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#12 |
Ospite abituale
![]() Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
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Innanzitutto "pazzo" è un termine che può andar bene per le chiacchiere al bar o per sfottere qualcuno. Non esistono diagnosi di "pazzia". La psichiatria si occupa delle malattie mentali. Per altro esiste anche l'antipsichiatria che contesta l'esistenza di queste malattie mentali e non senza fondamento. Sia come sia, ammettendo l'esistenza di una malattia mentale, ad ogni suo malato si deve lo stesso rispetto e la stessa compassione che si riserverebbe ad uno malato di cuore, dato che uno non si sceglie di cosa ammalarsi e non si può certo fargliene una colpa.
Quanto ai crimini commessi dai "pazzi" esistono gli ospedali psichiatrici giudiziari. Non credo siano così affollati di gente come le carceri. Poi non capisco perché uno che ammazza una persona apparentemente senza motivo è un pazzo, uno che ne ammazza 100.000 o 1.000.000 è uno che vuole esportare la democrazia. Concludo dicendo che l'istituzione manicomiale non ha mai riabilitato nessuno ed è un segno di civiltà che sia stata chiusa. Forse valerio dovrebbe leggersi i racconti di chi ci è passato in manicomio. Ultima modifica di bside : 01-10-2005 alle ore 11.44.05. |
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#13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Citazione:
Esatto la Pazzia è più dialettale che utile ... però le malattia mentali esistano eccome ... come definizione malattia si intende uno stato non nella norma che porta disagio all'organismo per cui non lascia dubbio che alcuni distrubi mentali portino molto disagio sia fisico che mentale nella persona per cui usando l'italiano il termine più preciso è Malattia ... ![]() |
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#14 | |
Ospite abituale
![]() Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
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Citazione:
Non mi baso su delle sigle per avere un'opinione, (e tanto meno su ricerche da internet) ma su quello che ho potuto verificare direttamente, avendo lavorato ad un progetto che riguardava persone con problemi mentali. Ho preferito rimanere sulle generali per rispetto e riservatezza. |
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#15 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Citazione:
Non volevo criticare quello che hai detto, anzi, rileggendo quello che hai scritto devo aver frainteso, perchè parlavi (se ora ho capito bene) di "ricovero" nella geriatria intendendo per "ricovero" l'"ospizio", e in effetti molti "vecchi pazzi" vengono depositati lì. Lavori nel sociale? (comunque internet è un ottimo mezzo per le ricerche, se si è capaci di usarlo) Ultima modifica di r.rubin : 02-10-2005 alle ore 02.44.35. |
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#16 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Sciocchezze
Difficile veder raccolto in così pochi interventi un simile cumulo di sciocchezze a riguardo dei manicomi e della famigerata Legge 180.
I manicomi erano luoghi di cura, con i limiti, pesantissimi, imposti dalle modestissime possibilità terapeutiche della psichiatria di trent'anni fa. Abolirli fu semplicemente antistorico, poichè le risorse di cura disponibili in quegli anni non permettevano assolutamente di affrontare la malattia mentale sul cosiddetto territorio. Fu uno schiaffo alla razionalità, perchè si dava per scontato il fatto che alcune, microscopiche, esperienze di trattamento, circostanziate da condizioni assolutamente specifiche (Trieste), potessero essere immediatamente spalmate su tutta la comunità nazionale. Nessuno tenne conto del fatto che la massima parte delle realtà locali erano del tutto sprovviste dei mezzi, scientifici, culturali, umani e materiali, per gestire malati gravissimi, in gran parte istituzionalizzati, ossia assistiti su di un profilo minore. Nessuno sottolinea, caro Valerio, il fatto che la maggior parte di quei poveretti, sbandati ed abbandonati, semplicemente morirono, perchè del tutto incapaci di offrirsi ad un qualsiasi possibile inserimento. Fu una strage, consumatasi nel corso di pochi anni. La legge 180 fu l'ultima, in ordine di tempo, pretesa di imporre alla realtà una visione ideologica, e se i suoi effetti si limitarono alla strage di malati ed al disastro di famiglie, lo si deve soltanto al fatto che la ricerca, quella vera, iniziò dopo pochi anni ad offrire risorse terapeutiche sempre più efficaci e sicure. La legge 180 fu l'ennesima sciagurata, italianissima, ipopcrisia: frutto di quello stesso ceppo intellettuale da cui gemmarono altri, notissimi, frutti: la campagna di Russia, per esempio, quando centinaia di migliaia di alpini vennero spediti a combattere senz'armi, in una terra ghiacciata con le scarpe di cartone. Il fatto che ora, dopo quasi trent'anni, non si riconosca quanto scellerato e quanto intellettualmente delinquente sia il legiferare senza avere strumenti attuativi, mi fa indignare. Abbiamo, nel nostro paese, forse la peggior psichiatria al mondo: la maggior parte degli psichiatri italiani non partecipa ai congressi internazionali, non conosce l'inglese, non usa internet. I lavori clinici pubblicati in italia sono vecchi già al momento di andare in stampa, sono quasi sempre inutili, salvo l'effetto che hanno di costruire carriere culturalmente vuote. Le case farmaceutiche ci relegano all'ultimo posto in Europa, quando si tratta di importare le nuove molecole: pochi malati fortunati sono assistiti da rari medici aggiornati e debbono recarsi in Svizzera o in Vaticano per procurarsi i farmaci. Le terapie antipsicotiche più moderne sono appannaggio dei soli centri di Igiene Mentale, dove operano spesso medici alle prime armi, che scelgono il percorso psichiatrico soprattutto per carenza di altre opportunità di lavoro. Quel che è peggio è però la seguente circostanza, forse ignota a voi tutti: gli ordini di scuderia da parte delle dirigenze ASL sono di utilizzarli al minimo, per un mero e becero, presunto, risparmio economico. Il nostro è l'unico paese europeo in cui i malati di schizofrenia sono ancora trattati, in maggior parte, con i neurolettici tradizionali. Forse non ve ne rendete conto, ma sarebbe come se nelle cardiologie dei nostri ospedali si trattassero gli scompensi cardiaci con i salassi e le sanguisughe. E perchè questo avviene? Perchè altrove non si fa più così da almeno dieci anni? Semplice: laddove si è cambiata strategia i ricoveri ospedalieri per accessi psicotici sono crollati, il monitoraggio dei malati si è fatto più semplice, con il risultato di condurre ad un sensibile contenimento dei costi in termini di personale e posti letto di degenza. A fine novembre 1996, lo stato di New York, dopo aver commissionato un serio lavoro di indagine ad un team universitario di economisti, decise di provvedere alla gratuità di questi farmaci: questo in un paese in cui l'assistenza sanitaria grava sulle spalle del cittadino e non è, se non in minima misura, pubblica. In breve fu seguito dal Canada e poi, lentamente, da quasi ogni altro stato. Lo sapete che i punteggi dei corsi ECM (l'aggiornamento obbligatorio in medicina) sono accreditati da un unico istituto in Italia, alla cui presidenza sta l'ex ministro della Sanità...? E lo sapete che la partecipazione ai congressi internazionali non è attribuita di alcun punteggio nel nostro paese? Che soltanto gli pseudo convegni locali, in cui si rimasticano nozioni antiquate e desuete forniscono punti di aggiornamento? Che alle case farmaceutiche è quasi sempre impedito di proporre agli psichiatri di partecipare ai convegni seri, all'estero? Che uno psichiatra, se lavora nel pubblico, spesso non vi può partecipare neppure a sue spese? Ragazzi, queste condizioni drammatiche sono l'onda lunga di quella legge. So bene che la cronaca riporta spesso notizie di crimini e misfatti compiuti da malati di mente: ma lo sapete quanto è raro che un malato di mente compia un crimine? Sforzatevi di immaginare quanto è vasto l'iceberg del dolore che sta sotto quella minima, notata, guglia. |
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#17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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Re: Sciocchezze
Citazione:
MATTI DA SLEGARE Giuseppe Dall’Acqua * Vent’anni fa in Italia venivano chiusi gli ospedali psichiatrici _ ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Giuseppe Dell’Acqua è l’attuale responsabile del Dipartimento di Salute Mentale dell’A.S.S. n.1 Triestina in http://www.scienzanuova.it/numeri/n09/n09_088.htm |
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#18 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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Re: Sciocchezze
Citazione:
