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20-02-2008, 16.50.31 | #42 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
Citazione:
A volte ci sentiamo impotenti, utopisti, soli. Ma non è verità. Mai arrenderci, mai dire: non è possibile. I pensieri hanno una grande energia, la preghiera intima (non quella dei rituali secolari) è un dardo infuocato che solca l'oscurità della notte. Nessuna delega, nessuna concessione ad altri di quel che tocca a noi. E l'Amore farà tutto il resto se sarà abbastanza potente da squarciare il velo nero dell'ombra che sovrasta questo Pianeta meraviglioso. |
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20-02-2008, 21.28.44 | #43 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
Citazione:
Dopo il buio viene sempre la Luce! Il buio è stato lo sfondo purtroppo necessario per vedere la LUCE Infettiamo il mondo del virus dell'amore..... contro di questo non venderanno ALCUN VACCINO|! |
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14-03-2008, 21.11.10 | #44 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,363
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
Citazione:
M pensiamo veramente che i monaci salmodiantii dei vari monasteri buddisti siano veramente liberi? hanno certo diritto a vivere la loro vita...ma non sono certo liberi fiscamente..costretti entro monasteri e non sono liberi psichicamente....culturalmente ignoranti di ogni meraviglia del creato...del nostro creato...e anche della nostra creatività: solo la loro immaginazione conoscono...nel loro mondo arcaico e le loro ribellioni al nuovo dimostrano che anch'essi sono servi del potere dei loro maestri. Ma che... vogliamo tornare al medio-evo??? ....ad un medioevo di accattoni? Non lasciamoci imbrogliare dalla apparente serenità di chi non conosce il mondo di fuori. Noi nelle nostre stressanti traversie di ogni siamo certo piu' liberi...noi, conoscendo il male, possiamo anche conoscere il bene...loro no..per loro non è che piattezza...ammesso che....sia come sembra. ciao |
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15-03-2008, 08.21.55 | #45 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
Citazione:
Conoscere non significa necessariamente amare! Ciò che dici è vero solamente in parte.(tutto del resto in questo mondo in cui viviamo è duale e separato) I monaci che scelgono volontariamente la vita di preghiera e meditazione sanno includere dentro di loro ogni parte apparentemente separata e quindi sanno amare e inviano il loro amore ad un mondo malato e frammentato. Tutti coloro che non scelgono volontariamente tale strada e che la sentono come una "esclusione" dalla conoscenza si frammentano internamente, entrano in conflitto dentro e ne vengono i guasti che ben conosciamo.( pedofilia, sessualità all'interno dei conventi etc. etc....mancanza di equilibrio anche nel cibo ( recentemente ho incontrato dei frati cappuccini super obesi) etc......) Tuttavia non giudicare un mondo di cui non conosci la valenza: la preghiera sincera, la creatività delle loro menti è altrettanto potente di quanto lo sia quella di un architetto che progetta, di un esteta che crea nella moda o nel campo delle arti figurative etc....... D'altra parte essi vivono immersi nel silenzio e nella natura......... e cioè nella meraviglia del creato. Noi invece, distratti dalle innumerevoli occupazioni mentali e fisiche, neancheci accorgiamo a volte di quello che i nostri stessi sensi ci comunicano. Attribuisci alla parola cultura un significato troppo importante. Spesso un semplice monaco la cui mente è sgombra da pensieri e acculturamenti è più vicino di chiunque al TUTTO (Dio, onnisciente) di qualunque altra piccolissima parte del Tutto. |
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15-03-2008, 10.08.35 | #46 |
Ospite
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
Ulysse, che c'entra? Io non mi farei mai monaco, pur avendo simpatia per le filosofie orientali. Non mi assoggetterei mai alla dura disciplina di un monastero, svegliandomi alle quattro e mangiando solo riso scondito... .
