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03-08-2005, 14.20.00 | #41 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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RICHIAMO STORICO
Nelle occasioni sotto indicate due popoli hanno, per la volontà di re o premiers, corretto le deviazioni diffuse dei proprii cittadini.
- U.K. Alcuni secoli fa i vascelli inglesi erano temuti in tutti i Paesi marittimi. Gli Inglesi erano violenti e attaccabrighe. Il governo dell’epoca effettuo’ una campagna di correzione determinata e profonda, basata sulla punizione sistematica dei violenti e sulla promozione della correttezza. I risultati furono notevoli. - U.K. Alcuni anni fa la Tatcher, con prediche frequenti, riusci a risvegliare i flemmatici Inglesi, abituati a far lavorare i colonizzati. Li tramuto’ in europei svegli e rapidi, ormai preparati a far ripartire l’economia di un Paese che non aveva più un impero. - Regno di Danimarca e Scandinavia. Il re decise secoli fa di correggere la violenza diffusa degli scandinavi con provvedimenti fortemente punitivi. Gli scandinavi sono oggi i più corretti e i meglio educati tra gli europei ! Aggiungo che io constato in Italia una diffusa incapacità di riflessione sociale, una rarità enorme di METODO per costruire, una diffusione non solo del casino ma anche del pensiero incasinato. Per cui sono arrivato alla conclusione che, SENZA UNA ANALISI DIFFUSA DELLE CAUSE DEL RUZZOLONE, il paese non ha alcuna speranza.... di evitare l' America.... Latina. IL RUZZOLONE DEL SISTEMA ITALIA (L’ EDUCAZIONE AL NEGATIVO) Conferme, che l’ economia italiana batta la fiacca, ce ne sono abbastanza. Ecco il momento giusto per chiedersi: quali i motivi primari della perdita di competitività ? Essi sono parecchi, ma la CAUSA scatenante che li comprende tutti é immediata: la società italiana non funziona più, rischia il bloccaggio. Anche qui, quali i motivi primari dei pantani, dei grippaggi, dei ritardi, delle incertezze ? Sarebbe facile, ma lungo, listare quindici fattori che causano le inefficienze sociali italiane. Fattori che si concatenano fra loro e si incrementano reciprocamente. Ma, se vogliamo una sintesi, bene, ecco i tre fattori primari: - La Pubblica dIstruzione ha fatto, per decenni, un cattivo lavoro. Non ci ha insegnato metodi e forme di pensiero adatti al secolo XXI. E cioé basati su: coerenza, logica, struttura, realismo, efficacia dei risultati. Ci é stata data, é vero, un’ ottima formazione umanistica, ma troppo vicina, credo, alla Humanitas di qualche secolo fa. Basterà, nel Villagio Globale ? Sembra di no, a guardare i risultati. - Un secondo errore del sistema Italia di inizio secolo: pessimo metodo di selezione della classe dirigente, basato sul valore ...... delle chiacchiere, anziché della professionalità. Non poco, per affossare le prospettive di una società... Interessante il quesito: “Sono i politici che vogliono vendere chiacchiere, o gli elettori che le vogliono ?”. - Un terzo errore, anch’ esso della Pubblica dIstruzione, quello di non educare il cittadino, di non insegnargli i suoi diritti ed obblighi, la struttura della società, i suoi meccanismi di funzionamento. I quali dovrebbero percio’ essere gestiti, se va bene, da angeli invisibili. Se va male, da padrini nascosti. I Risultati, a inizio del secolo XXI: sparizione dei Valori, assenza di Realismo, perdita della Qualità, specialmente a causa del criterio adottato di selezione. Detti risultati hanno portato: un alto tasso di insuccessi sociali, fra l’ altro legati alla sparizione dell’ impegno, della serietà, come forze positive. Meccanismi del sistema sociale che si inceppano, rassegnazione di cittadini (l’ Italiano si adatta, ha la schiena flessibile). Le conseguenze apparenti: aumento degli sprechi, dei costi, calo della competitività. E i parlamentari, preoccupati, .... decidono, con una legge, di aiutare l’ economia...... Realismo italiano..... Come sommario molto sintetico del degrado italiano, forse questo testo é adeguato. I dettagli dei legami causa-effetto di tanti fenomeni, suicidi per l’ economia, richiederebbero alcune pagine. Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr (analista delle CAUSE del declino) IL RUZZOLONE DEL SISTEMA ITALIA (L’ EDUCAZIONE AL NEGATIVO) Conferme, che l’ economia italiana batta la fiacca, ce ne sono abbastanza. Ecco il momento giusto per chiedersi: quali i motivi primari della perdita di competitività ? Essi sono parecchi, ma la CAUSA scatenante che li comprende tutti é immediata: la società italiana non funziona più, rischia il bloccaggio. Anche qui, quali i motivi primari dei pantani, dei grippaggi, dei ritardi, delle incertezze ? Sarebbe facile, ma lungo, listare quindici fattori che causano le inefficienze sociali italiane. Fattori che si concatenano fra loro e si incrementano reciprocamente. Ma, se vogliamo una sintesi, bene, ecco i tre fattori primari: - La Pubblica dIstruzione ha fatto, per decenni, un cattivo lavoro. Non ci ha insegnato metodi e forme di pensiero adatti al secolo XXI. E cioé basati su: coerenza, logica, struttura, realismo, efficacia dei risultati. Ci é stata data, é vero, un’ ottima formazione umanistica, ma troppo vicina, credo, alla Humanitas di qualche secolo fa. Basterà, nel Villagio Globale ? Sembra di no, a guardare i risultati. - Un secondo errore del sistema Italia di inizio secolo: pessimo metodo di selezione della classe dirigente, basato sul valore ...... delle chiacchiere, anziché della professionalità. Non poco, per affossare le prospettive di una società... Interessante il quesito: “Sono i politici che vogliono vendere chiacchiere, o gli elettori che le vogliono ?”. - Un terzo errore, anch’ esso della Pubblica dIstruzione, quello di non educare il cittadino, di non insegnargli i suoi diritti ed obblighi, la struttura della società, i suoi meccanismi di funzionamento. I quali dovrebbero percio’ essere gestiti, se va bene, da angeli invisibili. Se va male, da padrini nascosti. I Risultati, a inizio del secolo XXI: sparizione dei Valori, assenza di Realismo, perdita della Qualità, specialmente a causa del criterio adottato di selezione. Detti risultati hanno portato: un alto tasso di insuccessi sociali, fra l’ altro legati alla sparizione dell’ impegno, della serietà, come forze positive. Meccanismi del sistema sociale che si inceppano, rassegnazione di cittadini (l’ Italiano si adatta, ha la schiena flessibile). Le conseguenze apparenti: aumento degli sprechi, dei costi, calo della competitività. E i parlamentari, preoccupati, .... decidono, con una legge, di aiutare l’ economia...... Realismo italiano..... Come sommario molto sintetico del degrado italiano, forse questo testo é adeguato. I dettagli dei legami causa-effetto di tanti fenomeni, suicidi per l’ economia, richiederebbero alcune pagine. Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr (analista delle CAUSE del declino) Ultima modifica di antonio greco : 03-08-2005 alle ore 14.22.35. |
03-08-2005, 16.31.56 | #42 |
Ospite
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Messaggi: 18
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Caro Michele,
accolgo o meglio accogliamo il tuo appello. mi chiamo Stefano e insieme a diversi gruppi in giro per l'Italia stiamo costituendo un partito che porti avanti gli ideali della democrazia diretta e partecipativa, di equità economica e pace. Noi nel nostro piccolo stiamo muovendo centinai di persone stanche di questa pattumiera politica che i nostri governatori (e non solo) ci presentano ogni giorno. Stiamo ora definendo il programma e lo statuto per partire a settembre/ottobre con la campagna per le elezioni 2006. il nostro movimento si vuole presentare come alternativa reale ai 2 poli, destra e sinistra. So che potrebbe sembrare un progetto folle, ma è l'unico per il quale ne vale la pena lottare. Se vuoi puoi leggere il Preambolo allo statuto che per ora è l'unico testo definitivo ( segui questo link ) Dacci una mano e il nostro sogno (tuo, mio e di migliaia di persone) si potrà avverare. un saluto speranzoso e ricordando "Se uno sogna è soltanto un sogno. Ma se molti sognano insieme è l'inizio di qualcosa di nuovo" M. L. King stefano |
03-08-2005, 17.48.34 | #46 |
L' Emigrato
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ITALIA, LE REGOLE SONO COME IL TEMPO: DIPENDE....
