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25-02-2005, 20.40.15 | #42 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Mary, considera che i mezzi pubblici, pare che inquinino e che siano tra i responsabili più importanti delle polveri sottili. Sono d'accordo che occorra potenziarli, ma anche migliorarli sotto tutti i punti di vista, ivi compresa l'accessibilità alle carrozzine e alle persone con problemi consistenti di vista... Io sono un amante di mezzi pubblici. Appena posso lascio a casa l'auto o la uso fino alla stazione FS. Poi? qui viene il bello!
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26-02-2005, 08.59.20 | #43 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Citazione:
Noi siamo discendenti degli antichi romani ma, strada facendo, abbiamo perso le loro straordinarie capacità. I romani avevano creato la rete stradale più efficiente del mediterraneo, che ancora viene usata. Via Appia, strada diritta una candela: gli uomini moderni si sono dati da fare per renderla piena di curve. Sono anch'io una fanatica del mezzo pubblico, ma, ovviamente, di un mezzo non inquinante, confortevole e pratico. Moltissimi anni fa quando ancora i fumetti erano una splendida lettura mi ricordo di Mandrake giunto in un paese straordinario dove esistevano due mondi, uno super ecologico e l'altro super tecnologico. Mi colpì quello super tecnologico in cui le macchine facevano tutto, ma proprio tutto senza più bisogno d alcun intervento esterno e gli uomini avevano perso l'uso delle gambe e anche del corpo, e forse della mente. L'altro era super ecologico, avevano imparato ad usare in modo straordinario la natura, le piante, il sole. Entrambi i mondi avevano fornito una vita comoda ma con risultati, per l'uomo, completamente diversi. L'episodio di quel fumetto oggi mi sembra sempre più attuale e reale. Ma qui non ci sono i due mondi, è quello super tecnologico che sta prendendo il sopravvento. E gli uomini sono destinati alla distruzione. E non è un essere misterioso o divino a distruggerci ma siamo noi stessi a farlo. Ciao Mary |
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26-02-2005, 09.15.13 | #44 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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CULLARSI NELLE FATUE ILLUSIONI O SMONTARE LE ILLUSIONI ?
SENZA UNA ANALISI DELLA SITUAZIONE NON CI SARA' MAI POSSIBILITA DI CORREZIONE
L’ unificazione del Regno d’ Italia Fine ‘800. Fatta l’ unificazione del Paese, la sua gestione fu iniziata dai piemontesi. Nel trambusto dell’ allargamento della piccola struttura statale piemontese, i primi governi fecero un grosso errore: mandarono avanti nei nuovi territori, come rappresentanti, gli ufficiali del fisco. Non misero su una valida struttura di pubblica istruzione dei cittadini del Regno, che insegnasse non solo a leggere, ma anche a vivere nel nuovo stato. Gli Italiani, non avendo un gran livello medio di cultura, erano soggiogati dal potere di turno, che era talvolta prepotente. Non capirono che, colla unificazione, la situazione era piuttosto cambiata. Continuarono, come sempre fatto, a considerare il potere nazionale come un organo estraneo, da sopportare, da ignorare. Come era sempre avvenuto, quando c’ erano stati Goti, Normanni, Arabi, Francesi e Spagnoli. Anche conoscendo male la storia, credo sia qui una delle origini del problema. Non nacque un nuovo approccio al nuovo stato, come era (e come é) nei Paesi a Nord delle Alpi . Stato che va costruito, con cui si dialoga, si collabora, di cui si propone l’ evoluzione. Gli Italiani scelsero di ignorarlo e continuarono a interessarsi ad iniziative, contatti, poteri informali, locali e alternativi. In pratica si considerarono, anche per manco di istruzione, al di là dello stato. Credo sia stata questa l’ origine della divaricazione esistente fra uno stato formale ed un tessuto di clans e allacci sommersi, che lo ignora. I quali talvolta lo considerano estraneo, se non nemico. Da subire, da combattere talvolta, o almeno da fare fesso. La Repubblica all’ inizio del XXI secolo Ancora oggi gli Italiani perpetuano la tradizione: lo stato nemico, da subire purtroppo, da contrastare