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09-05-2006, 02.44.23 | #32 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Ma chi sono i cretini?
Citazione:
Modera i termini, caro amico. Io non mi definisco "fascista" per il semplice fatto che non lo sono. Inoltre, ripeto, si tratta di un'ideologia sepolta dalla storia, ossia circostanziabile e delimitata a scenari culturali e civili che sono, semplicemente, scomparsi. Poco mi importa che qualcuno ancora ne rivendichi l'ispirazione ai propri programmi politici: a questo mondo c'è anche chi ritiene che la terra sia stata creata quattromila anni fa, e i fossili siano una scommessa di Dio sulla fede dei Cristiani. Per quanto riguarda l'elenco delle malefatte del regime, degli errori che esso commise e delle tragedie di cui si rese partecipe, ti rimarco semplicemente il seguente fatto: nè questo tempo, nè alcun altro può ergersi a giudice morale di un qualsiasi altro. Per quanto mi riguarda, le tue considerazioni potrebbero essere percepite, in un qualsiasi istante del futuro, come assolutamente obbrobriose, criminali e abnormi. Mi limito ai fatti. E i fatti sono questi: questo Paese che, in qualche modo, consentiva al fascismo, entrò in guerra a fianco dell'alleato germanico. Ad un certo punto pretese di sottrarsi ai suoi impegni ed obblighi, espresse una neutralità che non si può dichiarare nel mezzo di un conflitto ed assistette alla vergognosa fuga del suo governo e del più alto rappresentante delle sue Istituzioni. In questi frangenti gli italiani si divisero: molti cercarono di salvare la pelle, altri si vergognarono dell'evidente tradimento e fecero scelte assai costose ed, evidentemente, non remunerative. Se si vuole combattere un regime non lo si fa dichiarandosi alleati dei propri nemici, nel mezzo di un combattimento. Non si abbandonano al proprio destino i propri cari, vecchi, donne e bambini, e le proprie cose. Perchè questo, in ogni tempo e in ogni luogo si chiama viltà, tradimento e vergogna. E, credimi, è lontana da me ogni idea di condanna morale di costoro, perchè sono ben sicuro che in circostanze di quel genere, in tanta confusione ed angoscia, fosse ben possibile non capire e non sapere che fare ed anche ritenere, in buona fede, che quella della macchia fosse la scelta più nobile. Dico solo che è ora di finirla con l'incensamento acritico ed unilaterale di quelle scelte, perchè in questo atteggiamento io non ravviso che malafede ed ipocrisia: una malafede ed un'ipocrisia suffragate soltanto dalla benevola e un po' sprezzante condiscendenza dei vincitori. Leggiti alcuni dei commenti dati, ad ostilità appena concluse, da tanti esponenti politici e militari angloamericani riguardo alla nostra cosiddetta "resistenza". Certo che poi l'atteggiamento, almeno formalmente, mutò: grandi riconoscimenti, baci e abbracci, finzioni dietro le quali stavano, però, le basi militari USA sul nostro territorio, coi loro bravi missili a testata nucleare puntati verso l'Unione Sovietica. Basi USA, non NATO. Dunque, se a te piace di chiamare questo "revisionismo", fai come credi. Per quanto mi riguarda, finito di pigiare questi sgombri, mi accenderò una lattina e, suggeritomi per benino, compartirò insonne. Ultima modifica di Weyl : 09-05-2006 alle ore 02.46.04. |
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09-05-2006, 06.48.17 | #33 |
eternità incarnata
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scusa Weyl, se si vuole combattere un regime, cosa si fa? Un regime, proprio perché è tale, non riconosce i più elementari diritti umani. E' ovvio che chi lo vorrebbe avversare, o ci lascia la pelle o soffoca dentro di sè ogni voglia. E' altrettanto ovvio che, non appena c'è la possibilità di liberarsene ci si allea con chiunque lo combatta. Dov'è il problema?
