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07-12-2005, 15.58.32 | #22 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
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Citazione:
Esattamente. Citazione:
Appunto. Sulla carta. |
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07-12-2005, 16.36.48 | #23 | |
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Citazione:
Se qualcuno si prendesse la briga di leggere ogni tanto almeno le fonti dirette al problema; non per niente ho riportato vari link e fatto tutto lo schemino che non è stato scritto da né per deficienti, naturalmente Questi sono i verdi francesi che guarda caso dicono lo stesso di quelli italiani e di quelli belgi e degli spagnoli etc..etc.. visto che ambiente non ha confine politico! ****************************** ********** Communiqué de presse du 6 décembre 2005 Les Verts français solidaires des manifestants de la vallée de Susa agressés par la police La police italienne vient de se livrer à une répression d’une rare violence contre les manifestants de la vallée de Susa qui s’opposaient au projet Lyon-Turin. Les Verts français tiennent à exprimer leur indignation face à ces exactions et demandent la réalisation d’une évaluation transparente des impacts du projet. Aucun projet ne saurait être imposé par la force. Les Verts ne cessent de réclamer une politique des transports volontariste et coordonnée dans l’espace alpin, visant à transférer les marchandises de la route vers le rail. Cette politique peut être mise en ¦uvre sans attendre. Elle passe par une tarification conséquente de la route, notamment au Mont Blanc et au Fréjus, et par une harmonisation sociale et fiscale qui mettrait fin au dumping qui règne dans le transport routier ; par l’accélération de la remise à niveau des réseaux ferroviaires et notamment de la ligne historique Dijon-Ambérieu-Modane, qui permettrait très vite de doubler les capacités actuelles ; par le rétablissement des aides au transport combiné. Les Verts constatent que ce n’est pas la voie choisie par leurs gouvernements qui, tout en se disant favorables au rail, s’efforcent dans le même temps de faire avancer des projets d’autoroutes comme l’A 51, au mépris de la Convention alpine, et qui ont écarté, sinon de manière symbolique, dans la discussion de la directive « Eurovignette », l’internalisation des coûts externes environnementaux dans la tarification routière. Les Verts dénoncent ce double langage et demandent que les décisions soient prises sans attendre pour initier le transfert des marchandises de la route sur le rail comme le demandent les citoyens européens. Cecile Duflot et Sergio Coronado Gérard Leras Porte-parole nationaux Président du groupe Les Verts - Région Rhône-Alpes Traduzione. I Verdi francesi solidali con i manifestanti della Val di Susa aggrediti dalla polizia La polizia italiana ha represso con inaudita violenza le proteste dei manifestanti della Val di Susa che si opponevano al progetto Lione-Torino. I Verdi francesi esprimono la loro indignazione di fronte a questi abusi di potere e chiedono la realizzazione di una valutazione trasparente degli impatti del progetto. Nessun progetto può essere imposto con la forza. I Verdi continuano a richiedere una politica dei trasporti volontarista e coordinata nello spazio alpino, che miri a trasferire le merci dalla strada alla ferrovia. Questa politica può essere realizzata senza attendere. Essa presuppone un'opportuna tariffazione del trasporto su strada, in particolare al Monte Bianco e al Fréjus, e un'armonizzazione sociale e fiscale che metta fine al dumping che regna nel settore dell'autotrasporto; un'accelerazione dell'ammodernamento delle reti ferroviarie, in particolare della linea storica Dijon-Ambérieu-Modane, che permetta di raddoppiare velocemente le attuali capacità; un ristabilimento degli aiuti al trasporto combinato. I Verdi constatano che