sul terreno. Non succede niente di cio’ a Nord delle Alpi. Anche per questo, le altre società funzionano. Se ci volesse anche una motivazione per giustificare una vecchia tradizione mai cambiata, ce n’ é una valida, oggi. Lo stato é mal gestito, incapace, buono solo a sprecare o alimentare quattro loschi figuri incapaci, che vengono chiamati politici. Perché prenderlo sul serio ? Durante il fascismo, la costruzione dello stato fu demandata a manipoli di esagitati. Si moltiplicarono le bandiere e si scrisse “Stato” colla maiuscola. Dopo la guerra lo stato italiano si é vendicato del non essere considerato. Ancora ritenuto un corpo estraneo ai cittadini, lo stato ha continuato a trascurare questa abnorme inimicizia, a non pensare alla educazione civica dei cittadini. Infatti la P.I non si é occupata affatto della questione, per trascuratezza o ignoranza. Negli ultimi trent’ anni del XX secolo, loschi figuri presero il potere. Reclutati con un pessimo criterio di selezione, la complicità e il comparaggio, hanno diffuso coll’ esempio , consciamente o inconsciamente, le abitudini seguenti: - grigiore, approssimazione, vaghezza di programmi e di comportamento dei personaggi pubblici. Nel senso di indeterminazione, mancanza di chiarezza, rarità di opinioni solide e riflettute o troppo rapida trasformazione delle stesse. Negligenza dei fatti reali nelle discussioni politiche, sostituiti spesso da accuse (non importa se senza prove). Forse per ignoranza, di sicuro per cattive abitudini. Talvolta doppio linguaggio del potere, che dice di voler fare. Ma fa i fatti suoi...... - rarefazione dei valori di base del patto sociale, in certi casi scomparsa degli stessi. Tutto, o quasi tutto, é ormai permesso. Il rigore, la coerenza, la precisione, l’ impegno, la verità dei fatti, li lasciamo ai Francesi o ai Tedeschi. Il tutto facilitato dalla diffusione del doppio linguaggio (esiste nella U.E., cosi diffuso, solo in Italia). - conseguente vita sociale caratterizzata da: frequenti emergenze, difficoltà di costruire, gestire, trasformare i corpi sociali. Cio’ non deve troppo sorprendere, se nella società tutto é confuso o cambia dall’oggi al domani (flessibilità a 360°) - frequenti alterchi o lotte fra parti avverse (o alleate) in politica, le quali sembrano indicare che molti politici danno priorità alle lotte di clans piuttosto che alla gestione del Paese (che é in teoria il loro ruolo). Pochi progressi quindi dall’ epoca dei principati. - progressiva ignoranza dell’obbligo di rispettare legge e regolamenti, anche da parte di enti e servizi pubblici. Incremento del numero di persone ed enti che ignorano la legge. Le strutture dello stato (gestito da persone mal selezionate), come é divenuto dagli anni ’60 in poi, aiutato dalla mentalità della flessibilità diffusa, hanno contribuito, con insipienza e superficialità, talvolta coll’ esempio: - a far sparire i paletti della vita civile (una parvenza, incompleta, degli stessi esisteva trenta anni fa); - a bandire gli strumenti necessari alla costruzione ed alla educazione di un Paese moderno, i VALORI, in un’ epoca di cambiamenti nell’ economia dell’ Europa e del mondo; - a diffondere in tutti i gangli del Paese (nel pubblico e nel privato) la corruzione e l’ omertà. In un grosso gregge, se spariscono i cani pastori, il pastore fa enormi tentativi per gestire le pecore, tenerle insieme. Nello Stivale, gli Italiani, pecore confuse, vanno in tutte le direzioni. Sono infatti spariti i VALORI (i cani pastori), cioé gli strumenti della vita civile. Dopo la guerra, un paio di generazioni di governanti e dirigenti del parastato hanno completamente perso la capacità di gestione corretta dei macrosistemi (e.g. il Paese, l’ Alitalia, la Fiat). Di conseguenza nuovi comportamenti si sono diffusi, in base alla (quasi) nuova mentalità della tolleranza e impunità totali. In sintesi, essi hanno, fra l’ altro, provocato la sparizione del realismo, sostituito dal doppio linguaggio. Il primo é infatti sparito dalle discussioni pubbliche. E sempre più é sostituito dallo scenario (anche televisivo) e dalla demagogia. Il tutto genera inefficienze, sprechi, perdita di competitività. Il Paese é