LETTERA DALL’ EUROPA
FRANCIA, IL PAESE DELLE REGOLE Se vuoi parlare di regole, puoi tenere in conto anche questo. Discorrendo con un altro emigrato a Parigi, facciamo il punto. La crisi in atto in Italia, conveniamo, potrà meglio essere combattuta se facciamo qualche paragone con il resto dell’ Europa. Dopo, sarà più facilmente possibile identificare qualche handicap di cui forse occorrerà liberarsi. L’ amico mi dice “le nostre regole sono antiquate”. Gli rispondo: “Prima di dire che abbiamo delle regole, dimostrami che esse non stanno solo sulla carta, ma sono applicate”. Come é in genere nei Paesi della U.E. Il dialogo allora si sposta: “Cerchiamo di capire perché gli Italiani sono l’ eccezione della U.E.. Seguono le regole quando ...... il tempo é buono. Ma, se il tempo cambia......”. L’ esempio francese. Nella cultura e nel DNA dei Francesi ci sono geni latini e geni germanici (i Franchi erano germanici). Dai latini i Francesi hanno ereditato una certa tendenza alla confusione (le bordel, in francese). Ma la loro logica, molto diffusa in ogni angolo del Paese, forse dovuta anche al posto privilegiato che la matematica ha nell’ insegnamento, ha permesso loro di ridimensionare questa tendenza alla confusione. Anche per il grande uso, sempre di derivazione germanica, della disciplina. E con l’ inquadramento di ogni situazione sociale in una casistica o in un quadro esplicativo. E, infine, con molta regolamentazione. Nella vita sociale francese, a ogni situazione ci puo’ essere la relativa regola da seguire. Tante regole sembrano inalterate da decenni. Esse infatti danno risultati costanti e possono ostacolare le evoluzioni. Di conseguenza, la vita di un Francese (o almeno di un parigino) non é semplice. Anche perché i Francesi le seguono, le regole. Sarà questo il motivo per cui i Francesi sono stati definiti degli “Italiani di cattivo umore” ? A Parigi, infatti, il cattivo umore é facilmente visibile. La stampa nazionale parla del problema, coll’ avvento della U.E., della mancanza di creatività e d’ iniziativa. Con ripercussioni sul quadro economico. Ma non spiega come la creatività e l’iniziativa potrebbero svilupparsi nel Paese delle regole. Nel Paese dove, in classe, é spesso mal tollerato che un alunno prenda la parola. Ci si accorge anche, a Parigi, che le variazioni di comportamento fra diverse persone sono limitate. Mi sono persino chiesto se ci sono variazioni nei processi mentali di persone diverse, le quali seguono, con costanza e convinzione, le stesse regole. Ma le regole sono troppe. Persino gli alberi dei giardini pubblici sono soggetti ad una regolamentazione. Come le intelligenze sono modellate (si potrebbe dire stampate) dal sistema scolastico, granitico, quasi staliniano (il cui più grosso problema é l’échec scolastico), cosi gli alberi sono standardizzati dai giardinieri. Nei giardini prevalgono i coni e i cubi. Con un po’ di fantasia, un giardiniere puo’ arrischiare una sfera. L’ incanto della natura, dello sviluppo vegetale, con tali eccessi, ha difficoltà ad apparire. Ma, per un Francese, i giardini devono essere cosi, inquadrati. Come la loro vita. L’ esempio italiano Uno dei motivi per cui la società italiana funziona sempre meno (in talune regioni c’é oggi un’ evoluzione, negativa purtroppo): ognuno puo’ farsi la sua interpretazione personale delle regole. Severgnini ha scritto “tanti Italiani si fanno il proprio