Poi: il fatto che l'Italia avesse un impegno nei confronti dei tedeschi è una balla! Lo aveva Mussolini e lo aveva il Partito Fascista, ma non gli italiani antifascisti. Che dire poi dei Savoia, che non fecero nulla per fermare Mussolini e, in occasione della firma dell'armistizio, pensarono bene di abbandonare il proprio Paese? Analizziamo dunque la realtà a 360 gradi.... Poi, ognuno è libero di pensarla come crede.... |
09-05-2006, 14.04.46 | #34 | |
iscrizione annullata
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Una buona lettura
Citazione:
Caro mr Bean, cosa si faccia per combattere un regime è visibile in ogni paese nel quale ciò sia avvenuto. Con il dissenso, con ogni forma di sciopero, fin tanto che ciò è possibile: con l'insurrezione quando nessuno di questi mezzi è efficace. Ciò che non si fa, invece, è allearsi con chi dall'esterno lo combatta. Ti invio ad una rilettura del II coro dell'Adelchi ("Dagli atri muscosi, dai fori cadenti-..."): non saprei trovare migliore espressione. |
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09-05-2006, 14.16.52 | #35 | |
Ospite abituale
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Re: Una buona lettura
Citazione:
IL dissenso lo sciopero e la contestazione in un regime son vietati Per cui di regola non ce una soluzione ... Non so se hai visto la Rosa bianca ?? 5 studenti nella germania nazista solo perche distribuivono volantini sono stati condannati a morte ... qui succedeva lo stesso ... per cui se tu in un regime contesti come fai in un paese democratico vieni condannato a morte ... insomma la contestazione come la definisci tu in un regime vuol dire la morte e la fine in pochi giorni della tua disaporvazione |
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09-05-2006, 14.23.58 | #36 | |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
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Re: Una buona lettura
Citazione:
quindi tu, a costo di vivere ad olio di ricino e a botte, se non addirittura a discapito della tua stessa vita, avresti gridato e protestato? Non saresti qui a raccontarcelo. Matteotti ci ha provato ma non è più tra noi da 80 anni! Le regole debbono valere per tutti e non solo per una parte. Per me il 25 aprile è importante come data, perché ha segnato la fine di un incubo durato 20 anni e oltre. Il fascismo ha avuto indubbiamente anche degli effetti positivi, ma quelli negativi sono di gran lunga maggiori. La negazione della libertà, innanzitutto. Ora noi possiamo chiacchierare in questo forum tranquillamente. Lo stesso non può dirsi laddove ci sono al potere regimi di qualsivoglia natura. L'Italia del ventennio fascista per esempio. |
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09-05-2006, 14.36.20 | #37 |
Ospite abituale
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Il giudizio storico sul contributo della resistenza alla liberazione dal nazifascismo non si può liquidare con qualche battuta o i ricordi dei nonni o degli zii, perché va al di là delle singole vincende.
Ci sono storici che se ne sono occupati e hanno parlato di quel periodo come di una guerra civile. Tutti questi discorsi sul tradimento, la vergogna, ecc non cancellano la necessità di ricordare la data che ha segnato la fine di un regime, la fine dell'occupazione militare di una potenza straniera, il ripristino delle libertà, della democrazia, questo si festeggia il 25 aprile. |
10-05-2006, 13.35.00 | #38 | |
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Re: Re: Una buona lettura
Citazione:
Brevemente, perchè son cose risapute. Le forme di protesta e di dissenso, democratiche e non, si confrontano con le effettive maggioranze di opinione che albergano in una società civile. Quando queste sono effettivamente dissenzienti rispetto all'establishment direttivo di un Paese, non ci sono santi. Prova ne fu la rivoluzione d'ottobre in Russia, oppure la rivolta vittoriosa in Romania contro Ceausescu. Ma quando, nel complesso di una società civile, le maggioranze di opinione non dissentono dalle "forme strutturali" in cui si esprime il potere, allora è giusto affermare che, in fondo, ogni popolo ha il governo si merita. Non esistono regimi o governi intrinsecamente ingiusti