ormai sotto l’ imperio di quattro Dittatori: Confusione, Irresponsabilità, Rassegnazione, Gestione Allegra. La Fatua Illusione N. 1 Il parlamento ha approvato la legge della “devolution”. L’ idea nella testa dei propositori della legge credo sia sta la seguente: lo stato si é mostrato incapace di gestire la società e i servizi pubblici su base nazionale. Il sistema é troppo grande, per i governanti italiani di inizio secolo. Riduciamo la grandezza del sistema, facciamo il più possibile nelle regioni, strutture più piccole. Le gestioni saranno più facili. Fatua illusione. I valori e le capacità di gestione, ormai troppo rari nel Paese, sono inesistenti anche nelle regioni. Invece di avere una sola grande Babele, avremo tante piccole Babeli. In Europa solo dei balordi superficiali come i politici italiani possono credere al miglioramento colla devolution ! La Fatua Illusione N. 2 Gruppi di cittadini e partiti, in reazione alle incapacità ed alla confusione generata da uno stato incapace, gestito da politici incapaci (la migliore espressione della mentalità italiana, scrisse TIME), pensano di proporre la riforma delle istituzioni. Anche Ciampi le invoca... I propositori delle riforme, anche per superficialità e mancanza di realismo, non hanno considerato la situazione reale. Non han capito cosa va cambiato. La situazione, vista dall’ Europa, é la seguente, con una immagine esplicativa: - se dessimo la gestione delle nostre vecchie istituzioni ad Olandesi, Francesi, Belgi o Svedesi, mandando a casa i politicanti abituati a mercanteggiare poteri e percentuali nel souk italiano, dopo un periodo di avviamento e con riforme adeguate di procedure e gestioni, lo stato finalmente inizierebbe a funzionare come in Francia e in tanti altri Paesi della U.E. - se oggi il Bel Paese adottasse una riforma delle istituzioni e non ci accorgessimo che solo noi Italiani, in U.E., non sappiamo gestire i grandi sistemi (per esempio, non conosciamo l’ organizzazione), allora le nuove istituzioni fallirebbero completamente, come quelle attuali ! ! Sarebbe questa la Fatua Illusione N. 2 ! I MOTIVI: la mancanza di strumenti adeguati. I dettagli relativi sono nelle seguenti Lettere dall’ Europa: “Colli di Bottiglia”, “Italia Desnuda”, “Regole e Confusione”, “Pantani e Ruote grippate”. Quale situazione ? Una società che possiede: coscienza e orgoglio di sé, patriottismo, patto sociale, é un Paese. Una società che non possiede tali valori é un’ accozzaglia di gente, che vive nell’ anarchia. Tali i casi limite. Lo Stivale mi sembra si trovi in uno scenario intermedio, il quale é in evoluzione rapida. Verso quali dei due scenari ? Antonio Greco (disponibile per una presentazione delle CAUSE dei guai italiani) ANGREMA@wanadoo.fr Le coordinate dei siti che pubblicano le Lettere dall’ Europa: http://angrema.blogspot.com www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “ società”) P.S. Le linee direttive del programma necessario e urgente per la società italiana (un nuovo patto sociale da definire), il quale permetta al Paese di divenire una società europea a pieno titolo, capace anche di sviluppare un’ economia fiorente (dopo gli sforzi necessari), sono già pubblicate. Gli interessati me ne chiedano copia o le coordinate Internet. |
26-02-2005, 12.11.39 | #45 |
Ospite abituale
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Antonio,
non applicherei la tua analisi a tutta l'Italia, ma solo a quella parte sotto la Chiesa ed i Borboni, il cosiddetto Mezzogiorno. Questo subi` una sostanziale conquista militare, ma quel che e`peggio la scelta piemontese per la pacificazione fu l'alleanza con i feudatari e quindi con la mafia, tant'e` che l'Italia ebbe primi ministri siciliani come Orlando che proclamavano con orgoglio di essere "uomini d'onore". Il Nord invece ha avuto esperienze di livello europeo, il Lombardo-Veneto ad esempio era la regione piu` ricca e sviluppata dell'impero Austro-Ungarico e dopo l'unita` in questa zona si sono sviluppate esperienze di capitalismo paternalistico, con padroni che costruivano case e villaggi per gli operai. Lo stesso socialismo del Nord sviluppo` una forte solidarieta` e nei quartieri poveri esisteva