Ciò non toglie che mi sento di esprimere piena solidarietà a quei pacifici monaci che protestano contro un potere bieco che attua ogni atto di violenza ed autoritarismo. Per il resto, comunque, non mi piace un granché la retorica dei buoni sentimenti... |
15-03-2008, 20.35.21 | #47 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 1,363
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
Citazione:
Ecco... appunto...la retorica dei buoni sentimenti! E anche c'entra quanto dissi! per quanto anch'io mi sento solidale con quei popoli...e con i monaci che hanno il diritto di condurre la vita come credono anche secondo un concetto di libertà e non vilenza che condivido ... Ma io ho sbraitato...forse anche malamente... contro il fatto che paparapersa tende, con un chè di neoromantico, a proporre quel tipo di società come esempio per noi: io credo invece che noi abbiamo molto di piu' ...noi siamo olistici...noi sappiamo combinare l'amore con la scienza e con la razionalità...nella sviluppo di una società moderna (per lo meno nelle espressioni piu' avanzate della nostra cultura). ...loro sono monopensanti..mono senzienti...ammesso che pensino e sentano oltre i loro precetti e riti. Paperapersa pone ad esempio la loro capacità di amare (ammesso sia vero) come virtu' sopra ogni virtu'...peccato che questa sola virtu' da se stessa non possa che soccombere ...proprio per la sua incapacità di interpretare il mondo che si evolve oltre... in modo logico e razionale. Per riprendere l'esempio dell'architetto... il prodotto delle sue virtu' è concreto ed efficace...il prodotto del solo amore del monaco non sa esplicarsi se non in saggezza mistica...forse è soggettivamente soddisfacente...ma resta statico...in una fissità di migliaia di anni...un tutt'uno con l'universo..con le forze della natura che purtroppo l'enorme crescita demografica arriva a contaminare. Abbamo certo tutti bisogno di amore soggettivamente e socialmente, ma sarà il tanto decantato amore universale a salvarci...e le affermazioni di paparpersa non hanno riscontro sperimentale nelle scienze sociali e psicologiche...sarebbero piu' congeniali ad un'opera artistica. questo non toglie tuttavia che il mio cuore non sia con i monaci..col loro pacifismo e col loro coraggio! Comunque...è senz'altro vero che la nostra società occidentale non è perfetta e forse possiamo anche imparare qualcosa dai monaci...ma se è vero che dobbiamo anche noi cercare nuovi modelli di vita...non è certo verso una arcaica società monacale che dobbiamo rivolgerci...nostante le simpatie che possono suscitare nel neoromanticismo oggi di moda e qui sta la loro disgrazia: avrebbero tutti i diritti di vivere come vogliono..secondo le tradizioni...ma oramai non sono che un anacronismo ed il mondo moderno li espelle! ...peccato che il mondo moderno sia ora e là rappresentato dalla brutalità degli eserciti. ciao |
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16-03-2008, 20.37.16 | #48 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
Citazione:
Richiamo il mio precedente post solo per precisare che intendevo dire che non sarà il tanto decantato amore universale a salvarci! Questo dell'amore che pare tutto superare è il ritornello tipico e ricorrente di chi non associa alla cultura umanistica una valida cultura scientifica e tecnica: con tutto l'amore di cui sei capace ...se non hai anche conoscenze specifiche nelle varie branche del vivere umano...non te la cavi: diffondere la sola cultura dell'amore fra i giovani d'occidente è deleterio. In efetti ai poveri monaci salmodianti pensa il popolo a portare un pugno di riso...un popolo altrettanto povero...però felice..dicono...sarà vero? ciao |
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17-03-2008, 07.32.39 | #49 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
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Quanta separazione in ciò che dici( Il mondo che cambia non significa che espelle modelli di profonda spiritualità, ma che li include! Ogni separazione crea conflitto! (basta che ti guardi dentro e fuori per capire come ciò sia vero) Ogni volta che dividi e giudichi crei separazione e discordia. Ogni volta che accogli e ascolti e permetti che tutto esista offri opportunità infinite di vita e tutto fiorisce, guarisce, si rigenera. |
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17-03-2008, 13.20.20 | #50 | |
Ospite
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Riferimento: L' esempio... di Myanmar
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Un giornalista inglese si recò in Tibet per studiare presso un famoso maestro zen. Dopo qualche anno, tornato in patria, gli fu chiesto cosa mai avesse imparato. Rispose: "Prima di partire credevo che le montagne fossero montagne, poi ho capito che non era così. Ora le montagne sono tornate ad essere montagne". All'inizio abbiamo i nostri concetti belli e pronti, le nostre rigide definizioni sulle cose. Un po' per volta ci rendiamo conto che non è così, e cessiamo di "discriminare". Alla fine torniamo a discriminare, ma con una coscienza radicalmente cambiata. Giudicare, Papera, è certamente sbagliato, significa "condannare" tramite un'impressione frettolosa. A un certo punto si cade nell'indiscriminato, ogni essere sembra uguale, nel nostro eterno percorso tutti noi diventiamo tutto, santi ed assassini, buoni e cattivi. Poi però occorre tornare a saper vedere, leggere l'attimo presente. In esso ognuno vive il suo "io" dell'attimo, e calandoci nell'altro diventiamo capaci di vedere in maniera "oggettiva", senza possibilità di errore, che cosa si sta vivendo un' altra persona. Allora diventiamo capaci di dare un pugno senza odio, intuendo che serve un pugno. Per l'evoluzione dell'altro...Parlo dell' "azione non azione" del Buddha, capace di cogliere al volo tutto quello che serve, al di là del pensiero che inganna. Naturalmente è una cosa lontanissima, per fortuna siamo eterni... |
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