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12-11-2002, 21.21.10 | #24 | |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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Citazione:
Capisco che possa non essere stata chiara in alcuni punti. Intanto: NON sono cristiana. Lo sono stata e ne conosco fin troppo bene i limiti e i difetti. Infatti non parlo di annullamento dell'IO ma di sgonfiarne l'ipertrofia. Questo vuol dire la capacità di rendersi umani, e non più Dei. Si tratta di un processo psicologico, non spirituale nè mistico. In secondo luogo, quando parlo di un "prima" e di un "dopo" intendo più un ordine di importanza che temporale.... Mi rendo conto che la suddivisione è artificiosa, ma spesso va usata a scopo esplicativo. Ora non posso trattenermi e mi scuso se sono ancora poco chiara.... |
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13-11-2002, 13.09.28 | #25 |
Libera frequentatrice
Data registrazione: 30-03-2002
Messaggi: 12
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- Venuta la superbia, viene anche l'infamia; ma la saggezza è con gli umili.
- Prima della rovina il cuore dell'uomo si innalza, ma prima della gloria viene l'umiltà. - L'orgoglio dell'uomo lo porta in basso, ma chi è umile di spirito otterrà gloria. |
13-11-2002, 13.21.19 | #26 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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Ah,forse ho capito,Ygramul.Tu dici che ognuno di noi è una singolarità con le sue caratteristiche ben definite,ma non per questo deve sentirsi migliore o peggiore agli altri.Beh,se la mettiamo così,ti do pienamente ragione.
Sabi,quando si citano delle frasi sarebbe regola citarne l'autore. A me in questo caso interessa,così almeno eviterò il possibile errore di comprare una sua opera.... |
15-11-2002, 14.34.01 | #28 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Eccomi di nuovo!
Intanto voglio dire che questo forum mi sta aprendo un pò più gli orizzonti. L'umiltà è una questione che ho sentito più di una volta la necessità di pormi, ma che non ho mai approfondito seriamente. Perchè, effettivamente, è più facile sentirsi unici, onnipotenti, che sentirsi uomini. Proprio perchè si evità così, grossolanamente, il contatto con l'altro, quindi il contatto con la sofferenza che può derivare, come dite, dal sentirsi sè stessi, dal confrontarsi in modo sincero. Già, ma la sofferenza che deriva da questo atteggiamento è costante e non ha tregua. Perchè non può essere condivisa. Ed ora capisco forse un pò di più perchè mi sembra essere proprio il mio Io a suggerirmi queste idee di onnipotenza, di superiorità. Idee quasi ossessive. VanLag credo tu abbia ragione: la "follia" può riguardare solo quell'Io piccolo (non sempre e necessariamente, ovvio) Tornare "con i piedi per terra" può essere il detto comune che incita a restare legati a queste cose, reali, vere, vive, umane. Grazie Ygramul per i tuoi post, sei stata veramente chiara. Da questo punto di vista l'umilta trovo che sia un grande valore. Dici che è un processo psicologico "raggiungerlo"...lo riconosco come un valore, proprio perchè lo posso (seppur con difficoltà e parzialmente...ci ho messo un pò anche a capire i vostri post) comprendere concettualmente, ma senza per questo viverlo. Il bello(il difficile, l'importanza) di questo è che si può immaginare vagamente il fine a cui si tende...e non aver la più pallida idea della via da intraprendere! Ma sono cose che vengono da sè.. Sabi, tu dici che l'umiltà è una gran furbata. La intendi in senso "utilitaristico" cioè al contrario di come la vede Firenze, Ygramul...ecc... In effetti è diversa. Io sono umile nei confronti di chi mi può insegnare, ma sono affatto umile nel mio modo di pormi alla vita. Però sono più daccordo con l'altro significato. Con le tue citazioni, Sabi, invece mi trovo d'accordo (forse preconcettualmente) Jung dice in sostanza la stessa cosa, che è credenza comune che per raggiungere la libertà, le cose più splendenti diciamo, si debba guardare sulle vette; mentre, al contrario, si deve andare verso il basso, verso il buio, verso l'Ombra; conoscerci cioè nei nostri limiti e nella nostra "bruttezza", la più brutta esperienza per l'uomo, guardarsi in faccia....e poi di seguito il resto. (gli archetipi dell'inconscio collettivo è il titolo di questo libro) ps: un'altro libro che ho letto e non ho ben capito, come tanti altri (l'ho scoperto recentemente) E il fatto di ammetterlo non fa di me un uomo umile... ...mah!...quanta strada! |
15-11-2002, 14.41.06 | #29 |
può anche essere...
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Volevo aggiungere...
cito ancora Sabi: .."prima della gloria viene l'umiltà".. ..."chi è umile di spirito otterrà la gloria"... Già, può essere; certo che se si desidera diventare umili per raggiungere la gloria...ci dev'essere qualche intoppo.."psicologico"! Come la vedo io: l'umiltà non riconosce suoi la gloria, il potere, il successo...non la toccano... Tutto questo è già nel momento in cui si è veramente ed incondizionatamente umili. |
15-11-2002, 23.36.30 | #30 |
può anche essere...
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Messaggi: 2,053
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A questo punto mi nasce una domanda...
Umiltà: valore disinteressato o conveniente? Intendendo con umiltà la consapevolezza della propria umanità, del proprio limite, ed allo stesso tempo della propria unicità, irripetibilità, equivalente all'unicità e irripetibilità di ogni altro essere umano. Consapevoli di come l'umiltà possa aprire le porte altrimenti sigillate del confronto, quindi della conoscenza di altro e dell'altro, della ricchezza; ed allo stesso tempo lenire la sofferenza personale, privata, perchè non più solo privata, ma umana; (perchè se la miseria è l'eterna esperienza e l'eterno problema dell'uomo, ad essa deve pur corrispondere un'eterna risposta; ed ecco che allora, proprio allora siamo pronti ad ascoltare una parola che fino a quel momento non avevamo sentito, a chiederci perchè quella situazione ci sia accaduta proprio in quel momento; ecco che le forze soccorritrici dell'umanità corrono in nostro aiuto- sempre C.G. Jung "gli archetipi dell'inconscio collettivo") Personalmente consapevoli quindi della costruttività e della positività di questa condizione, consapevoli della negatività della condizione opposta, fino a che punto l'umiltà è un valore disinteressato, dell'umanità, e quanto invece è personale, utilitaristico, quindi, in effetti, ad uso personale, vantaggioso per il singolo? Ammesso, e non concesso, che sia possibile decidere di diventare umili. Ma quando questa decisione è un processo psicologico, e non solo razionale, quanto in realtà, veramente, nel profondo, l'umiltà può essere una questine collettiva, umana, e quanto può essere individualista? (ho come l'impressione che la mia sia una questione inutile e artificisa...comunque sia me la sono posta. ...di sicuro perchè non sono realmente umile, altrimenti non me la sarei e non l'avrei posta...) r.rubin |