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25-11-2005, 19.16.13 | #45 | ||
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
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Accettare comunque la definizione "l'inesistente è solamente e semplicemente ciò che non ci è dato conoscere" non ti risulta leggermente dogmatico? |
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25-11-2005, 19.19.40 | #46 |
Utente assente
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
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nonimportachi scrive:
-------- cosa distingue l'esistente dal non-esistente? la sua evidenza, la sua riscontrabilità! oppure c'è altro? cos'altro? -------- È un'idea che avevano gli antichi quella di abbinare la esistenza con la conoscenza (riscontrabilità). Infatti per loro essere -> conoscere Ma ciò implicava anche: non conoscere -> non essere. Stanno però le cose veramente così??? Se tu non conosci mia madre, significa che non esiste??? Se nessuno a mai conosciuto Dio (cosa discutubile ), significa che non esiste??? Tutto "è" anche se non lo si conosce... tutte "è" anche senza poterlo riscontrare... Però bisogna fare una importante distinzione...!!!! Quando io scrivo una lettera... ...prima non c'era, e una volta che io l'ho scritta c'è... Quando io conosco Dio... ...c'era anche prima che io lo incontrassi, però io non lo conoscevo a quei tempi... Riassumendo: Le "cose" "sono" e basta... non bisogna conoscerle per poter dire che "sono"... e alcune "sono" da sempre, mentre altre "sono" solo da quando le conosciamo/creiamo/causiamo (???). Spero di essermi espresso in modo comprensibile... Elia P.S.: M. Bean scrive: "Ateismo=laicismo ?" Certamente no! non vedi che sono due termini con delle lettere differenti? Ultima modifica di Elijah : 25-11-2005 alle ore 19.23.57. |
26-11-2005, 10.20.21 | #47 |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Caro nonimportachi vediamo un pò; hai detto ragionevolmente:
1. Con che certezza mi dite che l'assoluta certezza non è perseguibile? Senza nessuna certezza ovviamente. 2. Il fatto che non vi siano prove dell'esistenza di Dio non implica l'inesistenza di Dio. Implica certamente che io non ho alcuna prova a sostegno, non certo che queste non vi siano da qualche parte. Il tuo criterio, per stabilire ciò che esiste, è appunto questo: un metodo, ragionevole quanto ti pare, ma che continua a rimanere tale. Questa tua affermazione: Parlo di qualcosa di immediatamente riscontrabile ed osservabile che per essere tale presupponga l'esistenza di Dio. Nel mondo reale non c'è, io non l'ho travata e quindi considero Dio alla stessa stregua di Babbo Natale ed asini alati. Qualcosa di presente nella nostra cultura, qualcosa di cui si sente parlare, ma di cui non c'è traccia all'atto pratico. è in contraddizione con i due punti precedenti; forte del tuo criterio, trai conclusioni certe in base ad esso, mentre prima ammettevi un minimo di dubbio. Dunque ti chiedo: quest'ultima tua affermazione non può venir considerata come una credenza, una fede che assume l'aspetto di un dogma; dogma è una proposizione vissuta dal proponente come indiscutibile. Ti domando: se assumi la bontà ragionevole di un criterio, in materie come la religione, le conseguenze logiche che ne derivano non diventano articoli di fede? |
26-11-2005, 11.50.09 | #48 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-06-2005
Messaggi: 455
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Citazione:
...forse sbaglio...ma sara' lecito paragonare asini alati,frutto di fantasia non riscontrabile nel reale, con la natura della causa prima della stessa realta'?... |
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26-11-2005, 13.16.54 | #49 |
Utente bannato
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Ma allora quelli che credono che dio sia la causa prima del mondo? In quel caso dio avrebbe un bell'impatto sulla realtà... non trovi?
trovo... ma trovo il mondo troppo caotico per essere guidato da una qualche entità che lo domina e lo dirige. Se così fosse sarebbe un Dio schizzofrenico! non trovi? Accettare comunque la definizione "l'inesistente è solamente e semplicemente ciò che non ci è dato conoscere" non ti risulta leggermente dogmatico? no. mi sembra il modo più sensato e realista di "trattare" ciò che non esiste. Non vedo una ulteriore scissione tra "ciò che non esiste" e "ciò che esiste ma non è alla ns portata". Questa scissione è possibile solo a posteriori, quando ciò che non era alla ns portata è divenuto evidente e quindi si può dire che esisteva ma non lo sapevamo. ma fintantò che non c'è nessuna evidenza, si parla di ciò che non esiste. Il fatto che adesso ci sia qualcosa che esista e non sia a noi rilevabile, non cambia assolutamente niente. poichè l'esserci o non esserci lascia invariato l'universo che vediamo. quindi introdurre nelle ns zucche un'entità che non è necessaria a spiegare alcunchè della realtà che vediamo, che senso avrebbe? complicare inutilmente la ns visione del mondo? di un mondo che non è quello che vediamo, ma è quello che non è alla ns portata? |
26-11-2005, 13.22.23 | #50 | |
Utente bannato
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Cosa lo renderebbe illecito? |
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