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12-11-2004, 19.17.06 | #5 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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LA MIA SPIEGAZIONE
Colla mentalità che hano oggi gli Italiani, sarebbe una pretesa far funzionare lo Stato.
SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel “La societé de confiance”). Dio ride degli uomini che si lamentano di eventi, le cui cause essi stessi continuano a promuovere con convinzione (Bossuet). GUARDIAMOCI ALLO SPECCHIO PER CAPIRE LO STATO P.S. Chi desidera ricevere una spiegazione, già pronta, un po' lunga per entrare nel forum, mi chieda la Lettera dall' Europa 'Italia Desnuda". ANGREMA@wanadoo.fr |
13-11-2004, 17.44.33 | #10 |
L' Emigrato
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
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LA SPIEGAZIONE
La mia spieagzione, scritta poco prima non era chiara.
La questiopne é , in principio solo , semplice. Lo STATO funziona comme lo sanno far funzionae gli Italiani, come sono divenuti col degrado recente. Uno stato migliore in Italia non puo' esserci, perché gli Italiani non hanno, nella società, gli strumenti necessari a farlo funzionare. Potreste andare a leggere i dettagli, se volete.. Parigi, marzo 04 POSSIBILE LO SVILUPPO IN ITALIA ? IL SUCCO DEL PROBLEMA Gli Italiani viaggiano, poi scrivono lettere che leggo su diverse rubriche online. Vedo aumentare il numero di lettere che chiedono: - una bella cosa, vista in Xlandia, sarebbe possibile vederla in Italia ? - perché da noi non succede xyz, quando in Ylandia la stessa cosa é facile e piacevole? Risponderei cosi: il Paese ha avuto negli ultimi anni tante trasformazioni. Ma i fondamenti del sistema Italia sono tali da incoraggiare le trasformazioni negative e scoraggiare quelle positive. L’adattabilità italiana e l’abbassamento del livello di guardia (dei comportamenti accettabili) hanno fatto il resto. Ho pubblicato un’analisi, dopo lunga inchiesta, riflessione e paragoni con l’Europa. Ed inoltre numerosi articoli che cercano di rispondere alle domande: - perché cio’ succede solo in Italia, non nel resto della U.E.; - come potremmo migliorare tale o talaltro risultato ? - perché l’utopia da noi (cosi definita in una lettera di questa settimana), diventa poi realtà in un altro Paese ? Le “Lettere dall’Europa” sono pubblicate su: http://angrema.blogspot.com/ www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito). Si tratta di lettere di Antonio Greco. Il quale ha lavorato in giro per l’ Europa per trenta anni e vive in Francia da venti anni. Chissà che non si possa iniziare un dibattito costruttivo, in un Paese ove troppa gente si adatta a tutto (anche al peggio) ? Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr (disponibile per una presentazione delle cause sociali, non politiche, degli insuccessi italiani). --------------------------------- Italia: perdita di competitività Caro Beppe, cari Italians, le classifiche mondiali indicano che la competitività italiana si sbraca. Normale. E come potrebbe essere altrimenti? L’occupazione non migliora. Speriamo che non arretri. Parecchi laureati sono costretti ad andare all’estero. Normale. E come potrebbe essere altrimenti? La deriva italiana degli ultimi 20 anni è chiara, vista dall’Europa. Forse non si ha una percezione altrettanto chiara dall’interno. Poiché i comportamenti e la mentalità sono molto peggiorati, citiamo Peyrefitte, storico delle economie: SVILUPPO. Non c’é sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società (Peyrefitte, nel "La societé de confiance"). Nello Stato i peggiori figuri han preso il potere, complice un sistema di selezione particolare: il comparaggio, l’omertà. Tali figuri hanno promosso e diffuso una mentalità da terzo mondo. E il popolo italiano, che non ha la spina dorsale più robusta in Europa (diciamo che siamo flessibili), ha accettato quanto proposto dai peggiori. Supino, rassegnato, spensierato. In un Paese che ha perduto i Valori, perduto la riflessione lucida, ove la forma mentis che si diffonde è ormai deviata, viziata, da Paese latino-americano, non c’è scampo. Il mercato del villaggio globale ci ha messo davanti ad un muro: il muro della verità. Non si possono avere in Italia livelli di remunerazione paragonabili a quelli di altri Paesi Ue, un’economia fiorente, e nello stesso tempo continuare a navigare, spensierati, fra gli sprechi. Qualcuno vuol proporre, per salvarsi, di eliminare gli sprechi? Forse si puo’, ma solo reintroducendo i Valori. E’ un lavoro lungo e difficile, che richiede attenzione all’Europa. E che possono fare solo gli esterni al sistema. Siamo arrivati al 47/mo posto per la competitività. Scenderemo ben oltre, se non riflettiamo sulle contromisure necessarie ed urgenti. Aiutati dalle testimonianze degli emigrati. Antonio Greco, ANGREMA@wanadoo.fr |