione al 3d.... L'istruzione è importante in un paese. |
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01-06-2006, 12.05.00 | #14 |
iscrizione annullata
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Beh, un po' è colpa mia. Io lo sapevo e l'avevo "rimosso" attribuendo alla moratti anche i danni della riforma berlinguer.
Anche perchè la riforma berlinguer non era stata accolta molto bene dalla base della sinistra. Io sono stupita da una vita! E' da quando avevo 17 anni (quindi da moltissimo tempo!) che mi infervoro sul malfunzionamento della scuola e non succede mai che qualcuno mi dia retta. E mi stupisco anche perchè la soluzione a tutti i problemi scolastici, e non solo scolastici, a me sembra semplicissima e ovvia. |
01-06-2006, 12.06.40 | #15 |
torna catalessi...
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E ' vero che purtroppo nei nuovi corsi di laurea vengono privilegiati gli esami scritti e spesso questi sono a risposte chiuse.
Provo ad immaginarmi un esame di storia: La scoperta dell'america è attribuita a: 1) Mohamed Alì 2) cristoforo Colombo 3) silvio Berlusconi Va beh dai, esagerazioni a parte. e' ridicolo che ci sia gente laureata che non ha mai fatto esami orali; gente che arriva alla discussione della tesi (anzi scusate, tesina di 20 pagine ora) in crisi perchè non sa neanche da che parte si inizia ad esporre verbalmente un progetto. Però è doveroso dire che l'università prima della riforma aveva grossi limiti. Specialmente alcuni corsi più di altri, erano eccessivamente lunghi da percorrere, e obsoleti: programmi vecchi. Secondo me la riforma moratti risponde perfettamente ad un bisogno economico: tanti (troppi?) giovani si iscrivono all'università, e non ci si può permettere di avere così tante persone disoccupate fino ai 27/30 anni....per cui hanno confezionato una soluzione facile e rapida. la qualità dei futuri ricercatori e professionisti comunque, sicuramente sarà più scadente. |
01-06-2006, 12.23.52 | #16 | |
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Ma, veramente lo scopo era proprio l'opposto. Fare in modo che anche chi non aveva voglia di intraprendere un iter di studi lungo e impegnativo si iscrivesse all'università, parcheggiando quindi i giovani per altri 3 anni nella scuola, creando quindi l'illusione di una riduzione della disoccupazione goivanile. Comunque ha ragione Junstinian, il 3+2 nelle università deriva dalla riforma berlinguer Ma il problema non è il 3+2 in sè. Ci sono, ovviamente, corsi di laurea in cui il 3+2 è semplicemente demenziale, ma il 3+2 in sè mettiamo anche che abia un suo scopo. Il problema è come è gestito il 3+2. Guarda, l'esempio che hai fatto dell'esame scritto non è verosimile ma rende l'idea. Il concetto è che un laureato in storia non dovrebbe semplicemente sapere chi ha scoperto l'america, ma essere in grado, ad esempio, di fare un'analisi dell'impatto di questo evento, di fare dei collegamenti, di mettere in relazione. Di vedere contemporaneamente l'aspetto storeografico, quello sociologico, quello economico, quello politico e quello antropologico... |
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01-06-2006, 14.48.53 | #17 | |
Ospite abituale
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Credo che possa dirsi una buona istruzione quella che è capace di guidare all’allievo allo sviluppo delle proprie potenzialità, però non saprei dire quale è il sistema migliore per mettere in atto, a livello educativo e scolastico, questo processo. Qual è la soluzione semplice e ovvia che vedi tu ai problemi scolastici? |
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01-06-2006, 14.52.29 | #18 | |
Ospite abituale
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01-06-2006, 16.54.04 | #19 | |
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La qualità dell'insegnamento, ovviamente. Che passa attraverso la rivalutazione degli insegnanti come categoria. I nostri insegnanti approdano all'insegnamento quasi sempre per ripiego. Molto spesso non amano il loro lavoro. E soprattutto, nessuno ha insegnato loro ad insegnare. Gli esami di abilitazione all'insegnamento sono esami nozionistici, non esami pedagogici. Gli insegnanti non fanno formazione. Sono pagati male ed essere insegnante non è considerato un incarico importante o prestigioso. Se invece fosse il contrario? Se si diventasse insegnanti per amore dell'insegnamento? Se per diventare insegnanti si dovesse fare una formazione specifica? Se gli insegnanti fossero pagati bene e gratificati per l'importanza del loro ruolo? Se fossero, come altre categorie, obbligati alla formazione continua? E non solo sui programmi, ma proprio sull'insegnamento? Avremmo insegnanti che amano il loro lavoro e che trasmettterebbero ai ragazzi la passione per la conoscienza. Ma tu prova a pensarci, non è che le materie che ti piacevano quando andavi a scuola erano quelle in cui ti era capitata la fortuna di avere un bravo insegnante? L'amore è contagioso. Tu metti lì insegnanti che amano la loro materia e che amano l'insegnamento e avrai studenti brillanti, appassionati e che svilupperanno in modo naturale la passione per la conoscienza. Ma sarebbero anche persone che sanno pensare. Difficili da manipolare. Secondo me, la cattiva gestione della scuola non è causale. Non è trascuratezza. E' una scelta. |
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01-06-2006, 17.05.00 | #20 | |
Ospite abituale
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