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04-02-2005, 18.33.20 | #53 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-01-2005
Messaggi: 97
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Forse sarà utile a tutti leggere questo articolo di Curzio Maltese di oggi ( settimanale "Il Venerdì" di la Repubblica.
Tralascio le prime righe: " ...L'Italia come appare nelle indagini più serie non è certo un paese povero e disperato, ma di sicuro alle prese con un declino profondo e purtroppo rapido. Il made in Italy continua a perdere colpi, l'economia reale, non quella raccontata dai telegiornali, è attanagliata nella morsa di inflazione e recessione. Sull'inflazione, per inciso, l'Istat forse dovrebbe smetterla di prendere in giro gli italiani. Qualcuno davvero può pensare che ogni italiano spenda in media soltanto il ) per cento del reddito per la casa, come si evince dal paniere ufficiale? In questo modo certo è facile "contenere" l'inflazione annua intorno al 2 per cento quando nella realtà è almeno doppia, forse tripla. L'Eurispes, per esempio, calcola l'inflazione negli anni del governo Berlusconi dal 2001 al 2004, intorno al 23 per cento. Significa aver perso un quarto del potere d'acquisto. A questo occorre aggiungere la crisi produttiva, l'agonia della grande industria e il tramonto della media, l'arretramento del Nord-Est dopo gli anni aurei, non compensato da una ripresina del Sud subito stroncata dalla criminalità organizzata, che è tornata al controllo del territorio. Non bastasse, L'Italia berlusconiana s'è bruciata un'intera generazione, quella dei trentenni ch'erano precari dieci anni fa e tali sono rimasti, nonostante le celebrate virtù della flessibilità. E' il quadro di un paese senza progetto, senza guida e in definitiva senza futuro, che si distrae ogni giorno con lo spettacolino di una politica da salotto televisivo..... Il fallimento del governo nella guida economica è totale, rovinoso e con qualche latogrottesco , come la liquidazione di Tremonti. Ed è questa l'unica ragione per cui, ogni volta che si va a votare, la maggioranza perde. Nonostante il controllo dei media, lo strapotere economico, il clientelismo ormai a livelli di Prima repubblica. Nonostante il conclamato e mai esausto masochismo degli avversari. Ma ora non basta più lucrare sul fallimento di Berlusconi. E' il momento del progetto, di un'idea per il futuro che sappia smuovere la società italiana dalla pericolosa rassegnazione al declino. Al congresso dei Ds non c'è più bisogno di contarsi, di decidere chi fa il leader , di difendersi dalle responsabilità del passato. Nessuno invoca più "qualcosa di sinistra" dal gruppo dirigente. Semmai " qualcosa di reale ", un discorso del paese invece che su se stessi. Forse si tratta di una ptretesa ancora più ambiziosa." Che ne pensate gente del Forum ? |
04-02-2005, 19.24.55 | #54 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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LE API NELL' ARNIA
Grazie Sudha per la citazione, ottima.
Tutto vero quello che scrive Maltese. ma ci manca la parte più scioccante della verità. Eccola: -la società italiana negli ultimi dieci anni si é avvicinata nei comport. e NEI RISULTATI, all' America Latina. Le strutture istituzionali sono divenute ancora più inefficienti (perdità di qialità e aumento degli sprechi). - esempio pratico: se invece di Berlusca, ci fosse stata la sinistra al governo, mutatis qualche affaruccio come le leggi ad personam, la situazione sarebbe stata eguale, in termini di inefficienza, di incapacità....... - finche la società non segue la mia proposta: " a) analisi delle cause del degrado del sistema Italia, le quali handicappano lo sviluppo economico; b) analisi della divaricazione Italia-Europa. Il contributo alla stessa di emigrati dovrebbe essere promosso......", non ci sarà alcuna chance di recuperare competitività nell' economia e nella gestione del Paese. CHE FUTURO PUO AVERE UN PAESE IL QUALE, DOPO UNA EVIDENTE PERDITA DI COPETITIVITA (CITATA DAI GIORNALI ECONOMICI) NON RICERCA LE CAUSE DI TALE PERDITA ? Cioé non ricerca le fonti di inefficienze e incapacità, a confronto colla U.E. ? E CHE CONTINUA A PARLARE DI DESTRA E SINISTRA ? Antonio Greco P.S. LE API lavorano vorticosamente dentro l’arnia, senza avvedersi che un alluvione sta spostandola, col terreno, verso un abbisso. Similmente gli Italiani si danno tanto da fare, credendo di lavorare in un sistema normale. E non si accorgono che slitta il terreno sotto i loro piedi. (A.G.) SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel “La societé de confiance”). Dio ride degli uomini che si lamentano di eventi, le cui cause essi stessi continuano a promuovere con convinzione (Bossuet). Vi daro' poi i riferim. dei testi che suggerisco leggere. |