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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 29-03-2007, 18.49.53   #1
Lupo78
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Troppa confusione

Migrazione, urbanizzazione, processi di mobilità sociale di diverso tipo, guerra, improvvisa scarsità di risorse cruciali, trasformazione tecnologiche sono esempi di fenomeni che hanno in comune di tendere a generare situazioni in cui crolla quella certezza che normalmente era sufficiente a stabilire come ci si dovesse comportare. Le procedure correnti fino a quel momento vengono messe in dubbio, occorre dare un nuovo nome alle cose o considerarle diversamente. Gli individui si ritrovano soli nel formulare giudizi, nel costruire categorie, nel decidere cosa sia bene cosa sia male; e avvertono-come dice Donne- che tutto è in frantumi, ogni coesione svanita, ogni equità e ogni relazione; principe suddito, padre e figlio, di cose simili non si ha memoria. Ognuno di se pensa di essere diventato una fenice, e che non possa dunque esistere nessuno della sua specie, ma solo lui.
Sono necessarie nuove categorie concettuali, nuovo codice interpretativo, è necessario il riconoscimento reciproco di una qualche identità fra gli individui partecipanti all'interazione; essi devono comprendere le azioni di uni degli altri sulla base di una identità durevole; affrontare casi nuovi collegandoli a casi analoghi precedenti, dei quali si ricordano gli esiti; se verrà garantita una certa costanza si potranno fare realmente delle previsioni con una certa esattezza o quantomeno si avrà fiducia che gli esiti saranno quelli previsti. Dal punto di vista della cooperazione sociale , quelle stesse condizioni favoriranno il formarsi della fiducia reciproca, del mutuo appoggio e della coordinazione delle attività sociali in genere. Non parlo della necessità, come diceva Hobbes, che vi sia un sovrano a denominare le cose per evitare il disordine, ma di aprire la strada ad un processo di cambiamento sociale che si appoggi su nuovi presupposti concettuali.
Lupo78 is offline  
Vecchio 29-03-2007, 19.42.40   #2
Alék
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Riferimento: Troppa confusione

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Originalmente inviato da Lupo78
Migrazione, urbanizzazione, processi di mobilità sociale di diverso tipo, guerra, improvvisa scarsità di risorse cruciali, trasformazione tecnologiche sono esempi di fenomeni che hanno in comune di tendere a generare situazioni in cui crolla quella certezza che normalmente era sufficiente a stabilire come ci si dovesse comportare. Le procedure correnti fino a quel momento vengono messe in dubbio, occorre dare un nuovo nome alle cose o considerarle diversamente. Gli individui si ritrovano soli nel formulare giudizi, nel costruire categorie, nel decidere cosa sia bene cosa sia male; e avvertono-come dice Donne- che tutto è in frantumi, ogni coesione svanita, ogni equità e ogni relazione; principe suddito, padre e figlio, di cose simili non si ha memoria. Ognuno di se pensa di essere diventato una fenice, e che non possa dunque esistere nessuno della sua specie, ma solo lui.
Sono necessarie nuove categorie concettuali, nuovo codice interpretativo, è necessario il riconoscimento reciproco di una qualche identità fra gli individui partecipanti all'interazione; essi devono comprendere le azioni di uni degli altri sulla base di una identità durevole; affrontare casi nuovi collegandoli a casi analoghi precedenti, dei quali si ricordano gli esiti; se verrà garantita una certa costanza si potranno fare realmente delle previsioni con una certa esattezza o quantomeno si avrà fiducia che gli esiti saranno quelli previsti. Dal punto di vista della cooperazione sociale , quelle stesse condizioni favoriranno il formarsi della fiducia reciproca, del mutuo appoggio e della coordinazione delle attività sociali in genere. Non parlo della necessità, come diceva Hobbes, che vi sia un sovrano a denominare le cose per evitare il disordine, ma di aprire la strada ad un processo di cambiamento sociale che si appoggi su nuovi presupposti concettuali.

Avrà una fine questa confusione? O il desiderio dell'uomo verrà sempre più incentivato a proporsi creativamente col fine di guadagnare sempre e di più all'infinito?

Non penso che il mercato si voglia dare un freno, anzi. Nella spirale in cui agisce e reagisce, volenti o nolenti, siamo coinvolti.

Però, c'é un però....

In analogia é come se ci avessero dato una trottola ciascuno e per stare "al passo" col mercato ci impongono di spingere per far girare una cosa che ormai viene chiamata vita quotidiana.
Personalmente ho smesso di spingere e ora convivo solo con la forza di inerzia.