comunque una coscienza civica e solidaristica: il civismo del Nord non aveva nulla da invidiare a quello del resto d'Europa. Il Sud invece fu quello che l'Irlanda fu per gli Inglesi. Col Fascismo la campagna di Mori contro la Mafia sembro` potere cambiare qualcosa, ma il regime fermo` Mori non appena questi comincio` a toccare la classe dirigente meridionale. Nel dopoguerra si rimescolarono le acque, si vennero sovrapponendo due fenomeni opposti, da un lato l'emigrazione dal Sud verso il Nord, poteva diffondere i positivi valori solidaristici del Nord anche al Sud, dall'altro la DC scelse l'eterna politica del regno d'Italia di appoggiarsi sulla peggiore classe dirigente meridionale come strumento di lotta al comunismo. Fino agli anni '60 le due Italie continuarono a restare sostanzialmente divise, ma con il Boom economico ci fu una sostanziale riunificazione d'Italia. Solo che non avvenne quello che tutti avrebbero sperato, che la coscienza civica del Nord si estendesse al Sud, ma avvenne il contrario fu il Sud a conquistare il Nord. La cultura del familismo amorale conquisto` definitivamente tutta l'Italia, il movimento sindacale per un po' svolse una funzione unificatrice e civilizzante, ma con il riflusso degli anni '80 si vide che la DC era riuscita a cancellare ogni specificita` nordica. Gli uomini nuovi simbolo della totale meridionalizzazione raggiunta sono Craxi e Bossi, un politico milanese che usa a Milano i metodi del siciliano Lima ed un capopolo del varesotto che assomiglia molto di piu` ad un guappo che alle vecchie guide e coscienze dei quartieri operai milanesi, fatti di operai specializzati di poche parole che amavano il proprio lavoro. Il cancro culturale che il Regno piemontese aveva cronicizzato nella speranza di confinarlo al Sud aveva raggiunto con le sue metastasi anche il nord. Ora come dice Antonio o l'Italia impara a crescere culturamente o diventera` una propaggine argentina in Europa. |
26-02-2005, 15.25.22 | #46 | ||
iscrizione annullata
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Un momento, scusatemi
Citazione:
Secondo me questo è davvero opinabile. Intanto ogni realtà locale ha dei suoi problemi specifici e numericamente, anche per porzioni molto piccole di territorio, sono infiniti. Ora, devolvere la possibilità di gestirsi a dei governi locali è una grande idea, che va sostenuta e incentivata. Cosa può sapere un ministro abbruzzese che vive a Roma, dove si trovano il governo e le camere, della realtà Siciliana? Come può intuire "telefonicamente" le difficoltà nelle quali versano delle frange di popolazione, distanti centinaia di kilometri da lui e presso le quali non ha mai vissuto? Ricordo che la Germania, paese tanto ammirato, ha un parlamento federale, formato dai rappresentanti di varie parti del territorio, e non stiamo parlando dei giganteschi Stati Uniti d'America! Non possiamo dire che questo è un popolo di lazzaroni incapaci e trascurati e poi non permettere, dando veramente compiti e responsabilità anche a chi rappresenta realtà più piccole, a queste persone di sviluppare una vera coscienza di cosa vuol dire governare e amminsitrare con coscienza. Se pensiamo che già l'amministrazione di un semplice palazzo pone di fronte a numerossisimi problemi, come possiamo accettare che l'efficienza venga dalla "telefonia" dello stato centrale, distante anni luce dai problemi delle varie regioni? Citazione:
E' falso! L'unico retaggio culturale che l'Italia ha lasciato nella sua storia, e che non dobbiamo assolutamente lasciar sparire, consiste nel cosmopolitismo. Prima dell'unità d'Italia, gli italiani più che sentirsi tali erano cittadini del mondo, senza una nazione precisa. I protagonisti che la storia ci ha tramandato: Foscolo, Alfieri, Casanova, Garibaldi, Mazzini; sono figure che avevano fatto del mondo la loro casa: e questo non dobbiamo dimenticarlo! Bisogna, si, avere una cultura nazionale e un tessuto culturale comune in grado di legare un'entita giuridica, come lo Stato, ma non per questo bisogna tornare a pensare ancora a queste mitologie retrograde come la Nazione e la Patria. Decentramento e cosmopolitismo, questa è anarchia? Sia benvenuta! |