o moralmente delegittimati: la politica non è una scienza esatta e non possiede assiomi o principi etici universali. I regimi totalitari urtano la nostra sensibilità occidentale moderna, ed infatti non avrebbero ragion d'essere nello scenario contemporaneo europeo, ma in altri tempi non fu così. Del resto Hitler ascese al potere conquistando la maggioranza relativa dei suffragi in un contesto elettorale democratico e proporzionale: divenne Cancelliere e ricevette il mandato di formare un governo: il resto si sa. Per quanto riguarda Mussolini, sebbene la conquista dell'esecutivo sia stata nel suo caso, alquanto più farraginosa e italicamente "trasversale", ciò non toglie che godette di un grande consenso popolare. E questa fu la vera ragione che ne impedì il rovesciamento per vent'anni. Per quanto mi riguarda, posso garantire che avrei detto le stesse cose anche settant'anni fa: credo che i miei punti di vista siano oggettivi e amorali. Probabilmente non avrei avuto, a quel tempo, la possibilità di renderle pubbliche. Ma credo proprio che, a impedirmelo, sarebbero stati allora gli stessi convincimenti pregiudiziali (diversi per contenuti, ma identici per forma) che, in forme ben diverse, mi vengono opposti adesso in questa sede. Del resto, ci sono abituato: al tempo dei movimenti studenteschi ero attaccato regolarmente sia dagli amici di destra come da quelli di sinistra, da me sempre percepiti affini nei modi e negli atteggiamenti, nella sensibilità e persino, a volte, nel linguaggio. Nihil sub sole novi. |
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10-05-2006, 20.24.05 | #39 |
...cercatore...
Data registrazione: 15-03-2006
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Weyl, posso capire che a un uomo di destra interpreti la storia come più gli aggrada.
Quello che non accetto è parificare vittime e carnefici ed anzi apostrofare come codardi e vigliacchi i nostri partigiani, bianchi e rossi, che in un momento cruciale della storia nazionale scelsero di stare dalla parte dell'Italia per ridarci la libertà, una democrazia e aggiungo io, riscattarci da un ventennio di vergogna. ...e tutto questo rischiando la propria pelle... |
11-05-2006, 01.44.55 | #40 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-09-2003
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Citazione:
Invidio la tua sicurezza, francamente. Vittime e carnefici spesso si sono mischiati in uno scambio di ruoli e nefandezze che hanno visto a voltei primi diventare peggiori dei secondi. Generalizzare a una categoria la verità e il comportamento giusto (nel senso più ampio del termine) è una contraddizione alle vicende storiche. Storiche documentali, non di partito! Non c'entra essere di destra o di sinistra. Purtroppo non tutti i partigiani si limitarono alla Resistenza: ben oltre il 25 aprile molti continuarono una propria guerra privata che vide come vittime persone (uomini, donne, vecchi e bambini) rei di avere avuto parentele o non aver dimostrato apertamente la loro appartenenza al regime. Si hanno testimonianze di delazioni interessate, dove le vittime erano solo vicini di casa o parenti scomodi o antipatici, uccisi massacrati. E questi massacri purtroppo avvennero in tempo di pace, quando sarebbe stato possibile semplicemente affidarsi a una nuova giustizia. Ho letto che le vittime della Resistenza furono 15000, un po' troppi per essere dei simil Farinacci. Quando si ripercorrono le tappe della seconda guerra troppi sono gli avvenimenti e le figure in gioco per riuscire con sicurezza a definire alternative umane e ragionevoli, per riconoscere le coerenze e i doppi giochi. Badoglio è stato determinante, per fare un nome. Roma fu bombardata senza risparmio nei confronti dei civili, a voler guardare che senso ha avuto bombardare più volte il Verano e i giardinetti dove giocavano i bambini. E a Milano l'eccidio di Gorla, per mano americana? Cosa festeggiano i parenti di quei 200 bambini di una scuola elementare compresi i fratellini di pochi mesi? E i pochi sopravvissuti di ritorno dalla guerra in Russia, accusati anche loro di essere filo-fascisti? Mi fermo, perchè avrei tante domande più che certezze. |
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