Il coinvolgimento individuale avrà fine lasciando spazio per un nuovo individuo potenziale per "cibo per il mercato".

Un'azione compulsiva che si basa su un pensiero non nostro impera sul nostro stile di vita.

Paura di perdere qualsiasi cosa, pensare al domani identificandoci con la paura di non raggiungere obiettivi. Questo porta a guerre, porta a migrazioni nella speranza di cambiare qualcosa.

Nuove idee concettuali? Non acquistare concetti ma soffermarsi ad osservarsi e rendersi conto che abbiamo già tutto....hah ! che bello sarebbe se succedesse ...
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Vecchio 02-04-2007, 18.03.24   #3
Monica 3
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Riferimento: Troppa confusione

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Originalmente inviato da Alék
Nuove idee concettuali? Non acquistare concetti ma soffermarsi ad osservarsi e rendersi conto che abbiamo già tutto....hah ! che bello sarebbe se succedesse ...


E forse allora apparirebbero spazi per il silenzio e valori più autentici che vengono da dentro.

Perché non dovrebbe poter succedere, giacché sono molti che lo desiderano? Chi impedisce all'individuo di cominciare?

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Vecchio 03-04-2007, 16.24.52   #4
Lupo78
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Riferimento: Troppa confusione

Questo post sinceramente nasce con un obiettivo piuttosto ambizioso, ovvero, nasce da una mia idea di sperimentare una sorta di conoscenza a rete per provare a creare un modello, rappresentativo di alcuni aspetti della società attuale, su cui basarsi al fine di porre in essere strategie di sviluppo alternative. Probabilmente molti di voi non sanno che cosa sia un modello teorico di riferimento: esso può essere di tipo analitico, supportato quindi da espressioni matematiche, oppure anche soltanto di tipo discorsivo supportato ugualmente da una sua logica (cercheremo di puntare su questo secondo tipo), attraverso il quale cercare di spiegare la realtà.
Al fine di creare questo schema di riferimento occorre dapprima definirne i presupposti, ossia quelli assiomi che permetteranno di costruire una struttura logica capace di sostenere le critiche esterne e di rappresentare al meglio ciò che si intende sostenere. Le conoscenze presenti in questo forum, a mio parere, sono parzialmente sprecate, in quanto molte di esse rimarranno prive di un qualsiasi apporto alla società. È questo l'obiettivo di qualsiasi teoria scientifica: risolvere i problemi della società in cui viviamo, nessuna teoria deve essere fine a se stessa. Possiamo provare, mettendo assieme vaste conoscenze, che non sono più contenute all'interno di un unico contenitore principale, ma bensì all'interno di ognuno di noi unito a ciascun altro attraverso un network, a costruire un modello di riferimento. Il fine è quello di risolvere uno o più problemi sociali. Proviamo quindi a definire quali debbano essere i problemi da risolvere e quali i presupposti su cui fondare tale schema di riferimento.
A mio modesto parere il problema primario da risolvere è quello di eliminare, o almeno cercare di farlo, un po' di confusione (anche se ciò, come diceva Luhmann, potrebbe avere l'effetto contrario ovvero quello di aumentare la complessità del sistema e quindi la confusione).
Un altro aspetto da definire a priori è il metodo da utilizzare (sistemico, utilitàristico, ecc...).
Si può provare inoltre inizialmente ad affrontare separatamente variabili di tipo politico, sociologico ed economico. Ponendo ad esempio in evidenza aspetti della realtà attuale connessi alla politica (quale esempio la corruzione, il clientelismo o la buona gestione delle risorse), all'economia (ad esempio i danni derivanti dal capitalismo, i benefici della concorrenza, ecc.) e dalla società (fiducia, solidarietà, cooperazione, invidie, ecc.); per poi cercare di scoprirne le interconnessioni. Naturalmente i miei sono soltanto degli esempi.
Spero che qualcuno, dotato di spirito critico e di un minimo di intelletto, accolga questa mia proposta del tutto sperimentale.
Lupo78 is offline  
Vecchio 04-04-2007, 14.25.05   #5
Monica 3
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Originalmente inviato da Lupo78
Questo post sinceramente nasce con un obiettivo piuttosto ambizioso, ovvero, nasce da una mia idea di sperimentare una sorta di conoscenza a rete per provare a creare un modello, rappresentativo di alcuni aspetti della società attuale, su cui basarsi al fine di porre in essere strategie di sviluppo alternative. Probabilmente molti di voi non sanno che cosa sia un modello teorico di riferimento: esso può essere di tipo analitico, supportato quindi da espressioni matematiche, oppure anche soltanto di tipo discorsivo supportato ugualmente da una sua logica (cercheremo di puntare su questo secondo tipo), attraverso il quale cercare di spiegare la realtà.
Al fine di creare questo schema di riferimento occorre dapprima definirne i presupposti, ossia quelli assiomi che permetteranno di costruire una struttura logica capace di sostenere le critiche esterne e di rappresentare al meglio ciò che si intende sostenere. Le conoscenze presenti in questo forum, a mio parere, sono parzialmente sprecate, in quanto molte di esse rimarranno prive di un qualsiasi apporto alla società. È questo l'obiettivo di qualsiasi teoria scientifica: risolvere i problemi della società in cui viviamo, nessuna teoria deve essere fine a se stessa. Possiamo provare, mettendo assieme vaste conoscenze, che non sono più contenute all'interno di un unico contenitore principale, ma bensì all'interno di ognuno di noi unito a ciascun altro attraverso un network, a costruire un modello di riferimento. Il fine è quello di risolvere uno o più problemi sociali. Proviamo quindi a definire quali debbano essere i problemi da risolvere e quali i presupposti su cui fondare tale schema di riferimento.
A mio modesto parere il problema primario da risolvere è quello di eliminare, o almeno cercare di farlo, un po' di confusione (anche se ciò, come diceva Luhmann, potrebbe avere l'effetto contrario ovvero quello di aumentare la complessità del sistema e quindi la confusione).
Un altro aspetto da definire a priori è il metodo da utilizzare (sistemico, utilitàristico, ecc...).
Si può provare inoltre inizialmente ad affrontare separatamente variabili di tipo politico, sociologico ed economico. Ponendo ad esempio in evidenza aspetti della realtà attuale connessi alla politica (quale esempio la corruzione, il clientelismo o la buona gestione delle risorse), all'economia (ad esempio i danni derivanti dal capitalismo, i benefici della concorrenza, ecc.) e dalla società (fiducia, solidarietà, cooperazione, invidie, ecc.); per poi cercare di scoprirne le interconnessioni. Naturalmente i miei sono soltanto degli esempi.
Spero che qualcuno, dotato di spirito critico e di un minimo di intelletto, accolga questa mia proposta del tutto sperimentale.