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26-02-2005, 22.12.37 | #47 |
L' Emigrato
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LIVELLI DI SOGLIA
Grazie Pirrone del tuo interv. Mi hai conferamto, con una prosa più secca della mia, che cio' che ho scritto nella mia lettera "Evoluzione-Tangentopoli" é esatto.;
Se vuoi leggerla sul sito, ha il brodo più allungato e dice un paio di cose in più. Sciascia scrisse , trenta anni fa, che la mentalità mafiosa si stava spostando verso il Nord alla velocità di 100 km/anno. IO aggiungerei.."vista la schiena debole degli Italiani". Vorrei precisare in questa occasione che nel forum, ma anche fuori, non sono sempre in sintonia cogli Italiani dello Stivale. Ma lo sono spesso con altri emigrati. DI fatto talvolta si nota fra le due categorie la differnza di mentalità. Che io indico anche dicendo che: - in Europa il livello di soglia dei comportam accettabili é al livello fronte. - in Italia esso sembra, in certi momenti, sceso al livello delle fogne... L' Emigrato |
26-02-2005, 22.31.42 | #48 | |
Ospite abituale
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Re: LIVELLI DI SOGLIA
Citazione:
... caro Antonio, l'Italia come ogni altra nazione e' fatta di mafiosi e conniventi ma anche di gente morta per il proprio dovere come Falcone e Borsellino, quindi ti inviterei, sei vuoi davvero il bene dei tuoi connazionali (anche se risiedi in Francia, sei un italiano) ad usare un tono meno saccente, tono che non noto affatto nell'amico Pirrone. Inoltre il problema del futuro non e' tanto la competitivita', ma il fatto che la robottizzazione e l'informatizzazione portera' ad una disoccupazione di massa anche nelle economie piu' competitive. Allora il problema oltre quello della ricostruzione di una classe dirigente che possa definirsi tale e che faccia il bene dell'intera comunita', e' anche quello di imporre attraverso le lotte dei lavoratori e dei disoccupati una drastica riduzione dell'orario di lavoro a parita' di salario, altrimenti non ci saranno piu' consumatori. Utopia? Dai un'occhiata a due libri che ho consigliato anche in altre discussioni: uno e' dell'americano JEREMY RIFKIN - LA FINE DEL LAVORO - Oscar Mondadori e l'altro e' di DOMENICO DE MASI - IL FUTURO DEL LAVORO - BUR (Rizzoli) |
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27-02-2005, 11.31.34 | #49 |
L' Emigrato
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NON VORREI ESSERE SACCENTE
Mi scuso per il tono saccente, che non é affatto voluto.
Potrebbe forse essere legato a due fatti: - la differnza di mentalità di chi vive in Europa e non accetta da molto ogni cosa grigia; - il fatto che chi vive in un Paese ben gestito non riesce facilmente a digerire le gestioni allegre italiane, sapendo quante capacità, non sfruttate o sprecate, esistono in Italia. Antonio Greco |
27-02-2005, 11.47.35 | #50 |
eternità incarnata
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Vuoi dire, Antonio, che a Parigi non c'è mai stato e non c'è attualmente alcun problema di polveri sottili? Su un punto ti do ragione, e cioè sul fatto che in Italia, purtroppo, non riusciamo ad organizzarci. E questo in diversi settori. Quando le discussioni politiche, anziché avere come oggetto Berlusconi (pro o contro), avranno il bene comune, forse riusciremo a combinare qualcosa. Si parla, per esempio per le grandi Città (Milano e Roma e chissà quante altre) della necessità di convertire le vecchie caldaie a nafta e gasolio in nuove a gpl o metano. Chi paga? Quando l'azienda presso cui ho lavorato oltre 20 anni, pur commercializzando il gpl scaldava gli uffici a gasolio, è detto tutto. A me pare semplicemente scandaloso andare a proporre un prodotto perché ha dei vantaggi sul gasolio e poi in casa propria agire all'opposto! Abbiamo incentivato l'acquisto di nuove auto meno inquinanti, perché non si può fare altrettanto con le caldaie?
I mezzi pubblici: anche quelli sarebbero da rottamare e sostituire con altri più nuovi e meno inquinanti (se poi ci aggiungessimo l'accessibilità alle carrozzine non sarebbe male). Poi il telelavoro, ecc.... Ma appunto manca la volontà politica per risolvere questi problemi. |