MATTI DA SLEGARE Le persone affette da disturbo mentale, fino a oggi oggetti devastati dalla psichiatria, possono accedere a percorsi terapeutici, riabilitativi, nella pienezza del loro diritto, nella concretezza di una vita reale e all’interno dei loro contesti familiari e sociali. ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Si chiude così un ciclo, in Italia, ma, speriamo, anche nel resto del mondo: finisce il secolo dei manicomi. Un secolo certamente non onorevole per la psichiatria e gli psichiatri. Al suo posto, si iniziano veri processi di prevenzione, capaci di contrastare la disabilità e la discriminazione. Questa, forse, è l’eredità più difficile da amministrare che il lavoro di Franco Basaglia ci ha lasciato. Giuseppe Dell’Acqua è l’attuale responsabile del Dipartimento di Salute Mentale dell’A.S.S. n.1 Triestina in http://www.scienzanuova.it/numeri/n09/n09_088.htm |
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#20 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-01-2005
Messaggi: 168
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Re: Non si chieda al macellaio
Citazione:
... esilarante davvero, grande Weyl! ![]() Ok, ricevuto: allora passo da un collaboratore di Basaglia ad un altro esperto del settore, a contatto quotidiano coi malati ( ... a meno che tu non voglia, demagogicamente, dar voce alla ... "casalinga di Voghera" ... o a mamma Rosa !) Intervista a Carmine Munizza, specialista in malattie nervose e mentali e past president della Società Italiana di Psichiatria. D - Qual'è stato il merito storico di Basaglia? R - Basaglia ha dato dignità ai malati, ma anche agli psichiatri, rendendo la disciplina psichiatrica non più una pseudoscienza di chiusura e contenimento, come era considerata, ma una vera e propria scienza medica. Ha capito, cioè, che il manicomio non era un posto dove si potevano curare le persone. Un fatto evidente per molti ma che lui ha avuto il merito di denunciare per primo. D - E la legge 180, da lui ispirata, è ancora un punto fermo? O le continue proposte di modifica hanno qualche fondamento? R - La legge 180 non è organizzativa, bensì di principi. Intendo dire che ci sono due principi base di orientamento. Il primo, quello principale, supera l'ospedale psichiatrico, il manicomio vecchio stile, per favorire invece il ricovero dei pazienti psichiatrici presso ospedali pubblici. Come avviene per tutte le malattie. Il secondo punto è quello che regolamenta il trattamento sanitario obbligatorio, il principio in base al quale il paziente che rifiuta di farsi curare può essere ricoverato non per un atto di ordine pubblico ma sanitario. Significa che è un medico a sancire la necessità di un ricovero con il suggello di un secondo medico. D - E il ricovero avviene presso strutture pubbliche? R - Adesso si fa nelle strutture pubbliche, anche se alcune delle proposte di revisione propongono il ricovero presso strutture residenziali private. Una revisione che non condivido. D - Perché? R - Secondo me il primo "filtro" deve essere pubblico, è una garanzia per il malato. All'interno della struttura sanitaria può anche cominciare un percorso di riabilitazione, poi si vedrà. D - E quanto dura il trattamento sanitario obbligatorio? R - La durata iniziale è di sette giorni ma è importante puntualizzare che si può prorogare se il medico lo ritiene necessario. E si può addirittura arrivare a sei mesi. D - La legge 180 per come è stata concepita perciò dà garanzie? R - Assolutamente sì. Si tratta di una legge valida che non è organizzativa. E' chiaro che essendo l'applicazione della legge demandata alle regioni in alcune si applica di più in altre meno. Ma oggi tutte le aziende sanitarie hanno un dipartimento di salute mentale con personale analogo. Il problema è piuttosto che rispetto alla psichiatria si hanno grosse aspettative, addirittura magiche. Se viene diagnosticato un cancro in qualche modo ci si rassegna alla possibilità che si possa non guarire. D - Non è così per le malattie psichiatriche? R - No. Ci si aspetta un intervento e un esito soddisfacente. Ma esiste un margine di errore e può succedere che il paziente non risponda al trattamento. E magari si suicidi. Il medico, però, non va colpevolizzato perché esiste un 30% dei casi in cui non si ha risposta D - Ma da Basaglia ad oggi la patologia mentale è cambiata? R - Non esattamente. E' aumentata la sensibilità ai problemi psichiatrici e sono aumentate le possibilità diagnostiche. Per cui non sono tanto in aumento le malattie ma si fanno più diagnosi. Quindi la riduzione della schizofrenia e l'aumento della depressione che i dati epidemiologici testimoniano, potrebbero essere falsi positivi. D - Cioè? R - Prima si consideravano schizofrenici quelli che in realtà erano pazienti depressi. (intervista di Marco Malagutti in http://www.dica33.it/argomenti/psich...zofrenia10.asp)?? "Il malato non è solo un malato ma un uomo" (Franco Basaglia) |
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