Egregio obiettivo, Lupo 83 e, come dici tu, ambizioso.

Io credo che, visto l'individualismo a cui siamo arrivati, l'unica cosa da fare è partire dall'individuo e dalla sua presa di coscienza personale. Più uno si semplifica, più riesce a semplificare la realtà che lo riguarda. L'impatto su una
realtà più ampia è inevitabile. La tecnologia ci ha complicato la vita e ha creato una certa dose di confusione, ma può anche aiutarci a far emergere l'essenziale, come credo si proponga questo forum. (Cito Ivo Nardi: "Possiamo dare infinite interpretazioni ad un riflesso confuso nell'acqua. Ma l'immagine che dà origine a quel riflesso, è soltanto una.")

Sarebbe forse utile condividere gli sforzi che i partecipanti a questo forum, che non vogliono rinunciare a credere in un futuro a misura d'uomo, fanno nel loro quotidiano per lasciar dietro di sé ordine anziché disordine.

Nel mio piccolo io cerco di risparmiare al massimo acqua e calore e gestisco questo sito www.go4craft.lu, invitando extra-comunitari a riflettere con noi.

Quali piccoli gesti fai tu, nella tua quotidianità per raggiungere i tuoi obiettivi?

Monica 3 is offline  
Vecchio 06-04-2007, 22.46.04   #6
Mary
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Originalmente inviato da Monica 3
Egregio obiettivo, Lupo 83 e, come dici tu, ambizioso.

Io credo che, visto l'individualismo a cui siamo arrivati, l'unica cosa da fare è partire dall'individuo e dalla sua presa di coscienza personale. Più uno si semplifica, più riesce a semplificare la realtà che lo riguarda. L'impatto su una
realtà più ampia è inevitabile. La tecnologia ci ha complicato la vita e ha creato una certa dose di confusione, ma può anche aiutarci a far emergere l'essenziale, come credo si proponga questo forum. (Cito Ivo Nardi: "Possiamo dare infinite interpretazioni ad un riflesso confuso nell'acqua. Ma l'immagine che dà origine a quel riflesso, è soltanto una.")