questa non è la via scelta dai loro governi i quali, pur dicendosi favorevoli al trasporto ferroviario, si sforzano nello stesso tempo di far avanzare dei progetti autostradali come la A51, a dispetto della Convenzione delle Alpi, e non hanno tenuto conto dell'internalizazzione dei costi esterni ambientali della tariffazione stradale, se non in modo simbolico, come nella discussione della direttiva "Eurovignette". I Verdi denunciano questo duplice linguaggio e chiedono che siano prese delle decisioni, senza ulteriori attese, per iniziare il trasferimento di merci dalla strada alla ferrovia come esigono i cittadini europei. Cecile Duflot et Sergio Coronado Gérard Leras Portavoce nazionali dei Verdi francesi Presidente del gruppo verde alla Regione Rhône-Alpes *** Naturalmente lo poteva trovare chiunque nella mole di documenti esistenti sul web, ad esempio su legambientevalsusa e tra parentesi pure nella pagina principale! (www.legambientevalsusa.it/ ) Brucus, condivido solitamente il tuo pensiero.. stavolta mi lasci perplessa.. Gentilmente -non per me, ma per TUTTI NOI!!!! sottoscrivete quelle e-mail e mandatele con urgenza, come è importante che l'informazione giunga ovunque!! Ripeto: volete documenti reali? Andate sulla pagina di www.legambientevalsusa.it/ e cliccate a sinistra su "EVIDENZE" C'è chiara ogni risposta: Fatti Non Ipotesi! Gyta Ultima modifica di gyta : 07-12-2005 alle ore 16.49.30. |
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07-12-2005, 16.55.41 | #24 | |
Ospite abituale
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Naturalmente non penso che nessun valsusino, e men che meno quelli che citi tu, che comunque si rifersicono a scempi compiuti in passato, siano degli agitatori. Lo sono invece quelli che fanno atti di vandalismo a Torino e che cercano di estendere le proteste ad altre città come Milano e Roma. I verdi francesi dicono che con le attuali tecnologie, non c'è alcun pericolo di contaminazione da amianto, e che tutti gli altri problemi sono facilmente superabili. Quello che mi stupisce in questo thread, e' che si citano solo link che prevedono una ecatombe ecologica, ma nessuno dice assolutamente nulla e nemmeno cerca una spiegazione del perche' i francesi non hanno nulla da ridire al riguardo, essendo che se ci sono rischi ambientali al di qua del traforo, per logica ci sono anche nel versante opposto. L'unico accenno a questa contraddizione la fai solo tu in una riga dove dici: "e sui dubbi che cominciavano a serpeggiare negli ambienti ecologisti francesi...". Se parli in passato, vuol dire che quei dubbi non ci sono più o sono stati superati, e poi che si sappia, non c'e' stata alcuna protesta contro questo progetto. E non mi dirai che i francesi si lasciano caplestare tanto facilmente nei loro diritti, specie se c'e' di mezzo la salute. Ecco, perche' nessuno di voi vuole rispondere a questa domanda che mi pare fondamentale per capire il problema, domanda posta per ben due volte da Mr. Bean e ora anche da me? E perche' i verdi francesi rilasciano interviste alla televisione dove si dicono d'accordo con il TAV e che non c'è alcun rischio ambientale? Forse che i verdi, e non solo loro, ma tutte le istituzioni e associazioni francesi che hanno che vedere con il progetto sono colluse con gli oscuri interessi dei voraci gruppi italiani. E che dire di Fassino, Rutelli, ecc., che nella sinistra dicono che il TAV si deve fare, pure loro collusi? Pure Ciampi? Sarebbe la prima volta che partiti, governi, ecologisti, presidenti della repubblica di due stati si prestano per offrire una copertura a loschi affari che metterebbero in pericolo la salute e la stessa sopravvivenza degli abitanti di una intera valle. Se vi sta a cuore il problema, dovreste cercare innanzitutto di dare una spiegazione plausibile del perche' questa abissale differenza di valutazione. Ciao |
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07-12-2005, 17.50.30 | #25 | |
