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09-11-2002, 19.35.00 | #17 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-04-2002
Messaggi: 341
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per Ygramul
Condivido ciò che dice, infatti nello stato di umiltà vi è la capacità di eludere il proprio ego e di rapportarsi agli altri in modo più dinamico e disidentificato, tanto che il giudizio che si da a se stessi e si ha degli altri resterà sempre il più obbiettivo possibile.
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10-11-2002, 21.15.43 | #18 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Ciao r.rubin,
ho letto la tua risposta: In questo stato di indifferenziazione rischio di perdermi; il problema è proprio che, per evitare di perdermi, di rimanerne lacerato, di impazzire, dovrei sapere chi sono, averlo chiaro; ma se questo di cui si parla è il modo per scoprire se stessi, il circolo è vizioso. Capisco la paura di perdere la propria identità individuale, (come non condividerla?), ma non necessariamente “il modo di percepire espanso” porta alla fine dell’identità”. Magari assottigliando la tua identità individuale e trovandoti sempre più identificato in ciò che ti circonda scopri che non ti sei affatto perso e lacerato ma anzi ti sei espanso! Oppure scopri che la pazzia era una cosa che poteva toccare solo quell’io piccolo individuale, perché, un “io reale”, cioè che ha le sue radici nell’essenza fisica delle cose non può traballare! La scoperta però è tua e solo tua! Solo tu puoi dire cosa sei li al centro della tua percezione e se la conoscenza che hai ora ti soddisfa o l’idea di abbandonare quella conoscenza ti da fastidio sono il primo a suggerirti di non cercare altro. Ultima modifica di VanLag : 10-11-2002 alle ore 21.19.47. |
12-11-2002, 12.26.00 | #19 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Beh, VanLag, non posso fare a meno che ringraziarti; desidero continuare questo scambio, ma prima ho bisogno di riflettere un pò...qui l'argomento non è nozionistico, ma molto di più...quindi mi farò risentire, magari aprendo un forum particolare su questo.
Per Ygramul e Firenze: ma quella di cui parlate non si chiama Empatia? Che certo è collegata, ma credo non equivalga all'umiltà. Rubin |
12-11-2002, 16.31.58 | #20 | |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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Empatia o Umiltà?
Citazione:
No, non è questo il significato della parola empatia. Empatia è un termine che ha a che vedere con la capacità di condividere sentimenti e "pathos", sofferenza, con gli altri. E' la capacità di comprendere (prendere-con...) l'altro nella sua interezza. Si tratta di un movimento che va da fuori (l'altro) a dentro (sé). Indubbiamente senza umiltà non ci può essere empatia, ma questo è un altro discorso. Io mi riferisco ad un'altra cosa quando parlo di umiltà come l'ho definita nel mio post. Parlo della capacità di "sgonfiare" l'ipertrofia del proprio io, sgonfiarla magari dolorosamente, attraverso il fuoco dell'esperienza vissuta in modo pieno e vero. E dopo, solo dopo (movimento da dentro a fuori) confrontare il proprio essere con gli altri, tutti, non uno in particolare, Nel senso che il confronto avviene a livello di "umanità" non di singolo. Cioè: io sono indubbiamente una persona unica ed irripetibile, ma questo non fa di me un essere fuori dal comune, nè un genio, nè una persona particolarmente dotata. Perchè è proprio della natura umana creare dei "pezzi unici", ed io sono un pezzo unico, ma lo sono in mezzo ai tanti. Rendersi conto di questo relativizza il senso di onnipotenza e ci permette di guardare fuori (ora si) ed apprezzare l'altro che la vita ci mette davanti per quello che è, non in modo strumentale al nostro bisogno d'onnipotenza. A questo punto si, nasce l'empatia.... Non prima. Spero di essere riuscita a spiegare quello che intendevo. Un grosso Rubin |
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