Sarebbe forse utile condividere gli sforzi che i partecipanti a questo forum, che non vogliono rinunciare a credere in un futuro a misura d'uomo, fanno nel loro quotidiano per lasciar dietro di sé ordine anziché disordine.

Nel mio piccolo io cerco di risparmiare al massimo acqua e calore e gestisco questo sito www.go4craft.lu, invitando extra-comunitari a riflettere con noi.

Quali piccoli gesti fai tu, nella tua quotidianità per raggiungere i tuoi obiettivi?


Penso penso penso, rifletto rifletto rifletto, osservo.....

Cerco di entrare in contatto con gli altri, di guardare gli altri non come mister xyz ma individui che sono un'altra me stessa fuori di me.

Cerco di pensare a cosa è veramente il meglio per me, e questo mio meglio deve essere compatibile con il meglio degli altri.

Quel che vale per me deve valere per ogni essere umano di questo pianeta e non devo portare distruzione e morte ma evoluzione e crescita.

Metto in discussione che cosa mi è davvero necessario. Di cosa posso fare a meno. Cerco di riflettere sempre sull'impatto che ho sul mondo esterno con le miei azioni, i miei pensieri e le mie parole.

Non trascuriamo i pensieri, sono energie che creiamo sia nel bene che nel male. Nessuno immagina quale potere abbiano i pensieri.

Per questo cerchiamo di costruire il nostro mondo come vorremmo che fosse.

Mai usata la bicicletta d'inverno, quest'anno la utilizzo anche quando fa freddo o pioviggina.

E spero tanto che la gente si svegli, che reagisca, che viva nella consapevolezza, che non sprechi inutilmente la propria vita.

Senza rinunciare alla tecnologia e alle scoperte della scienza dovremmo però cambiare completamente stile di vita. Riprenderci la nostra umanità.

Una società nella società, libera dai condizionamenti religiosi, politici, di casta.

Una società che abbia una bandiera con su scritto " ama Dio, te stesso, il prossimo. Cerca e troverai, chiedi e ti sarà dato, bussa e ti sarà aperto".

Composto da uomini e donne spirituali e materiali che ragionano con la propria testa senza servi nè padroni, uomini e donne liberi e libere.
Mary is offline  
Vecchio 22-04-2007, 21.34.44   #7
Monica 3
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Originalmente inviato da Mary
Penso penso penso, rifletto rifletto rifletto, osservo.....

Cerco di entrare in contatto con gli altri, di guardare gli altri non come mister xyz ma individui che sono un'altra me stessa fuori di me.

Cerco di pensare a cosa è veramente il meglio per me, e questo mio meglio deve essere compatibile con il meglio degli altri.
..........
Metto in discussione che cosa mi è davvero necessario. Di cosa posso fare a meno. Cerco di riflettere sempre sull'impatto che ho sul mondo esterno con le miei azioni, i miei pensieri e le mie parole.
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Una società nella società, libera dai condizionamenti religiosi, politici, di casta.
......................
Composto da uomini e donne spirituali e materiali che ragionano con la propria testa senza servi nè padroni, uomini e donne liberi e libere.

Ciao Mary, mi sembra che tutte queste affermazioni siano passi verso un mondo più semplice. In ognuna di questo frasi c'è un individuo ben centrato su se stesso che rifiuta abusi e prevaricazioni. Non basterebbe questo per porre limiti alla confusione?

Monica 3 is offline  
Vecchio 11-06-2007, 22.04.31   #8
Monica 3
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in "Origines, 365 pensées de sages africaines" Danielle & Olivier Föllmi(Origini, 365 pensieri di saggi africani. Libro bellissimo con 365 foto stupende, che ci fa vedere che forse avremmo più vantaggi ascoltando l'Africa piuttosto che conditinuando a saccheggiarla).

"L'uomo nobile è l'uomo libero, cioè l'uomo che basta a se stesso per nutrirsi; è l'agricoltore; questi non ha bisogno di intermediari fra la terra che coltiva e lui stesso" (Alessane Ndaw)

Forse una volta era così. Ma è proprio impossibile fare qualche passo indietro e imboccare altre strade?
Monica 3 is offline  
Vecchio 12-06-2007, 13.47.10   #9
visir
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La fattoria, il sole, la vita agreste e altre perversioni.

Scusa Monica, posso farti una domandina facile, facile?

Tu hai mai coltivato la terra?...hai una vaga idea di quanta fatica si fa? Di quanto ti faccia invecchiare prematuramente?

