Perchè
da che mondo è mondo le guerre hanno ricevuto da parte dell'establishment dominante due tipologie di giustificazioni: una a monte ed una a valle delle ostilità.
Generalmente, quelle a monte sono di ordine morale, religioso, ideologico e civile.
Quelle a valle, invece, sono di natura economica e/o geopolitica.
Di solito, i vincitori perseverano più a lungo nell'accreditamente della prima tipologia di ragioni, anche a guerra finita.
I perdenti, invece, consentono quasi subito a rinunciarvi, eventualmente sposando il punto di vista di chi ha vinto.
Credo che il motivo per cui vengono proposte motivazioni del primo tipo al sorgere di un conflitto, derivi dalla necessità di ispirare un atteggiamento più bellicoso ai combattenti ed al corpo sociale che è implicato nello sforzo bellico.
Quanto alle ragioni a valle, non dimentichiamo che sono individuate dalla stessa classe sociale che aveva prodotto le prime.
Credo che esse siano ispirate dalla necessità di rassicurare gli ex combattenti ed il corpo sociale che ha sopportato i costi umani ed economici della guerra, sulla possibilità concreta di evitare ulteriori conflitti, al fine di affrontare più costruttivamente il periodo di pace.
Quanto al possesso delle materie prime, io penso che le uniche ragioni per cui viene, in genere, consentito ai popoli che ne sono proprietari, di commerciarle e venderle, sia legato ad un principio di opportunità.
Fintanto che il "prezzo" (in termini economici, sociali ed umani) della materia prima è inferiore a quello che comporterebbe l'appropriarsene tout court, vige il riconoscimento della legittima proprietà.
Quando esso, invece, cade al di sotto del secondo, la necessità e l'opportunità hanno sempre indotto a scelte più drastiche.
Non credo che sia ragionevole aspettarsi che il nostro tempo faccia eccezione a queste regole da sempre confermate.
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