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18-05-2008, 22.29.51 | #1 |
Utente bannato
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Il Dialogo Sulla Questione Maschile: Utile, Inutile O Istruttivo?
Io partirei da questi esempi concreti di “dialogo”, presenti su queste pagine ai link seguenti, non per alimentare polemiche ma, nel più elementare diritto alla libera espressione del pensiero, per ogni considerazione e riflessione conseguente:
https://www.riflessioni.it/forum/psic...lumeuse-4.html https://www.riflessioni.it/forum/psic...ogo-cessa.html Cosa emerge da quelle discussioni? E’ non solo utile ma straordinariamente istruttivo andarsele a rileggere e, pertanto, a quelle discussioni è opportuno ricollegarsi. Emerge che “dialogare” è come disvelare una realtà oscurata; emerge quel “negazionismo” becero che vorrebbe minare alle basi ogni riflessione pubblica sulla questione maschile. Le contraddizioni. All’interno di quei topic c’è chi non ha voluto riconoscere quanta questione maschile ci sia dentro ad un argomento - quale quello della donna “provocatrice” (l’allumeuse) – ed alla sua prosecuzione in altra sede e con altri argomenti affini. Eppure chi sosteneva queste posizioni stava tanto lì, quanto nell’altro argomento linkato, tra tanti altri possibili, ad erigere le sue barricate, a falsificare i dati di realtà, ad esercitare la sua funzione “guastatrice” e frenante delle informazioni riportate. Il negazionismo. Sempre nel topic linkato sull’allumeuse è stata postata una sentenza della Cassazione (una tra le tante possibili) che contempla e sanziona come “violenza sessuale” a danno femminile (sì, esattamente violenza sessuale) un tentato bacio su una guancia, prolungati sguardi verso le cosce e le scollature, il trattenimento per un braccio e quant’altro ho puntualmente elencato in quel topic; ossia ciò che per ogni persona ragionevole dovrebbero considerarsi tentativi di approccio sessuale – magari maldestri, magari rozzi – e che nel linguaggio comune potrebbero essere considerati (con malevolenza ostile) “molestie sessuali”. Il dialogo conseguente è strutturato, da parte di qualche partecipante, sulla “negazione” della spiegazione giuridica riportata, interamente documentata e tuttora scritta lì, circa la riunione operata dalla legge 66/96 di tutti i c.d. “atti sessuali” (ossia, anche le presunte molestie a sfondo sessuale) nella figura onnicomprensiva della violenza sessuale. E’ utile e onesto gettare fumo su una questione aberrante, tentando di non farla vedere per quella che è, con argomenti urlati ed autocelebrativi, credendo che gli altri lettori non se ne accorgano? Si crede che chi legge non sappia distinguere tra un’informazione corretta, fondata su una documentazione puntuale e verificabile, e la disinformazione faziosa? Si crede che chi legge non si accorga, in un modo o nell’altro, delle dinamiche falsificatorie che, camuffate da dialogo, si esprimono in questo contesto? Modalità di "dialogo". C’è chi trasferisce su altri, con un banale meccanismo proiettivo, la propria pretesa di asseverare le sue tesi con il più illusorio “l’ho detto io”, ignorando o facendo finta di ignorare che quanto viene sostenuto, a riguardo della questione maschile in argomento, lo assevera un più ragionato “lo dicono i fatti verificabili”; tutti quelli che sono stati riportati, con riferimenti e fonti, perché ognuno se li possa andare a riscontrare. In compenso, c’è chi propina le sue statistiche da cortile, piene di cognomi ricavati da un’agendina personale, spacciandoli per dati statistici fondati; ed arriva, addirittura, a negare il mostruoso squilibrio in materia di diritto di famiglia a danno maschile, falsificando le cifre sociali di un regime giuridico che ha ridotto la figura maschile, in relazione alla famiglia, a “portatore di alimenti” ed ha trasfigurato il matrimonio in un’impresa commerciale a vantaggio della donna. Si crede che chi legge queste cose non si accorga di quanta distanza ci sia tra l’informazione e la disinformazione pro domo sua? Anche i colonnelli del regime argentino di Vidèla degli anni ’70 “negavano” l’esistenza dei desaparecidos, ma anche loro, con tutto il loro potere – di fronte all’evidenza dei fatti – sono stati messi con le spalle al muro. Anche Goebbels negava, con la sua propaganda, l’olocausto; ma la storia la conosciamo tutti. Mutatis mutandis e fatte tutte le debite proporzioni, a me sembra che questo sia il meccanismo “negazionista”, in cui ci si imbatte quando si “dialoga” sulla questione maschile”; la propaganda mistificatoria che è possibile disvelare con il dialogo. Basta andarselo a leggere per verificare. Alla luce di queste premesse, si crede davvero che il “dialogo” intorno alla questione maschile sia inutile e non sia, piuttosto, un utilissimo metodo di acquisizione delle necessarie consapevolezze etiche e giuridiche per orientarsi nel nostro presente? C'è, forse, una volontà di oscuramento di queste ragioni? |
19-05-2008, 10.23.59 | #5 | ||
Utente bannato
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Riferimento: Il Dialogo Sulla Questione Maschile: Utile, Inutile O Istruttivo?
