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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 18-06-2002, 01.50.30   #21
784
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Talking

Ok, ma perchè dovrebbe prendere proprio quella strada?
Altrimenti anch'io potrei scrivere dei formidabili uomini a pois che diventeremo!

E poi perchè rispondi alle fesserie e non alla domanda principale? Su, su, avanti Savoia!

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Vecchio 18-06-2002, 02.50.41   #22
Ejzen_tein
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Bene!


"Se l'uomo non fosse l'uomo allora sì che sarebbe un uomo migliore!"

Secondo me questa affermaziome è perfetta; infatti se la analizziamo vediamo che: "Se l'uomo non fosse l'uomo", cioè l'uomo perderebbe quei tratti troppo umani in esubero; "allora sì che sarebbe un uomo migliore!" , ma manterrebbe solo quei tratti che servirebbero per essere migliori, perfetti.
Così è come l'ho interpretata.


Ed ora una conferma o una correzione.

Se i "preti" non avessero bruciato vivi tutti quei filosofi e scienziati, forse oggi ci sarebbe solamente un immenso caos, ci sarebbe stata solo confusione, saremmo arrivati ad avere maggiori paure di quelle che abbiamo oggi.
Forse la religione è stat inventata dall'uomo proprio per questo scopo: osservare e frenare lo sviluppo per dargli i giusti tempi; forse proprio ella precedente esperienza "dell'unica società quasi perfetta che sia mai esistita", e scomparsa misteriosamente: Atlantide (vi prego di non deridermi).
Ho fatto caso (o vorse ho "solo" voluto fare caso) che i periodi di maggior opera da parte della religione (almeno nel mondo occidentale) corrispondono ai periodi di maggiori tendenza da parte dell'uomo ad uno sviluppo celere: i secoli della santa inquisizione e l'era industriale. Oggi questo freno è stato allentato, anzi, la religione ha adirittura mosso qualche passo (sebbene minuscolo) in avanti.
Il detto "dare tempo al tempo" è azzeccato.

Per quanto riguarda alla domanda "e a noi cosa ne viene?" ho gia risposto in un altro forum, se non vado errato dovrebbe essere quello dell'universo: nulla, il gusto di parlarne, il seguire delle convenzioni.

Per il passaggio da uomo a super\iper-uomo non mi sembra che ci possa essere se non influenzato da forze esterne, naturalmente non ho la più pallida idea di quali possano essere. Seconde me l'uomo potrebbe arrivare ad uno stadio molto vicino a quello di superindividuo mediante l'evoluzione naturale, sempre che non ci estinguiamo prima.
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Vecchio 18-06-2002, 15.23.28   #23
784
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Leggendo il tuo messaggio ho cercato di capire perchè (e per chi)io desideri una società migliore...

Prima di tutto per me, ma comunque per qualcosa che io consideri vicino, in cui riconosca i miei sentimenti difetti passioni bramosie paure gioie dolori: una altro essere umano insomma.
Dell'ipo/iper non mi importa un fico secco.

Io non voglio cambiare l'uomo: sarebbe come guardare un'altra specie proliferare, interessante, ma distante.
Io voglio cambiare la società in cui egli vive, così da poterlo vedere vivere meglio e capire quello che prova e condividere le sue emozioni...

Non c'è razionalità, è istinto, l'istinto di conservazione della specie.


Ma ora veniamo alle piccinerie: dubito che l'evoluzione ci porterà da noi all' iper/ipo-uomo, perchè un tizio che nascesse con qualcuna di quelle caratteristiche oggi, facilmente (o almeno più facilmente rispetto al contrario) verrebbe sfinito dalla società, "scartato" dalla selezione.
Senza contare che oggi l'effetto della selezione naturale sull'uomo non credo che investirebbe questo genere di caratteristiche: in fondo più o meno tutti hanno figli, e a parte i casi estremi se non li hanno non è per motivi genetici.


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Vecchio 19-06-2002, 21.54.08   #24
visechi
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Catharsis
“…Vedi, 784, il mio sistema ideale di società è qualcosa di simile a quello delle api o delle formiche, dove la volontà di ogni individuo coincide con quella del gruppo! L'uomo dovrebbe prendere esempio da queste società perfette, solo che rispetto agli animali non dovrebbe agire di istinto, se no la sua libertà scomparirebbe. Semplicemente il suo volere si drovrebbe uniformare a quelle che sono le leggi naturali, a quelle che sono le leggi universali, mantenendo rispetto agli animali la sua consapevolezza, la sua volontà e la sua libertà. Solo così ordine e libertà coincideranno, solo così soggettivo e oggettivo saranno la stessa cosa, solo così caos e anarchia verranno eliminate…”