Ospite abituale
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no, hai frainteso, l'articolo che avevo letto riguardava perplessità attuali degli ecologisti francesi. Purtroppo non riesco a ritrovarlo, appena ho tempo cercherò meglio. Per quanto riguarda il resto, la mia impressione è che, accanto a interessi ben precisi (già citati) e all'esigenza di iniziare un certo numero di opere-immagine (comica la "posa della prima pietra" del Mose a Venezia da parte di Berlusconi), ci sia stata una notevole sotovalutazione dei rischi, dei costi e dei vantaggi dell'opera, e siano rimasti inascoltati gli appelli di professionisti competenti (oncologi, ingegneri, economisti, ecc.) sulla questione. Temo che anche gli ecologisti francesi non abbiano valutato appieno tutti gli aspetti del progetto, ansiosi (o illusi) com'erano di veder trasferire prima possibile il traffico dalle autostrade alle rotaie. Approfondiremo ancora la questione, Brucus (servisse almeno a qualcosa...). Ultima modifica di ancient : 07-12-2005 alle ore 17.51.35. |
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07-12-2005, 17.59.08 | #26 | |
Ospite abituale
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Ciao Gyta, purtroppo si sono accavallati i due post. Sono d'accordo sul comunicato dei verdi francesi, ma se noti bene, in nessun punto si dicono in disaccordo con il TAV. Dicono di essere contro i metodi violenti usati dalla polizia, e non vedo come si possa essere in disaccordo su questo. Poi criticano la mancanza di trasparenza e di informazione. Su questo punto, stando a quando detto oggi dalla presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso, si sono fatti tutti gli sforzi possibili per questo dialogo, ma che è stato impossibile per mancanza di disponibilita' al dialogo della controparte. Poi dichiarano i verdi francesi che richiedono una politica che miri a trasferire le merci dalla strada alla ferrovia, mettendo fine cosi' al dumping nel settore dell'autotrasporto, cosa che naturalmente sarebbe molto più conveniente in un sistema di treni di alta velocità, che sta collegando tutta l'Europa e che quindi interessa l'Italia per non venire tagliata fuori da questo moderno circuito ferroviario. Infine criticano l'intenzione del loro governo di far avazare dei progetti autostradali, che non è il nostro caso. Quindi, cara Gyta, in nessun punto del manifesto dicono nulla contro il TAV e non c'e' alcun accenno sui possibili danni ambientali. Potrei sottoscrivere quel documento senza alcuna difficoltà, e nessuno potrebbe dire che ho aderito a una petizione anti-TAV. Anzi, la sigla TAV (non so se in francese si scrivera' diversamente, ma per il caso fa lo stesso) non appare in nessuna parte, nemmeno un cenno, salvo per parlare della carica della polizia contro i manifestanti che protestavano contro il progetto Lione-Torino. Mi pare chiaro, loro si solidarizzano con i manifestani per la violenza subita ma non si sommano alla protesta contro il TAV. Insomma, il documento è abbastanza ambiguo, dice e non dice, evidentemente per non cadere in contraddizione tra la loro posizione rispetto al progetto, che accettano come dichiarato da un loro esponente in una intervista, e la volontà di condannare le violenze subite dai manifestanti. Poi, cara Gyta, non ti preoccupare se questa volta non siamo d'accordo, questo mi fa valorare ancora di piu' le cose su cui si' siamo d'accordo, e comunque apprezzo molto l'impegno che metti sia sui temi de carattere spirituale, che nelle tue lotte in difesa dei diritti dei più deboli di fronte alle prepotenze del potere. |
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07-12-2005, 21.18.34 | #29 |
Utente bannato
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estraplo in maniera poco democratica questa parte dell'articolo che parla da sè e fa contare molto poco, direi zero, tutto il resto.