Sai cosa significa mungere una mucca 365 albe all'anno tutti i santi giorni della tua vita?
Non puoi mica prendere il last minute per Ibiza quando c'hai la mucca.
E si...perchè la mucca muore se tu vai a Ibiza e dopo la mucca tocca a te. Urca! e morire di fame non è mica figo, non è trend.

La favola poi del buon selvaggio mi fa ridere di più del tg4 di Emilio Fede.

La vita media in Africa è 32 anni, tu quanti anni hai? Voi quanti anni avete?
E se viveste in Africa...quanto vi resterebbe da vivere? 2/3 anni ancora? vi va bene morire fra tre anni?

Ecco...

Se vogliamo dare un corso nuovo alla conoscenza emancipiamoci innanzitutto da ciò che non abbiamo provato in prima persona.

Sopra ogni cosa uno prima di comprare un nuovo modo di vivere deve chiedersi se è disposto a pagarne il prezzo fino in fondo.

Ora scusate che ho da dar da mangiare alle galline e non posso stare al pc.
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Vecchio 12-06-2007, 21.46.50   #10
katerpillar
Ogni tanto siate gentili.
 
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visir
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Scusa Monica, posso farti una domandina facile, facile?

Tu hai mai coltivato la terra?...hai una vaga idea di quanta fatica si fa? Di quanto ti faccia invecchiare prematuramente?

Sai cosa significa mungere una mucca 365 albe all'anno tutti i santi giorni della tua vita?
Non puoi mica prendere il last minute per Ibiza quando c'hai la mucca.
E si...perchè la mucca muore se tu vai a Ibiza e dopo la mucca tocca a te. Urca! e morire di fame non è mica figo, non è trend.
katerpillar

Io se fossi in te ci andrei piano nel tirare le conclusioni sulla pesantezza e l'invecchiamento dei contadini, poiché tutti i centenari che conosciamo stanno proprio tra la gente che il proprio fisico lo ha fatto lavorare, perché il corpo è una macchina da lavoro.

A parte Ibiza, nel circolo filososfico che frequento, siamo giunti proprio alla conclusione del tema, ovvero: l'uomo è partito da un grande patrimonio che sta disperdendo strada facendo. Il patrimonio in questione riguarda proprio quella vita a "dimensione d'uomo", con le sue distanze incolmabili, i suoi lenti cicli, il vivere gomito a gomito davanti al caminetto, e le fatiche per vivere la vita.

Quella che viviamo non è una vita a dimensione d'uomo, perché il fisico non lavora più, siamo tremendamente soggetti alla nuova frusta dei padroni, tramite le presunte esigenze, inventandone sempre di nuove (se non calzi thimberland, non bevi un certo tipo di wischy, non vesti Versace e non possiedi una TAV, in pratica non esisti....non sei nessuno).

Caro mio: questa è la società delle tante esigenze costruite, in pratica, rappresentano la nuova frusta dei padroni, che sostituisce la frusta usata per gli schiavi. Una carissima persona che frequenta questo forum, sporadicamente, ha affermato che si sentiva prigioniera del XXI secolo, proprio perchè sentiva la sua vita condizionata e gestita da altri, dalle "esigenze" inventate da altri, appunto.

Come e cosa possiamo fare per fare il cosidetto passo indietro? Innanzi tutto affermerei di non rinnegare il progresso scientifico che abbiamo a disposizione, ma contemporaneamente e piano piano, tornare a certe abitudini contadine, che ci permetterebbero di rimettere in funzione la macchina corpo, e ci farebbero ritrovare alla sera, anziché davanti ad un freddo ed insulso monitor, davanti al caminetto a raccontarci le favole o, semplicemente a conoscerci meglio.

Ora, invece, in nome non si sa di quale privacy, ci nascondiamo dietro a dei pupazzetti chiamati avatar; molte volte nascondiamo persino il nostro sesso, la nostra età, la cortesia di un saluto ecc. Ecco! Questo è quello che stiamo vivendo, caro visir, altro che statistiche africane che non centrano nulla con il bellissimo contesto di questo threand.

Ho messo la mia foto, perchè se qualcuno vuole sputarmi in faccia lo può fare; anche quello è un gesto ancora molto umano, nella sua disumanità, ed è meglio che farlo su un pupazzetto chiamato avatar, che non so nemmeno cosa voglia dire.

Un caro saluto da Giancarlo.

Ultima modifica di katerpillar : 13-06-2007 alle ore 07.00.45.
katerpillar is offline  

 



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