La “Città del Sole”, insieme a “La Repubblica” di Platone, è, probabilmente, la più nota utopia attinente al dilemma della convivenza umana. Mi risulta che, fortunatamente, la storia dell’uomo non registra ancora alcun tentativo di realizzare quanto ivi teorizzato. Una società perfetta non esiste e credo non possa mai esistere. La società che Calvino tentò d’instaurare a Ginevra nel XVI° secolo, basata su regole etiche, morali e religiose, fu un orrendo insuccesso. Probabilmente, in quel caso, l’insuccesso è ascrivibile all’imposizione delle regole e non all’utopia in sé (manca naturalmente la prova contraria rappresentata dall’esito conseguito nel caso le regole fossero state liberamente scelte dalla collettività).
Almeno su un punto, penso, saremo tutti d’accordo, l’imposizione di regole (civili o religiose) non affranca l’uomo dalle contraddizioni e dalla forte pulsione, ravvisabile in tutti gli individui, di sopravanzare i propri compagni di viaggio. Diverso è il discorso circa l’eventualità che in un futuro, non so quanto prossimo, un’espansione della consapevolezza e della coscienza (non so immaginare cos’altro) possa favorire l’avvento di un uomo la cui volontà individuale sia in armonia con quella collettiva, donde l’imporsi della società perfetta: “…Solo così ordine e libertà coincideranno, solo così soggettivo e oggettivo saranno la stessa cosa, solo così caos e anarchia verranno eliminate…”

Ho la sensazione che una società così concepita possa rappresentare la tomba dell’uomo, inteso nel senso di essere che esprime la propria massima consistenza nella diversità dei suoi elementi costitutivi incorporei essenziali (pensiero, volontà, spiritualità…). Credo che una volontà individuale che si compendi, confluisca o si uniformi in un unico “proponimento” collettivo, tenda ad eliminare le specificità e a livellarne i costituenti sostanziali, provocando un anormale e non auspicabile appiattimento delle coscienze. Non vedo con favore l’avvento di una società composta di “formiche umane”, forse più produttiva in termini d’attività concrete ma, probabilmente, meno ricca di “umanità”. Ho la sensazione che anche il vissuto di ciascuno di noi (anche qui, in questo Forum), ne risentirebbe negativamente, soggiacendo ad un decadimento dell’attitudine al confronto che, appunto, non può che confidare sul rapporto dialettico delle diverse e, perché no, anche contrapposte tesi che ciascuno di noi rappresenta. In poche parole, in assenza di diversità concettuali, sarebbe uno sterile, continuo, reciproco affermare il massimo assenso nei confronti di un’ipotetica tesi collettiva. Perché mai dovremo propendere per l’insipidezza quando quotidianamente sperimentiamo che un’adeguata dose di sale esalta le qualità e l’aroma dei cibi? Forse le nostre società sono il risultato di un errato dosaggio o utilizzo di questo condimento (il sale è un condimento??? – chiedo perdono per l’eventuale eresia).
L’uomo è, a parer mio, un elemento destabilizzante che scompagina gli schemi, è una variabile impazzita che si alimenta della propria “singolarità”. Non credo sia neppure immaginabile o auspicabile un siffatto “individuo massa” che, sì, indurrebbe ed agevolerebbe l’instaurarsi di una società più regolare (o “regolata”) – forse anche perfetta – ma, come contrappeso, forse, l’esporrebbe maggiormente alla dolorosa percezione dell’”assurdo” e della “vacuità”; quindi, una società presumibilmente più ordinata (detesto l’ORDINE, quasi quanto la perfezione del SUPERUOMO – al di là del bene e del male e della sofferenza), ma più inquieta ed ansiosa.

Non penso che il dolore e la sofferenza dell’anima siano connaturati ad aspetti concreti dell’esistenza. Poco varrebbe creare una società perfetta dal punto di vista delle regole e dei propositi collettivi, quando noi, uomini, la sofferenza ce la portiamo dentro a prescindere dalla perfezione materiale. Non è la ricchezza o la stabilità che potranno eliminare l’insicurezza; questa nasce con noi… più una società è evoluta (con tutte le proprie contraddizioni), più decadono i punti fermi… il progresso dell’umanità è costellato di impennate e cadute…
(mi sto facendo prendere la mano… forse sto andando fuori tema? – lascio comunque anche l’ultimo capoverso che credo non sia in tema e tengo fermo il resto)

RICHIAMO ALL’ORDINE
Catharsis
“…Ultimamente sono sempre più convinto che nell'uomo ci sia una contraddizione quasi irrisolvibile. In noi è insita l'idea di caos, di confusione, di imperfezione, e la nostra civiltà si è sempre impegnata nel tentativo di creare società ordinate, razionali, perfette. Ma nell'idea di perfezione, di assoluto è nascosta anche quella di schiavitù, di perdita di libertà personale…”