Sempre secondo me, naturalmente "L'esistenza di amianto riguarda solo il tracciato nazionale che passa sotto Monte Musinè con una galleria di 23 Km", spiega Edoardo Gays, oncologo, medico presso l'azienda ospedaliera san Luigi di Orbassano che ha valutato i rischi per la salute dell'opera. "Le autorità si ostinano a cercare tracce di amianto sulla tratta internazionale, laddove non c'è, per eliminare le resistenze all'inizio dei lavori. Il problema invece è limitato da Grange di Brione a Bruzolo". Proprio qui, infatti, a 15 Km di distanza dal tracciato dove sorgerà la galleria, si trova Balangero, la cava di amianto bianco più grande d'Europa, chiusa ma ancora non bonificata. "Da uno studio che gli stessi costruttori di Rete ferroviaria Italiana hanno commissionato nel 2003 ai geologi dell'Università di Siena è emersa la presenza di amianto sotto forme diverse in metà dei 39 campioni di rocce prelevate in 29 punti su questo territorio", continua Gays. Il materiale da scavare, movimentare e poi stoccare è stato stimato in oltre un milione di metri cubi. Le fibre di amianto si disperderebbero così nel terreno, nelle acque e nell'aria, agevolate dai forti venti della zona. "L'amianto è un killer invisibile, in provincia di Torino la mortalità per tumore è del 29,1 per cento. Una donna su tre muore di cancro. Pur usando tutte le misure di sicurezza esistenti, che prevedono peraltro costi onerosi, i rischi connessi all'amianto non si annullerebbero". |
07-12-2005, 22.03.43 | #30 |
iscrizione annullata
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Ci provo
Credo di poter ipotizzare due buone ragioni per comprendere la "tepidezza" della posizione dei verdi francesi, in merito al problema.
(Intendiamoci: non è questo un settore di cui normalmente mi occupo, ma sono un buon lettore, anche veloce). 1) Probabilmente non è nota, nei dettagli, la geologia del territorio della val Susa, la quale differisce di molto da quella del versante transalpino. E' vero che, nel tempo, queste montagne hanno sprigionato veleni tra i più nefasti noti alla scienza e che le viscere di queste terre nascondono un potenziale mortifero davvero preoccupante. Forse non sono ben note ai cugini francesi le drammatiche statistiche relative ai mesoteliomi pleurici (uno tra i cancri più mortali, forse il più disastroso tra tutti) ed all'incidenza di leucemie, malattie polmonari e altro in quella zona. E' pur vero che l'ambiente non ha confini, ma la sensibilità ai problemi può essere più o meno intensa in funzione di quanto dolore essi hanno prodotto nel tempo. 2) Anche i francesi hanno avuto i loro scandali, ma credo che nè loro, nè alcun altro partner europeo dell'Italia, abbia la sia pur vaga idea di quanto marcia, becera e capillare sia, in questo nostro paese, la commistione di interessi personali, corruzione, collusioni e istituzioni. Io penso che, in genere, nessun altro europeo sia in grado di capacitarsi di quale specie di cancro civile rappresenti la società italiana in seno all'Europa: perchè, se lo sapessero, allestirebbero con urgenza qualche chemioterapia, prima che esso metastatizzi ovunque. Nello stesso tempo, sono anch'io spaventato del fatto che, ad affiancare la disperata angoscia di quei valligiani, siano i soliti facinorosi esagitati, marginali e devianti i quali mettano al servizio di una preoccupazione costruttiva la loro disperazione personale, inconcludente e velleitaria. Anarchici ed estremisti noglobal stanno alla protesta dei valsusini come gli ultras della curva stanno ai giocatori in campo. Se le contestazioni debbono diventare blocchi stradali e violenza, allora si fa autogoal: genitori bloccati mentre vanno a prendere i figli a scuola, visite mediche prenotate da mesi che saltano, impegni di lavoro disattesi... Tutto ciò muove l'opinione pubblica contro i manifestanti e questo è illogico e controproducente. Si possono conoscere i nomi delle aziende che operano in questa impresa? Bene: mettiamole alla berlina, rendiamo capillare un impegno di disconferma delle loro attività, rendiamolo il più possibile noto. Se sono quotate in borsa, invitiamo chi possegga azioni di quei gruppi a diversificare gli investimenti, stimoliamo il boicottaggio dei beni o dei servizi che esse vendono. Si può fare? |