Citazione:
I fatti criminali devono essere osservati e descritti per ciò che sono e non indebitamente estesi a tutta una categoria umana che condivide con alcuni criminali la morfologia sessuale. In quanto alla violenza sessuale: vorrei precisare che non posso subirla da parte di una donna per la semplice ragione che una donna non lo può, materialmente, fare; non vedo come potrebbe. Se da questo si vuole far discendere che le donne sono "eticamente" migliori degli uomini - ossia più buone - ti ricordo che esistono molti altri modi per fare delle violenze sul nostro prossimo, comprese le violenze psicologiche. In questo, direi che le donne non sono né migliori, né peggiori, mediamente, degli uomini. Affermare il contrario, a mio modo di vedere, significa fare del "razzismo". Citazione:
Fornire sulla questione una corretta "informazione" - non deviata, amputata, deformata o "negata" - affinché chi ne sia interessato si formi le proprie libere convinzioni, nella più netta ed intangibile autonomia di pensiero. Rinvio ad un post successivo, per mancanza di tempo, le ulteriori risposte che intendo darti per mantenere vivo il dialogo. |
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19-05-2008, 12.08.08 | #6 | ||
Utente bannato
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Riferimento: Il Dialogo Sulla Questione Maschile: Utile, Inutile O Istruttivo?
Citazione:
Serve, semmai, a chiarire, con evidenza di significato, l'intima dinamica autogiustificatoria di posizioni di parte che, in luogo del dialogo "informato ed informante", si avvale della disinformazione elevata a sistema comunicativo per oscurare realtà scomode da osservare, in adesione al più banale princìpio secondo il quale il fine giustifica i mezzi. Questo, mi sembra, è ciò che trapela da alcune modalità di "dialogo" che si possono leggere e verificare in ordine alla questione maschile. Il fatto che, poi, vi siano ragioni da sostenere in una direzione o nell'altra rimane, a mio avviso, un motivo ancor più valido per alimentare il "dialogo" in termini corretti ed intellettualmente onesti. Citazione:
Banale, semplice, trasparente e rispettosa "informazione" - che rappresenta l'essenza stessa della comunicazione umana - senza alcuna pretesa di violentare le convinzioni di alcuno. Almeno, questo è il mio intendimento. |
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19-05-2008, 13.19.46 | #7 | |
like nonsoche in rain...
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Riferimento: Il Dialogo Sulla Questione Maschile: Utile, Inutile O Istruttivo?
Citazione:
No? Inoltre un uomo non può essere stuprato, violentato sessualmente? Sarebbe “fisicamente” impossibile? E perché mai, perdonami? Da piccoletto mi ricordo una moglie che è entrata con l’auto del marito nel suo negozio, sfasciandoglielo. Era una situazione grave e continuata e non credo che pure nell’intimità potessero escludersi delle violenze fisiche. E se poi ti si prende per razzista parlando di questi argomenti e sei sicuro di non esserlo, amen, è quasi inevitabile come parlare del conflitto di interessi ed essere presi per comunisti. La stupidità impera. Antonio |
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19-05-2008, 14.32.46 | #8 |
Ospite abituale
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Riferimento: Il Dialogo Sulla Questione Maschile: Utile, Inutile O Istruttivo?
Ai fini di un'informazione corretta e veritiera... non può esserci di meglio che rifarsi alle fonti.