codice à la carte”. In tante situazioni sociali, la reazione del sistema alla richiesta del cittadino é, troppo spesso, imprevedibile. Quando non nulla. Un altro fattore che concorre alla inaffidabilità sociale in aumento, ormai. Purtroppo non é il solo. La mia valutazione: se le nostre regole fossero scritte come in Francia, chiare, precise, indiscutibili, metalliche, una sola interpretazione, allora gli Italiani forse le seguirebbero. Ma per poter arrivare a tanto, parecchie condizioni sarebbero necessarie. La prima: condannare ed estirpare il doppio linguaggio (in pratica, avvicinarsi all’ Europa). Il quale é una delle tante fonti della inaffidabilità sociale odierna. Occorrerebbe imparare che c’é una sola verità. E anche una sola giustizia. Sarà possibile ? Per ora no, bisognerebbe, io credo, prima eliminare la confusione. Il casino cioé. Ma non é la sola condizione, ce ne sono ben altre. Se la società italiana si avviasse verso la chiarezza di espressione (cristalclear), ne avremmo alcune conseguenze. Anzitutto nella vita sociale diminuirebbero i contenziosi. Manderemmo qualche avvocato a spasso, ma forse disintaseremmo i corridoi dei palazzi di giustizia. Quei corridoi ove oggi ci vogliono i semafori. La gestione dei contratti, privati o pubblici, sarebbe meno costosa. L’ interesse privato in atti d’ ufficio, ora diffuso mi sembra, sarebbe meno facilitato. Potremmo persino immaginare che i funzionari pubblici diventino responsabili. Oggi non lo sono, con la regolamentazione e il codice che ci ritroviamo. Nel sistema fiscale poi, per fare un altro esempio, si potrebbe eliminare la specialità italiana del condono, annuale o semestrale. Nelle assemblee infine, di qualsiasi tipo, parlamentari o condominiali, sarebbe più facile concordare delle conclusioni e delle linee di azione. Cioé fare come in Europa........Molto meglio che litigare...... Un sogno Ancora un esempio delle conseguenze della chiarezza (se la instaurassimo un giorno come obbligatoria). Forse sarebbe scoraggiata l’ approssimazione, oggi troppo diffusa. Inoltre non avremmo più il primato europeo dei giorni di sciopero. Ma, sopratutto si potrebbe dire agli Italiani: le regole ora sono chiare, seguitele. Si potrebbe allora cominciare con la severità, buttando dalla finestra l’ impunità garantita. La società italiana potrebbe divenire affidabile. L’ economia ne guadagnerebbe. E solo un sogno, o potrà essere realtà ? Io credo che dipenda dalla maturità di una società. Nel senso che una società matura e responsabile sa rinnovarsi (anche per divenire europea). Riletterci su ? Italiani e Francesi, popoli cugini. Fratelli, non direi, siamo agli opposti. E se collaborassimo in qualche settore ? Allora i Francesi potrebbero mostrarci come si gestisce efficacemente un macrosistema (un Paese, una regione, una multinazionale). Noi potremmo mostrare loro come nasce sui banchi della scuola la creatività, l’ iniziativa. Permetteremmo loro di commercializzare meglio i prodotti della loro organizzazione e della loro industria. Ma soprattutto, essi potrebbero liberarsi, col nostro aiuto, del problema nazionale: l’ échec scolaire. Se invece restiamo ognuno col nostro orgoglio, rischiamo di essere stritolati dal Villaggio Globale. Sarebbe come darla vinta agli asiatici. Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr (disponibile per una presentazione delle cause dei guai italiani) |