VanLag
“…Secondo me l’uomo non accetta, giustamente, di essere inchiodato in schemi fissi e racchiuso in angusti luoghi comuni. Forse quello che tu chiami caos, è questo bisogno inevitabile del nostro “divenire” che cerca un campo di “possibilità illimitate”, per esprimersi. Questa ricerca è anche ricerca di libertà…”

Forse la libertà – in situazioni non stressate - è uno stato d’animo che poco ha che a vedere con la struttura della società.
Il caos è l’altra faccia della stessa medaglia… più libertà, più individualismo, meno ordine (grazie a Dio), CAOS.
La democrazia è una sintesi dei due diversi aneliti umani (ordine-libertà), imperfetta, sì, ma rappresentativa anche di ciò che noi stiamo alimentando con questa discussione e con la nostra caparbia partecipazione al Forum.


Ejzen_tein

“…per quanto ne sappia io, in natura, in tutte le altre specie animali della terra, non esistono casi di violenza gratuita o di omicidi tra elementi della stessa specie. Solo l'uomo è capace di muovere guerre, di uccidere per rubare, di maltrattare gli altri solo per il semplice gusto di farlo; quindi se fosse nata una razza di superuomini (e qui mi ripeto) capaci di vivere in armonia con gli altri e con il mondo ciò non succederebbe…”

No, non è così, anche fra gli animali si registrano, rari, ma pur presenti, casi d’aggressività intraspecifica… Probabilmente non tutti gratuiti, come spesso riscontrabile all’interno della specie umana; per alcuni casi, gli etologi non sono ancora riusciti a risalire alle cause reali che, in base al postulato darwinista, dovrebbero essere ricondotte all’interno della teoria deterministica della conservazione ed evoluzione della specie. Erich Fromm, nel saggio “Anatomia della distruttività umana” affronta, abbastanza compiutamente, il tema.



Ciao!!!!
visechi is offline  
Vecchio 20-06-2002, 14.14.03   #25
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Una società di questo tipo sarà la tomba dell'uomo ma la culla del superuomo,che comunque è la naturale evoluzione di noi uomini.
E poi io ho precisato che rispetto alle formiche l'uomo o chi per lui manterà la sua razionalità,la sua consapevolezza.
Una soicietà di individui le cui idee cozzano le une contro le altre non porterà mai da nessuna parte,spero che prima o poi questi modi di pensare si fondino in una definitiva sintesi che appaghi tutti!
 
Vecchio 20-06-2002, 17.27.48   #26
784
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Adesso comincio ad intestardirmi: cosa ti fà pensare che l'ipo/iper sia la naturale evoluzione dell'uomo?
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Vecchio 20-06-2002, 20.13.32   #27
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braccine
Niente!E' solo una teoria come tante altre!Cosa credi,che possa conoscere il futuro io?E' che come tutti piuttosto di lasciare il vuoto e l'ignoranza in me cerco di riempirmi con risposte che probabilmente non hanno nessun fondamento di verità.Sono solo ipotesi.Tutto sta nel sciegliere l'ipotesi più probabile,più plausibile o semplicemente quella che ci aggrada di più.Allora perchè la gente crede in Dio,perchè crede nell'aldilà,perchè crede alla Scienza,perchè crede in generale???Se tutti vivessero senza farsi delle domande e senza darsi delle risposte,per quanto improbabili,penso che questo forum non esisterebbe!
 
Vecchio 20-06-2002, 20.16.25   #28
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Sono pienamente d'accordo, e infatti ti chiedo: cosa rende plausibile questa teoria?
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Vecchio 20-06-2002, 20.33.43   #29
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Cosa rende plausibile Dio?cosa rende plausibile l'aldilà?
Sono solo percezioni,sensazioni che si hanno.Poi io non ho mai detto che tutto ciò è plausibile!Io per primo ho sempre definito queste idee come un Utopia!E' che per astrazione,valutando l'uomo di oggi coi suoi difetti e i suoi pregi,si traggono conclusioni su quelli che saranno i cambiamenti e le sue evoluzioni future.
Ma poi bisognerà pur scegliersi una meta?Se no si rischia di camminare a vuoto...anche se in raltà e quello che siamo costretti a fare,ma proprio in questo non sapere stà la nostra unica libertà.Se tutto fosse già scritto che gusto ci sarebbe nel vivere?Magari tutto è gia scritto,solo che noi non sappiamo o possiamo leggere...
 
Vecchio 20-06-2002, 20.59.01   #30
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Ciò è snervante



E' che per astrazione,valutando l'uomo di oggi coi suoi difetti e i suoi pregi,si traggono conclusioni su quelli che saranno i cambiamenti e le sue evoluzioni future.

Su ci sei quasi: COME trai codeste conclusioni??

P.S. dimmelo, Cath: è un giochino per attentare alla mia salute mentale?
784 is offline  

 



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