La legge 66/96 si riferisce esclusivamente alla VIOLENZA SESSUALE, che è figura di reato assolutamente diversa dalla MOLESTIA. Chi non ne fosse ancora convinto può verificare QUI, dopo aver consultato un codice penale vigente e completo di tutte le pagine (quindi anche con quella che rubrica il reato di molestie): http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/l66_96.html Questa, invece, è Cassazione (da banca dati professionale e senza romanzate "note a sentenza.... amatorial/hobbystiche"): Lavoro subordinato - Estinzione del rapporto (recesso e risoluzione) - Licenziamento in genere - Licenziamento disciplinare Le molestie sessuali sul luogo di lavoro, incidendo sulla salute e la serenità (anche professionale) del lavoratore, comportano l'obbligo di tutela a carico del datore di lavoro ai sensi dell'art. 2087 c.c.; deve ritenersi pertanto legittimo il licenziamento irrogato a dipendente che abbia molestato sessualmente una collega sul luogo di lavoro, a nulla rilevando la mancata previsione della suddetta ipotesi nel codice disciplinare, e senza che, in contrario, possa dedursi che il datore di lavoro è controparte di tutti i lavoratori, sia uomini che donne, e non può perciò essere chiamato ad un ruolo protettivo delle seconde nei confronti dei primi, giacché, per un verso, le molestie sessuali possono avere come vittima entrambi i sessi, e, per altro verso, il datore di lavoro ha in ogni caso l'obbligo, a norma dell'art. 2087 cit., di adottare i provvedimenti che risultino idonei a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori, provvedimenti tra i quali può certamente ricomprendersi anche l'eventuale licenziamento dell'autore (O AUTRICE : N.D.R) delle molestie sessuali.*Cass. civ., sez. lav., 18 aprile 2000, n. 5049 Mi torna in mente quel "denunciate!". Infine, visto che interessano particolarmente i baci sul collo.... giusto per sfizio c'è anche questa (che guarda caso, anche lei, distingue sempre tra violenza e molestia.... ma va'???): Delitti contro la libertà sessuale - Delitto perseguibile a querela - Atti di libidine violenti - Esclusione In tema di atti di libidine violenta due fugaci baci sulla guancia e sul collo, dati fuggevolmente e senza insistenza, sia pure dal datore di lavoro ad una sua dipendente, non integrano gli estremi del reato di atti di libidine violenta e potrebbero integrare, se fatti in luogo aperto al pubblico o pubblico, gli estremi del reato contravvenzionale di molestia o quello di ingiuria, se sussiste l'elemento psicologico.*Cass. pen., sez. III, 22 novembre 1995, n. 11318 |
19-05-2008, 15.26.28 | #9 | |||
Utente bannato
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Riferimento: Il Dialogo Sulla Questione Maschile: Utile, Inutile O Istruttivo?
Citazione:
Una cosa è valutare in modi diversi un medesimo oggetto - e questo è, a mio avviso, il pluralismo - altra e diversa cosa è "negarne" l'esistenza. Come vedi, la mia analogia con i colonnelli di Vidèla non avrebbe potuto essere più appropriata, io credo, per illustrare i metodi di disinformazione fondati sul "negazionismo". Una cosa, insomma, sono le opinioni - tutte rispettabili - altra cosa è il travisamento e la mistificazione di stati di fatto verificabili. Il metodo dialettico di affermare le proprie idee negando esistenza, credibilità e dignità a quelle avversarie è, secondo me, un modo inaccettabile di dialogare. Citazione:
Infatti, l'esempio da te riportato (il negozio sfasciato dalla moglie al volante) non mi sembra proprio l'esempio più calzante di "violenza sessuale". Citazione:
Io ho fatto riferimento al fatto che l'idea diffusa di uno stato di inferiorità etica del maschile rispetto al femminile corrisponde, a mio modo di vedere, a tutti gli effetti logici ad una forma di razzismo. Non ho detto che qualcuno mi prende per razzista. |
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19-05-2008, 15.41.21 | #10 | |
Utente bannato
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Riferimento: Il Dialogo Sulla Questione Maschile: Utile, Inutile O Istruttivo?
Citazione:
Allora; riposto per l'ennesima volta le spiegazioni giuridiche sull'argomento, sperando che vengano lette con attenzione: ...per l’esattezza, il codice penale non contempla neanche la definizione letterale di “molestia sessuale” – definizione afferente piuttosto al diritto del lavoro ed all’ambito processuale - bensì ne riconduce i termini all’interno delle fattispecie già previste dall’art. 521 (atti di libidine violenti), successivamente abrogato dalla Legge 15 febbraio 1996, n. 66, che ne ha riassorbito i contenuti all’interno dell’art. 609 bis c.p. (violenza sessuale), il quale, novellando, ha introdotto la figura onnicomprensiva dei generici “atti sessuali”. ed ancora, ripetuto solo qualche post addietro: ....una sentenza della Cassazione (una tra le tante possibili) che contempla e sanziona come “violenza sessuale” a danno femminile (sì, esattamente violenza sessuale) un tentato bacio su una guancia, prolungati sguardi verso le cosce e le scollature, il trattenimento per un braccio e quant’altro ho puntualmente elencato in quel topic; ossia ciò che per ogni persona ragionevole dovrebbero considerarsi tentativi di approccio sessuale – magari maldestri, magari rozzi – e che nel linguaggio comune potrebbero essere considerati (con malevolenza ostile) “molestie sessuali”. Il dialogo conseguente è strutturato, da parte di qualche partecipante, sulla “negazione” della spiegazione giuridica riportata, interamente documentata e tuttora scritta lì, circa la riunione operata dalla legge 66/96 di tutti i c.d. “atti sessuali” (ossia, anche le presunte molestie a sfondo sessuale) nella figura onnicomprensiva della violenza sessuale. Si vuole fare informazione o disinformazione? L’art. 521 (atti di libidine violenti) non esiste più in quanto abrogato dalla legge 66/96. Ogni "atto sessuale", di qualunque minima portata, considerato sgradito oggi viene considerato, ai sensi di quella normativa aberrante, "violenza sessuale". Spero di essere stato chiaro una volta per tutte. |
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